“Il servizio pubblico o è plurale o non è servizio. Per esserlo nella pienezza della sua funzione deve avere investimenti certi e invece questo governo lavora per togliere risorse alla Rai per farla diventare una digital media company, ma noi aggiungiamo che questo deve avvenire nel rispetto del suo destino di servizio pubblico. Questa sottrazione di risorse mette a rischio la stessa sopravvivenza della Rai, viste le difficoltà dovute all’indebitamento precedente. Se a questo quadro preoccupante si aggiunge poi il crollo dello share dovuto agli errori sul Palinsesto, la difficoltà di pianificare il futuro si triplica”.
Lo dice il capogruppo del Pd in commissione di Vigilanza Rai, Stefano Graziano, intervenendo all’iniziativa promossa dall’Usigrai a Napoli.
“Le nostre preoccupazioni sono confermate. Orban pone il veto alla revisione del Bilancio Ue e a nuovi fondi per sostenere l’Ucraina. Gli amici della destra sono nemici degli interessi nazionali ed europei. L'azione diplomatica della Meloni è stata ancora una volta fallimentare”. Così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Ue.
“Non si era mai visto che un dirigente di una azienda pubblica faccia un comizio, peraltro di infimo livello, in una convention di un partito e si permetta di attaccare il PD, principale partito di opposizione e la sua leader Elly Schlein. Paolo Corsini non solo dovrebbe scusarsi, se la sua protervia glielo consente, ma anche dimettersi dal ruolo di dirigente della Rai. L'informazione pubblica deve mantenere un profilo di terzietà e non può svolgere una funzione di supporter verso i governi e i singoli partiti. C'è comunque un attacco alle regole democratiche che sta portando avanti la destra come spesso si riscontra in Parlamento dove, tra decreti e fiducie a ripetizione, deputati e senatori non possono svolgere il loro compito di legislatori e rappresentanti del popolo”.
Lo dichiara il deputato PD Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
"Corsini non può restare un minuto in più in RAI. Ieri sera ad Atreju ha scelto di fare politica, attaccando Elly Schlein come dirigente di Fratelli d’Italia, ruolo incompatibile come dirigente del servizio pubblico. I vertici RAI pretendano le sue dimissioni o la degenerazione dell’Azienda in TeleMeloni sarà certificata“. Lo scrive su X il deputato dem Alessandro Zan.
"Orban sta ricattando l’Unione europea sull’Ucraina. Meloni pronunci parole nette contro questa intimidazione: la sicurezza dell’Europa si garantisce sostenendo l’Ucraina e difendendo i principi europei dello stato di diritto. L’Italia non può accettare minacce su questo". Lo scrive su X la deputata dem Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri.
“I suoi programmi vanno male e lui, invece di stare a lavorare in Rai per provare a risollevare, che fa? Sta ad Atreju non a fare il semplice conduttore ma ad attaccare Schlein. Non si è mai visto un direttore della Rai che attacca ad un'iniziativa di partito la leader di quello avversario come se fosse un militante. Inaccettabile.
Si scusi o si dimetta”. Così i componenti del Pd della commissione di Vigilanza Rai a proposito dell’intervento del giornalista Rai Paolo Corsini alla festa di Fratelli d’Italia.
“Giù le mani da Rai Storia. Apprendiamo che ci sarebbe l’intenzione di chiudere il programma di Rai Storia ‘Storie Contemporanee’, programma dedicato alle ricerche più interessanti a cui stanno lavorando oggi gli storici e le storiche italiani che si dedicano all'approfondimento di quanto accaduto dalla Rivoluzione Francese ai nostri giorni. La ragione è da imputarsi a tagli di budget e si inseguono voci sulla possibile chiusura di altri programmi sempre dedicati alla memoria del Novecento e della storia della Repubblica antifascista. Vogliamo conoscere le intenzioni della Rai e se davvero non ci sono più risorse e spazio per preservare il lavoro di divulgazione storica che il servizio pubblico ha il dovere di promuovere e tutelare contro revisionismi e colpevoli amnesie storiche”.
Lo dichiara la deputata dem della commissione di Vigilanza Rai, Ouidad Bakkali.
“A questo proposito - aggiunge - come gruppo del Partito Democratico in Vigilanza Rai abbiamo presentato un’interrogazione all’Amministratore delegato nella quale chiediamo quali siano le ragioni che hanno portato alla decisione di non rinnovare il programma ‘Storie Contemporanee’ e quali altri programmi culturali del palinsesto pubblico rischiano lo stesso destino. Mentre identifichiamo nei Teatri pubblici chi grida ‘W l’Italia Antifascista’ nella più grande industria culturale italiana si rimpicciolisce sempre di più lo spazio dove si tramanda la memoria collettiva e si approccia con rigore scientifico la Storia della e i suoi protagonisti”.
“Due anni fa allo scoppio dell’invasione russa contro l’Ucraina lei si è guadagnata la considerazione degli avversari e dell’opinione pubblica quando scelse di sostenere il governo Draghi a fianco dell’Ucraina. Allora apparve chiaro che lei era pronta a accantonare la pregiudiziale da capo dell’opposizione per contribuire a un interesse più grande, la sicurezza del nostro continente minacciato da Putin. Due anni dopo, come sa molto bene, e come si è ben guardata dal dire oggi, il presidente Orban ha già annunciato che metterà il veto al via dei negoziati dell’Ucraina e della Moldova. Orban, il primo leader europeo a stringere la mano a Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. Sì, parlo del presidente Orban con il quale, insieme al polacco Morawiecki, lei ha provato a costruire un’altra Europa. Orban, lo stesso che lei ha definito un modello, un vero patriota europeo e che metterà il veto al negoziato dell’Ucraina con l’UE”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputata dem Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri, durante il dibattito seguito alle comunicazioni del presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue.
“È per questo – ha concluso Quartapelle - che giovedì non basterà un suo sì presidente. Lei ha peso politico in Europa, per il suo ruolo come presidente dei Conservatori. Non ci rassicura averla sentita parlare di fatica sull’Ucraina. Ci inquieta profondamente la compagnia anti-europea, pro-russa con cui Salvini si sta preparando a affrontare la campagna per le elezioni europee.
Non si può essere insieme amici di Zalensky e calorosi con Orban.
Lei deve scegliere. L’Europa o Orban. Oggi, quando nuvole ancora più scure si addensano sull’Ucraina e sul futuro dell’Europa. Lei oggi deve scegliere, e lo deve fare per tutti noi”.
"Scopriamo, quindi, qual era lo scopo ultimo di trattare i minori migranti non accompagnati che hanno compiuto 16 anni come se fossero maggiorenni, prevedendo perfino di collocarli nel centri destinati agli adulti: tagliare fondi destinati a loro per destinarli altrove.
Se possibile, questo aspetto rende l'operazione del governo Meloni ancora più deprecabile.
Un governo che fa cassa tagliando le tutele ai minorenni, soggetti più fragili, esponendoli a rischi e pericoli, mentre fa marcia indietro sulla tassazione degli extraprofitti delle banche e delle grandi società energetiche.
Loro, quelli che sbraitavano contro i cosiddetti "poteri forti", ne sono di fatto succubi e si accaniscono sui ragazzini e ragazzine di 16 anni che hanno l'unica colpa di essere arrivati in Italia, attraversando orrori indicibili come la reclusione nei centri libici, in cerca di un futuro dignitoso.
Questa non è politica: è crudeltà". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
“Il principale Tg nazionale manda in onda uno spot per celebrare Atreju, la kermesse la dei giovani di Fratelli d’Italia. Un spot per celebrare una manifestazione dei giovani di un partito non si era mai visto in un tg. Noi diciamo No alla propaganda. Il Tg1 è e deve essere informazione, non è di un partito. Chiediamo ai vertici Rai di vigilare su quanto accaduto”. Lo dichiarano i componenti Pd della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
Non c’è spazio per le donne?
“Un Mondo d’Italia. Nuovi mercati, i nostri Originals". L'offerta estera della Rai per raccontare al mondo un po' dello Stivale.
Oggi è stata presentata l’offerta della Rai all’estero ed è stata un’altra occasione mancata per rispettare i protocolli interni all’azienda come ad esempio “No women no panel”.
La presentazione della nuova offerta estera della Rai “Un Mondo d’Italia. Nuovi mercati, i nostri Originals”. Tutti uomini. Nuovi mercati ma sempre i soliti “Original Men”. Questa nuova offerta per l’estero, come dice il direttore generale dell’azienda Rai, dovrebbe aiutare gli italiani a capire come cambia il Paese e capire la nostra Nazione”,
l’unica cosa che comprendiamo è che certe cose non cambiano mai e che non c’è spazio per le donne.
Proprio oggi è uscito il resoconto dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Le donne continuano a dimettersi dal mondo del lavoro, sono il 73% di chi decide di lasciare. Impossibile conciliare, impossibile lavorare.
Come cambia quindi la Nazione? Poco, regna ancora il nostro “original patriarcato”. Lo dichiara la deputata del Pd, Ouidad Bakkali, membro della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
“Il segretario della Lega Salvini si produce oggi in una lettera al Corriere della Sera che rientra nella categoria della sceneggiata napoletana, degna dei migliori palcoscenici, nella quale piange l’esclusione dei suoi partiti preferiti in Europa dal novero delle forze che guidano la Ue chiedendone i motivi. Il silenzio imbarazzato della premier dice più di tante risposte, ma di fronte agli alleati in Europa il silenzio non sarà sufficiente. Forse perché si tratta di partiti dichiaratamente razzisti? Forse perché dichiaratamente nazionalisti propagandano la cancellazione dell’Euro e la riduzione dell’Europa a una rappresentazione geografica? Forse perché alcuni sono persino dichiaratamente neonazisti e neofascisti? Per partecipare al governo di un’istituzione bisogna riconoscerne la funzione e l’utilità, non dichiarare la volontà di distruggerla. Basterebbe questo, se non fosse che ogni volta che razzismo e nazionalismo hanno prevalso o prevalgono dalla pace si passa alla guerra. È la lezione delle guerre del XIX secolo come di quelle più vicine a noi in Ucraina e in Israele. La pace, lo sviluppo e la crescita richiedono unione e integrazione. I nazionalismi portano solo divisioni, povertà e guerre. Lo spieghi la Meloni al suo vicepremier Salvini, che quella compagnia di giro è dannosa per gli interessi italiani oltre che antistorica e immorale”.
Lo dichiara il deputato PD Silvio Lai della commissione Bilancio della Camera.
“Ministro Sangiuliano si faccia una risata. Apprendiamo dalla stampa di una lettera di diffida inviata dai legali del ministro della Cultura a Rai Radio Uno. Si contesta ai conduttori di ‘Un giorno da pecora’ un intento denigratorio. Come Gruppo Pd in Vigilanza Rai depositeremo un’interrogazione per verificare la veridicità di quanto sta emergendo. Se ciò fosse vero, lascia basiti il fatto che oltre a non comprendere la satira e l’ironia tagliente, che è cifra caratteristica di questa trasmissione molto seguita e molto amata dagli ascoltatori, un ministro della Repubblica, oltretutto in aspettativa proprio dalla Rai dal 21 ottobre 2022 in seguito alla sua nomina nel governo Meloni, faccia ricorso alle vie legali perché non gradisce i contenuti e lo stile di una trasmissione radiofonica. Atti intimidatori che credo non avranno effetti su chi scrive e conduce il programma in questione, ma che deve allarmare sul grado di permalosità e nervosismo che vive il ministro che sente minacciata la sua reputazione dalle battute di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro”. Così la deputata dem Ouidad Bakkali, componente della commissione di Vigilanza Rai.
Governo fa battaglie contro la violenza sulle donne solo di facciata
“Voglio esprimere la mia solidarietà alla collega Barbara Floridia per le parole inqualificabili e offensive del senatore della Lega Nino Germanà. Post di facebook prontamente rimosso, a riprova del fatto che le battaglie della
Lega e del Governo contro la cultura ancora patriarcale e sessista sono solo di facciata. Una maggioranza ipocrita e ancora legata a retaggi culturali troppo maschilisti. Salvini tace. La presidente Meloni cosa ne pensa?”. Lo scrive sui social network Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai.
dichiarazione di Stefano Graziano capogruppo Pd in Vigilanza Rai in occasione dell’incontro Unirai
“Per noi c’è un tema enorme che riguarda la Rai: sia sul contratto di servizio sia, in particolare, per quanto riguarda il capitolo delle risorse. E inoltre, sbaglia vespa, l’Usigrai ha sempre difeso i diritti dei giornalisti Rai Un sindacato esiste se difende i lavoratori. E oggi quelli che sono a rischio sono i lavoratori della Rai perché questo governo da un lato vuole togliere le risorse con la riduzione del canone e dall’altro c’è un’azienda mal governata che perde share , pubblicità , che ha palinsesti sempre più rovinosi, con il risultato che oltre a crescere l’indebitamento netto ci troviamo che se mettono sulla fiscalità generale i 440 milioni che sono il frutto della riduzione del canone, tra un anno la Rai si ritrova ad essere come la nuova Alitalia. Il governo deve decidersi se vuole difendere oppure no il servizio pubblico .