Tweet di Silvio Lai, deputato Pd
Dopo un anno rimangono aggrediti e aggressori. Al popolo ucraino è stata privata la libertà. Non si ferma la tragica macchina della guerra con morti, distruzione, miseria. Serve uno sforzo diplomatico più deciso da #ONU ed #Europa per affermare la tregua e per costruire la pace
“#Ucraina Una guerra senza fine. Dopo un lungo anno di distruzione e di morte è ancora lontana la strada della tregua e della pace. L'#Ucraina aggredita deve ritrovare la sua libertà. Prevalga il dialogo. Diplomazie al lavoro con maggior vigore nel segno della risoluzione ONU”. Lo scrive su Twitter il deputato dem Stefano Vaccari.
“A poche ore dalla chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali della Sardegna a Rainews24 sono stati trasmessi in diretta interventi della maggioranza e della presidente del consiglio in palese violazione delle regole della par condicio. Chiederemo conto del caso in commissione di vigilanza” così i deputati democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Non ammettere che la maggioranza di Governo abbia profonde divisioni interne in merito al conflitto in Ucraina significa nascondersi dietro a un dito e negare la realtà. Le esternazioni di Berlusconi e della Lega non possono essere derubricate a semplice dialogo politico. Pesano come macigni sulla credibilità del Governo e del nostro Paese. E i fatti lo dimostrano con un’Italia isolata ed esclusa da importanti incontri internazionali, al contrario di quanto accadeva in passato. Basta ricordare la foto storica del viaggio in treno di Draghi con Macron e Scholz dello scorso anno che a nome di un’Europa unita portavano il loro sostegno a Zelensky. In questo contesto, peraltro, anche la visita del Presidente Meloni a Kiev è stata offuscata dalle polemiche innescate da Belusconi, le cui esternazioni sono state criticate dallo stesso PPE. Insomma è indispensabile per l'affidabilità del Paese che tutta la maggioranza del Governo faccia chiarezza una volta per tutte sul proprio indirizzo politico rispetto al conflitto in Ucraina”. Così Piero De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera intervenendo a SkyTg24.
“Prima Berlusconi, poi Romeo. Si affannano a non dispiacere Putin e sgambettano la premier durante una importante (e giusta) visita all’estero. Per quanto ancora Meloni lascerà che danneggino la posizione internazionale dell’Italia a fianco dell’Ucraina?”. Lo scrive su Twitter la deputata democratica Lia Quartapelle, vicepresidente della commissione Esteri della Camera.
La commissione Esteri ha votato per riconoscere l’Holodomor come genocidio.
L’identità nazionale ucraina si è costruita anche sulla memoria di quel crimine contro l’umanità per evitare che si ripeta, promuovendo il rispetto dei diritti umani. Come tanta parte della storia europea.
Un ringraziamento va agli ex deputati del Pd Fausto Raciti e Andrea Romano, che nella scorsa legislatura per primi hanno depositato questa proposta.
Così la deputata del Pd Lia Quartapelle.
“Il 20 febbraio in Italia è la Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassitenziale e del volontariato. Oggi è doveroso ringraziare nuovamente donne e uomini che hanno offerto un contributo straordinario durante la pandemia da Covid_19, facendo orari di lavoro massacranti e sforzi incredibili per salvare vite. Negli ultimi anni abbiamo avuto la riprova di quanto la sanità pubblica sia fondamentale e vada rafforzata, per tutelare il diritto alla salute di tutte e tutti noi, così come garantito dall’articolo 32 della Costituzione. Potenziare la nostra rete e le nostre strutture mediche è un investimento, mai un costo”.
Ad affermarlo in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
“Ancora una volta il Tg1 e il Tg2 dimostrano di non comprendere bene cosa voglia dire svolgere il ruolo di ‘servizio pubblico’ e di preferire quello di ‘trombettieri’ della destra. Nell’edizione di ieri sera i due Tg della Rai sono riusciti nel complicato compito di nascondere le divisioni all’interno della maggioranza, nel giorno in cui era stata costretta addirittura a dimettersi una sottosegretaria di Fdi condannata per peculato, con pena confermata nel terzo grado di giudizio. Si conferma quanto segnalato nei dati Agcom, che certificano un evidente squilibrio nell’informazione, e anche ciò che avevamo già denunciato come Partito Democratico: ci troviamo davanti ad una vera e propria occupazione da parte della destra dell’informazione Rai, con passerelle televisive dei suoi esponenti e cori di ‘osanna’ per le scelte politiche assunte dal governo Meloni. Una ragione in più per chiedere un rapido insediamento della commissione di Vigilanza Rai. Non c’è più tempo da perdere”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo.
Sulle pagine dei giornali oggi si racconta la storia un ennesimo tentativo che arriva da destra di esercitare una forma di controllo, al di là delle regole. Stavolta tocca a una manifestazione di straordinario valore per la nostra cultura: il Salone Internazionale del Libro di Torino. Una manifestazione che ha saputo diventare un’eccellenza straordinaria per la nostra città e per il nostro Paese.
Potrebbe sembrare che il Salone del Libro di Torino sia nel caos. Non è così: nel caos è quella politica che vuole mettere le mani su un gioiello e considerarlo come un giocattolo di casa. Anche a costo di sporcarlo. A costo di minare ciò che oggi l’Associazione Torino - La città del Libro, che organizza la manifestazione, rivendica in un comunicato: che il Salone resti libero e indipendente.
È incredibile leggere la denuncia di un intellettuale come Paolo Giordano che con dignità, si auto-elimina da un ruolo che avrebbe potuto ricoprire per merito (alla salute di chi si riempie la bocca con questo termine) a causa delle ingerenze di chi voleva imporgli consulenti non sulla base di competenze, visioni, progetti, ma solo perché di area. Area a destra.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino è un patrimonio di tutti. Sotto la guida di Nicola La Gioia e del suo gruppo di lavoro ha raggiunto risultati straordinari rilanciandosi proprio nel momento di difficoltà più estrema, quello della pandemia.
La destra oggi al governo, dovrebbe rispettare regole, competenze, metodi di selezione. Quel merito che è sempre al centro delle loro dichiarazioni, ma che non trova riscontro nella pratica, che si tratti della Rai, del Festival di Sanremo o del Salone del Libro di Torino.
Chiederemo al Ministro Sangiuliano di rispondere su quanto sta avvenendo. Ai cittadini torinesi, agli editori, a chi ama la cultura, a chi ama i libri interessa sapere una sola cosa: servono direttori “bravi” o servono direttori “vostri”?
Lo affermano in una nota i parlamentari torinesi ed eletti a Torino, i deputati Mauro Berruto, Mauro Laus, Maria Cecilia Guerra, Marco Grimaldi, Riccardo Magi e i senatori Anna Rossomando, Andrea Giorgis, Francesco Verducci.
“L’Università deve essere parte integrante dell’offerta sanitaria di ciascuna area vasta, non solo come percorso formativo, ma anche per promuovere l’inserimento lavorativo delle risorse umane. E’ necessario che le figure professionali formate sul territorio vengano utilizzate adeguatamente e valorizzate dalla sanità locale, oggi in grave difficoltà per la mancanza di specializzandi e medici. Il documento di programmazione integrata dell’Area Vasta Sud est, tra l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese e l’Azienda Usl Toscana sud est, in sinergia con Estar e la Regione Toscana, siglato nelle scorse settimane, è quindi un progetto fondamentale che va attuato con efficacia e proposto in altre realtà”: è quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd, sul convegno “Gli obiettivi della Sanità toscana: Le esperienze dell'Azienda USL Toscana sud est nella sanità territoriale, nell'emergenza urgenza, nella Continuità assistenziale” in programma oggi, giovedì 16 febbraio a Grosseto.
“Quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis; quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa”.
Queste le richieste contenute nella seguente interpellanza rivolta dal Gruppo Pd della Camera al ministro Nordio in merito agli ascolti delle conversazioni fra Cospito e altri detenuti al 41 bis nel carcere di Sassari e alle scelte rispetto all’assegnazione del gruppo di socialità del detenuto Cospito. L’atto parlamentare è firmato dalla capogruppo Debora Serracchiani, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal vice segretario e vicecapogruppo alla Camera Peppe Provenzano, dal del deputato Silvio Lai e dal capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi. Analoga interrogazione la presentiamo al Senato, a firma della capogruppo Simona Malpezzi, dei membri della commissione Giustizia Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli e dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.
INTERPELLANZA
I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della Giustizia; per sapere; premesso che:
i cosiddetti circuiti penitenziari dovrebbero avere la finalità di preservare l’ordine e il funzionamento degli istituti penitenziari, e sono prevalentemente regolati in via amministrativa da una serie di circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che disciplinano l’esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, secondo i criteri individuati dagli artt. 13 e 14 della legge n. 345 del 1975 che, nel tendere all’individualizzazione del trattamento, prevedono che la popolazione carceraria sia raggruppata per categorie omogenee, ciò sia perché le possibilità di successo di un programma risocializzante sono collegate all’omogeneità e all’affinità del gruppo di trattamento, sia perché, sempre nella medesima prospettiva, occorre evitare “influenze nocive reciproche”;
la circolare del DAP n. 3359/5808 del 21 aprile 1993 originariamente ne prevedeva tre, alta sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, ma la circolare del DAP n. 3619/6069 del 21 aprile 2009 ha ulteriormente suddiviso la cosiddetta “alta sicurezza” in tre circuiti: Alta Sicurezza 1 (A.S. 1) in cui sono collocati i “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso”, Alta Sicurezza 2 (A.S. 2) , per “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”, e Alta Sicurezza 3 (A.S.3), in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali;
la creazione di appositi circuiti penitenziari è prevista anche dall’art. 32 d.P.R. n. 230 del 20009, e nasce, soprattutto, in seguito ai gravissimi delitti compiuti dalla criminalità organizzata nei primi anni novanta, anche in risposta alle osservazioni critiche che avevano riguardato il regime di detenzione indifferenziata, nonché dall’esigenza di evitare le influenze negative tra i detenuti, per prevenire il pericolo che gli appartenenti al crimine organizzato potessero svolgere attività di proselitismo nei confronti dei delinquenti comuni, oppure si potessero avvalere dello stato di soggezione di questi ultimi nei loro confronti, e per evitare, dunque, la commistione tra soggetti appartenenti a diverse consorterie organizzate di tipo mafioso o terroristico;
il detenuto Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di massima sicurezza “Giovanni Bacchiddu” di Sassari, a Bancali, il 4 maggio 2022 è stato trasferito in regime di cui all’art. 41- bis, prima di allora era detenuto in regime di alta sicurezza A.S. 2;
dalle risposte di diniego alle istanze di accesso agli atti inoltrate alla Sua amministrazione dai deputati Lai, Bonelli e Grimaldi, si apprende che il detenuto Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, il giorno 24 dicembre 2022, in costanza di applicazione del regime di 41 – bis, viene inserito in “un nuovo gruppo di socialità e passeggi composto da: Rampulla Pietro, Di Maio Francesco, Cammarata Pietro”, pericolosi boss della mafia, ‘ndrangheta e camorra;
emerge, sempre dalle citate risposte del Suo ministero, che non risultano attività di ascolto di interlocuzioni, definite come frutto di “mera attività di vigilanza amministrativa”, tra Cospito altri detenuti fino al 23 dicembre 2022, data a cui risale la trascrizione del primo colloquio, poi ripetutasi il’11 gennaio 2023;
nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 10 febbraio, l’ex senatore Luigi Manconi, dichiarava che “fino al 23 dicembre 2022 il gruppo di socialità di Cospito al 41-bis era composto da detenuti ritenuti inoffensivi. Con il gennaio del 2023 il gruppo di socialità cambia e in luogo di quei detenuti arrivano tre boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Sono quelli di cui vengono registrate le conversazioni con Alfredo Cospito" "Su quei brandelli di conversazione nasce e cresce la narrazione sul rapporto di Cospito e degli anarchici con la criminalità organizzata. Improvvisamente si registrano le conversazioni”.
Se non ritenga urgente adottare misure che rientrino nelle sue proprie prerogative al fine di fare luce sulle suddette dichiarazioni; quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis di cui in premessa, nonché quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa.
SERRACCHIANI, ORLANDO, LAI, PROVENZANO, GIANASSI
“Il ritiro della candidatura di Paolo Giordano alla direzione del Salone del Libro rivela scenari inquietanti. La destra di Meloni vuole riscrivere la storia d’Italia (riabilitando l’Msi) e le scalette di Sanremo. Dal Governo vuole occupare la Rai e ora anche il Salone di Torino?”.
Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente dei deputati dem, Peppe Provenzano, su Twitter.
“Meloni brava, capace? Ma che dibattito è? Ma per carità… Non siamo mica alla scuola media. La classe politica, gli uomini o le donne al Governo, i dirigenti politici, si valutano dai fatti. E per me questo Governo non sta facendo bene. E non mi basta che abbia preso una posizione nettamente distinta da Berlusconi sull’Ucraina. La prova di Governo in corso è scadente e dannosa per il Paese. E presto ce ne accorgeremo. Poi che cosa diremo? Ci siamo sbagliati? A chi tra noi le fa i complimenti chiedo se tra la legge di bilancio, la giustizia, le scelte sul federalismo, l’ambiente riesce a dare un voto di sufficienza a Meloni e al Governo. Io no. C’è solo una cosa su cui vale la pena confrontarsi e capire se c’è serietà: la riforma elettorale per collegi a doppio turno e l’elezione diretta del premier o del Presidente della Repubblica sul modello francese. Perché l’esigenza di una democrazia più decidente e di un parlamento meno bolso come quello attuale c’è. Ed è un tema che non possiamo lasciare alla destra che lo distorce e lo svilisce nel peronismo”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"'M’illumino di Meno' è la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili che Rai Radio2, con il programma Caterpillar, organizza annualmente dal 2005. Una giornata che il nostro Paese riconosce con una apposita legge e che mi vide tra i promotori al Senato nella XVII legislatura. La norma fu approvata successivamente con il ddl Braga. Una scelta simbolica per riaffermare l'esigenza che la sostenibilità ambientale e il risparmio delle risorse debbono guidare i comportamenti individuali ma soprattutto le scelte della politica e delle istituzioni. Tante cose sono state fatte nella giusta direzione anche a fronte della grave crisi climatica, tuttavia, serve mettere il piede sull'acceleratore per affermare un nuovo modello di sviluppo il cui baricentro non può che essere la transizione ecologica, l'uscita definitiva dall'era dei combustibili fossili, efficienza e risparmio energetico puntando sulle rinnovabili, qualità e giustizia sociale". Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Vaccari.
Ottantuno parlamentari italiani, di diversi partiti, coordinati dall’On. Lia Quartapelle, presentano in conferenza stampa alla Camera dei Deputati, oggi 16 febbraio alle ore 12.00, l’iniziativa di patrocinio politico dei condannati a morte in Iran, insieme a due membri del parlamento tedesco, Hakan Demir e Ye One Rhie, che portano avanti la stessa iniziativa in Germania.
All’iniziativa hanno aderito anche le associazioni Auser, Anci, Ande (Associazione Nazionale Donne Elettrici) e Arci, che parteciperanno con Fabrizio Dacrema, socio di Auser; Maria Terranova, vice presidente di Anci; Marisa Fagà, presidente nazionale di Ande e Gianluca Mengozzi, responsabile nazionale reti internazionali di Arci.
L’iniziativa di patrocinio politico dei condannati a morte iraniani da parte dei parlamentari italiani è stata lanciata nel dicembre 2022, nelle ultime settimane hanno aderito anche parti della società civile, il coordinamento a livello europeo si è intensificato e l’ambasciatore iraniano in Italia, dopo essere stato incontrato dai parlamentari italiani il 25 gennaio 2023, ha seguito a dare aggiornamenti su quanto sta accadendo in Iran. In conferenza stampa verranno presentati tutti gli sviluppi e i prossimi passi per dare seguito all’impegno preso con le attiviste iraniane “Donna, vita, libertà” durante la conferenza stampa di novembre scorso.