01/10/2024 - 16:19

“E’ un discorso di filiere. Le imprese appaltano, sub appaltano, alla ricerca di un costo più basso del lavoro e, in fondo, c’è lo schiavo. In agricoltura lo stesso discorso. La grande distribuzione strozza gli agricoltori? Può essere, ma sotto gli agricoltori ci sono i caporali e sotto ancora i lavoratori, gli schiavi. Prendiamo le famiglie. Non diamo attuazione alla legge sulla non autosufficienza? Le famiglie non sanno come fare, prendono una badante, non la pagano con il dovuto e si tramuta in una schiava. L’articolo 36 della Costituzione ci dice che il lavoro è dignità e libertà, che il salario deve essere proporzionato alla quantità e qualità del lavoro, perché altrimenti il lavoro perde dignità e libertà. Noi siamo per salario minimo perché siamo contro la schiavitù”.

Così Maria Cecilia Guerra, deputata Pd e responsabile nazionale Lavoro, intervenendo in Aula.

01/10/2024 - 16:17

“Mentre oggi la destra boccia l’emendamento sul salario minimo, si infittiscono due misteri che hanno caratterizzato questa legislatura: il primo è quello della delega al governo sulla questione salariale. La maggioranza si era presa sei mesi di tempo per formulare una proposta, ne sono passati dieci e di quella proposta non vi è traccia. Poi c’è un altro un altro mistero: noi qui oggi parliamo del collegato al Lavoro ed anche questa volta non sappiamo che fine abbia fatto la ministra del Lavoro purtroppo  assente. Noi qui parliamo di italiani che nonostante abbiano un lavoro tornano a casa e sono poveri. Oggi votando contro il salario minimo non si fa un torto al Pd o alle opposizioni, ma 4 milioni di lavoratrici e lavoratori”.

Così il deputato dem, Marco Sarracino, responsabile nazionale Coesione, Sud e aree interne del Pd, intervenendo in Aula.

01/10/2024 - 15:30

“La destra contrasta una proposta che ha raccolto invece nel Paese il consenso di migliaia e migliaia di persone. Ciò che oggi la maggioranza aggira con un trucchetto sarà comunque costretta a discutere in Parlamento quando approderà la legge di iniziativa popolare. Le tappe di questa vicenda dimostrano le responsabilità della destra: dopo una lunghissima discussione in commissione e in Aula anziché votare il salario minimo viene approvata una delega al governo per aumentare i salari attraverso la contrattazione collettiva. Una delega che passati sei mesi dal voto della Camera resta ancora bloccata in un Senato tramutato in Porto delle Nebbie dalla stessa paura della maggioranza. Paura di scontentare parte del proprio elettorato. Questa destra non ha nulla da proporre e tre milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici vengono lasciati con salari da fame. Devono restare inchiodati alla povertà perché in fondo questa maggioranza li ritiene colpevoli della loro povertà”.

 

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

30/09/2024 - 13:32

Il Ddl Lavoro non è solo un’occasione mancata. E’ un intervento senza capo, né coda, che serve solo ad allargare le maglie della precarietà e a fare qualche favore agli amichetti di questa destra soprattutto sul piano fiscale. Si tratta di un’operazione pericolosissima i cui effetti ricadranno soprattutto sulle giovani generazioni, alle quali ormai non viene offerto altro che contratti senza tutele e salari da fame rispetto agli altri coetanei europei. Pensavano di approvarselo calpestando il diritto dell’opposizione a presentare emendamenti e condurre una battaglia sul merito. Grazie all’iniziativa del Pd si sono riaperti i termini per gli emendamenti e domani in Aula torneremo a discutere di salario minimo, opzione donna e contratti a termine. Ci batteremo per abrogare gli articoli che liberalizzano i contratti di somministrazione e che eliminano il divieto di dimissioni in bianco. Un colpo all’autonomia delle donne. Consiglio alla destra di mettersi comoda: non rimarremo zitti davanti a questa ennesima deregulation del mercato del lavoro”.

 

Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

27/09/2024 - 10:40

“E’ utile ricordare al presidente Rizzetto che le opposizioni in Commissione Lavoro  hanno marciato insieme per dieci mesi nel contrasto al Ddl Lavoro, adesso in Aula dopo inspiegabili rinvii da parte del Governo, presentando numerosi emendamenti di merito, di cui dieci firmati unitariamente da Pd, Avs e M5S. La nostra elaborazione comune va avanti da più di un anno e su tutte le battaglie in Commissione abbiamo sempre tenuto in vita una trama unitaria. Tra le proposte al Collegato lavoro non c’è solo il salario minimo che abbiamo ripresentato e che discuteremo martedì in Aula, ma anche il rafforzamento del divieto di dimissioni in bianco, su cui viene messo in campo un’inaccettabile colpo di spugna, il no alla liberalizzazione indiscriminata del lavoro in somministrazione, la limitazione dei contratti a termine, il rafforzamento delle politiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Lo dichiarano i deputati della Commissione Lavoro, Arturo Scotto (capogruppo Pd), Davide Aiello (vicecapogruppo M5S) e Franco Mari (capogruppo Avs).

“Un diverso orientamento nella gestione dell’Aula nella giornata di ieri - aggiungono - non cambia la sostanza politica. Resta l’obiettivo di  continuare a contrastare insieme le scelte del Governo che anche in questo provvedimento decide di allargare la precarizzazione del mondo del lavoro e di non dare alcuna risposta sui salari. Ai colleghi della destra consigliamo di guardare in casa propria, al fatto che per l’ennesima volta hanno consentito al Governo di calpestare le prerogative della Commissione e del Parlamento. Diano piuttosto risposte politiche - concludono - alle questioni poste dalle opposizioni. Il resto sono chiacchiere”.

26/09/2024 - 15:40

“Bene la riapertura dei termini degli emendamenti sul Ddl Lavoro. La battaglia che abbiamo fatto in Aula questa mattina ha pagato. Sarebbe stato incredibile non poter discutere l’emendamento sul salario minimo. Soprattutto nel giorno in cui è stato raggiunto il quorum delle firme sulla nostra legge di iniziativa popolare. Dal governo e dalla destra aspettiamo qualche risposta politica, non un bizantinismo tecnico”.

 

Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto

26/09/2024 - 13:28

Sarracino: collegato lavoro vergognoso, nessuna risposta a emergenze sociali

“Il collegato al lavoro è una vergogna, è un provvedimento vuoto che non dà risposte al precariato, all’emergenza salariale e alla sicurezza del lavoro. Un provvedimento che va contrastato con forza nonostante le gravi forzature che la maggioranza sta portando avanti, a partire dalla dichiarazione di inammissibilità di oltre 50 emendamenti di merito delle opposizioni tra cui un emendamento importantissimo sul salario minimo” Così il responsabile mezzogiorno del Pd, il deputato Marco Sarracino è intervenuto in aula alla Camera.  “Altro che emendamenti – ha concluso Sarracino -  l’unica cosa che andrebbe giudicata inammissibile è questo collegato lavoro”.

26/09/2024 - 13:12

“La presidenza ha reso inammissibili 52 emendamenti. Gli stessi che erano stati già discussi in commissione dopo dieci mesi di gestazione di un provvedimento ormai totalmente svuotato. Un atto che non comprendiamo e che abbiamo chiesto ripetutamente di rivedere. Anche perché rischia di produrre un precedente pericoloso. Tra questi resi inammissibili c’è il salario minimo, che in commissione era stato discusso. Forse non ne vogliono parlare? Forse fa paura persino citarlo dopo che la nostra legge di iniziativa popolare ha superato le 50mila firme? Continueremo a chiedere di riaprire i termini”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, intervenendo in Aula nella discussione sul Ddl lavoro.

20/09/2024 - 15:04

“Le parole del Papa sulla necessità di un salario minimo di base dovrebbero far riflettere tutta la politica e soprattutto il Governo. Viviamo in tempi  dove si fa sempre più urgente la necessità di aggredire la drammatica riduzione del potere d’acquisto di milioni di lavoratori e un arretramento netto anche rispetto al 2023 dei redditi reali delle famiglie. In Italia questo è ancora più vero se paragoniamo al prepandemia i livelli retributivi. Cosa si aspetta a riaprire una discussione vera sulla necessità di un salario minimo orario per combattere il lavoro povero, precario e sottopagato?“.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

19/09/2024 - 16:03

“Hanno approvato in commissione Lavoro il mandato al relatore, dopo sei mesi di ritardi sui pareri, per un Collegato Lavoro che è un ulteriore colpo di spugna sulla precarietà. L’eliminazione del tetto per il lavoro somministrato, il superamento del divieto di dimissioni in bianco, l’abolizione dell’obbligo di badge nei cantieri è il manifesto politico di un governo che considera il lavoro come qualcosa da spolpare e non da valorizzare. Dopo il No al salario minimo e la liberalizzazione dei contratti a termine siamo alla terza puntata dell’impresa principale a cui è dedita la ministra Calderone: aiutare soltanto i più forti. Lunedì in Aula faremo sentire la nostra voce con forza e senza fare sconti”.

 

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

15/09/2024 - 20:50

“E’ davvero un personaggio singolare questo ministro della Pubblica Amministrazione che annuncia che in manovra si batterà per togliere il tetto di 240.000 euro annui agli stipendi dei supermanager pubblici, ma ammette di non riuscire a trovare tutti i soldi per rinnovare il Contratto del Pubblico Impiego e consentire ai dipendenti dello Stato di recuperare il potere d’acquisto perduto in questi anni. Zangrillo fa parte della stessa combriccola di Governo che ha negato 9 euro orari di salario minimo a tre milioni e mezzo di lavoratori poveri spiegando che era una misura inutile. E’ immorale chiedere i sacrifici sempre agli stessi, a quelli che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, a chi continua a portare avanti la sanità, la scuola, la Pubblica amministrazione nonostante gli stipendi più bassi d’Europa”.

Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd nella commissione Lavoro della Camera.

04/09/2024 - 15:23

“E’ inutile che la Meloni continui a fare propaganda sui dati dell’occupazione se omette che c’è un crollo strutturale del reddito reale delle famiglie. L’Italia è il paese che in Europa, secondo i dati Eurostat, ha recuperato meno il potere d’acquisto rispetto al 2008 e i redditi scendono persino rispetto allo scorso anno. Dunque, c’è poco da festeggiare. C’è molto invece da riflettere sulle cose che questo Governo ha fatto in questi due anni. I bassi salari sono innanzitutto il frutto di una politica del mercato del lavoro scellerato che ha agevolato la frammentazione dei contratti e alimentato la precarietà, ma anche di scelte come l’eliminazione del reddito di cittadinanza e il rifiuto di introdurre il salario minimo. Su questo terreno siamo pronti a confrontarci con tutti, anche con il Governo. Ma partendo da un principio di realtà e non dalla lettura strabica di numeretti che non tengono conto della vita delle persone. Perché la cura Meloni sta facendo dell’Italia il principale malato d’Europa”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.

03/09/2024 - 16:43

“Se per rivendicare i presunti successi del suo governo la presidente Meloni è costretta ad attaccare la leader dell’opposizione o quei successi sono ben poca cosa o quei numeri sono ballerini” così là vicepresidente del PD Chiara Gribaudo in merito alle parole pronunciate dalla premier Meloni durante una trasmissione televisiva.

“Io temo - prosegue Gribaudo vice presidente della commissione lavoro alla Camera - che quei numeri siano proprio ballerini. In particolare sugli aumenti dei salari, la decontribuzione non compensa certo una inflazione nel triennio che è arrivata al 17%, che il Governo poteva compensare almeno per i lavoratori pubblici, per i quali avrebbe avuto gli strumenti e che invece hanno avuto un rinnovo triennale insufficiente. Sulla decontribuzione per le lavoratrici madri è bene ricordare che questa spetta solo per le lavoratrici con almeno due figli e con contratti a tempo indeterminato, lasciando quindi scoperte proprio le donne con maggiore fragilità reddituale”

“Sull’incremento dell’occupazione la premier Meloni si sta attribuendo risultati che partono da lontano e sono una tendenza significativa sin dai tempi del Governo Draghi e dall’avvio del PNRR. Se però davvero volesse continuare lungo questa strada saremo felici di scoprire che nella prossima legge di Bilancio 2025 verranno trovate risorse per investimenti pubblici ulteriori rispetto a quelli del PNRR, a differenza di quanto fatto nella scorsa legge di Bilancio”

“La Segretaria Schlein e il PD stanno rivolgendo da tempo domande precise al governo e a Meloni su due temi fondamentali: la sicurezza sul lavoro e l’introduzione del salario minimo. Anche in questa occasione Meloni ha preferito sbandierare presunti successi del suo governo che dare una risposta a questi temi specifici” conclude l’onorevole Gribaudo.

03/09/2024 - 13:16

“Meloni festeggia i dati sull’occupazione. Ma siamo solo davanti a trionfalismi dal fusto corto. Perché le leggi che ha fatto il suo Governo sono solo penalizzanti per il lavoro di qualità. Hanno solo spinto precarietà e sottosalario. Forse sulla crescita occupazionale dovrebbe ringraziare i governi che hanno portato il Pnrr in Italia, quando lei era contraria. L’attacco a Schlein sui dati è semplicemente ridicolo. La domanda che ha fatto la segretaria del Pd e’ sulla qualità dell’occupazione. Qui la Meloni non risponde perché non sa cosa dire. Dimentica che aumenta il lavoro autonomo - e dunque le false partite iva - e non il Lavoro stabile, che l’occupazione giovanile e femminile è ancora la più bassa d’Europa. Aggiungo che il reddito reale delle famiglie diminuisce rispetto al 2023, mangiato dall’inflazione. Sono dati Eurostat di oggi. Pesa la scelta di eliminare il salario minimo. E soprattutto la pazzia di aver detto no al Salario minimo che avrebbe spinto 4 milioni di lavoratori a uscire da una condizione di povertà forte. Su questo terreno la Meloni non risponde. Perché non sa cosa dire”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.

26/08/2024 - 13:46

“Secondo l’Inps siamo a più 29% di Cassa integrazione ordinaria e quasi il 6% di domande di indennità di disoccupazione rispetto al 2023. Numeri impietosi ed inequivocabili. Sono soprattutto i giovani e le donne le vittime di questa situazione senza precedenti. Nonostante i trionfalismi del governo siamo un paese che affonda in una crisi drammatica. La crescita del ricorso agli ammortizzatori sociali sono la spia di un quadro sempre più cupo della nostra economia. E i dati sull’occupazione raccontano un paese dove la precarietà soppianta il lavoro stabile con un pezzo di generazione laureata che non trova sbocco. Meloni continua a raccontare un paese che non esiste mentre la stragrande maggioranza della popolazione fa fatica con il potere d’acquisto dei salari e vive il dramma dei licenziamenti o della cassa integrazione. Siamo stanchi delle favolette raccontate per nascondere le difficoltà del Governo a mettere in campo una manovra economica anticiclica ed espansiva. Serve una svolta. Si metta mano davvero a un rinnovo dei contratti che faccia recuperare il potere d’acquisto che si è perso in questi anni - a partire da quello del pubblico impiego / e si vari finalmente il salario minimo che la destra ha affossato per dare una risposta a chi lavora ed è povero. Non serve a niente vantarsi della crescita delle esportazioni se questa non produce occupazione di qualità e redistribuzione del reddito”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.

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