“Un pacchetto di emendamenti per garantire il corretto funzionamento dei servizi essenziali soprattutto nei territori marginali e montani delle regioni insulari e quindi della Sicilia”: questi i contenuti di alcune proposte correttive alla Legge di Bilancio attualmente in discussione a Montecitorio, presentati dalla deputata Pd Maria Stefania Marino.
“Si tratta di norme che vengono incontro alla necessita di cittadini ed imprese, che contrastano quindi il calo demografico di alcune aree ed incentivano la crescita locale economica, sociale ed occupazionale. Un emendamento si pone l’obiettivo di monitorare le prestazioni sanitarie istituendo un tavolo tecnico ministeriale che sia in grado di evidenziare le criticità e le sofferenze per poi agire con piani straordinari e risorse adeguate. Un’altra proposta interviene sulla scuola prevedendo l’abolizione per 10 anni dei vincoli di dimensionamento scolastico, bloccando di fatto le aggregazioni, la fusione e la soppressione di istituti. Una ulteriore iniziativa interviene nella riorganizzazione delle Camere di Commercio prevedendo una efficace ed equilibrata rappresentanza territoriale”: conclude Maria Stefania Marino.
“Con il passare dei giorni sta venendo fuori la verità sui conti della manovra. Le audizioni nelle commissioni raccontano cose diverse rispetto alla propaganda del governo, a cominciare dalla sanità, dove Gimbe ha detto che c'è un buco di 19 miliardi. Ma soprattutto tutti, dalla Corte dei Conti, all'Ufficio parlamentare di bilancio, ci raccontano e mettono nero su bianco, che la spesa sanitaria sul Pil è tornata ai livelli pre-pandemia. Poi ci sono più di 8 miliardi di tagli agli enti locali, come faranno a garantire i servizi per le cittadine e i cittadini? Aumentano di solo 3 euro al mese le pensioni minime. E poi la crescita che non c'è. Ce l'ha detto anche Confindustria. Come farà questo Paese a fare davvero gli investimenti che gli servono?”. Così la deputata dem Silvia Roggiani, componente della commissione Bilancio, intervistata sui canali social dei deputati Pd.
“Con tutti questi tagli – ha concluso Roggiani - vedo grandi rischi per le famiglie italiane che già fanno fatica. Fanno fatica con un'inflazione che galoppa e oggi si troveranno a non poter più avere quei servizi essenziali, dal trasporto pubblico, alla sanità, alla scuola, fino ai servizi che gli enti locali dovrebbero garantire per poter vivere serenamente. Il Partito Democratico c'è e sarà al loro fianco per migliorare questa manovra che francamente è un disastro”.
“È una manovra punitiva verso tutto il settore dell’istruzione e della cultura. Tagli inaccettabili agli organici della scuola, oltre 7 mila posti tra docenti e personale tecnico amministrativo, che andranno a creare problemi al funzionamento dell’assetto scolastico. Tagli ai fondi per affrontare la dispersione scolastica e stretta sul turn over anche per quel che riguarda le Università, che si aggiunge alle pesanti misure che hanno riguardato il Fondo di finanziamento ordinario alle Università. Sulla cultura siamo di fronte a mezzo miliardo di danni in tre anni e all’assenza di misure per settori importanti come quello editoriale. Una manovra che disinveste sul futuro del Paese”. Lo ha detto Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Scuola e Cultura di Montecitorio a margine dell’audizione del Ministro Giorgetti.
"Le elettrici e gli elettori statunitensi hanno scelto Trump in maniera netta, nonostante abbia istigato alla rivolta contro le istituzioni democratiche del suo Paese e nonostante il forte impegno di Kamala Harris, subentrata nella corsa presidenziale solo a pochi mesi dal voto, mentre l'avversario preparava la sua corsa da anni.
Hanno vinto Trump e la sua narrazione feroce contro migranti, donne, persone LGBTQIA+ perché, probabilmente, dall'altra parte non ci sono state proposte, oltre che narrazione, altrettanto convincenti ma di segno diametralmente opposto. Trump ha parlato alla pancia delle persone, alle loro paure, ponendosi come l'uomo forte in grado di risolvere ogni problema come per magia.
Negli Usa, come già accaduto in diversi Paesi europei, l'ultradestra raccoglie strumentalmente il consenso dei ceti popolari e del mondo del lavoro, mentre i progressisti non appaiono più come un punto di riferimento per la tutela dei diritti sociali. Battaglie come il salario minimo, la sanità davvero accessibile per tutte e tutti, la scuola pubblica diventano quindi cruciali e ineludibili ovunque.
Ma Trump ha vinto anche per le sue posizioni sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, alimentando l'illusione che lui porterà la pace. In realtà, i suoi stretti rapporti con Putin e con Netanyahu ci dicono chiaramente l’esatto contrario.
Questo risultato ci preoccupa. Ci preoccupa anche sul piano economico. Trump ha indicato l'Europa come un nemico e la sua politica sui dazi rischia di essere una catastrofe per l'economia europea che non è abbastanza coesa e forte per contrastarlo. Bisogna lavorare perché, di fronte a questo nuovo scenario, l'Ue trovi gli strumenti per rafforzarsi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Le audizioni di questi giorni hanno fatto chiarezza sulla manovra smontando i numeri della propaganda del governo e confermando quanto il Pd denuncia fin dall’inizio. È un colpo letale agli enti locali con un taglio di quasi 8 miliardi nei prossimi cinque anni. Il governo Meloni colpisce i servizi pubblici essenziali già messi a dura prova dalle scelte approvate negli ultimi mesi che hanno penalizzato Comuni, Province e Regioni e che adesso rischiano addirittura di mettere in discussione molti investimenti previsti dal Pnrr. Le amministrazioni locali, con questi definanziamenti, saranno costrette a tagliare ancora la manutenzione degli immobili pubblici, gli interventi per contrastare il dissesto idrogeologico, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali e la sanità. La manovra ‘senza nuove tasse’ della Premier Meloni avrà un costo altissimo per i cittadini”.
Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
È un provvedimento senza futuro e che fa crescere le diseguaglianze del passato. In Commissione si sta consumando una vera e propria operazione verità.
Anche oggi continua la coda di critiche alla manovra. Insufficiente, inadeguata, ostile, limitata, iniqua e altri aggettivi usati dalle rappresentanze audite e che fotografano la legge di bilancio.
Preoccupano i tagli a sanità e scuola, l’assenza di risorse per l’industria e il lavoro, l’aumento risibile delle pensioni, la mano che dà qualcosa alle famiglie ma poi taglia servizi e fa crescere le spese. Soprattutto quelle per la salute, se come certifica Istat la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie supera i 40 miliardi, pari a +1,7% in più rispetto al 2022.
Altro che aumento degli investimenti che neanche la calcolatrice della Meloni riesce a conteggiare.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Tagli drammatici a sanità, scuola e lavoro pubblico
Il gruppo parlamentare del PD ha ricevuto oggi alla Camera una delegazione della CGIL guidata dal segretario Landini. Durante l'incontro, la Cgil ha espresso forti preoccupazioni per i contenuti della manovra che è fatta di tagli ai fondi per la sanità, mancato rinnovo dei contratti del pubblico impiego, penalizzazioni per le pensioni e una drastica riduzione dei fondi agli enti locali, con gravi conseguenze per i servizi pubblici, dai trasporti all’istruzione.
È emersa inoltre una profonda preoccupazione per una politica economica che non solo avrà effetti minimi sull’economia reale, ma che pare ignorare il futuro, abbandonando settori strategici in crisi, come l’automotive, che subirà un taglio di 4,6 miliardi di euro, senza alcuna misura per contrastare la riduzione della produzione industriale. Oltre alla segretaria del Pd, Elly Schlein e alla capogruppo, Chiara Braga, erano presenti Simona Bonafè, Andrea Casu, Paolo Ciani, Federico Fornaro, Cecilia Guerra, Toni Riccardi, Silvia Roggiani, Marco Sarracino, Arturo Scotto e Marco Simiani.
Giuli e la destra ossessionati da fantomatiche egemonie culturali di questa o quella parte politica ma nessun confronto su temi concreti
“Sulla scuola, in legge di bilancio e’ previsto il taglio di quasi 7 mila posti tra docenti dell’organico, e personale tecnico amministrativo. E sono tagli che andranno ad incidere direttamente sul funzionamento dell’assetto scolastico, in una situazione già di forte difficoltà. Voglio ricordare che gli ultimi tagli analoghi risalgono al governo Berlusconi e alla ministra Gelmini. Sul fronte della cultura, un ministero ancora alla ricerca di un centro di gravità permanente non fa ben sperare. Abbiamo visto tagli pesanti nel settore del patrimonio culturale; non ci sono risorse per il sostegno al settore delle librerie e dell’editoria. C’è stato un grande appello degli editori e delle associazioni di categoria al ministro Giuli all’inizio del suo mandato. Ci saremmo aspettati più fatti, quelli che il ministro Giuli ci aveva promesso durante la sua audizione alle Camere e che mancano in questa manovra”. Lo ha detto Irene Manzi capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio, intervistata alla Camera.
E sul tema del sostegno all’editoria Manzi ha aggiunto: “Chiediamo il ripristino strutturale del fondo biblioteche che aveva sostenuto il settore negli anni difficili della pandemia. Questo fondo in questa legge di bilancio non c’è più. Il ministro Giuli ha parlato del sostegno agli editori, allora mettiamoci alla prova sui fatti concreti”.
“C’è una emergenza culturale che riguarda le generazioni più giovani, di accesso agli strumenti della cultura. I dati Istat di poche settimane fa ce lo confermano: una percentuale bassissima di ragazzi frequenta le biblioteche, va al cinema e va ai musei. Dobbiamo misurarci su questo, su temi concreti che riguardano i cittadini e soprattutto i giovani, senza inseguire le ossessioni del governo sull’egemonia culturale di questa o quella parte politica”, ha concluso Irene Manzi.
‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’ occasione di riflessione
“Spero che la scuola Augusto Serena di Treviso decida di tornare sui suoi passi e che gli studenti possano vedere e discutere insieme il film ‘il ragazzo dai pantaloni rosa’, pellicola patrocinata anche dalla Presidenza della Repubblica. Troppo spesso sentiamo ancora minimizzare nel nostro Paese la diffusione di sentimenti omofobi e discriminatori nei confronti della comunità LGBTQIA+. Questo film è un’occasione per spezzare il silenzio e accendere i riflettori sulle quotidiane difficoltà di tante ragazze e ragazzi, che purtroppo a volte si trasformano anche in tragedie, proprio come quella raccontata nel film. Non bisogna avere paura di parlare di questi temi nelle nostre scuole, ma promuovere ancora più diffusamente l’attenzione e la lotta alle discriminazioni d’odio. Il bullismo diventa ancora più letale quando si sente appoggiato dall’indifferenza della società. Non possiamo lasciare dubbi su questo”.
"La Moby Prince è stata una strage rimasta ancora oggi senza un colpevole. Per riportare alla luce la verità storica e dare speranza ai familiari delle 140 vittime é stata istituita la terza commissione parlamentare d’inchiesta che sta proseguendo i propri lavori. La commissione di Inchiesta ha il compito quindi di fare chiarezza sulle responsabilità e sulla dinamica dell’incidente ma anche di tenere viva l’attenzione. Per questo motivo le iniziative come quella di oggi rappresentano un momento significativo per spiegare cosa è accaduto alle giovani generazioni e promuovere la ricerca della verità”. Lo dichiara la vicepresidente vicaria dei deputati Pd Simona Bonafè e membro della commissione d'inchiesta sulla Moby Prince intervenendo oggi al dibattito sull’incidente della Moby Prince, nell'aula magna della scuola Lorenzo Claris Appiani di Portoferraio, all'isola d’Elba.
“Questa sarà una manovra lacrime e sangue che peggiorerà le condizioni di vita delle famiglie e dei lavoratori. Ci sono tante tasse come quelle sulla casa o l’aumento delle accise sul diesel e dietro la rimodulazione delle detrazioni fiscali si nasconde un aumento delle imposte, soprattutto, per il ceto medio. A questo incremento della pressione fiscale si accompagna una serie di drammatici tagli lineari a tutti che significa meno servizi per i cittadini”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd commissione Politiche Ue della Camera, a Sky Agenda.
“Per quanto riguarda la scuola hanno previsto una pesante riduzione di organico con circa 8000 posti tagliati tra docenti e personale ATA che significa meno offerta formativa sui territori, meno progettualità e più difficoltà di gestione dei progetti del PNRR. A questo -ha aggiunto l’esponente Pd - si aggiunge la riduzione della spesa sanitaria che non è mai stata così bassa negli ultimi 15 anni, raggiungendo poco più del 6% del PIL. Avevano promesso di assumere 30 mila nuovi medici ma non c’è un euro, dovevano ridurre le liste d’attesa ma non hanno stanziato fondi per farlo. Costringeranno le Regioni a tagliare le prestazioni. Ecco la ragione per cui siamo accanto ai medici e a difesa del diritto alla salute dei cittadini. Per concludere, hanno preso in giro anche i pensionati con un aumento delle pensioni minime di 3 euro e hanno massacrato gli enti locali con un taglio per i prossimi anni di ben 7,8 mld. Questa è la verità scritta nero su bianco in questa manovra di tasse e tagli con cui il governo impone solo sacrifici a famiglie e lavoratori”, ha concluso De Luca.
La Vicepresidente dei deputati del Pd, Simona Bonafè, denuncia i “nuovi tagli previsti dalla manovra agli enti locali, che ammontano a circa 7,8 miliardi di euro nel prossimo quinquennio”. “Una scelta miope e pericolosa”, afferma Bonafè, “la manovra colpisce i servizi pubblici essenziali già messi a dura prova dalle scelte approvate dal governo negli ultimi mesi che hanno penalizzato Comuni, Province e Regioni e che adesso rischiano addirittura di mettere in discussione molti investimenti previsti dal Pnrr. Le amministrazioni locali - conclude Bonafè - saranno costrette a ridurre servizi essenziali, dalla sanità alla scuola ai trasporti, con effetti devastanti per i cittadini, che vedranno aumentare le disparità in particolare per il Mezzogiorno dove il governo sembra proprio accanirsi”.
"Hanno tra i 19 e i 28 anni, sono israeliani e palestinesi e hanno una cosa in comune: rifiutano la guerra. E per questo pagano un prezzo altissimo.
Sofia Orr, israeliana di 19 anni, ha subito 85 giorni di carcere per essersi rifiutata, sono le sue parole, "di prendere parte all'occupazione e ora al genocidio" del popolo palestinese. Daniel usa un nome di fantasia e parla protetto da una mascherina perché teme ritorsioni come l'arresto e il licenziamento perché ha scelto di non arruolarsi nell'Idf. "In Israele ci sono manifestazioni contro la guerra che vengono represse con arresti - ha raccontato -. Le persone vengono sorvegliate e la polizia interviene anche solo per un post che esprime empatia per i bambini uccisi a Gaza". Sono rappresentanti di Masarvot, rete di attivisti israeliani nata nel 2015 contro l’occupazione della Palestina che sostiene gli obiettori di coscienza. E poi c'è Tarteel Yasser Al Junaidi, giovane donna palestinese di Hebron, in Cisgiordania, e attivista di "Community Peacemaker Teams - Palestina" che ha sottolineato il clima pesante in cui i palestinesi trascorrono la loro esistenza. "Cresciamo nella violenza sapendo che le nostre voci non saranno mai ascoltate e che le nostre vite non hanno valore. Per questo che noi palestinesi nasciamo naturalmente attivisti". "A Hebron la vita è durissima: ai checkpoint vengono controllati fisicamente anche i bambini che vanno a scuola e le nostre manifestazioni pacifiche sono soffocate con la violenza. Chiediamo ai governi europei di fare pressione perché questo cessi," è stato il suo appello.
Le loro voci di attivisti pacifisti e non violenti sono state ascoltate questa mattina al Comitato diritti umani della Camera, che presiedo, e oggi pomeriggio in una conferenza stampa voluta dalla Rete italiana pace e disarmo e dal Movimento nonviolento che li sta accompagnando in un tour in tutta Italia nell'ambito della campagna di obiezione alla guerra.
Storie di grande coraggio e forza di giovanissimi che si ribellano con strumenti non violenti e che vogliono costruire la pace tra israeliani e palestinesi. "Senza giustizia non ci sarà pace" hanno detto. E per avere giustizia chiedono che la comunità internazionale fermi Netanyahu e la sua guerra. E chiedono che i loro diritti di obiettori vengano tutelati. Sono loro "la meglio gioventù" che può davvero porre le basi per un futuro migliore fondato sul rispetto reciproco e la convivenza civile e è a loro che andrebbe passato il testimone.
Presenteremo un'interrogazione per chiedere al governo cosa intenda fare affinché il governo israeliano riconosca l'obiezione di coscienza e garantisca il diritto di espressione a chi invoca la pace. Inoltre chiederemo che a chi come queste ragazze e a questi ragazzi si rifiuta di prestare il servizio militare di ottenere lo status di rifugiato nel nostro Paese". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La manovra introduce ulteriori ed insostenibili tagli di risorse agli enti territoriali che si sommano a quelli già varati dalla destra nei mesi scorsi. Si tratta di una riduzione aggiuntiva, nei confronti di comuni, province e Regioni, che ammonta a circa 7 miliardi e 780 milioni di euro nel prossimo quinquennio”. Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Con queste ulteriori riduzioni di spesa gran parte delle opere realizzate con il Pnrr diverranno ‘cattedrali nel deserto’ perché mancheranno le risorse per gestirle. Le amministrazioni locali, con questi definanziamenti, saranno inoltre costrette a tagliare ancora la manutenzione degli immobili pubblici, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali e la sanità. La manovra, definita falsamente ‘senza nuove tasse’ dalla Premier Meloni, avrà effetti devastanti per tutti i cittadini”.
“Dopo tanti annunci, dopo tante promesse, dalla sanità, ai trasporti, alla scuola, l'effetto di questa manovra è sempre lo stesso: una sonora batosta con tagli ai servizi pubblici essenziali per i cittadini, tagli ai diritti per le lavoratrici e per i lavoratori, per non parlare dell’imbarazzante aumento di soli 3 euro per le pensioni minime. Per questo, non solo continueremo ad opporci in Parlamento, ma saremo anche al fianco di tutte quelle donne e di tutti quegli uomini, medici, infermieri, autoferrotranvieri, insegnanti e tutte le categorie che scenderanno in piazza per fermarla”. Così il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della commissione Trasporti, intervistato per i social del Gruppo del Pd alla Camera.