“È inaccettabile qualsiasi tipo di attacco all’UNIFIL da qualsiasi parte provenga. Non si possono toccare i militari impegnati nelle missioni di pace”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
“Bisogna lavorare ad un immediato cessate il fuoco. Esprimiamo solidarietà e vicinanza a tutti i nostri militari e alle loro famiglie e chiediamo che il governo italiano garantisca un percorso verso la pace senza mettere a rischio l’incolumità dei nostri militari. Dobbiamo evitare con ogni mezzo che i nostri militari diventano essi stessi l’obiettivo di attacchi ingiustificati poiché la loro permanenza lì è finalizzata al raggiungimento della pace”, ha aggiunto Graziano.
"Attacco inaccettabile contro il contingente UNIFIL: colpire le forze delle Nazioni Unite equivale a colpire la comunità internazionale. Ogni aggressione contro chi lavora per la pace è un'offesa al mondo intero. È necessario agire con fermezza per garantire sicurezza e responsabilità." Così il capogruppo democratico nella commissione difesa nella camera, Stefano Graziano.
"La recente legge promossa dalla destra israeliana contro l'agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei profughi palestinesi (UNRWA) è profondamente sbagliata. Benjamin Netanyahu persevera nell’attacco alla comunità internazionale: le aggressioni a Unifil e UNRWA costituiscono un grave errore che non può passare sotto silenzio” così il capogruppo democratico nella commissione difesa della camera, Stefano Graziano che conclude dicendo “attaccare l’Onu vuol dire attaccare il Mondo”.
"In tanti anni di lavoro nelle agenzie dell'Onu non mi era mai capitato di partecipare ad un'iniziativa intitolata "Salviamo l'Onu". Un'iniziativa necessaria perché mai come oggi l'Onu rischia di naufragare e è proprio in Medio Oriente che questo potrebbe accadere. Lì, dove l'esercito israeliano spara sul contingente Unifil, dove il capo del governo israeliano Netanyahu definisce l'Onu una "palude antisemita" e il suo segretario generale "persona non grata" e dove il parlamento israeliano sta per approvare un pacchetto di leggi che dichiarerà "organizzazione terroristica" l'Unrwa, la spina dorsale del sostegno di milioni di rifugiati palestinesi. Mai nessuno Stato si era spinto così oltre.
Davanti a fatti così gravi il mondo tace o balbetta, e neanche questo era mai accaduto.
In medio Oriente l'Onu rischia di morire. E questo potrebbe accadere a causa del disimpegno degli Stati che la compongono. E' un veleno che si insinua nella politica mondiale, il veleno del sovranismo che combatte tutto ciò che è multilaterale e sovranazionale. Abbattere l’Onu è la nuova crociata del sovranismo per il quale bastano le “singole nazioni” a risolvere i problemi.
Conosciamo i limiti dell'Onu i suoi problemi interni ma sappiamo anche che buona parte della sua inefficacia dipende dai governi che non vogliono cedere sovranità e che danno la precedenza agli interessi economici legati alla guerra.
Nonostante i suoi limiti, l'Onu è l'unica sede dove i popoli possono confrontarsi, dove c'è una prospettiva aperta di pace, di promozione dei diritti umani e di sviluppo sociale. Per questo è indispensabile rinnovarla e difenderla. Salviamo l'Onu immaginando un sistema migliore per non cedere alla barbarie.
Grazie alla fondazione Perugiassisi, al Centro di Ateneo per i diritti umani "Antonio Papisca" e all'Università di Padova per avere voluto questo appuntamento nel giorno in cui celebriamo la nascita della Nazioni Unite, un giorno in cui è giusto testimoniare la nostra solidarietà e rilanciare l’impegno per l’affermazione della pace". Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenendo alla conferenza "Salviamo l'Onu" che si è svolta oggi a Roma, organizzata dalla fondazione Perugiassisi, dal Centro di Ateneo per i diritti umani "Antonio Papisca" e dall'Università di Padova.
"Mentre il parlamento israeliano, la Knesset, sta per approvare delle norme che dichiarano l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, come "organizzazione terroristica" e le impedisce di operare in sostegno della popolazione palestinese, la risposta del governo italiano ad una nostra interrogazione è che è "preoccupato". E ci mancherebbe altro che non fosse almeno preoccupato.
La Knesset ha in discussione provvedimenti che, tra l'altro, eliminano tutte le garanzie riconosciute alle agenzie dell'Onu e al personale e ne impediscono il lavoro in Israele, Cisgiordania e Gerusalemme est.
Approvare queste leggi rientra nel disegno di Israele di disconoscere, indebolire e, possibilmente, smantellare l'Onu. Così come lo sono gli attacchi militari, continui, alle basi Unifil in Libano, la campagna di delegittimazione a cui Unrwa stessa è stata sottoposta nell'ultimo anno e l'aver dichiarato il segretario generale Guterres "persona non grata" e definito le Nazioni Unite "palude antisemita". L'Onu, seppure con i suoi limiti e le sue difficoltà, rimane l'unico presidio di tutela del diritto internazionale e della pace tra i popoli. Colpirla quando invece andrebbe rafforzata, è una decisione scellerata.
Invece di stigmatizzare e condannare tutto questo, il governo è solo "preoccupato". Bisogna intervenire con azioni concrete anche perché sarebbe un precedente pericolosissimo con ricadute ben oltre i confini di Israele. Immaginate se in ogni guerra i parlamenti o i governi decidessero di togliere ogni prerogativa alle agenzie dell'Onu impedendo loro di intervenire sui territori in cui operano. Il ministro Tajani che nei prossimi giorni si recherà proprio in Israele dica chiaramente al suo omologo Katz che è necessario fermare queste norme e questa deriva". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Grazie ai nostri militari presenti nelle missioni di pace
"Ringrazio il ministro per le parole di buon senso. Fa bene a dire che i caschi blu non prendono ordini né da Israele e né da nessun'altro ma solo dall'Onu. Perché noi siamo lì solo per garantire la pace. E l'Onu è organismo di pace, deve garantire la pace nel mondo. Noi ribadiamo con forza che gli attacchi all'Unifil, missione di pace dell’Onu, da parte di Israele sono inaccettabili e li condanniamo senza se e senza ma. E ringraziamo i nostri militari impegnati ogni giorno per portare avanti le missioni di pace con impegno e devozione.
Pero’ dobbiamo anche dire che la missione Unifil ha funzionato in periodo di pace, nel
2007, quando aveva l’obiettivo di stabilizzare la regione del Libano; oggi dobbiamo prendere atto che c’è una difficoltà, è chiaro che ora va ripensata poiché le forze armate libanesi non sono riuscite a dare una mano all’Onu a contribuire ad una stabilità duratura fino ad abbattere gli Hezbollah.
Allo stesso tempo dobbiamo ricordare al ministro che le sue parole qui in Aula si devono ascoltare sempre, in qualsiasi consesso, poiché spesso queste parole vengono eliminate, cambiate, sostituite, tergiversate. Alle parole in Parlamento devono corrispondere le stesse parole anche in consiglio dei ministri e soprattutto in Assemblea delle Nazioni Unite, dove spesso il governo si è astenuto sulle risoluzioni internazionali. Per noi quello è grave, sono necessarie azioni diplomatiche più forti.
Ecco questo non lo possiamo accettare. Non possiamo accettare che nelle assemblee internazionali, alle Nazioni Unite, il Governo italiano si astenga, perché si va a compromettere quel multilateralismo internazionale necessario per affrontare i teatri di guerra". Lo ha detto in Aula Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, intervenendo durante l'informativa del Ministro della Difesa Crosetto sugli attacchi alle sedi Unifil in Libano da parte di Israele.
Il prossimo Consiglio è chiamato a prendere decisioni fondamentali in un momento di grande tensione internazionale. Si occuperà anzitutto della situazione in Medio Oriente. L’attacco israeliano contro le basi Unifil è un atto inaccettabile, una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Ciò che sta accadendo a Gaza è un massacro intollerabile che va oltre il legittimo esercizio della difesa. È ora di lavorare per un immediato cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi, e il rilancio del processo di pace, sostenendo gli appelli all’embargo di armi a Israele e adoperandosi anche per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Vi chiediamo di confermare in Consiglio gli impegni presi finora per sostenere l’Ucraina con tutte le forme di assistenza necessarie. È fondamentale però che l'Europa avvii anche uno sforzo negoziale maggiore per una soluzione diplomatica di pace, una pace giusta e sicura. Un altro tema centrale sarà la gestione dei flussi migratori. Dopo anni di slogan tra “porti chiusi” e “blocchi navali”, avete dovuto fare i conti con la realtà di un fenomeno epocale che richiede soluzioni strutturali. Se vuole fare passi avanti presidente Meloni, lavori a Bruxelles non a Tirana, le soluzioni si ottengono in Europa e con l’Europa. Il Consiglio discuterà poi di competitività e governance economica. Tanto del lavoro da fare è indicato nei report di Enrico Letta e Mario Draghi, che ringraziamo per il loro straordinario contributo. Perché noi tra le idee di Letta e Draghi o quelle di Orban e Le Pen, non abbiamo dubbi su quale scegliere per il bene dei nostri cittadini e il futuro dell’Europa. Abbiamo bisogno di più Europa, non di meno Europa Presidente per difendere gli interessi dei nostri cittadini. Questo è il percorso che vi invitiamo ad intraprendere a partire dal prossimo Consiglio.
Così il capogruppo Pd in commissione Politiche europee Piero De Luca, intervenendo in Aula sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue.
“Noi pensiamo che è inaccettabile l’attacco all’UNIFIL, bisogna lavorare per la de-escalation ma soprattutto perché attaccare una missione di pace quella dell’UNIFIL significa attaccare il mondo. Siamo molto preoccupati per lo stato di sicurezza dei nostri militari lì. Il governo venga in aula al più presto per riferire sulla situazione in Libano, lo stato dei colloqui con gli altri paesi europei, e con gli altri paesi internazionali. Tutto questo deve essere fatto velocemente perché l’obiettivo è lavorare per la pace e provare a restare su quel terreno”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo pd in commissione difesa alla Camera intervistato a Montecitorio.
“Dobbiamo fermare Netanyahu come ha detto la segretaria Schlein - ha aggiunto Graziano - perché colpire in questo momento Unifil significa colpire una missione di pace. Quindi Israele in questo momento non sta sparando solo in Libano ma sta attaccando la pace nel mondo. Questo per noi è inaccettabile”.
Israele si fermi, Governo italiano promuova azione diplomatica
Il capogruppo del Partito Democratico nella commissione difesa della Camera, Stefano Graziano, è intervenuto questa mattina ad Agorà da dove ha espresso “ferma condanna” per gli attacchi condotti dall'IDF contro la missione UNIFIL in Libano. “Questi atti rappresentano una grave violazione delle norme internazionali e un'inaccettabile aggressione contro le Nazioni Unite, organizzazione chiamata a garantire la pace e la sicurezza in un'area già altamente instabile. Sparare sull'ONU significa sparare sul mondo intero, sui principi fondanti della cooperazione internazionale e sul diritto internazionale umanitario. Chiediamo con urgenza al governo di Israele di fermare immediatamente queste azioni, che rischiano di aggravare ulteriormente una situazione già drammatica, alimentando nuove tensioni nel contesto regionale.
Invitiamo inoltre il governo italiano a promuovere una forte azione diplomatica in sede internazionale, affinché venga garantito il rispetto delle convenzioni internazionali e si tutelino le missioni di pace delle Nazioni Unite. La comunità internazionale deve agire con determinazione per evitare una pericolosa escalation del conflitto, nel rispetto del diritto e dei valori che fondano le relazioni tra i popoli”, ha concluso Graziano.
"Le dure reazioni internazionali, inclusa quella del ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, all'attacco dell'esercito israeliano al contingente Unifil delle Nazioni Unite, sono giuste e condivisibili ma, come prevedibile, non sortiscono alcun effetto. Oggi registriamo ulteriori, preoccupanti, aggressioni contro i Caschi Blu con altri due feriti di cui uno grave. Come ha detto ieri Romano Prodi, attaccare l'Onu equivale ad attaccare il mondo intero: una mossa inammissibile e intollerabile.
Ha ragione Crosetto a parlare di crimini di guerra. E' così. Ed è quello che denunciamo da un anno. E' un crimine di guerra attaccare un contingente di peacekeeping come è Unifil, voluto a suo tempo anche da Israele, e sono crimini di guerra i bombardamenti indiscriminati compiuti su Gaza mietendo oltre 42 mila vittime tra cui 17mila bambine e bambini, molti dei quali neonati. E' un crimine di guerra uccidere 170 giornalisti. E' un crimine di guerra sparare e uccidere 226 operatrici e operatori umanitari dell'Onu, come altri appartenenti ad ONG internazionali. E' un crimine di guerra bombardare scuole, ospedali, ambulanze. E' un crimine di guerra affamare un'intera popolazione impedendo l'ingresso di sufficienti aiuti umanitari dentro la Striscia di Gaza. Ed è illegale occupare, assaltando case e uccidendo le persone, intere porzioni della Cisgiordania che le risoluzioni Onu attribuiscono alla Palestina. Tutti questi fatti, che violano il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale vanno condannati allo stesso modo.
Netanyahu e il suo governo di ultradestra commettono reati gravissimi sostanzialmente indisturbati e, anzi, ricevendo forniture di armi dai paesi alleati con le quali colpiscono civili inermi.
Giusta la condanna di Crosetto, ma il momento delle parole è finito da tempo. Bisogna passare ai fatti: basta armi a Israele, sanzioni a Netanyahu e ai suoi ministri e sospensione dell'accordo di Associazione tra Ue e Israele. Lo chiediamo nell’appello rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen #StopCrimesInPalestine su change.org firmato da decine di migliaia di persone che non tollerano più questa situazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Comprendiamo l'imbarazzo di Tajani, ma non è possibile nascondere l'evidenza. Non si è trattato di un incidente, come confermato dalla stessa UNIFIL, che ha parlato espressamente di 'attacchi deliberati' da parte delle IDF. Il governo non deve sottovalutare la gravità della situazione, ma agire rapidamente per garantire la sicurezza dei nostri militari e dell'intera missione UNIFIL." Così il capogruppo democratico in Commissione Difesa della Camera, Stefano Graziano, che stigmatizza l'accaduto, sottolineando come appaia "evidente il tentativo di delegittimazione dell'ONU da parte di Israele."
Sparare sull’Onu è gravissimo. Per quanto in difficoltà, le organizzazioni internazionali sono luogo di incontro e di dialogo. UNIFIL è una iniziativa concreta delle nazioni per sostenere la pace. Per fermare le armi abbiamo bisogno di questo non di provocazioni. Israele si fermi, non può attaccare quei paesi di cui chiede solidarietà. Il governo italiano difenda la nostra tradizione pacifista e la nostra storia diplomatica in Medio Oriente.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Il capogruppo del Partito Democratico in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano, ha espresso “profonda preoccupazione per quanto accaduto nelle ultime ore in Libano, dove nuovi attacco hanno colpito le forze UNIFIL, ferendo il personale di peacekeeping delle Nazioni Unite.
"Si tratta di un atto gravissimo, una violazione inaccettabile del diritto internazionale umanitario e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU", ha dichiarato Graziano. "Chiediamo al Governo di intervenire con urgenza in sede diplomatica per condannare fermamente quanto avvenuto e per garantire che tali atti vengano fermati immediatamente".
"L'Italia ha sempre sostenuto il ruolo delle forze di pace e la loro protezione deve essere una priorità. Ogni attacco deliberato contro queste forze è un atto di ostilità contro la comunità internazionale e deve essere trattato come tale. Il governo deve preservare la sicurezza del nostro contingente", ha concluso.
"Condanniamo con fermezza l'attacco dell'esercito israeliano alle basi sotto il comando italiano e al quartier generale della missione Unifil in Libano. Un atto gravissimo e inaccettabile che viola il diritto internazionale e un'apposita risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza Onu. Esprimo la piena vicinanza ai militari del nostro contingente e gratitudine per il loro lavoro. Prendiamo atto delle parole chiare pronunciate dal Ministro Crosetto che chiediamo venga presto in Parlamento per riferire su quanto accaduto e chiarire la posizione del Paese. L'Italia lavori con determinazione nelle sedi internazionali per un immediato cessate il fuoco e la tutela della missione di pace Unifil nonché di tutte le istituzioni multilaterali”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee alla camera, nel corso di Rainews
“È gravissimo l’attacco delle forze armate israeliane contro la base italiana e la Missione Unifil in Libano. Netanyahu sta trascinando il popolo di Israele in una guerra contro tutti che va ben oltre la legittima reazione agli atti terroristici di Hamas iniziati il 7 ottobre del 2023”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Va ormai distinta, sempre più, la responsabilità criminale di Netanyahu e del suo governo dal diritto del popolo e dello Stato ebraico alla sicurezza e alla pace - continua Morassut - che vanno garantiti e tutelati come quelli del popolo palestinese. Non c’è altra via che quella dei ‘due popoli e due Stati’ nel quadro di una intesa di grande respiro mondiale”.
“Ma oggi - conclude il deputato dem - il governo Netanyahu è un ostacolo a questo percorso. E ci si deve augurare che presto il popolo di Israele possa trovare la via di un’alternativa politica ad un governo che sta gettando un’ ingiusta e pericolosa ombra negativa su tutto Israele. Una nazione che è stata e che resta simbolo della lotta al razzismo e alla guerra”.