La Meloni attacca i giudici e si lamenta perché lo Stato dovrà usare risorse pubbliche per risarcire immigrati trattenuti ingiustamente sulla Diciotti. Lei, che non si è fatta nessuno scrupolo a spendere un milione di euro per inutili centri in Albania, costosi e vuoti da mesi. Almeno il silenzio.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
“Nordio chiarisca in Parlamento”
“Chiediamo al ministro Nordio se non ritenga urgente e necessario rendere conto al Parlamento dei programmi di costruzione di nuove carceri per fronteggiare l’emergenza del sovraffollamento e se le notizie in merito all’acquisto da parte del governo di moduli prefabbricati siano fondate, nonché quali siano stati i criteri individuati e i costi di questa operazione”. Così Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito democratico e tutti i componenti Pd della commissione Giustizia della Camera in un’interrogazione al ministro della Giustizia.
“Apprendiamo infatti, anche da dichiarazioni recenti dello stesso ministro, che il governo, anche per tramite del Commissario straordinario per l’edilizia carceraria Marco Doglio, nominato mesi fa per affrontare la drammatica emergenza del sistema dell’esecuzione penale e del quale ancora si attendono notizie ufficiali, avrebbe intenzione di fronteggiare il sovraffollamento carcerario utilizzando dei moduli prefabbricati, che avrebbe già acquistato, destinati ad essere “stipati” nelle carceri in funzione dove ci sarebbe spazio, oppure in caserme dismesse rifunzionalizzate a carceri. Il governo farebbe, dunque, ricorso ad una sorta di modello “Albania”, rivelatosi fallimentare, incostituzionale oltre che costosissimo e dannoso dunque per la finanza pubblica. Inoltre, la necessità avvertita dall’esecutivo di istituire un Commissario straordinario ha certificato l’inadeguatezza dell’efficacia dell’azione della struttura amministrativa a ciò deputata e della guida politica attuale. Il governo lo ha nominato l'estate scorsa, ma da allora nessun aspetto della gravissima crisi del sistema carcerario è stata affrontato, anzi tutto il sistema della giustizia tra il 2025 e il 2027 ha subito un ulteriore taglio di 500 milioni, a danno principalmente dei programmi di amministrazione penitenziaria, edilizia penitenziaria, giustizia minorile e di comunità con le pene alternative, giustizia riparativa ed esecuzione penale esterna”.
“La vergogna dei centri per migranti in Albania si arricchisce giorno dopo giorno di altre perle. Non solo violano le leggi e le convenzioni internazionali; non solo sono uno sperpero ingente di risorse dei contribuenti; non solo restano sostanzialmente chiusi o tramutati in canili; oggi scopriamo, grazie ad una denuncia del sindacato Silp-Cgil, che i poliziotti italiani impegnati nella vigilanza non ricevono neanche il giusto compenso per la loro attività. Ritardi sui pagamenti degli straordinari, ma anche sulle altre voci della busta paga. Per il trattamento di missione all'estero, ad esempio, hanno ricevuto solo un acconto dall’agosto 2024 e nulla più. Si tratta di un trattamento inaccettabile per un personale che si è trovato senza colpa anche al centro di polemiche mediatiche proprio per la condizione di sostanziale inutilità della presenza in Albania. Il governo intervenga subito per mettere fine a questa doppia beffa e, soprattutto, faccia marcia indietro su un’operazione inutile, costosa e disumana”.
Così il deputato democratico, Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del Partito Democratico.
*"Nuovo intervento legislativo sarebbe solo un inutile accanimento"*
"Mentre Giorgia Meloni annuncia con ostinazione di voler portare avanti il protocollo Italia-Albania, la realtà dei fatti racconta un'altra storia: il progetto si sta rivelando un fallimento sotto ogni aspetto. Continuare a insistere, ignorando le evidenti criticità emerse, significa solo perseverare nell’errore e continuare a sprecare somme ingenti di denaro pubblico, già oltre il miliardo di euro". Lo dichiarano i deputati democratici della Commissione Affari Costituzionali alla Camera, Simona Bonafè, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Matteo Mauri e Matteo Orfini
"La premier rivendica il 'diritto della politica di governare', ma governare significa anche assumersi la responsabilità di riconoscere quando un’operazione non funziona e soprattutto rispettare la legge. Il miliardo di euro investito nel progetto avrebbe potuto rafforzare servizi essenziali come sanità, istruzione e welfare, invece viene impiegato per un’iniziativa che sta mostrando tutti i suoi limiti".
"La notizia dei licenziamenti nei centri di Shengjin e Gjader - concludono - certifica ulteriormente la fragilità di questo sistema. Il governo prenda atto della realtà e non insista con nuove forzature legislative per tenere in piedi un’iniziativa ormai compromessa".
“Il vero fallimento del governo è legato alla gestione delle politiche economiche e sociali perché -tra le tante cose- non ha fatto nulla per sostenere le aziende rispetto all'aumento del costo delle materie prime e del costo delle bollette di luce, gas e nulla per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie. Anzi, quando è intervenuto, il governo ha peggiorato la situazione precedente. Se oltre al danno abbiamo avuto la beffa è perché proprio sulle bollette, rispetto alle misure attuate dal governo da Draghi, il governo è tornato indietro. Ha reintrodotto gli oneri di sistema, ha diminuito il bonus sociale, cioè il sostegno a famiglie con reddito Isee più basso, ha introdotto una misura che si chiama Transizione 5.0, che è stata un flop totale per le aziende, e infine non ha adeguatamente sostenuto il passaggio delle famiglie al mercato libero. Segnalo che anche i clienti vulnerabili del mercato tutelato hanno avuto delle forti difficoltà e hanno visto un'impennata del costo delle bollette”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd alla camera in commissione politiche UE, a Diritto e Rovescio su Rete4
“Noi abbiamo elaborato proposte specifiche e rivolgiamo un appello al Governo ad ascoltare anche le opposizioni: disaccoppiamento del costo del gas rispetto a quello dell'energia elettrica, reintroduzione e aumento del bonus sociale per le fasce più fragili della popolazione, rafforzare l'Acquirente unico per aiutare i clienti vulnerabili. Misure che possono essere reintrodotte utilizzando risorse che il Governo sta letteralmente buttando in Albania oppure evitando di portare avanti l'ennesima rottamazione leghista che costa ben cinque miliardi di euro. Noi chiediamo di stanziare quelle risorse per aiutare le famiglie e le imprese che oggi sono in enorme difficoltà". Così ha concluso il dem
Nuovo intervento legislativo sarebbe inutile accanimento
"La notizia dei licenziamenti di massa operati dalla cooperativa incaricata della gestione dei centri di Shengjin e Gjader conferma la debolezza e l'inadeguatezza di un progetto che fin dall'inizio ha mostrato evidenti criticità". Così la capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, Simona Bonafè, commenta la decisione della cooperativa Medihospes di interrompere i contratti della maggior parte dei dipendenti assunti per la gestione delle strutture in Albania.
"Il cosiddetto 'Progetto Albania', voluto dalla premier Giorgia Meloni per la gestione dei migranti, si sta rivelando un'iniziativa fallimentare e dannosa per le casse dello Stato. Si tratta di uno spreco di denaro pubblico che supera il miliardo di euro, risorse che potevano essere investite in servizi essenziali per i cittadini italiani, come sanità, istruzione e welfare".
“Il governo prenda atto del fallimento del progetto e non insista con ulteriori strappi istituzionali e interventi legislativi che rappresenterebbero solo un accanimento nel tentativo di mantenere in vita un'iniziativa ormai compromessa”
“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è sotto attacco da parte di questa destra, che taglia fondi e favorisce la sanità privata. Noi invece vogliamo rafforzarlo, garantendo un diritto alla salute davvero universale. Servono almeno 5,5 miliardi in più all’anno per portare la spesa sanitaria italiana alla media europea e affrontare le criticità: assumere personale, ridurre le liste d’attesa, migliorare le condizioni di lavoro e valorizzare le professioni sanitarie.
Con la pdl a prima firma Elly Schlein proponiamo un piano straordinario per investire sulla sanità di prossimità, sulla salute mentale e sul benessere psicologico. Giorgia Meloni smetta di sprecare risorse in operazioni discutibili come i centri in Albania e investa per salvare il SSN, come chiedono le cittadine e i cittadini italiani”.
Lo dichiara in una nota la deputata dem Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari sociali.
Chiudete i centri per immigrati in Albania rimasti vuoti e usate le risorse per la sanità. Lo chiediamo da tempo, insieme agli operatori del settore e ai cittadini: serve un impegno serio, non un euro va disperso per assicurare un sistema gratuito e universale che garantisca cure, prevenzione e ricerca. Abbiamo presentato una proposta di legge a prima firma Schlein che finora la maggioranza ha preferito boicottare, per aumentare la spesa sanitaria fino al 7% del pil, cioè come la media europea. È una richiesta che viene anche da molti amministratori del centrodestra perché la salute riguarda tutti: servono risorse per le assunzioni, per coprire la carenza di personale, tagliare le liste d'attesa e favorire la sanità di prossimità. Se Meloni non vuole occuparsi dei guai dei suoi ministri, da Nordio a Santanchè, si occupi almeno dei problemi reali delle persone.
Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei Deputati e al Senato.
“Ad oggi il modello Albania è stato un fallimento totale; il più grande buco nell’acqua della storia del Paese. Peraltro si configura un danno erariale clamoroso con una previsione di spesa di un miliardo per due centri che ad oggi sono vuoti. Ci sono agenti costretti a permanere in Albania quando potrebbero essere utilizzati per la sicurezza e il controllo delle nostre comunità. La destra sulla sicurezza fa tanta propaganda ma nei fatti non riesce ad assicurarla. Volevano una foto copertina con la deportazione dei migranti sulle navi militari alla Trump: la foto è sbiadita e le prigioni sono vuote”. Lo ha detto Piero De Luca a RadioCusano Campus.
“Ci sono navi militari che hanno fatto avanti e indietro costrette a viaggi disumani, inefficaci e inutili. Il numero massimo di persone che i centri possono ospitare è di 3 mila al mese e 36 mila a regime all'anno, quando negli ultimi due anni sono arrivati in Italia 230 mila migranti. Ma di cosa parliamo?”
Peraltro -ha proseguito il dem- si tratta di un progetto irrealizzabile perché contrario alle norme europee e a quelle internazionali. Errare è umano, perseverare è diabolico: chiudere i centri e trasformarli non da centri in cui accogliere i migranti in attesa di valutazione delle domande di protezione internazionale e di asilo ma in centri dove accompagnarli prima dell’espulsione crea altri problemi rispetto alle norme europee ed internazionali, perché servono accordi bilaterali di rimpatrio, tempi definiti e soprattutto vanno rimpatriati nel paese terzo d'origine. Portarli in Albania -ribadisce De Luca- rischia di essere un altro buco nell’acqua irrealizzabile, sconfessato peraltro anche dal premier albanese Rama che ha lasciato intendere la necessità di cambiare la natura del protocollo. Si tratta di fumo degli occhi che la destra sta lanciando perché incapace di gestire il fenomeno migratorio e tutti gli altri problemi economici e sociali del paese. Il miliardo di euro buttato al mare poteva essere usato per la sanità, per la sicurezza per la suola, per il lavoro.
La solita operazione di marketing e di pubblicità ingannevole ai danni degli italiani e sulla pelle dei più fragili”. Così ha concluso De Luca.
“Le dichiarazioni di Foti su un nuovo intervento del governo per i centri in Albania sono molto preoccupanti: perseverare è diabolico, il governo fermi questa follia istituzionale che sta creando uno scontro tra poteri senza precedenti e uno spreco di risorse”.
Lo dichiara in una nota la capogruppo del Pd in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Simona Bonafè.
“Il governo - aggiunge - insiste nel tentativo inaccettabile di scegliersi i magistrati e riscrivere le regole in corsa. I centri in Albania, oltre ai dubbi di legittimità, sono già un enorme spreco di risorse pubbliche: oltre un miliardo di euro per strutture ancora inutilizzate. Il governo si fermi invece di proseguire su questa strada fallimentare”.
Nel mondo al contrario di Meloni si incarcerano le vittime e si liberano i torturatori
"Non siamo disponibili a riprendere i lavori dell’Aula finché il governo non avrà riferito in Parlamento sul caso Almasri." Lo ha dichiarato, intervenendo alla Camera, la capogruppo del Pd Chiara Braga, accusando l’esecutivo di "scappare dalle proprie responsabilità e svilire il ruolo del Parlamento".
"Le immagini che abbiamo visto in questi giorni nei centri di detenzione in Albania sono una vergogna" – ha continuato Braga, ricordando la staffetta delle deputate e dei deputati democratici che si sono alternati nel centro di Gjader per verificare il rispetto delle procedure e dei diritti dei migranti.
"In Albania – ha aggiunto Braga – abbiamo ascoltato le voci di persone che sono state torturate nei campi libici, proprio per mano di quel generale che il governo ha deciso di rimandare in Libia, ignorando il mandato di arresto internazionale. È inaccettabile. Siamo di fronte a un ‘mondo al contrario’, dove i torturati finiscono in carcere e i torturatori vengono assolti, protetti e fatti viaggiare comodamente sui voli di Stato".
“Il caso Almasri – ha proseguito la democratica – svela però il vero volto della destra. In questi giorni, diversi esponenti del governo e della maggioranza hanno mostrato le loro reali priorità: reintrodurre l’impunità per ministri e parlamentari, mettere i pubblici ministeri sotto il controllo dell’esecutivo e intervenire sul sistema giudiziario per potersi addirittura scegliere i giudici.
"Siamo davanti a un attacco diretto alle basi della nostra democrazia. Per questo non accettiamo il silenzio della Presidente del Consiglio, che parla nei talk show degli amici ma non nelle sedi istituzionali. Il governo deve riferire immediatamente in Parlamento: non siamo disponibili a riprendere i lavori dell’Aula facendo finta di nulla”, conclude Braga.
Dichiarazione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd
“Le dichiarazioni dei capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Bignami e Malan, confermano in modo esplicito che la modifica della procedura sulla competenza giurisdizionale aveva un unico scopo: rimuovere i giudici considerati un ostacolo alla gestione dei migranti in Albania.
Si tratta di un fatto gravissimo, sia nel merito che nel metodo. Non solo si interviene con una norma per aggirare il principio del giudice naturale, ma addirittura si arriva a un fatto senza precedenti: un invito implicito a individuare online i nomi dei giudici che, come ha fatto filtrare ieri sera Meloni, il governo considera “un ostacolo”. Un atteggiamento inaccettabile, che solleva interrogativi inquietanti: cosa ha in mente Fratelli d’Italia?”. Così la responsabile nazionale giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani che conclude dicendo: “è molto grave che la presidente del consiglio e il suo partito utilizzino la giustizia e lo scontro con la magistratura come arma per distrarre dai fallimenti economici del governo”.
Dichiarazione di Marco Simiani, deputato Pd
"L'immigrazione clandestina è un fenomeno che va contrastato ma nessuno, tranne Giorgia Meloni, è riuscito in pochi mesi a peggiorare la situazione, sprecando oltre 1 miliardo di euro, violando ogni legge internazionale ed in completo spregio dei basilari diritti umani. Il cosiddetto 'Modello Albania' non esiste: al di là della gestione e della professionalità delle forze dell’ordine e degli operatori coinvolti, questo sistema si è rivelato inefficace e rappresenta un insostenibile spreco di risorse". E’ quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani appena tornato in Italia dopo aver visitato il centro di Gjader.
"Nel centro si trovano persone che hanno trascorso fino a 11 mesi nelle prigioni o nei campi libici, senza vedersi riconosciuto nemmeno il diritto all’assistenza legale. Nel frattempo, un torturatore è stato liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, mentre le sue vittime, colpevoli solo di aver cercato una speranza di vita, erano trattenute in Albania", conclude Simiani.
“Per la terza volta, il governo ha trasferito migranti in Albania senza rispettare le norme, e per la terza volta questi dovranno essere rimpatriati. Il cosiddetto ‘modello Albania’ si conferma un fallimento totale: una violazione dei diritti umani che spreca milioni di euro degli italiani solo per alimentare la propaganda ideologica della destra. Tornano tutti in Italia. Di nuovo.”
“Appena due giorni fa ho potuto parlare con uno di loro. Ho trovato una persona spaventata e disorientata, che si commuoveva ricordando la detenzione e le violenze subite in Libia, che mi chiedeva: ‘ma è vero che forse andrò in Italia?’ Oggi, è avendo in testa quel ragazzo, non troppo più grande di me, che accolgo con sollievo la decisione della Corte d’Appello di sospendere il trattenimento delle 43 persone portate a Gjader, in attesa della pronuncia della Corte Europea di Giustizia sui paesi sicuri. Ma anche con sdegno.”
“Sdegno per la deportazione che hanno subito queste persone, tra cui quattro minori e due vulnerabili. Sdegno per i soldi dei contribuenti buttati. Un’operazione disumana, inutile e costosissima, orchestrata solo per alimentare la propaganda del governo.”
"Oggi registriamo l'ennesimo fallimento del protocollo Albania. I giudici della Corte d'Appello di Roma hanno sospeso il trattenimento dei 43 migranti ancora reclusi nel centro di Djader. E in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, devono essere liberati. Domani torneranno in Italia.
Per la terza volta su tre tentativi, questo barbaro, dispendioso e inutile progetto del governo Meloni non ottiene alcun risultato se non sperperare fondi pubblici e trattare in modo disumano qualche decina di persone colpevoli solo di volere provare a costruire in Europa un futuro sicuro.
Non è cambiato niente, rispetto a ottobre e novembre scorso quando già i giudici non avevano confermato i trattenimenti, se non la decisione del governo di spostare la competenza alla Corte d'appello.
Ma siccome i giudici applicano la legge, non poteva che andare in questo modo.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Anzi, è Meloni". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.