La sentenza conferma che i centri sono inutili e i migranti non possono essere rimpatriati forzatamente. La visita di oggi ci ha mostrato che la legge e il sistema che ne è generato produce una oggettiva e grave compressione del diritto di asilo: nessuna delle persone con cui abbiamo parlato ha interloquito direttamentein in questi giorni con un avvocato. Ci sono persone che hanno subito violenze inaudite in Libia mentre il torturatore Almasri è stato liberato dal Governo italiano e rimpatriato con un aereo di Stato.
Non esiste nessun Modello Albania, Meloni se ne faccia una ragione: è solo uno spreco insostenibile di risorse che deve finire al più presto.
Così in una nota congiunta Chiara Braga, Andrea Casu, Matteo Orfini e Marco Simiani, ultima delegazione dei deputati del Partito Democratico che in questi giorni hanno visitato i centri in Albania.
“Il modello Albania è un esempio solo nella compressione del diritto d’asilo. Abbiamo visitato il centro di Gjader dove domattina alle 9 cominceranno le udienze di convalida dei 43 migranti ancora trattenuti. Nel primo pomeriggio è ripartito il migrante passato alla procedura ordinaria ma non siamo riusciti a conoscere le ragioni di questo passaggio. Non siamo riusciti ad avere conferma di quanti abbiano già avuto un colloquio con il proprio avvocato difensore assegnato d’ufficio, nonostante lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e del personale dell’ente gestore impegnate, perché evidentemente le procedure troppo strette nei tempi in un territorio straniero rendono troppo difficoltoso il pieno esercizio del diritto di difesa. La fretta di Giorgia Meloni di dare un segnale politico forzando ancora una volta la mano sul diritto internazionale all’indomani della liberazione del torturatore libico sta nuocendo proprio a persone che dai campi gestiti dai trafficanti di esseri umani sono scappati che rischiano adesso di affrontare l’udienza senza aver mai avuto un colloquio con il proprio difensore Nella furia di correre dietro a Trump Giorgia Meloni sta riportando indietro le lancette della storia d’Europa”. Così in una nota i democratici Andrea Casu, Nadia Romeo e Marco Simiani in missione il Albania per il gruppo parlamentare del Pd.
Prosegue la staffetta dei deputati del Partito Democratico a garanzia del rispetto dei diritti dei migranti iniziata questa settimana dopo che il governo ha riattivato i trasferimenti in Albania. Domani mattina, una delegazione composta da Andrea Casu, Matto Orfini, Marco Simiani e guidati dalla capogruppo Chiara Braga, si recherà nei centri dove sono stati trasferiti i migranti portati in salvo nei giorni scorsi a ridosso delle coste italiane. Sarà l’occasione per verificare le condizioni in cui vengono trattenuti ma anche il rispetto delle decisioni della magistratura sui rimpatri. La prima visita si svolgerà in mattinata al centro di Gjader.
"Questa mattina abbiamo visitato il centro in Albania insieme alle associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, per verificare che fosse garantito il diritto all'assistenza legale, considerati i tempi ristretti di queste procedure. La nostra massima attenzione è rivolta al contatto con i difensori nominati, sia per l’udienza di convalida che per il ricorso contro il rigetto della domanda di asilo. Abbiamo riscontrato la disponibilità delle autorità che gestiscono il centro, ma resta il fatto che questi luoghi, voluti dal governo Meloni, sono dei veri e propri carceri a cielo aperto dove vengono ingiustamente recluse persone che non hanno compiuto alcun tipo di reato se non quello di essere scappati da condizioni drammatiche e aver subito violenze e torture. I centri in Albania sono disumani, oltre ad essere un grande spreco per le casse dello stato. Il partito democratico con le proprie ispezioni continuerà ad essere vigile e a garanzia del rispetto dei diritti civili di un progetto nato solo per fini propagandistici e che non sta avendo alcun effetto sul piano della deterrenza, come ci hanno detto gli stessi migranti che non sapevano neanche dell’esistenza di questi centri. ". Così la deputata democratica, Nadia Romeo.
"Oggi abbiamo parlato con le vittime del sistema criminale di traffico di esseri umani in Libia: persone rapite dalla polizia libica e consegnate ai trafficanti, dopo essere arrivate nel Paese con la speranza di lavorarvi. Il loro viaggio si è trasformato in un incubo di estorsioni e torture: riscatti da migliaia di euro imposti alle famiglie, tariffe differenziate per nazionalità e la minaccia costante di violenze". Così in una nota i deputati democratici Rachele Scarpa, Toni Ricciardi e Nadia Romeo, in missione in Albania.
"Mentre noi ascoltiamo le storie di chi ha subito queste atrocità – sottolineano i parlamentari del PD – Meloni non si degna neanche di venire in Parlamento a spiegare perché il suo governo ha liberato il carnefice di questo sistema di violenze".
"Inoltre – aggiungono Scarpa, Ricciardi e Romeo – il governo continua a sostenere che il nuovo centro in Albania abbia un effetto deterrente. Ma nessuna delle persone con cui abbiamo parlato ne conosceva l’esistenza, né tantomeno ha influito sulla loro decisione di partire. L’idea che questi centri fuori dall’Italia servano a fermare i flussi migratori è solo una grande menzogna della propaganda di governo. E a pochi mesi dall’inaugurazione, i gravi limiti dei lavori fatti in fretta e furia sono già evidenti: appalti diretti e secretati hanno portato a strutture precarie e materiali scadenti, con uno spreco enorme di denaro pubblico per un progetto inefficace e crudele. Invece di evocare complotti, il governo spieghi perché ha scelto di liberare i carnefici invece di proteggere le vittime".
“Mi trovo all'esterno dell'hotspot di Shengjin in Albania, dove si stanno concludendo le operazioni di identificazione e di screening medico delle 49 persone migranti sbarcate qui questa mattina e deportate in occasione di questa terza operazione ‘Albania’. Continuano a essere tanti i problemi proprio a livello sistemico di tutto questo impianto, del protocollo Italia-Albania. In particolare, questa volta riscontriamo un problema in più nella fase di pre-screenning, quella che avviene sulla nave, quando si sceglie chi può o non può andare in Albania, perché mancava l’Oim, l'Agenzia collegata alle Nazioni Unite che, con competenze specifiche, si deve occupare proprio di capire questo. Le visite mediche per scegliere chi fosse idoneo le ha fatte il personale medico della Marina Militare”. Lo dice la deputata dem Rachele Scarpa, in un video girato fuori l’hotspot di Shengjin.
“Siamo qui – ha concluso Scarpa - come deputati del Partito Democratico, perché crediamo che sia importante garantire una presenza fisica costante per tutto il tempo che sarà necessario. Vogliamo lanciare di nuovo un messaggio di critica profonda a tutta questa idea di esternalizzazione delle frontiere che, non solo non funziona perché non incide sui flussi, ma costa 9 volte quello che costa l'accoglienza e che porta solo sofferenza e stress aggiuntivo a persone che già hanno alle spalle dei viaggi di migrazione dolorosi e probabilmente anche i centri di tortura in Libia”.
"Oggi torno in Albania per la terza volta, e come me ci saranno anche rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e esponenti politici di altri partiti. Torno anche io a Shëngjin e Gjadër per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento delle 49 persone che sono state portate lì dalla nave della Marina Italiana Cassiopea". Così la deputata dem Rachele Scarpa in una nota.
"Il Governo - continua la parlamentare del Pd - sta sperimentando il modello albanese con fini propagandistici, elevando lo scontro con la magistratura e proseguendo le operazioni senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea. Ci sono tante cose da attenzionare, a cominciare dal capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento su cui sono emerse gravi criticità. Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente".
"Non contenti del fallimento dimostrato dalle deportazioni in Albania di ottobre e novembre, il governo ora ci riprova. Questo ennesimo tentativo è in aperta contraddizione con la legislazione europea. Cosa potrà fare l’autorità giudiziaria competente, se non applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre scorso che dice che i Paesi che non sono completamente sicuri per tutte le categorie di persone non sono sicuri? Questo il governo non l’ha chiarito e non l’ha chiarito al Parlamento italiano, ma non l’ha chiarito soprattutto ai milioni di italiani che hanno pagato le tasse per finanziare con quasi un miliardo di euro la costruzione di un centro di permanenza e rimpatri in Albania, dove probabilmente anche questa volta verranno portate delle persone non pienamente consapevoli di quello che sta succedendo e che dovranno essere verosimilmente riportate in Italia poco dopo. Chissà cosa si inventeranno questa volta quando saranno costretti a riportarli tutti e 49 in Italia, pur di non ammettere di aver solo sprecato soldi", conclude Scarpa.
“Nonostante tutti i problemi che ci sono nel Paese, evidentemente la priorità del governo e della Presidente Meloni è quella di portare avanti questo assurdo braccio di ferro contro la magistratura. Dopo la riforma sbagliata della separazione delle carriere, ecco ripartire l’operazione Albania, che è oggettivamente un’operazione già fallita, un enorme spreco di risorse pubbliche per costringere alcuni migranti a fare avanti e indietro per il Mediterraneo. La Presidente Meloni deve smettere di inseguire le politiche di Trump e cercare in Europa una soluzione comune per affrontare seriamente insieme il grande tema delle migrazioni”. Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea Casu intervistato a Montecitorio.
“Giorgia Meloni sbaglia direzione. Invece di guardare sempre a quello che fa Trump dovrebbe cominciare a occuparsi del destino dell’Italia e dell’Europa. Giusto che il governo italiano decida, ma deve farlo sempre nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Non si può pensare ad un potere senza alcun controllo”, ha aggiunto Andrea Casu.
“Sulle linee programmatiche segnalo che noi abbiamo lavorato in questi anni come Pd e consideriamo doveroso farlo per rafforzare l’Europa, consolidare il percorso e il processo di integrazione europea. Sa bene che alcuni partner di questo governo in Europa e Trump oltreoceano lavorano per indebolire l’Europa. Dazi, disinvestimento in difesa, passi indietro sul clima, passo indietro sulle fonti energetiche. Tutto questo rischia di minare l'integrazione europea. Come si colloca l’Italia in questo quadro? Noi ci chiediamo se vogliate difendere il futuro dell’Europa lavorando con i partner europei oppure immaginando un dialogo bilaterale che rischia di fare esplodere in mille pezzi la UE. Teniamo che il vostro obiettivo sia il secondo e siamo molto preoccupati. Finora il governo ha ottenuto un bilancio in Europa fallimentare: accordo al ribasso sul patto di stabilità, il Mes non è stato ancora ratificato e questo sta minando la credibilità del Paese oltre che la stabilità dell’eurozona e la difesa dei risparmi delle famiglie e dei risparmiatori europei, sui migranti non avete ottenuto una soluzione a Bruxelles e siete stati costretti a ricorrere a un escamotage pietoso con l’accordo con l’Albania anticostituzionale e anti europeo. Noi riteniamo doveroso lavorare per una mare nostrum europea, per canali regolari di accesso, redistribuzione tra i partner con il superamento del regolamento di Dublino. Voi avete un’idea di programma di lavoro europeo sulle migrazioni? A quando adozione dei provvedimenti attuativi sulla Bolkestain su cui avete fatto passi indietro rispetto alla vostra demagogia? Rafforzare l’Europa significa rafforzare la sua autonomia strategica, beni pubblici europei. Volete affidarvi a Starlink di Musk o lavorare per rafforzare i progetti delle infrastrutture comunitarie? Volete rafforzare l’Europa sociale e della salute? Voterete in futuro che il Next Generation UE diventi strutturale? Vi aspettiamo al varco su tutti questi temi”.
Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee, nel corso delle comunicazioni del Ministro Foti sul PNRR e le politiche di coesione sulle relative linee programmatiche.
“Il giudizio del Partito Democratico in merito al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere è pessimo. Ci siamo opposti e continueremo ad opporci a un provvedimento che è sbagliatissimo. La maggioranza ha assunto un atteggiamento punitivo nei confronti della magistratura. Non è un sospetto: sono le parole degli esponenti di governo a dirlo. Basti ricordare le parole di Matteo Salvini che dopo le sentenze dei giudici sul caso Albania, disse che occorreva mettere mano alla Costituzione e fare la separazione delle carriere. La verità è che è sgradita l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Tuttavia, non esiste una democrazia al mondo che non riconosca il principio e il valore dell'autonomia e dell’indipendenza della magistratura”. Così il deputato dem Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia.
“Questa destra – ha aggiunto l’esponente dem - è ossessionata dal furore ideologico. Continua a riproporre battaglie vecchie di 30 anni, mentre tutto il mondo è cambiato. Poiché è assolutamente incapace di guardare al futuro, si rifugia nella bandiera ideologica, in presenza di un comparto della Giustizia che è fragilissimo e che avrebbe bisogno, non di ideologia ma di fatti e azioni concrete. La destra ha appena approvato la manovra di Bilancio che taglia 500 milioni di euro per la giustizia dal 2025 al 2027. Il processo telematico è in tilt, i giudici di pace rinviano le udienze al 2023, il carcere e’ al collasso e di fronte a tutti i problemi della Giustizia il governo si volta dall'altra parte”.
“Questo provvedimento – ha concluso Gianassi - è pericoloso perché cancella il quadro che, sulla Giustizia, avevano saputo fare con grande saggezza i costituenti, ricostruendo l'Italia democratica. Questa riforma cambia norme, che garantivano equilibrio, e introduce una traiettoria molto pericolosa che oggi inizia e che domani può concludersi con la sottomissione del Pubblico Ministero all'esecutivo. Scenari davvero gravi che dobbiamo contrastare. Continueremo la nostra battaglia anche fuori dall'Aula di Montecitorio”.
“Ci sono almeno tre buone ragioni per essere soddisfatti dell’approvazione dell’Accordo tra Italia e Albania. Anzitutto per le lavoratrici e i lavoratori tanto albanesi quanto italiani che ora possono totalizzare i periodi di assicurazione nei due Paesi per ottenere prestazioni sociali, a partire dalle pensioni e non solo. In secondo luogo perché ci siamo impegnati perché si colmasse il ritardo accumulato negli anni lavorando con le associazioni dei cittadini di origine albanese e premendo per calendarizzare il provvedimento in Commissione. Infine perché viene riconosciuta la vicinanza territoriale, storica e culturale con un Accordo che prevede il riconoscimento di diritti dopo aver passato mesi a discutere del fallimentare e costosissimo progetto del Governo per costruire centri di detenzione per migranti proprio in Albania. Ora auspichiamo che si lavori con lo stesso metodo anche su altri accordi sospesi o richiesti da altri paesi. Ad esempio il Perù, la Colombia, l’Ecuador, il Cile e il Brasile con cui occorre rinnovare la convenzione.” Lo dichiara la vicepresidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo al termine delle votazioni sull’Accordo tra Italia e Albania per la sicurezza sociale dei lavoratori.
“Rinnovo a nome del Partito Democratico la richiesta avanzata da mesi che la presidente Meloni venga in aula a dirci esattamente quali sono i termini del negoziato che ha in corso con Elon Musk, di cui crediamo - salvo smentite - che ne abbia parlato anche in questi ultimi giorni. Quali sono i termini di un’interlocuzione confermata sempre di più da voci autorevoli, qual è il costo di questa operazione, quale interesse viene spartito tra l’uomo più ricco del mondo e il nostro Paese.
Non è sufficiente la smentita - che poi non è una smentita - letta nella velina di Palazzo Chigi, quando da giorni sugli organi di stampa, una delle agenzie più accreditate, Bloomberg, e anche da parte di alcuni autorevoli esponenti di governo, come il vicepremier Salvini, vengono rilanciati riferimenti più o meno espliciti a questa contrattazione in corso, e dallo stesso Elon Musk, che usa la sua piattaforma per scambiarsi complimenti e civetterie proprio con Salvini.
Vogliamo sapere dalla presidente del consiglio se è vero che sta impegnando il nostro paese su una cifra rilevante, di 1 miliardo e mezzo di euro per questa fornitura, perché noi sappiamo che siete abituati agli sprechi, come gli 800 milioni per i centri di immigrati in Albania, centri completamente vuoti.
È inaccettabile che una spesa di questo tipo possa solamente essere pensata senza i necessari passaggi di informazione e di condivisione con il Parlamento, di verifica dell’esistenza di un effettivo interesse nazionale, che non può essere discusso nelle segrete stanze dall’altra parte dell’oceano.
È quanto più necessario che la presidente Meloni venga a riferire in Aula perché oggi prendiamo atto che c’è una spaccatura all’interno della maggioranza, con l’altro vicepremier di Forza Italia, Tajani, che frena sul progetto. Una spaccatura che mette a serio rischio la credibilità del nostro Paese.
Lo ribadiamo ancora una volta: l’Italia non si svende e non lo consentiremo.
Non vogliamo che il destino dell’Italia venga messo nelle mani di un privato
che non è solo un uomo d’affari ma che ha chiari interessi politici nei confronti del nostro Paese”. Lo ha detto intervenendo in aula la capogruppo del PD Chiara Braga.
Ciò che abbiamo visto nel iter di questa manovra è talmente imbarazzante che la 76esima fiducia dall’inizio della legislatura è l’ultimo dei nostri problemi: con le auto-accuse di Bignami in Commissione, siete la prima maggioranza della storia che si fa ostruzionismo da sola. Siamo alla terza legge di bilancio del Governo Meloni e le uniche misure utili al Paese sono quelle che avete ereditato dal Governo precedente. Per il resto torna in voga l’austerità per tutti, le mancette elettorali, il Ponte sullo Stretto, il Sud al guinzaglio del potente di turno. Il punto non è far quadrare semplicemente i conti, ma a chi far pagare il conto: avete deciso di farlo pagare ai più poveri!” Così il deputato dem Ubaldo Pagano annunciando il voto contrario del Pd alla fiducia sulla Legge di Bilancio.
“Avete ucciso il terzo settore – continua il capogruppo Pd in Commissione Bilancio - tagliato risorse alla scuola, state facendo morire la sanità pubblica perché per voi è più importante bruciare 800 milioni di euro per la farsa in Albania che assumere 6.000 infermieri e spendere 113 milioni per ripristinare la Legge Mancia. Avete aumentato le pensioni minime di soli 3 euro lordi e rubato 13 miliardi a tutto il Sud per realizzare l’unico collegamento stabile di cui siete capaci: non il ponte sullo Stretto ma quello tra un fallimento e un altro!” “Vi negheremo convintamente, come sempre e fino alla fine di questo incubo, la nostra fiducia”, conclude Pagano.
“Le leggi di bilancio andrebbero lette nella loro integralità con una prospettiva complessiva e coerente. Abbiamo una maggioranza e un governo che stanno gestendo la manovra da dilettanti allo sbaraglio. Ancora stamattina il governo non era presente in Aula all'avvio della discussione generale alla Camera. La presidente del Consiglio continua a suonare il proprio disco rotto della propaganda sull'Italia, ma sembra l'Orchestra del Titanic che suona mentre il Paese affonda. La destra sta dando prova di confusione. Tensioni, divisioni interne, emendamenti che vengono presentati e poi ritirati. Norme inserite, poi cancellate, coperture che scompaiono nella notte. E il risultato è una legge di bilancio che sarà un incubo per i cittadini italiani tra aumento delle tasse, tagli agli enti locali, alla sanità e alla scuola. Niente sul salario minimo, niente per sostenere il potere d'acquisto delle famiglie o per le politiche industriali, che vedono anzi un taglio di 4,6 miliardi del fondo per l'autonomia. Se aggiungiamo la misura vergognosa sulla cancellazione delle multe ai no vax e lo spreco di risorse da quasi 1 miliardo per i centri vuoti in Albania, il quadro è completo. Il Governo non ha fatto nulla di quello che serve agli italiani, che pagheranno purtroppo le spese di questa incapacità della destra”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee, a Coffee Break su La7.
"Il Governo ha cancellato, per la seconda volta, il fondo contro i disturbi alimentari. Già nella scorsa legge di bilancio, Giorgia Meloni lo aveva spazzato via, salvo poi fare marcia indietro dopo la battaglia dell'opposizione e le denunce di associazioni e cittadini. Adesso, la storia si è ripetuta: la maggioranza ha bocciato il mio emendamento per rifinanziare in legge di bilancio, con 20 milioni di euro, il fondo contro i DCA. Giorgia Meloni trova miliardi e miliardi di euro per un canile in Albania, per i rimborsi spese dei ministri, per il Ponte sullo Stretto, per costruire campi da golf, per marchette agli amici, ma non 20 milioni di euro per la salute di di 4 milioni di persone affette da anoressia, bulimia e da patologie legate alla psiche e al corpo. Un insulto ai 4000 morti, oltre 10 al giorno.
E morti non perché affetti da una malattia terminale, ma per mancanza di cure, di fondi e di leggi non applicate. Continueremo a batterci, a partire dal decreto Milleproroghe, per costringere il Governo a fare, ancora una volta, marcia indietro. Il diritto alla salute delle persone, presidente Meloni, viene prima dei costi della sua propaganda". Lo denuncia sui social Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari Sociali e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico.