“La decisione del governo di chiedere una proroga per l’invio delle informazioni richieste dalla Corte penale internazionale (CPI) sul caso Almasri è gravissima e inaccettabile. Ancora una volta, l’esecutivo continua a non essere trasparente, rifiutandosi di collaborare pienamente con la giustizia internazionale e tradendo gli impegni presi. Il governo deve spiegare perché ha deciso di rimettere in libertà un criminale accusato di reati gravissimi dalla CPI, anziché garantirne la consegna alla giustizia. L’ostruzionismo nei confronti della Corte e il rinvio delle informazioni richieste non sono giustificabili e danneggiano la credibilità dell’Italia a livello internazionale. Chiediamo che l’esecutivo smetta di prendere tempo e trasmetta immediatamente alla CPI tutti i documenti richiesti. La giustizia non può essere piegata a logiche di convenienza politica”. Così la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani che conclude dicendo che “il rinvio appare ancora più incomprensibile visto che il ministro Nordio aveva dichiarato di avere tutto chiaro dopo aver attentamente studiato le carte, arrivando persino a entrare nel merito del mandato d’arresto."
Con le sue azioni ha umiliato le istituzioni del nostro Paese
“La liberazione dell'assassino, torturatore e stupratore libico Almasri ha gettato discredito sul nostro Paese, imbarazzo profondo per l'umiliazione delle istituzioni. È bastato così poco per dimostrare come false le dichiarazioni di un pessimo governo che dichiara di non essere ricattabile. Il ministro Nordio è il principale responsabile e per questo poniamo la questione di sfiducia nei suoi confronti. I fatti sono incontrovertibili e la difesa del governo è stata la fiera delle reticenze e delle omissioni con un maldestro tentativo di auto-assoluzione”. Lo afferma in Aula il deputato dem Federico Gianassi intervenendo sulla mozione di sfiduci al ministro Nordio.
“Dopo molti giorni di silenzio – continua il capogruppo Pd in Commissione Giustizia - abbiamo ottenuto nuove dichiarazioni da parte di Meloni che affermava come la scarcerazione fosse stata presa dalla Corte d'Appello senza che la decisione della Corte penale internazionale fosse stata trasferita al ministero: bugie smentite dallo stesso Nordio perché tali informazioni erano state ricevute per il tramite dell’ambasciata dell’Aia. Nordio ha parlato prima di testo lungo, complesso, incomprensibile anche perché scritto in inglese e poi ha detto di averlo analizzato così bene da trovarne lacune e incongruenze: una contraddizione clamorosa per uscire dal grande imbarazzo e trovare una giustificazione in un errore di date”. “L'Italia ha bisogno di un ministro della Giustizia non di un pessimo avvocato difensore di uno stupratore. Nordio ora in Aula ride ma sa bene che rideranno meno i cittadini libici sottoposti alle torture di Almasri e non ride certo l'Italia con la Giustizia al collasso e davanti ad una riforma solo punitiva guidata solo dal furore ideologico contro l'autonomia della magistratura. Nordio disse che avrebbe approvato il codice dei crimini internazionali, è scomparso il codice e ora scompaiono con lui anche i criminali internazionali”, conclude Gianassi.
Spieghi perché ha liberato torturatore Almasri
“Con che faccia oggi la presidente del consiglio Meloni ha dichiarato davanti ai prefetti d’Italia e ai capi delle forze dell’ordine che il governo ha tra le sue priorità la lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani?” Lo chiede Simona Bonafè, capogruppo democratica in Commissione Affari Costituzionali della Camera.
“Siamo ancora nel mezzo di una delle pagine più oscure della nostra Repubblica. Meloni continua con gli annunci, ma nei fatti il suo governo ha lasciato fuggire un torturatore e trafficante di esseri umani che era stato arresto proprio dalle forze di polizia italiane. Lo abbiamo già detto più volte: è inutile che la Presidente del Consiglio tenti di distogliere l’attenzione con nuove dichiarazioni. Meloni deve venire in Parlamento a spiegare perché il suo governo ha violato le leggi e i trattati internazionali, e perché non ha dato seguito al mandato di arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Almasri” conclude Bonafè.
"La presidente del Consiglio dovrebbe incontrare Maysoon Majidi e ascoltare la sua storia emblematica per capire gli errori che produce il combinato disposto della legge sull'immigrazione e del decreto Cutro.
Oggi alla Camera, la giovane attivista curdo-iraniana, ingiustamente detenuta per 10 mesi con l'accusa di essere una scafista e poi assolta con formula piena, ha raccontato la sua incredibile vicenda frutto di leggi sbagliate e di un clima da caccia alle streghe che colpisce chi tenta di arrivare in Europa in cerca di libertà a sicurezza, ma lascia liberi i trafficanti veri, quelli che si arricchiscono restando comodamente nei loro paesi - lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, a margine della conferenza stampa che si è tenuta oggi in sala Berlinguer, alla Camera dei Deputati, alla quale hanno partecipato la stessa Maysoon Majidi, la capogruppo del Pd Chiara Braga, Marco Grimaldi (Avs), Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, e Parisa Nazari, attivista italiana del movimento Donna, vita, libertà.
"Ho conosciuto Maysoon Majidi a febbraio dello scorso anno, quando era detenuta nel carcere di Castrovillari e da subito la sua storia di rifugiata è apparsa credibile e coerente - spiega Boldrini -. Insieme al collega Marco Grimaldi, a Luigi Manconi, ad Amnesty, al movimento "Donna, vita, libertà" e a tante e tanti ci siamo mobilitati perché Maysoon non cadesse vittima di un tragico equivoco giudiziario e non diventasse un capro espiatorio, un numero da esibire per raccontare agli italiani che il governo fa la caccia agli scafisti mentre, invece, libera i torturatori e assassini come Almasri, quelli che sui migranti speculano e traggono profitti".
"Siamo felici che Maysoon Majidi sia finalmente libera, che la sua innocenza sia stata dimostrata. Ma non è l'unico caso. Penso ad esempio a Marjan Jamali, anche lei iraniana di trenta anni, scappata insieme al figlio di 8 da un regime teocratico e oppressivo, ma ancora agli arresti domiciliari, accusata dagli stessi uomini che durante il viaggio l'hanno molestata, di essere una scafista. Non vediamo l'ora che anche lei sia libera - conclude la deputata Pd -. Sono circa 1300 le persone detenute con la stessa accusa di essere scafisti: quanti di questi sono vittime dello stesso sistema che ha tenuto in prigione Maysoon Majidi e ancora detiene Marjan? Quanti sono finiti sotto la scure di quell'art.12 del testo unico sull'immigrazione che considera un crimine tenere il timone della barca per non farla andare alla deriva, soccorrere chi si sente male e ritiene il profitto solo un'aggravante e non un elemento essenziale e qualificante del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina? Sono i trafficanti a dover essere perseguiti, quelli che guadagnano migliaia di euro per ogni migrante che si imbarca, che non rischiano la vista in mare e restano a casa, non coloro che a bordo tentano di salvare la propria vita e quella degli altri dal rischio di morire in mare. Maysoon potrebbe fornire alla presidente Meloni importanti elementi di valutazione. La incontri".
“Siamo di fronte a una situazione di estrema gravità. Il governo sta cercando di nascondere e sminuire una vicenda che assume contorni sempre più preoccupanti. Abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia, al Ministro dell’Interno e a Palazzo Chigi di chiarire quanto accaduto in merito al caso Almasri e, oggi, alle notizie riportate da alcuni organi di stampa riguardo a un’interlocuzione tra i vertici dei servizi segreti italiani e il governo libico, durante la quale sarebbero state rivelate informazioni riservate. A questa richiesta non è seguita alcuna risposta. Al contrario, è stata annunciata un’azione legale da parte dei servizi segreti italiani contro i giornalisti che hanno diffuso la notizia. Stiamo vivendo un momento di grande preoccupazione. Non abbiamo memoria di un modus operandi simile, e riteniamo che sia necessario fare immediatamente chiarezza. Per questo rinnoviamo la richiesta di una relazione al Parlamento da parte del Ministro dell’Interno, ma chiediamo soprattutto che sia la Presidente del Consiglio a rompere il silenzio e a riferire in parlamento” così la responsabile nazionale giustizia del Pd, la deputata democratica, Debora Serracchiani.
“Il ministro Nordio durante l'informativa su Almasri ha mostrato un documento – una tavola sinottica - sui capi di imputazione tra il mandato della corte penale internazionale del 2018 e il successivo correttivo del 2024, affermando che lo avrebbe messo a disposizione dell'Aula e in particolare delle opposizioni. Il documento non è mai stato inviato al Presidente della Camera e la comunicazione del mancato invio e la motivazione per uso interno è stata fatta tra gli uffici della Camera e del ministero per le vie brevi. Tutto questo è inaccettabile”. Così il deputato dem Federico Fornaro, Segretario d'Aula della Camera.
“Pretendiamo subito le scuse del ministro Nordio, le motivazioni per cui il documento non era divulgabile e del perché sia stato mandato per le vie brevi senza nomi e senza responsabili. Tutti i giorni interverremo sull'ordine dei lavori per esigere le motivazione della marcia indietro del ministro e le scuse di Nordio in rispetto del ruolo del Parlamento”, conclude Fornaro.
Nel 20 marzo del 2023 in occasione dell'incontro a Londra fra i ministri della Giustizia dei Paesi aderenti alla Corte penale internazionale, l'Italia ha ribadito il pieno sostegno all'attività della Corte e il ministro Nordio addirittura invitava l'Ucraina a ratificare lo statuto di Roma. Noi non sappiamo dove sia finito adesso quel ministro Nordio e abbiamo appreso che il nostro governo, che prima ricordava quanto fosse importante la Corte penale internazionale, abbia deciso di non sottoscrivere un atto firmato da più di 79 paesi che invitava il presidente Trump a rivedere la propria posizione sulle sanzioni alla Cpi. Ci sembra di capire che l'Italia agisca rispetto agli Stati Uniti con una sorta di relazione familiare o interpersonale tra la presidente del Consiglio e il presidente Trump, quando su questi temi ci si dovrebbe muovere non solo come Unione Europea, ma anche nel rispetto di quelle norme fondamentali come lo statuto di Roma che noi convintamente abbiamo voluto e sottoscritto proprio in questa città. Per questi motivi chiediamo un'informativa urgente della presidente del Consiglio per capire se finalmente ci darà voce e notizia della sua posizione, visto che viene tirata in ballo ormai da settimane ma è totalmente scomparsa dai radar. Ci preoccupa come Paese questa sua disattenzione e distrazione proprio in passaggi così delicati. È giunto il momento che la premier Meloni si decida a venire in Parlamento per spiegare la responsabilità politica che l'Italia si sta assumendo con decisioni che non solo non sono condivisibili, ma che isolano e mettono l'Italia dalla parte sbagliata della storia.
Così la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile nazionale giustizia del Pd, intervenendo in Aula.
“L'apertura del fascicolo da parte della Cpi conferma che l'Italia ha violato il diritto internazionale non eseguendo l'arresto di Almasri. Il ministro della Giustizia Nordio aveva il dovere di eseguire l’arresto di un criminale internazionale senza entrare nel merito delle accuse. La legge italiana è molto chiara a riguardo: l’obbligo di cooperare con la Cpi non è discrezionale”. Così in una nota il democratico, Andrea Casu, che aggiunge: “L'intervento del ministro Nordio in Parlamento è stato uno schiaffo istituzionale senza precedenti che è apparso più come una difesa d’ufficio di un torturatore che come l’azione di un rappresentante di un Paese fondatore della Corte Penale Internazionale”.
“Oggi sulle pagine di Repubblica appare un’intervista semplicemente sconcertante del Ministro Foti che parla come un ultras e non come un membro del governo che dovrebbe rappresentare l'intero Paese. Dichiarare che gli esponenti dell’opposizione fanno processi politici quando replicano a un’informativa di governo e parlare di orrori commessi dalla CPI è gravissimo. La destra ormai è senza freni. E questo Governo da brividi. C’è davvero di che essere preoccupati”.
Lo dichiara in una nota Piero De Luca, deputato e capogruppo del Pd in commissione politiche europee.
“Ricordo al Ministro degli Affari europei -aggiunge De Luca- che il governo nella vicenda Almasri, non solo ha disatteso un mandato di arresto internazionale nei confronti di un pericoloso criminale, assassino, torturatore e stupratore, contestanto un mandato di arresto che doveva essere eseguito non interpetato, ma si è posto in contrasto anche con norme, princìpi e decisioni europee sulla cooperazione con la CPI, mettendo a rischio il nostro Paese anche rispetto all'avvio della procedura sulla protezione dei valori UE. Una situazione di una gravità assoluta. Del resto, mi pare ormai del tutto evidente -conclude l’esponente dem- che l’esecutivo, strappando col resto degli Stati membri anche rispetto alla mancata condanna dell’attacco di Trump alla corte penale internazionale, si ponga sempre più ai margini, lavorando per sgretolare l’Europa. Questo il senso di un'intervista orrida, quella sì, del Ministro Foti, inquietante nel merito e nel metodo”.
“Meloni continua a tacere e scappare. Non è tollerabile che si nasconda dietro la pantomima di Nordio e Piantedosi. Per questo, chiediamo ancora con forza che la Premier venga in Parlamento per chiarire le ragioni e le dinamiche ancora oscure che hanno condotto alla liberazione di un pericoloso criminale come Almasri. Non possiamo accettare gli attacchi o i tentativi di delegittimazione nei confronti della Corte Penale Internazionale. A maggior ragione dopo le ultime dichiarazioni di Trump. Cosa ne pensa Meloni. Perché non parla più da giorni? Lo statuto della Corte è stato sottoscritto a Roma. L'Italia, come ha fatto oggi Ursula Von Der Leyen per l'UE, deve difendere con forza questo presidio di legalità internazionale.”. Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.
Non per essere noiosi e ripetitivi, ma Meloni dov’è? Asserragliata nel Palazzo li vede, non dico le agenzie di stampa, ma almeno i siti di informazione? C’è una storia di spionaggio che coinvolge giornalisti e servizi, la Presidente della commissione europea costretta a intervenire a difesa della Corte penale internazionale, una lettera di 79 paesi contro le sanzioni di Trump alla stessa CPI che l’Italia non firma, la vicenda Almasri ancora tutta lì con implicazioni gravissime per le istituzioni, e lei da giorni non parla. Nemmeno più sui social, dove di solito ama fare interventi unidirezionali, senza domande e senza obiezioni. È ora che esca allo scoperto, che ci metta la faccia, come le piace dire, per rispondere al paese su questioni delicatissime di interesse nazionale.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera dei deputati.
Dopo aver ascoltato i ministri Nordio e Piantedosi e loro argomentazioni fragili e vacillanti, si capisce perché la Premier Meloni abbia scelto di non intervenire in prima persona.
Ma la decisione di scarcerare Almasri non può essere stata presa a sua insaputa. Ora vorremmo sapere dove è e dove si nasconde. È tempo che esca da Palazzo Chigi per venire in Parlamento a spiegare senza i cavilli e le contraddizioni dei suoi ministri, il suo ruolo nella vicenda Almasri.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Il Governo ha condotto l’Italia al centro di uno scandalo internazionale, impedendo che il criminale libico venisse assicurato alla giustizia. Nordio e Piantedosi ieri si sono smentiti, Meloni è sparita. Ma non può continuare a scappare. Al di là di ogni aspetto giudiziario, deve risponderne sul piano politico, davanti al Parlamento e al Paese” così il democratico, Peppe Provenzano.
Orfini, non ci sono più scuse, Meloni in aula
“La notizia dell'apertura di un fascicolo sull'operato del governo italiano da parte della Corte Penale Internazionale era inevitabile. Ieri in aula, il ministro Nordio ha di fatto presentato una difesa d'ufficio di un torturatore, attaccando invece chi cercava di arrestarlo e fare la cosa giusta. È evidente che la Corte Penale abbia motivo di sollevare obiezioni, soprattutto alla luce delle dichiarazioni dello stesso ministro della Giustizia, che ha ammesso di non aver rispettato la legge. Quest'ultima prevede infatti un automatismo nella procedura: non spettava e non spetta a lui eccepire sugli atti della Corte Penale internazionale. La legge non lo prevede”. Così in una nota il deputato democratico Matteo Orfini, che aggiunge: “Serve responsabilità, il governo dovrebbe cambiare linea, ma purtroppo già sappiamo che non lo farà e proseguirà ad attaccare i giudici, in Italia e all’estero, nel tentativo di distrarre l'opinione pubblica dalla gravità di questa vicenda, sempre più opaca e poco trasparente. L'informativa di ieri non è stata affatto esaustiva, il governo si è presentato con ricostruzioni contraddittorie. Riteniamo che non vi siano più scuse per la Presidente del Consiglio per disertare il Parlamento. Giorgia Meloni ha il dovere di presentarsi in aula per chiarire la posizione del governo” conclude il democratico.
“Ieri, durante l’informativa, è mancata la figura principale e centrale di questo dibattito, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che è letteralmente fuggita al confronto, schermandosi dietro due ministri che hanno indebolito ulteriormente la posizione del governo. Abbiamo assistito a una sconcertante pantomima che ha fatto emergere tutte le contraddizioni e le bugie di questa vicenda oscura. La posizione del Ministro Nordio è stata inquietante: ha messo in discussione il contenuto e la validità sostanziale della richiesta della CPI -diventando l’avvocato difensore di Almasri e attaccando la magistratura- quando il suo compito era semplicemente quello di dare esecuzione al mandato di cattura e di arresto. Ha invece deciso deliberatamente, con la sua inazione, di liberare un criminale di guerra, n torturatore e assassino che è tornato con tutti gli onori in Libia e si rifiutano di dare spiegazioni. Il Ministro Piantedosi, al contrario di Nordio, ha sostenuto che Almasri era talmente pericoloso da essere stato costretto a rimpatriarlo. Una saga di contraddizioni e di ipocrisia che nasconde molte cose che devono essere ancora chiarite. Noi vogliamo capire le ragioni di una precisa scelta politica: per questo chiediamo ancora una volta che la premier Meloni venga a chiarire in aula perché hanno rimpatriato, con volo di Stato e in tempi record, un pericoloso criminale senza dare esecuzione al mandato di cattura internazionale”. Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee alla Camera, questa mattina a restart su Rai3.
Pagine
- 1
- 2
- 3
- seguente ›
- ultima »