“Indignati per le parole del capogruppo di Fdi, Tommaso Foti, che nel suo intervento sull’autonomia ha evocato il ‘campo santo’ per le opposizioni. Parole veramente di cattivo gusto pronunciate all’interno dell’aula della camera che, poco più di due settimane fa, fa celebrava i cento anni del discorso di Giacomo Matteotti” così il deputato democratico, componente dell’ufficio di presidenza del gruppo del Pd, Roberto Morassut.
“Da Forza Italia lacrime di coccodrillo, per settimane hanno cercato di raccontare la storiella secondo cui il trasferimento delle funzioni alle regioni non sarebbe stato immediatamente percorribile. Hanno anche sbandierato i loro ordini del giorno come una garanzia a un percorso graduale e ordinato. Tutte falsità, come confermano le dichiarazioni di Zaia e Fontana che già stanno annunciando di attendere solo la pubblicazione in gazzetta ufficiale della riforma per attivare i tavoli e chiedere a governo l’attribuzione di nuove materie. Forza Italia cerca oggi di lavarsi la coscienza, ma la verità è che non solo ha piegato la testa ad ogni richiesta della Lega, ma ha anche scaricato i propri amministratori eletti al sud”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale Sud, Marco Sarracino.
“Segnatevi bene a mente questa data, 19 giugno 2024. La leggeremo nei libri di storia perché rappresenta la fine dell’Italia unità, una e indivisibile, che festeggiamo ogni anno il 17 marzo con la Festa dell’Unità nazionale e della Costituzione. Sarà questa la data per cui sarà ricordato il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni che stanotte, nel corso di una maratona d’aula a colpi di maggioranza, ha sancito votato la legge sull’autonomia differenziata. Ma come abbiamo fatto in Parlamento adesso il nostro impegno si sposta in piazza e soprattutto nel referendum con cui, siamo certi, gli italiani voteranno NO a questa riforma che spacca in due l’Italia”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e deputato Dem alla Camera, Anthony Barbagallo.
Una legge – quella dell’autonomia differenziata – che vedrà una nazione a due velocità, con un Mezzogiorno impossibilitato a recuperare il gap con il Nord d’Italia.
“In tutti gli ambiti il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare- prosegue - ne escono con le ossa rotte: meno servizi, meno sanità, meno istruzione, meno infrastrutture, meno trasporti pubblici. In Sicilia il mancato riordino della rete ospedaliera e della medicina del territorio, determinata dall’inadeguatezza del governo Schifani che strizza l’occhio ai privati, ha prodotto – aggiunge - una carenza cronica di personale medico e sanitario e l’incredibile numero di circa 800 mila siciliani che ogni anno rinunciano a curarsi o scelgono di farlo in altre realtà e nulla, a parte annunci e chiacchiere, è stato fatto per smaltire le lunghissime liste d’attesa Non va meglio con i trasporti: autostrade rattoppate, collegamenti interni disastrosi, treni che, ancora, si muovono ad una velocità da primi del Novecento; insomma servono più risorse per lenire le diseguaglianze ed invece il governo Meloni spacca in due il paese”.
“Stamattina non è solo morta l’unità nazionale, ma è stata azzoppata anche la maggioranza. Alla prova dei fatti la destra non regge e metà del gruppo di Forza Italia – 22 su 45 – non vota l’Autonomia. Ecco come ci siamo risvegliati dopo una notte surreale a spaccare il paese e a farne brandelli: l’ala moderata, quella legata alle regioni del Sud che chiedono sviluppo e non secessione, non ha non c’ha messo la faccia e neanche il voto, ha tradito i suoi elettori, e non ha fatto nulla per fermare lo scambio osceno tra Autonomia e Premierato. Se non avesse fatto sponda con alleati che vogliono cittadini di serie A e cittadini di serie B, sanità e scuole diversificate, politiche energetiche e di sviluppo separate, forse potrebbe oggi raccontare un'altra storia e non piangere sul latte versato come fa il governatore della Calabria Occhiuto. Abbiano il coraggio di caricarsi la responsabilità mentre la premier Meloni si presenta in Europa, nei vertici impegnativi a rivendicare un ruolo dell’Italia con una maggioranza che perde pezzi e non vota le sue gloriose riforme”. Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Bandiera regione Calabria sventolava sui banchi della maggioranza
“Occhiuto, vuole giocare troppe parti in commedia, invece di alzare falsi polveroni si renda conto che il suo partito ha assecondato una riforma che farà male in primo luogo ai calabresi perché divide e crea disuguaglianze”. Così in una nota il deputato democratico, Nico Stumpo, che sottolinea “salvo alcune timide prese di distanza, a cui non sono seguiti atti concreti, Forza Italia non ha aperto bocca durante tutto l’esame del provvedimento e ha piegato la testa davanti ad ogni mossa e ai tempi imposti dalla Lega. Peraltro – aggiunge il democratico - mentre si votava l’autonomia, sui banchi della maggioranza è stata fatta sventolare platealmente la bandiera della Regione Calabria. Invece di rilasciare dichiarazioni che non hanno alcun seguito, Occhiuto si attivi per approvare rapidamente in consiglio regionale un ordine del giorno unitario che certifichi con fermezza la contrarietà all’autonomia differenziata”.
“Un provvedimento approvato di notte perché questa maggioranza e questa destra si vergognano. Si vergognano di aver spaccato l’Italia in due abbandonando di fatto il sud. E lo hanno fatto nella notte pensando e sperando che i cittadini non si accorgano della schifezza che hanno fatto. Hanno approvato una legge di nascosto senza nemmeno un euro, senza fondi per la sanità per le infrastrutture per le scuole. La Meloni si è piegata al disegno della lega e di Salvini. Siamo disgustati ma non finisce qui”. Lo dichiara Stefano Graziano deputato dem.
“Abbiamo tenuto il punto fino alla fine subendo una seduta fiume che rivela una concezione proprietaria delle istituzioni.
Ma prima ancora della forza dei numeri in Parlamento, ha retto il patto di potere. Il Premierato a Meloni. Il controllo della Magistratura a Tajani. L’Autonomia differenziata a Salvini. A ciascuno il pezzo di Stato che gli interessa. Una pornografica partita a poker sulla pelle del Paese”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Una riforma che stravolge l’assetto delle nostre istituzioni, che divide e crea diseguaglianze” così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè al termine del voto sull’autonomia. “Ancora una prova di forza da parte del governo che durante tutto l’esame di questo provvedimento ha voluto imporre al parlamento una vera e propria dittatura della maggioranza attraverso continui strappi e forzature regolamentari che creano gravi precedenti”.
“Dopo una lunga seduta notturna, lavorando col favore delle tenebre, il Governo di destra ha portato a termine questa mattina il suo scambio politico, scrivendo una pagina buia della storia del nostro Paese. La riforma sull'Autonomia differenziata consentirà di cristallizzare ed aumentare irreparabilmente per legge le diseguaglianze, cancellando d'un tratto l'idea stessa di Italia unita e indivisibile, sancita dalla nostra Costituzione. Presunti patrioti fanno a pezzi la coesione e la solidarietà nazionale spaccando in due l'Italia. Continueremo come Partito Democratico a batterci con tutti gli strumenti democratici per evitare che questa riforma produca danni irreversibili” così in una nota il deputato democratico, Piero De Luca.
“Forzando i tempi del normale dibattito parlamentare, la maggioranza questa mattina ha approvato in Aula la legge sull'autonomia differenziata. Ci siamo opposti per tutta la notte a norme che spaccano e dividono il Paese, aumentando le disuguaglianze. Lo abbiamo fatto in Aula, continueremo a farlo nel Paese. La piazza unita di ieri, a Roma, è infatti l'immagine di una mobilitazione che coinvolge i cittadini e che fermerà il disegno scellerato che questa destra ha in mente". Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Hanno forzato le regole parlamentari per imporre una seduta fiume e votare, nottetempo e non alla luce del sole, un'autonomia differenziata senza paracadute. Una forzatura per potere ed interessi delle forze politiche della destra, l’autonomia ad uno, il premierato all’altra, la separazione delle carriere alla memoria del terzo.
Calderoli ha fatto il giocatore di poker, ha fatto buio senza vedere le carte perché non si sa, e questa notte lo ha ammesso, quanti soldi servono e a cosa toglierli. Intanto si prepara l’arma poi si vedranno i danni è la filosofia del Governo, che ha deciso di dividere il Paese con questa scelta spregiudicata. Pagheranno caro questa scelta, tutti gli italiani, anche i pochi che, apparentemente, potrebbero trarne un vantaggio e a maggior ragione ci rimetteranno i cittadini del Mezzogiorno e delle Isole che si vedranno ridurre ancora di più diritti e servizi rispetto alle regioni del centronord. Sanità, assistenza, scuola, ambiente non avranno le risorse necessarie in egual misura in ogni parte del territorio. Cresceranno le disuguaglianze, aumenterà la precarietà, si innescheranno nuovi conflitti sociali. Continueremo a dare battaglia in Parlamento per impedire l'approvazione definitiva delle altre riforme costituzionali e porteremo nelle piazze il disagio di quanti la vivranno sulla loro pelle. Se pensano di averci piegato sbagliano e di grosso, non ci fermeremo”. Lo dichiara il deputato del PD, Silvio Lai.
"Andremo avanti tutta la notte a illustrare i nostri emendamenti sull’autonomia differenziata, finché avremo i tempi a disposizione mentre la maggioranza è muta, senza proferire verbo. In aula non parlano, ma votano la seduta fiume per un provvedimento che non ha alcuna urgenza di essere approvato se non la propaganda del governo: l'ennesimo atto di forza per tenere fede ad uno scellerato patto interno alla destra - autonomia differenziata voluta dalla Lega in cambio del premierato agognato da Giorgia Meloni. Continueremo fino al voto finale per non lasciare nulla di intentato. Con il suo silenzio in Aula la maggioranza svilisce il Parlamento impedendo alle opposizioni di dare un contributo per tentare di migliorare un testo pericoloso per la tenuta del nostro Paese". Lo dichiara dall'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"La seduta fiume è finita alle 7.50 di mattina: da ieri e per tutta la notte abbiamo discusso ogni singolo emendamento, finché abbiamo avuto i tempi a nostra disposizione, nel silenzio più assoluto della maggioranza. Loro non parlano, non si confrontano, non discutono: loro eseguono gli ordini. E gli ordini erano chiari: approvare l'autonoma differenziata entro questa mattina, costi quel che costi.
Qual era l'urgenza?
L'urgenza è chiara: portare lo scalpo del Sud del Paese ai governatori leghisti del Nord. Le bandiere delle piccole patrie, destinate a contrapporsi, esposte alla fine della seduta dai banchi della Lega ne sono la prova inequivocabile. E Giorgia Meloni, la patriota, cede al ricatto e preferisce ridurre il Paese a brandelli pur di non rischiare di perdere la partita sul premierato. Due riforme che danneggiano tutta l'Italia, anche il Nord.
Ma il messaggio della affollatissima manifestazione di piazza Santi Apostoli di ieri è stato chiaro. La battaglia per salvare la Costituzione e l'unità del Paese non finisce qui". Lo dichiara alla fine della seduta Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Opposizioni unite cantano inno di Mameli e sventolano tricolore durante il voto finale al ddl autonomia mentre dai banchi della Lega spuntano le bandiere della Serenissima.
“Un provvedimento che divide e crea diseguaglianze che viene approvato di notte nella vergogna. Con questo voto sancite che esistono cittadine e cittadini di serie e A e serie B” ha detto la segreteria del Pd, Elly Schlein, nella dichiarazione di voto finale.
Si è consumato lo scambio indecente nella maggioranza. Uno sfregio alle istituzioni e un danno per i cittadini. L’abbiamo combattuta con ogni forza in Parlamento, continueremo a farlo nel Paese, con i tanti che difendono un’Italia unita e solidale.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati