“A partire dal Covid il Sud Italia ha registrato tassi di crescita sensibilmente superiori al resto d’Italia. Un risultato che è frutto di una serie di importanti politiche pubbliche per favorire occupazione e investimenti, tra cui, su tutte, ‘decontribuzione Sud’ e il credito di imposta per i beni strumentali. Oggi il problema non è tanto che queste misure non ci sono più, ma soprattutto che non sono state affatto sostituite da interventi di analoga rilevanza. A fronte di 12,4 miliardi di risparmi nel prossimo triennio soltanto per la cessazione di ‘decontribuzione Sud’, il Governo ne rimette soltanto 6,9 a disposizione delle politiche per il Mezzogiorno. Uno scandalo vero, certificato anche dall’audizione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. L’ennesimo freno messo da Meloni, Fitto e la destra di Governo per arginare quella parte di Paese che più di altre ha trainato l’economia nazionale negli ultimi quattro anni”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
"Questa mattina abbiamo audito in commissione Bilancio il presidente dell'Inps. Fra le varie cose che ha detto ha sottolineato che i giovani sotto i 35 anni in Italia sono quelli che hanno le retribuzioni più basse. Noi abbiamo un mercato del lavoro malato, perché il segmento che dovrebbe essere più richiesto quello dei giovani che è anche più preparato tecnologicamente viene bastonato dal nostro mercato del lavoro. Il problema più serio che abbiamo in Italia è quello dei bassi salari. Aumenta l'occupazione ma solamente perché si spinge su un'occupazione mal pagata. Questo vuol dire che molte imprese rinunciano ad investire su innovazione tecnologica che permette di aumentare la produttività del lavoro e puntano invece sullo sfruttamento del lavoratore. Lo vediamo drammaticamente in tutte le filiere. Questo ha a che fare moltissimo con la questione delle pensioni. Noi sappiamo che nel nostro sistema i contributi prelevati oggi sui giovani sono quelli che oggi finanziano il diritto acquisito dagli anziani che sono in pensione. Quindi se si restringe la base perché i giovani lavorano in nero o perché hanno pochi salari e quindi versano pochi contributi, in futuro potremmo avere un problema di sostenibilità delle pensioni, di cui poi dovranno usufruire questi stessi giovani che nel frattempo saranno arrivati ad una età pensionabile.
Ora ci viene proposto a più riprese da illustri esponenti della maggioranza che questo problema si risolve con le pensioni integrative ma è una follia pensare che un giovane con un salario bassissimo e spese altissime possa anche versare dei soldi in un altro fondo integrativo. La previdenza pubblica sarebbe più che sufficiente se le carriere fossero stabili e se i giovani avessero salari adeguati. Noi del Pd abbiamo proposto il salario minimo, 9 euro l'ora per il minimo tabellare, perché riteniamo che sotto i 9 euro non è lavoro, ma sfruttamento. Ma purtroppo continuiamo da parte del Governo a trovare un muro su questa proposta. Quindi si continua a portare avanti l'idea che si lavora senza essere pagati. E questo ha degli effetti macroeconomici devastanti perché le persone con poco salario non consumano e se non consumano l'economia non gira e non sostengono con la loro domanda la produzione del nostro paese. Ce lo stanno dicendo anche gli auditi delle imprese più piccole del commercio che lavorano nel nostro paese". Lo ha detto Cecilia Guerra, deputata PD della commissione Bilancio di Montecitorio e responsabile nazionale Lavoro della segreteria del Pd, intervistata alla Camera a margine delle audizioni in commissione Bilancio.
È un provvedimento senza futuro e che fa crescere le diseguaglianze del passato. In Commissione si sta consumando una vera e propria operazione verità.
Anche oggi continua la coda di critiche alla manovra. Insufficiente, inadeguata, ostile, limitata, iniqua e altri aggettivi usati dalle rappresentanze audite e che fotografano la legge di bilancio.
Preoccupano i tagli a sanità e scuola, l’assenza di risorse per l’industria e il lavoro, l’aumento risibile delle pensioni, la mano che dà qualcosa alle famiglie ma poi taglia servizi e fa crescere le spese. Soprattutto quelle per la salute, se come certifica Istat la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie supera i 40 miliardi, pari a +1,7% in più rispetto al 2022.
Altro che aumento degli investimenti che neanche la calcolatrice della Meloni riesce a conteggiare.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Raccogliamo forte allarme imprenditori e associazioni
"Se il governo e la destra non faranno un passo indietro sul divieto di coltivazione, lavorazione e commercializzazione della canapa industriale andranno a sbattere".
Lo hanno ribadito i deputati dem, Stefano Vaccari e Matteo Mauri, nel corso di un incontro che il Gruppo PD ha organizzato questa mattina alla Camera con le associazioni e le organizzazioni del settore.
"Senza alcuna evidenza scientifica e in netto contrasto con il diritto Europeo - aggiungono - la destra ha inteso piantare una bandiera ideologica coprendosi dietro una logica di garanzia della sicurezza che rappresenta un non senso rispetto alla coltivazione della canapa. Ci batteremo perché il Decreto sicurezza, ora all'attenzione del Senato, venga modificato ma se così non fosse proseguiremo questa battaglia di civiltà con i prossimi provvedimenti a cominciare dalla Legge di Bilancio e al Collegato agricolo. Non mancheranno i contenziosi e sosterremo anche le iniziative legali che saranno attivate, dalle Corti di appello italiane e alla Corte di Giustizia Europea, per rendere giustizia a ciò che governo e destre vogliono negare. Nel frattempo, e questo è la parte più grave, una filiera produttiva rischia di scomparire insieme ai trentamila occupati e ai 500 milioni di fatturato. Una filiera attiva grazie all'impegno di migliaia di imprenditori con un’età media di 30 anni che si svolge particolarmente nelle aree interne e marginali che altrimenti sarebbero abbandonate. E il paradosso - concludono - sarà che ciò che in Italia sarà vietato all'estero sarà permesso. E dalla Francia arriveranno i prodotti che i nostri giovani imprenditori non potranno più coltivare e trasformare".
Con l’art.120 si coprono le spese dei cantieri avviati nel 2024 solo dal 2027, scaricati sulle Regioni costi e responsabilità
“I cantieri del programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile” avviati nel 2024, i cui finanziamenti sono stati spostati dal PNRR/PNC alle risorse nazionali dell’art.20 della legge 67/88, non sono coperti dall’attuale legge di bilancio per il biennio 2025/26. Ne consegue che i pagamenti dovranno essere affrontati dalle Regioni con risorse proprie: questo è quello che emerge dopo l’audizione dei rappresentanti delle Regioni in commissione bilancio sulla manovra di bilancio 2025.” Così il deputato dem della commissione Bilancio Silvio Lai.
“Il Governo aveva spostato i progetti di ospedale sicuro dal PNRR anche per il forte ritardo accumulato con il processo di revisione della governance con il Decreto Legge 19/2024 ma ora scarica sulle Regioni la copertura delle spese del 2025 e del 2026, senza che il limitato aumento previsto del Fondo Sanitario Nazionale possa minimamente coprire.
“Sono cantieri per 1 miliardo e 266 milioni che prevedono un pagamento delle opere in un arco di 5 anni dal 2024 al 2029 mentre il Governo ha un finanziamento in 10 anni di 126 milioni all’anno dal 2027 al 2036. Chi pagherà dunque questo ulteriore conto?” conclude il deputato dem.
“L’Istat e il CNEL hanno smontato la narrazione del governo, i numeri della manovra sono insufficienti non solo per le sfide del futuro ma anche per gestire la contingenza. Il combinato disposto tra il forte disinvestimento su alcuni settori strategici, come la sanità e l’automotive, e il blocco del turn over nel pubblico impiego avrà effetti nefasti sul nostro sistema economico che sta già vivendo una profonda contrazione della produzione industriale con rischi concreti sulla crescita” così il capogruppo democratico nella Commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, che sottolinea come “le audizioni si stanno trasformando in una vera e propria operazione verità sui numeri forniti sinora dalla propaganda del governo”.
“I tagli agli enti locali previsti nella legge di bilancio mettono seriamente a rischio i servizi essenziali dei Comuni. Ne siamo convinti e ora anche l’Anci lo mette nero su bianco almeno nella nota di accompagnamento all’audizione. A fronte di 8 miliardi di tagli, del blocco del turnover per il personale al 75%, dell’obbligatorietà degli accantonamenti, il governo stanzia per gli enti locali solo 350 milioni. Una miseria che non compensa neanche lontanamente i tagli e i mancati finanziamenti. Purtroppo oggi non abbiamo sentito dal rappresentante di Anci una parola di chiarezza, né su come i nostri comuni potranno in queste condizioni finanziarie garantire i servizi essenziali e né su come sarà possibile far fronte alle spese correnti, come la manutenzione delle strade o delle scuole. E’ inaccettabile che il Governo continui a scaricare sui Comuni e sui cittadini il peso della riduzione della spesa, mentre i nostri sindaci continuano ad aspettare risposte concrete”.
Così la deputata Pd in Commissione bilancio Silvia Roggiani, intervenendo nel corso dell’audizione dei rappresentanti di ANCI, UPI, Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Modificare legge di bilancio per salvare comparto
“Il divieto di produzione e commercializzazione della cannabis light, voluta dal governo e dalla destra, alla Camera, con il decreto sicurezza, ora all'esame del Senato, è una ferita aperta dal chiaro intento propagandistico ed ideologico.
Peraltro il provvedimento, in contrasto con le norme europee e sul quale è già intervenuto un tribunale amministrativo, azzera una filiera produttiva, animata da molti giovani imprenditori, con 30 Mila occupati e 500milioni di fatturato annuo. Il governo e la destra non hanno ritenuto di ascoltare le organizzazioni del settore e quelle del comparto agricolo”.
Questa mattina, a partire dalle ore 11, i deputati PD Stefano Vaccari e Matteo Mauri hanno promosso un incontro, alla Sala Berlinguer, con i principali operatori del settore per acquisire valutazioni e proposte e trasformarle in iniziativa parlamentare ad iniziare dalla possibilità emendative nella legge di bilancio.
Solidarietà al capotreno aggredito a Genova. Poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza è un diritto di tutti i lavoratori. Sicurezza che va garantita anche ai viaggiatori. Per questo chiediamo al governo e al ministro Salvini di non speculare su un episodio gravissimo ma di impegnare in modo utile le forze di polizia e di controllo. Cominciando dall’ascoltare le richieste di tutti i sindacati, dal mettere più risorse nella legge di bilancio e dal richiamare i tanti agenti bloccati da mesi al controllo dei centri per immigrati in Albania ancora vuoti e che sarebbero più utili per garantire la sicurezza di tutti su treni e stazioni.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Le parole di preoccupazione dei rappresentati di Ance e Confedilizia confermano i nostri timori su quanto avverrà con questa manovra. Non solo il Governo Meloni non prevede assolutamente nulla per sostenere uno dei settori cruciali della nostra economia, ma addirittura riesce a distruggere quanto di buono era previsto per l’efficientamento energetico, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la messa in sicurezza del territorio. È bene ribadire quanto detto oggi in audizione: se l’Italia è cresciuta molto più dei principali partner europei lo dobbiamo proprio al traino di questo comparto e alle tante misure adottate nel post-Covid per rilanciare l’economia italiana. Siamo consci che misure con funzione anti-ciclica possono essere solo transitorie ma è evidente che questo tema, il benessere economico di imprese e famiglie italiane, è completamente uscito dall’agenda di questo Governo”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Dall’audizione della Fondazione Gimbe emerge un fatto che va al di là di ogni tentativo di propaganda: alla sanità pubblica mancano 19 miliardi di euro per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini italiani. Nelle scorse settimane ne abbiamo sentite di ogni e persino la Presidente del Consiglio ha voluto partecipare, calcolatrice alla mano, al festival delle fake news messo in piedi dalla destra. Bene, oggi tutte quelle bugie cadono nel vuoto ed è sempre più chiaro il vero intento di questo Governo: definanziare la sanità pubblica a pieno vantaggio di quella privata”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio alla Camera.
Audizioni confermano una manovra ingiusta e miope
“Dalle audizioni di oggi alla Camera sulla manovra economica emerge un dato netto: il Governo sta ignorando la povertà, alla quale anche i Comuni potranno far fronte in modo più difficoltoso a causa dei tagli che hanno inflitto agli enti locali. La destra ignora come sempre più cittadini siano costretti a rinunciare alle cure necessarie e come le famiglie continuino a subire una drastica riduzione di servizi e sostegni, anche a causa dei tagli agli enti locali. Come ha sottolineato oggi la Caritas in audizione, è assolutamente necessario intervenire a sostegno delle famiglie più vulnerabili, le cui condizioni continuano a peggiorare. Come Partito Democratico, siamo al fianco di chi protesta contro questa manovra miope e ingiusta, che aumenta le
diseguaglianze a favore dei soliti noti. Saremo in prima linea per difendere il diritto a servizi sociali accessibili e per chiedere interventi reali per contrastare la povertà, per maggiori investimenti nella sanità pubblica e per valorizzare chi, come comuni e Terzo settore lavorano ogni giorno per sopperire alle mancanze e ai tagli del
governo centrale”.
Così Silvia Roggiani, deputata Pd in Commissione Bilancio.
“Le audizioni stanno confermando con forza tutte le nostre preoccupazioni, specialmente sulla sanità dove mancano all’appello 19 miliardi di euro. Questa situazione mette a rischio le prestazioni essenziali per la salute dei cittadini, oltre a compromettere i fondi necessari per un piano nazionale di assunzioni e per una retribuzione giusta del personale sanitario.” così la responsabile economia del Pd, la deputata democratica Maria Cecilia Guerra che sta seguendo in commissione a Montecitorio la prima giornata di audizioni sulla legge di bilancio.
“La premier Meloni dovrebbe riprendere in mano la calcolatrice e impegnarsi meglio nei conti perché sulla sanità ha dato letteralmente i numeri. Lo dimostra l'audizione di Gimbe sulla legge di bilancio: rispetto alle misure previste mancano 19 miliardi da qui al 2030 e nel 2027 il finanziamento pubblico scenderà al 5,9 per cento del PIL e cioè al minimo storico. Una situazione catastrofica che pare non interessare il governo". Lo scrive in una nota Ilenia Malavasi, deputata del Pd in commissione affari sociali di Montecitorio.
“La crescita del FSN è assolutamente insufficiente rispetto alle difficoltà del sistema sanitario nazionale di garantire in maniera equa il diritto alla tutela della salute per tutti i cittadini. Cosa pensa l'esecutivo dei 4,5 milioni di italiani che rinunciano a curarsi? Pensa di risolvere questa emergenza nazionale tagliando le risorse in nome di un fantomatico efficientamento del sistema?
Per quali ragioni non ha mantenuto la promessa di varare -come sbandierato dal Ministro Schillaci- il piano straordinario di assunzioni per medici e infermieri o ha disatteso l'impegno di abolire il tetto di spesa per il personale? Sono domande legittime a cui l'esecutivo è chiamato a dare una risposta. Non basta andare nei salotti TV: li aspettiamo in Parlamento durante l'esame della legge di bilancio. Servono più risorse. Siamo disposti a lavorare insieme per trovarle a meno che le priorità del governo non siano altre, a partire dai condoni per gli evasori", conclude la dem.
“La presidente Meloni mente sapendo di mentire. Continua a raccontare fandonie usando in malo modo le calcolatrici, raccontando che qualche milione in più risolve i problemi delle persone. In realtà noi sappiamo che di milioni ne mancano tanti, molti di più di quelli promessi dal governo Meloni. Ma oltre alle risorse mancano anche le idee e la voglia di cambiare il modo di interpretare la sanità. Purtroppo tutto quello che il COVID drammaticamente ci ha insegnato è stato dal governo Meloni dimenticato”. Lo ha detto Gian Antonio girelli Deputato pd a margine dell’audizione di Gimbe commissione bilancio alla camera.
“La relazione Gimbe - ha aggiunto Girelli - ha evidenziato quanto denunciamo da tempo. il governo Meloni non sta stanziando abbastanza fondi per la sanità. Davanti ad emergenze conclamate e riconosciute da tutti e che hanno a che fare con la vita dei cittadini che si traducono in liste d’attesa, necessità di usufruire di sanità privata a pagamento per coloro che se lo possono permettere, numero crescente di persone che rinunciano alla cura, il governo Meloni cosa fa? Imbroglia sui numeri. Dice che mette delle risorse in più ma che concretamente sono del tutto insufficienti addirittura per andare a coprire quelli che sono gli aumenti del costo per i rinnovi contrattuali e per le prestazioni, con buona pace dei piani di assunzione e di un cambio di paradigma che prevedrebbe risorse in prevenzione e un futuro di salute per i cittadini. Credo che su questo vada aperta una grande battaglia politica. Dobbiamo spiegare ai cittadini l’idea diversa che abbiamo rispetto al governo di sanità del futuro, dove la prevenzione, le diagnosi precoci, la presa in carico delle persone in difficoltà diventano una priorità. Tutto questo se è fatto come si deve nel medio e nel lungo periodo diventa anche un risparmio per lo Stato ma basterebbe la qualità di vita delle persone per giustificare il tutto”, ha concluso Girelli.