25/06/2025 - 18:09

“Ormai la Commissione Bilancio della Camera viene piegata dalla maggioranza a un uso strumentale e difensivo: non più luogo di approfondimento e valutazione tecnica, ma ostacolo pretestuoso per impedire il dibattito parlamentare su proposte scomode per il Governo. È quanto accaduto anche sulla proposta per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, un tema di portata strategica che meriterebbe un confronto serio e trasparente nelle sedi competenti”. Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio alla Camera. “Non è la prima volta che la destra sceglie la scorciatoia procedurale pur di non affrontare nel merito le iniziative dell’opposizione. Stavolta, però, si è superato ogni limite: non solo si blocca la discussione di una proposta innovativa e concreta, ma si negano perfino i passaggi interlocutori per approfondire il testo. È una distorsione inaccettabile del ruolo delle istituzioni parlamentari e un segnale preoccupante di debolezza politica.”

25/06/2025 - 17:46

“Dopo il salario minimo, la destra vuole fare secca anche la proposta sulla riduzione dell’orario di lavoro promossa dalle opposizioni. Oggi in commissione Bilancio hanno di nuovo accampato la scusa delle coperture, addirittura motivando in maniera del tutto falsa e infondata che il fondo per gli incentivi alle imprese per la settimana corta investiva anche il settore pubblico e non aveva un tetto di spesa. Non sanno nemmeno leggere gli articoli di una legge. Sono in difficoltà e dunque, anziché discutere nel merito le proposte che allargano i diritti dei lavoratori, decidono di cancellarle. Continueremo la nostra battaglia in Aula dove dovranno dire davanti al Paese perché sono contrari alla sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario come in tutti gli altri Paesi europei”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

25/06/2025 - 17:21

“L’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale rendono possibile produrre le stesse cose con meno lavoro. La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario permetterebbe di distribuirne i vantaggi su tutta la comunità. Questo è il senso della proposta di legge presentata da Pd, M5s e Avs, che favorisce l ‘introduzione di questa riduzione su base contrattuale.
La destra si oppone? No, non ne ha il coraggio. In spregio ad ogni regola democratica cerca di usare la commissione bilancio per liquidare la proposta delle opposizioni, invece di contrastarla, nel merito, in commissione o in aula. Lo fanno sempre con le proposte dell’opposizione, ma oggi hanno voluto strafare, negando anche il ricorso ad alcuni chiarimenti che sempre si accettano per i provvedimenti della maggioranza. Non saranno queste prove di forza, dettate da arroganza e viltà, a fermare una battaglia assolutamente ineludibile” così la responsabile nazionale lavoro del Pd, la deputata democratica, Maria Cecilia Guerra.

 

25/06/2025 - 17:04

“Di fronte al dramma di 7 milioni di bambini, di cui uno su dieci non riesce ad accedere ai centri estivi e a quello di 360mila bambini con disabilità che non riescono ad accedere in nessun altro luogo di inclusione, la risposta imbarazzante del governo è 'ci penseremo dopo l'estate'. La ministra Locatelli continua con il solito scaricabarile, francamente inaccettabile. Questo governo è in carica da tre anni e non può dare ogni volta la colpa a qualcun altro. Sui centri estivi ci viene a dire che la responsabilità è degli enti locali che gestiscono male i 60 milioni del fondo a disposizione, ma ovviamente omette che, in bilancio, il suo governo ha tagliato 7 miliardi agli stessi enti locali e 400 milioni alle politiche per la disabilità”. Lo dice il deputato Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali, in replica alla ministra Locatelli durante il Question time alla Camera.

“La ministra si vanta della concessione di 60 milioni totali? Conti alla mano sono 8 euro per minore e lo si fa dimezzando il fondo precedente, quello istituito nel 2020, che prevedeva 150 milioni”, continua Furfaro. “Servono misure concrete ora, non dopo l'estate. Questo governo, invece, sta creando un'Italia classista e continua a non assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Ogni bambino ha diritto di crescere e ogni famiglia ha il diritto di non sentirsi sola, quando chi governa fa finta che non esista”, conclude Furfaro.

 

25/06/2025 - 13:50

“Il governo aveva illuso il Paese: l’Italia, dicevano, avrebbe avuto voce in capitolo sui dazi USA. Oggi Giorgetti ammette che non si punta al miglior risultato, ma ci si accontenta: “Meglio un compromesso dell’incertezza”, dice il ministro dell’economia. Ma la verità è un’altra: sui dazi commerciali la competenza è esclusiva dell’Unione Europea, non dei singoli Stati. L’Italia non tratta con Washington, lo fa Bruxelles. Eppure il governo ha preferito vendere propaganda, fingendo di contare qualcosa dove non può nemmeno sedersi al tavolo. Ora, con Trump che attacca apertamente l’Europa, il governo Meloni si piega. Accetta condizioni al ribasso, senza nemmeno provare a difendere le imprese italiane. È il solito copione: retorica sovranista in patria, subalternità totale all’estero e il costo ricadrà sui cittadini che vedranno lievitare i prezzi e comprimere il potere d’acquisto” così il capogruppo democratico in commissione bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.

24/06/2025 - 15:34

“Il governo Meloni ha un evidente problema di liquidità. Gli esponenti del centrodestra possono raccontare quello che vogliono, ma le carte parlano chiaro e confermano quanto denunciamo da mesi: sono i Comuni, le comunità locali, le piccole imprese e i cittadini a pagare le scelte di questo esecutivo.

Lo dimostrano almeno cinque fatti concreti:

1) Il Fondo di solidarietà comunale per il 2025 non è stato versato per intero. Il ministero dell’Interno, con nota ufficiale del 12 giugno, ha ammesso che non c’erano fondi sufficienti in cassa, e ha rinviato a data da destinarsi il saldo residuo. Se davvero mancano 'solo' 71 milioni, come qualcuno tenta di minimizzare, la cosa è ancora più grave: vuol dire che neppure quelle somme irrisorie sono disponibili. 2) Il bando per i piccoli comuni, previsto dall’art. 1, comma 563, della Legge di Bilancio 2023, è bloccato da quasi un anno. La graduatoria è stata pubblicata il 4 agosto 2024, ma nessuno dei Comuni beneficiari ha ricevuto alcuna comunicazione, né tantomeno le risorse. Tra questi, numerosi piccoli Comuni sardi, oggi lasciati nell’incertezza. 3) Il definanziamento delle opere comunali già appaltate ma senza contratto firmato entro il 31 dicembre 2024 è un altro indizio evidente della necessità di rastrellare risorse a danno degli enti locali. Un’interpretazione restrittiva della delibera CIPESS sta penalizzando anche Comuni che avevano già concluso le procedure di gara. 4) A tutto ciò si aggiunge il taglio di 1,6 miliardi alle Province, che aggrava ulteriormente la condizione degli enti territoriali, con effetti negativi sui servizi locali. 5) Infine, il ridimensionamento del PNRR su asili nido e case della salute, per dirottare fondi verso le grandi aziende di Stato, completa un disegno preciso: fare cassa sacrificando i territori. Tre indizi fanno una prova. Qui siamo già a cinque".

Così il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio.

"A fronte di tutto questo - conclude Lai - stupisce l’atteggiamento di esponenti del centrodestra pronti a difendere a spada tratta l’operato del governo. Prima di lanciarsi in arringhe d’ufficio, dovrebbe avere l’umiltà di leggere i documenti ufficiali. Si accorgerebbero che la cassa langue, e che le promesse verso i piccoli Comuni sono rimaste senza risorse e senza risposte. Il resto sono chiacchiere. E noi non ci stiamo".

 

23/06/2025 - 17:34

“Presenterò nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare urgente per verificare se corrisponda al vero quanto sta emergendo in queste ore, ovvero la possibile revoca dei finanziamenti del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021–2027 ai Comuni per interventi già appaltati ma non ancora contrattualizzati. Se confermata, si tratterebbe di un fatto gravissimo, che rischia di compromettere opere pubbliche fondamentali per le comunità locali.”

“Appare un rischio sempre più concreto che arrivino ai Comuni — tramite le Regioni — le prime comunicazioni di revoca dei finanziamenti FSC relativi a interventi regolarmente programmati e già appaltati, ma ancora privi della sola firma del contratto. È un fatto che si fonda su un’interpretazione restrittiva della delibera CIPESS n. 79/2021, secondo cui solo la sottoscrizione del contratto costituirebbe l’‘obbligazione giuridicamente vincolante’ (OGV) necessaria a garantire il mantenimento del finanziamento. Ma a nessun Comune o amministrazione locale era stato ufficialmente comunicato che l’unico atto valido sarebbe stato esclusivamente la firma del contratto. Al contrario, in molti casi si riteneva sufficiente l’aggiudicazione definitiva.”

“Questo atto unilaterale da parte dello Stato si somma alle già gravi azioni denunciate in questi giorni sul Fondo di solidarietà comunale, erogato solo parzialmente, e rappresenta un ulteriore colpo all’autonomia e all’operatività dei Comuni. Le amministrazioni locali si trovano ora con opere già appaltate, spesso urgenti e attese dai cittadini, ma bloccate a causa della perdita improvvisa delle risorse necessarie a realizzarle.”

“Il Governo chiarisca subito se intende rimediare a questa situazione inaccettabile e se intende prevedere strumenti straordinari per consentire la prosecuzione dei progetti colpiti. Le comunità locali non possono pagare il prezzo di norme oscure, interpretazioni rigide e mancate comunicazioni da parte dei Ministeri.”
Lo dichiara il deputato PD della Commissione Bilancio, Silvio Lai

 

20/06/2025 - 13:08

“Quanto accaduto lo scorso 12 giugno è di una gravità inaudita. Il Ministero dell’Interno ha ammesso con comunicazione ufficiale che non è stato in grado di erogare per intero la prima rata del Fondo di solidarietà comunale 2025 a causa della mancanza di liquidità dello Stato centrale. A essere versata è stata solo un’anticipazione parziale, il 3 giugno, rinviando a data indefinita il saldo residuo. Questo significa che lo Stato non ha cassa, ma soprattutto che il Governo ha deciso di scaricare le conseguenze della propria inefficienza finanziaria sui Comuni, spesso già in condizioni di sofferenza strutturale, soprattutto nelle aree interne e nelle regioni più fragili, quelli destinatari dei fondi di solidarietà. Non siamo di fronte a un normale ritardo amministrativo, ma a un segnale preoccupante di crisi finanziaria che intacca la propaganda mensile del Mef sulle entrate e sul fabbisogno decrescente. Ma sopratutto rischia di compromettere servizi essenziali a livello locale. I Comuni, primi presìdi di cittadinanza, vengono messi in condizione di non poter programmare la spesa, pagare i fornitori o garantire i servizi ai cittadini”.

Lo dichiara il deputato PD della Commissione Bilancio, Silvio Lai.
“A ciò si aggiunge - prosegue Lai - il blocco dell’erogazione delle risorse previste dall’art. 1, comma 563, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023), destinate a interventi nei piccoli comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. La graduatoria del bando relativo a tali risorse è stata pubblicata il 4 agosto 2024, ma a quasi un anno di distanza nessun trasferimento è stato ancora effettuato. Serve trasparenza e responsabilità. Per questo chiederó, anche con una interrogazione, che il Governo riferisca urgentemente al Parlamento su: quale sia la reale situazione della liquidità statale; quanti altri bandi risultino fermi per motivi analoghi; quali misure intenda adottare per garantire immediatamente le risorse spettanti ai Comuni”.

 

20/06/2025 - 12:59

“Non è semplice, oggi, tracciare un bilancio sullo stato delle riforme della giustizia nel nostro Paese. Non lo è soprattutto se si assume come parametro l’orientamento originario che il Ministro in carica ha inteso assumere all’inizio del suo mandato.
Un tema molto importante a mio avviso da sottolineare è che nessun intervento legislativo è stato fatto dalla attuale maggioranza sul riequilibrio delle prerogative fra parte pubblica e privata nella fase delle indagini preliminari, dove il rischio di abuso delle misure cautelari finora non è stato assolutamente mitigato.
Ci sono ancora molti interrogativi che riguardano le indagini preliminari che restano senza risposta.
E per quanto riguarda i reati, abbiamo visto che sono stati introdotti più di 60 nuovi reati e che l’aumento complessivo delle pene supera i 400 anni di carcere. È evidente che prevale nel governo e nella maggioranza un forte istinto panpenalista piuttosto che delle serie intenzioni di riforma della giustizia verso una giustizia più equa”. Lo ha detto il deputato del Pd, Marco Lacarra, nel corso del dibattito sulla Giustizia organizzato dal Partito Democratico alla Camera.

19/06/2025 - 11:45

“Con l’inizio degli esami di maturità e la fine dell’anno scolastico è tempo di bilanci, ma per il mondo della scuola le notizie non sono buone. Ancora una volta, la destra considera l’istruzione un ambito su cui risparmiare, come dimostrano i tagli alle cattedre in legge di bilancio ed i limiti alla formazione di nuove classi inseriti nell’ultimo decreto PNRR scuola”. Lo dichiara Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera.

“Il ministro Giorgetti – aggiunge l’esponente dem - ha parlato di calo demografico come se fosse una giustificazione per ridurre gli investimenti, quando invece dovrebbe essere un’occasione per rilanciare la scuola: classi meno affollate, sperimentazioni didattiche, ambienti innovativi. E invece, come ai tempi della ministra Gelmini, la scuola torna ad essere lo strumento per fare per i conti pubblici. Il Partito Democratico chiede che la questione educativa diventi una priorità vera, non solo a parole. La denatalità non deve essere un alibi, ma un’opportunità strategica: servono investimenti, non tagli. Per questo chiediamo un confronto ampio con tutte le forze politiche e sociali, come auspicato dallo stesso Giorgetti. Noi ci siamo e siamo pronti a contribuire con proposte serie e costruttive".

“Purtroppo – conclude Manzi – il ministro Valditara mostra ancora una volta una profonda sfiducia verso il mondo scolastico. Pensa agli studenti solo in termini punitivi e guarda con nostalgia ad un passato idealizzato. La scuola ha bisogno dell’esatto opposto: di fiducia, di visione, di un grande patto educativo tra istituzioni, docenti, studenti e famiglie. Solo così si potrà affrontare davvero la sfida del presente e costruire il futuro”.

 

19/06/2025 - 10:22

“L’Italia che emerge dai rapporti dell’Istat e della Caritas è un Paese in forte sofferenza sociale, ben lontano dalla narrazione trionfalistica del governo Meloni. I dati parlano chiaro: 2,2 milioni di persone vivono in povertà assoluta, 5,8 milioni hanno rinunciato a curarsi, e un lavoratore su quattro è povero nonostante abbia un impiego”. Lo dichiara Silvia Roggiani, deputata del Partito Democratico e componente della commissione Bilancio della Camera.

“Di fronte a numeri così drammatici – prosegue l’esponente dem – ci aspetteremmo un governo all’opera per dare risposte concrete. Invece assistiamo all’ennesimo teatrino propagandistico: il centrodestra preferisce raccontare un’Italia che cresce e dove l’occupazione aumenta, ma omette di dire che si tratta spesso di lavori precari, malpagati, insufficienti a garantire una vita dignitosa.

Nel frattempo la maggioranza è impegnata in dibattiti sterili sul terzo mandato e nel coltivare relazioni personali con leader stranieri come Donald Trump. Intanto, il 9 luglio è ormai alle porte e ancora non sappiamo quale sarà l’impatto dei dazi sull’export italiano. Le imprese aspettano risposte, il governo tace”.
“Il Partito Democratico – conclude Roggiani – ha presentato proposte chiare e concrete in Parlamento per affrontare l’emergenza sociale: dal sostegno ai redditi bassi al rafforzamento del sistema sanitario pubblico. Basta propaganda. È ora che chi governa metta al centro la vita reale delle persone, che si confronti con la realtà dei dati e non con la retorica di Palazzo Chigi”.

 

18/06/2025 - 18:14

Oggi, alla Camera dei Deputati, su impulso della segreteria nazionale nell'ambito del contrasto alle diseguaglianze,  Marco Furfaro, e sotto il coordinamento del Presidente per il Reddito Alimentare Leonardo Cecchi, il Partito Democratico ha avviato ufficialmente il tavolo parlamentare permanente sul sovraindebitamento e le fragilità sociali. Al tavolo siedono oltre 50 realtà tra sindacati, associazioni dei consumatori ed enti del Terzo Settore, chiamati a lavorare fianco a fianco con a deputati e senatori per costruire una nuova proposta di legge organica che affronti il tema del sovraindebitamento nel nostro Paese. Presenti al primo incontro la coordinatrice nazionale del partito Marta Bonafoni, la responsabile pubblica amministrazione Stefania Bonaldi, il capogruppo in bilancio Ubaldo Pagano, il capogruppo in ecomafie Stefano Vaccari per i deputati, il deputato della commissione Finanze Claudio Stefanazzi, la presidente dell'intergruppo Economia Sociale Silvia Roggiani, la senatrice Cristina Tajani, vice presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo per i senatori.

"I numeri - spiega Marco Furfaro - parlano chiaro e richiedono risposte strutturali: in Italia oltre 1 milione di cittadini risultano sovraindebitati e milioni di famiglie convivono quotidianamente con situazioni di debito difficilmente sostenibili. Un fenomeno trasversale che produce precarietà lavorativa, esclusione sociale e povertà crescente. È un’emergenza sociale che il legislatore non può più ignorare. Il nuovo tavolo nasce proprio con l’obiettivo di mettere intorno allo stesso tavolo le competenze e le esperienze di chi ogni giorno affronta sul campo le conseguenze di un sistema del credito sempre più sbilanciato. Arriveremo a una nuova proposta di legge che affronti il tema di petto. È una priorità sociale, è una priorità di giustizia. E dobbiamo occuparcene".

 

18/06/2025 - 17:58

“Anziché abbassare le bollette dell’energia, il Governo Meloni continua ad aumentare i costi per famiglie e imprese. Con un emendamento approvato nottetempo nell’ultima legge di bilancio, il Governo ha cancellato le gare previste dalla legge Bersani del 1999 per le concessioni della distribuzione elettrica. Queste concessioni, ora automaticamente rinnovate, non sono più gratuite ma comportano un onere finanziario che le società devono versare allo Stato. Il problema? Questo costo viene riconosciuto dal Governo come investimento infrastrutturale e scaricato direttamente nelle bollette degli italiani. Il Partito Democratico si è fermamente opposto a questa norma, e oggi trova conferma nella relazione annuale dell’ARERA, l’autorità indipendente di regolazione del settore energetico. Nella relazione si legge chiaramente: “L'Autorità ritiene che questa previsione si ponga in contrasto con i principi generali di tariffazione basata su costi efficienti del servizio e che, a tutela degli interessi di utenti e consumatori, risulti dunque opportuno minimizzare, se non annullare, l'impatto dell'onere di rimodulazione in bolletta”. Il decreto del Governo è ora soggetto a parere parlamentare, e in quell’occasione faremo valere la voce dei consumatori, che si oppongono con forza a questo ennesimo aggravio nascosto nelle bollette, voluto dal Governo Meloni” così una nota del vicepresidente della Commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
 

18/06/2025 - 13:55

“Finanziamenti certi per garantire un piano complessivo di interventi per la Via Francigena: un percorso visitato ogni anno da decine di migliaia di pellegrini, provenienti da oltre 50 paesi”. Questo l’obiettivo della proposta di legge depositata a Montecitorio da Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario Dem della Toscana, per recuperare l’antico itinerario che rappresenta non soltanto un volano di sviluppo turistico sostenibile e destagionalizzato ma una vetrina internazionale per le eccellenze enogastronomiche e artigianali del paese, capace inoltre di valorizzare un tessuto umano e sociale ricco di storia, cultura e tradizione.
“Da tempo si parla di inserire la Via Francigena tra i siti Unesco patrimonio dell’Umanità ma manca una normativa organica in materia, per promuovere un coordinamento a livello nazionale capace anche di attirare contributi pubblici e privati. Fino ad oggi si sono infatti susseguiti interventi efficaci (statali, regionali in particolare della Toscana e territoriali) senza però una regia unitaria in grado di mettere realmente in rete e sviluppare il patrimonio diffuso”.
“Recentemente sono arrivate risorse attraverso il fondo per i cammini religiosi, istituito dalla Legge di Bilancio 2022: riteniamo però che la Via Francigena, per storia, cultura e tradizione debba ottenere un riconoscimento peculiare specifico. Una normativa quindi finalizzata a elevare la fruibilità dell'intero itinerario attraverso la corretta manutenzione, la conservazione e il recupero del patrimonio esistente, la messa in sicurezza del tracciato, la valorizzazione di strutture ricettive e un'adeguata informazione promozionale”.
“L'articolo 1 definisce le finalità della legge, stabilendo le modalità di intervento per la salvaguardia e la valorizzazione della Via Francigena. L'articolo 2 sancisce l'istituzione del Fondo annuale mentre l'articolo 3 indica poi le modalità di finanziamento, specificando che saranno le regioni interessate, nel pieno rispetto dell'autonomia e del decentramento amministrativo, a individuare le proposte e le priorità degli interventi. L'articolo 4 promuove progetti di collaborazione fra soggetti pubblici e privati, mentre l'articolo 5 prevede, infine, la copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni della legge pari a 20 milioni di euro l’anno”, conclude Emiliano Fossi.

17/06/2025 - 17:30

“Sembra quasi che lo faccia apposta: quando c’è da assumere una decisione importante, il Ministro Urso non riesce a resistere alla tentazione di optare per la più controversa delle soluzioni. Se, come pare emergere in queste ore, dovesse trovare conferma l’ipotesi della nomina di Gianmaria Sparma a consulente del Ministro, saremmo difronte all’ennesima scelta incomprensibile fatta da Urso, evidentemente molto più interessato a trovare un posto ai suoi amici che a risolvere la questione.”
Così Ubaldo Pagano e Stefano Vaccari, deputati del Partito Democratico, rispettivamente Capogruppo in Commissione Bilancio e Segretario di Presidenza della Camera.
“Non si comprende quali competenze o talenti particolari possa vantare Sparma per assumere un ruolo così decisivo in una fase così delicata, come quella che coinvolge ad esempio l’ex Ilva, visto che l’ex Assessore ed ex dirigente generale della Regione siciliana è noto alle cronache perlopiù per la condanna a 18 mesi per corruzione nell'inchiesta sull'ente di formazione "Ciapi". Incapace di sciogliere i tanti nodi dei dossier sul suo tavolo – concludono i dem – Urso sta trasformando il MIMIT in un centro di riabilitazione. Ma così facendo tradisce il suo mandato e condanna definitivamente tutte le comunità interessate a finire nel dimenticatoio. Una fine che non possiamo tollerare.”

Pagine