“Dalla destra continua l’incomprensibile accanimento verso la Toscana: non vi sarà nessuna risorsa specifica nemmeno per il distretto tessile di Prato, gravemente danneggiato dalle alluvioni. E’ stato infatti bocciato a Montecitorio sia l’emendamento che l’ordine del giorno del Pd al Decreto Made i Italy che avrebbe garantito 3 milioni di euro a sostegno delle imprese del settore”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico della Toscana Emiliano Fossi.
“Nonostante le promesse e le passerelle Giorgia Meloni fino ad oggi non ha stanziato praticamente nessuna risorsa per i danni che ammontano a 3 miliardi di euro; nonostante il Parlamento abbia discusso in queste settimane il Decreto Bollette, il Decreto Anticipi, il Disegno di Legge Made in Italy. In tutti questi provvedimenti abbiamo presentato atti per ottenere risorse ottenendo solo vaghe rassicurazioni. Dell’apposito Decreto Alluvione chiesto al governo oltre un mese fa non c’è traccia; rimane soltanto la Legge di Bilancio. Sarebbe inammissibile che questa destra continuasse a dimenticarsi della Toscana e di migliaia di famiglie ed imprese che hanno perso tutto”: conclude
“Ma in quale pianeta vive Meloni? Su Marte? Come fa a vantarsi di una maggioranza politica ‘seria’ e di un ministro Fitto definito addirittura ‘onnipotente’? La realtà dei dati sul Pnrr è purtroppo impietosa sia sulla spesa per l’anno 2023, che sulle risorse a fondo perduto scomparse per il 2004. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio l'avvio delle gare del Pnrr soffre di ritardi su tutto il territorio nazionale e in particolare nel Mezzogiorno. Sempre l’Upb segnala che le modifiche approvate dalla Commissione europea non coincidono con quelle proposte dal governo la scorsa estate. Se a questo aggiungiamo quanto segnalato dal rapporto Svimez, scopriamo come Fitto continui a nascondere sotto il termine ‘rimodulazione’ tagli importanti alle risorse destinate ai comuni, per gli asili nido, per i progetti di case ed ospedali di comunità. La presidente del Consiglio deve avere il coraggio di dire la verità al Paese”.
Lo dichiara il capogruppo del Pd in commissione Affari europei della Camera, Piero De Luca.
Anche oggi Meloni mente: il Pnrr nelle mani del Ministro Fitto continua a riservare drammatiche soprese. Nella relazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio si parla di 4,6 miliardi di euro a fondo perduto – che cioè non dovremo restituire all’Europa – scomparsi dall’ultima rimodulazione.
Cioè il governo non sa far spendere un tesoro che viene dall’Europa che avrebbe potuto essere la vera svolta per la ripresa del paese, che avrebbe potuto far recuperare al Mezzogiorno ritardi storici e al tempo stesso dare ossigeno a migliaia di piccole imprese.
Invece, siccome non si è messo in condizione chi poteva spendere di poterlo fare, quei soldi che corrispondono, per fare un solo e drammatico esempio, a quanto chiesto da regioni e ministero per la sanità pubblica ormai al collasso, non verranno erogati. E peggio, per far quadrare i conti bisognerà fare nuovo debito, mettere nuove tasse o tagliare spese.
Ieri contro i lavoratori poveri, oggi contro le imprese: non c’è giorno che passa senza una prova di incapacità ed egoismo del governo Meloni.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"L’audizione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato effettuata questa mattina in bicamerale insularità ha confermato, se fosse stato ancora necessario, che sul caro voli il Governo si muove al buio e i tempi per un intervento concreto saranno lunghi". Cosi il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio e vicepresidente della commissione insularità. “Ad agosto il Governo Meloni, propagandisticamente, pretendeva di imporre un tetto tariffario in contrasto con le regole europee tanto che il ministro Urso ha dovuto fare marcia indietro, ripiegando su una indagine conoscitiva dell’Autorità Garante della Concorrenza che terminerà il 31 dicembre 2024. Comunque rispetto ai possibili comportamenti anomali delle compagnie aeree l’Autorità Garante su segnalazione delle associazioni dei consumatori e della “sola” Regione Siciliana (assente la Regione Sardegna che non avrebbe fatto segnalazioni), per i prezzi del periodo natalizio 2022, non ha riscontrato “una concertazione illecita tra i vettori aerei” coinvolti ovvero EasyJet, Ryanair, ITA e Wizzair.”
“Così gli interventi a favore dei cittadini e per regolare le azioni delle compagnie aeree potrebbero vedere la luce solo nel 2025, mentre invece sono assolutamente urgenti. Per questo come PD abbiamo chiesto di anticipare i tempi dell’indagine e valutare la possibilità di introdurre per le isole condizioni ai vettori in merito alle condizioni di utilizzo degli slot negli aeroporti di Sardegna e Sicilia. Inoltre va tutelato - è stato detto all’autorità in sede di audizione - il diritto dei cittadini anche rispetto a quelle compagnie che volando in continuità territoriale bloccano la vendita dei biglietti delle tratte con oneri di servizio tre ore prima della partenza del volo, un tempo eccessivo che impedisce di garantire un vero diritto alla continuità considerato che tra un volo e l’altro passano diverse ore”.
“Il segretario della Lega Salvini si produce oggi in una lettera al Corriere della Sera che rientra nella categoria della sceneggiata napoletana, degna dei migliori palcoscenici, nella quale piange l’esclusione dei suoi partiti preferiti in Europa dal novero delle forze che guidano la Ue chiedendone i motivi. Il silenzio imbarazzato della premier dice più di tante risposte, ma di fronte agli alleati in Europa il silenzio non sarà sufficiente. Forse perché si tratta di partiti dichiaratamente razzisti? Forse perché dichiaratamente nazionalisti propagandano la cancellazione dell’Euro e la riduzione dell’Europa a una rappresentazione geografica? Forse perché alcuni sono persino dichiaratamente neonazisti e neofascisti? Per partecipare al governo di un’istituzione bisogna riconoscerne la funzione e l’utilità, non dichiarare la volontà di distruggerla. Basterebbe questo, se non fosse che ogni volta che razzismo e nazionalismo hanno prevalso o prevalgono dalla pace si passa alla guerra. È la lezione delle guerre del XIX secolo come di quelle più vicine a noi in Ucraina e in Israele. La pace, lo sviluppo e la crescita richiedono unione e integrazione. I nazionalismi portano solo divisioni, povertà e guerre. Lo spieghi la Meloni al suo vicepremier Salvini, che quella compagnia di giro è dannosa per gli interessi italiani oltre che antistorica e immorale”.
Lo dichiara il deputato PD Silvio Lai della commissione Bilancio della Camera.
La premier prova a contrastare la concorrenza della Lega di Salvini sul tema dei migranti.
“Con la discussione in Consiglio dei Ministri di oggi iniziano a venire al pettine tutti i problemi del Protocollo con l'Albania sui migranti. Prima il governo è stato costretto ad ammettere che fosse necessario passare dal voto del Parlamento per la ratifica, smentendo così importanti esponenti della maggioranza che lo negavano e dovendo riconoscere che avevano ragione il Partito Democratico e tutte le opposizioni che lo chiedevano a gran voce. Adesso iniziano le note dolenti dei costi. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri c'è una prima stima che prevede che servano centinaia di milioni di euro. Soldi che vengono letteralmente buttati nel cestino inutilmente. E che si potrebbero risparmiare evitando un'operazione di pura propaganda di un governo che deve fare i conti con il clamoroso fallimento della gestione dell'immigrazione. Fare in Albania quello che si dovrebbe fare in Italia non risolve nessun problema e costa, come è ovvio, immensamente di più. Il tutto mentre è in discussione una Legge di Bilancio la cui parola d'ordine è che la “coperta è corta’ e che toglie a chi più ha bisogno. È l'ennesima operazione propagandistica della Presidente Meloni che prova a contrastare la concorrenza della Lega di Salvini sul tema dei migranti. Una campagna elettorale pagata dagli italiani e dalle italiane”. Così il deputato dem Matteo Mauri, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
“Come ti maltratto la Costituzione. Si è consumato oggi alla Camera l’ennesimo atto di prevaricazione antidemocratica che rende la commissione Bilancio, che dovrebbe essere strumento di garanzia nei lavori parlamentari, un pupazzo nelle mani della maggioranza e del governo. Maggioranza e governo hanno sostituito la proposta di legge delle minoranze sul salario minimo con una delega al governo infarcita, come al solito, da promesse di incentivi, palesemente non coperti, in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione. Ma la commissione Bilancio e il governo dicono che va bene così, basta ricorrere ad alcuni artifici. Ve ne racconto uno: all’art. 1, c.2, lettera d) dell’emendamento della maggioranza la previsione di “strumenti di incentivazione atti a favorire il progressivo sviluppo…ecc.” è priva di copertura, ma se la scriviamo come previsione di “strumenti volti a favorire il progressivo sviluppo …ecc.” diventa miracolosamente coperta. Spudoratamente umiliante”. Lo dichiara la deputata democratica Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro Pd.
“Le mareggiate che hanno colpito nei giorni scorsi la Costa tirrenica, ed in particolare la Toscana, distruggendo litorali e allagando i centri abitati, rientrano tra i fenomeni estremi causati dai cambiamenti climatici. Non sono purtroppo eventi isolati ma episodi che si stanno registrando sempre con maggiore frequenza. E’ evidente che misure efficaci di prevenzione siano indispensabili e che interventi tampone o realizzati secondo parametri di sicurezza del passato non siano oggi sufficienti. Occorrono norme e soprattutto risorse nazionali. Il governo deve adottare rapidamente il Piano Nazionale di adattamento climatico (Pnacc) che rappresenta lo strumento di indirizzo per la pianificazione e l’attuazione delle azioni di adattamento più efficaci nel territorio italiano, in relazione alle criticità riscontrate, e per l’integrazione dei criteri di adattamento nelle procedure e negli strumenti di pianificazione esistenti”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente.
“Purtroppo - ha concluso Simiani - Giorgia Meloni, come anche recentemente alla Cop 28, sta continuando a sminuire una situazione che sta diventando sempre più insostenibile. La Legge di Bilancio non prevede nulla infatti a favore della difesa del territorio, per la prevenzione e la mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici: questa destra irresponsabile sta sottovalutando un problema enorme che riguarda non solo il futuro ma anche il presente”.
“Dal dipartimento sport del Partito Democratico, in occasione del primo evento nazionale “Diritto allo sport!” svoltosi oggi a Prato, viene pressante la richiesta di risorse, con emendamenti alla legge di bilancio, per società sportive a sostegno dell’impatto della riforma del lavoro sportivo, e un fondo dedicato per il ripristino degli impianti nelle zone alluvionate. Inoltre, una proposta di legge per il pieno utilizzo delle palestre scolastiche per le società sportive in orario extracurricolare, il credito di imposta come strumento per far emergere e normare le iper-fatturazioni per sponsorizzazioni e, presto, il deposito di una proposta di legge per la riforma del sistema elettorale delle federazioni sportive”.
Così Mauro Berruto, responsabile Sport del Pd
“Quando era all’opposizione Giorgia Meloni non perdeva occasione per criticare con violenza e demagogia i rari click day effettuati, oggi che è al governo non fa che promuoverne. Qui però non è in gioco soltanto la continua incoerenza della Premier ma i diritti di milioni di cittadini che per poter accedere ai benefici previsti dalla legge devono continuamente tentare la fortuna come successo oggi per il bonus trasporti. Promuovere il servizio pubblico, anche attraverso risorse capaci di calmierare i prezzi, rappresenta una opportunità fondamentale per elevare la qualità della vita, proteggere l’ambiente e salvaguardare le tasche degli italiani. Tutto il contrario di ciò che sta facendo la destra. Il Partito Democratico presenterà nella Legge di Bilancio emendamenti per rendere strutturale il bonus trasporti”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani.
“Vogliamo sapere dal Ministro Salvini se conferma che le risorse sottratte alla realizzazione della chiusura dell’anello ferroviario di Roma, in particolare nel tracciato che collega Vigna Clara a Tor di Quinto, siano state effettivamente riassegnate per il 2024, in modo da evitare che la Capitale del nostro Paese, oltre ad altre importanti realtà, venga gravemente danneggiata dalle scelte del Governo”. È la richiesta dell'interrogazione presentata dai parlamentari del Partito Democratico Andrea Casu, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut, Matteo Orfini e Nicola Zingaretti al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
“La chiusura dell’Anello ferroviario di Roma è un’opera di grande importanza per tutto il sistema della mobilità della Capitale. Nell’ambito della rimodulazione degli interventi del PNRR il Ministero delle Infrastrutture ha presentato al CIPE un pacchetto di modifiche che riguardano interventi per i quali lo stato di avanzamento attuale non consente di bandire le gare entro il 2023; tra questi la linea ferroviaria Roma-Pescara nella tratta interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara e Sulmona-Avezzano, il raddoppio della Falconara-Orte, e, appunto, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma. Secondo quanto annunciato alla stampa dal Ministro delle infrastrutture negli scorsi mesi le risorse rimodulate nel 2023 dovrebbero essere riassegnate per il 2024. Attraverso la nostra interrogazione vogliamo sapere con certezza se tali opere siano state effettivamente rifinanziate con il nuovo Bilancio”.
“Nel click day per il Bonus trasporti solo una parte di richieste e' giunta a buon fine, tante le persone rimaste in attesa si sono trovate di nuovo di fronte ai fondi già finiti. L’ennesima presa in giro del Governo, che invece di stanziare finanziamenti spot che svaniscono nel giro di poche ore, deve trovare il modo per rendere strutturale questa misura. Bisogna inserire fondi organici affinché chi va a scuola e a lavoro e si sposta con i mezzi pubblici abbia la possibilità di farlo senza gravare ulteriormente su un bilancio familiare messo a dura prova dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Il bonus trasporti non deve essere un diritto per i più veloci, per chi clicca prima, ma deve essere garantito a tutti quei cittadini, studenti e lavoratori che hanno bisogno di spostarsi con i mezzi per andare a lavoro e a scuola
Occorre farlo stanziando i fondi necessari e allargando la misura alle famiglie al di sotto dei 35.000 euro di reddito come accadeva fino al 2022. Oggi una nuova brutta figura del Governo che ha dimostrato di non considerare la mobilità dei cittadini un obiettivo da sostenere con i fatti”. Lo dichiara Valentina Ghio vicecapogruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio.
“Il sottosegretario Mazzi, chiaramente inconsapevole delle cose di cui si dovrebbe occupare, emana una nota ridicolmente trionfalistica in cui dimostra solo la sua totale malafede”. Lo dichiara il deputato democratico Matteo Orfini.
“Intanto occorre ricordare – spiega Orfini - che se c'è una norma sulla discontinuità non è certo grazie a questo governo. E se ci sono 100 milioni da spendere per la discontinuità è grazie a un emendamento a mia prima firma nella passata legge di bilancio, quando Mazzi e il suo ministro si erano completamente disinteressati -a proposito di inerzia- di mettere delle risorse per i lavoratori del settore.
Se oggi il governo è costretto a correre – continua - è perché rischia di perdere quelle risorse, non avendo fatto assolutamente nulla per 11 mesi. Oggi propone una misura spot che tradisce lo spirito della norma sulla indennità di discontinuità e che è esattamente l'opposto di quello che chiedono lavoratori e lavoratrici.
Si offre un bonus, non la attesa riforma. Che Mazzi e Sangiuliano disprezzino i diritti di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo ormai è evidente – conclude il deputato democratico -. Potrebbero almeno risparmiarci l'arroganza sciocca e offensiva di queste dichiarazioni”.
“Il rapporto di Save the Children diffuso stamattina indica chiaramente, per l'ennesima volta, che in Italia c'è un problema di povertà educativa e povertà alimentare. I dati di questa mattina ci raccontano la necessità di interventi progressivi che arrivino poi al riconoscimento della mensa come un servizio pubblico essenziale da garantire uniformemente su scala nazionale. Un primo, significativo passo, sarebbe l'approvazione alla prossima Legge di Bilancio, di un emendamento che il Gruppo del Partito Democratico al Senato ha presentato, raccogliendo le sollecitazioni emerse anche questa mattina, proprio per costituire un fondo a contrasto della povertà alimentare a scuola da destinare ai Comuni, a favore di quelle famiglie che nel corso dell'anno scolastico non riescono a provvedere al pagamento delle rette previste per la fruizione del servizio di ristorazione scolastica ai propri bambini e alle proprie bambine. La mensa è un'occasione di socialità per i bambini e la garanzia di un pasto equilibrato e sano al giorno, è un'opportunità anche per implementare quello che è il servizio del tempo pieno a scuola. Può essere davvero un grande strumento di sostegno e di contrasto alla povertà alimentare e alla povertà educativa”. Così la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura e responsabile Scuola del Partito Democratico, durante la presentazione del policy paper di Save the Children e dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani "Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze" diffuso in occasione di un evento di presentazione alla Camera dei Deputati.
Un nuovo fallimento per il governo Meloni
Tariffe alle stelle per i voli da e per la Sardegna durante le festività natalizie. Aumenti indiscriminati che visti i prezzi, fino a 1500 euro andata e ritorno, non consentiranno a molte famiglie di riunirsi vista l’impossibilità di poter disporre di cifre così importanti che, verso altri luoghi, ricomprenderebbero anche vitto e alloggio per più giorni.
Da tempo segnalo questa aberrante situazione sia all’autorità garante e sia al parlamento e al governo attraverso missive ed interrogazioni. Nulla fino ad ora è successo e men che mai un impegno diretto della Giunta regionale della Sardegna che si limita alla consueta fiera della lamentazione senza assumere iniziative conseguenti sul piano istituzionale. D’altronde il presidente della Regione e il ministro dei traporti sono sodali di partito e verrebbe da pensare che il presidente Solinas non voglia disturbare il manovratore Salvini pur di portare a casa la ricandidatura in regione.
Per di più il Ministro Urso, dopo il flop di agosto, aveva avuto l’ardire di comunicare che avrebbe dotato l’autorità della concorrenza di nuovi poteri. Come al solito il Governo è bravo solo a chiacchiere e i cittadini li lascia a piedi, nel vero senso della parola. Come per le banche e le grandi aziende, anche nel caso delle compagnie aeree il Governo fa il debole con i forti e il forte con i poveri. Anche su questo nessun risultato, sardi e siciliani lasciati soli e isolati. Il turismo e le vacanze gli italiani le faranno in altri luoghi e molte famiglie non potranno ritrovarsi per trascorrere qualche giornata di festa e serenità.
Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai, della commissione bilancio della Camera.