“L’extra deficit sul Superbonus, che causerà la procedura di infrazione Ue per disavanzo eccessivo, è totalmente da imputare al Governo Meloni che invece di gestire un’uscita ordinata e garantire una rimodulazione graduale degli incentivi, con la Legge di Bilancio ha chiuso in tutta fretta i rubinetti allargando le maglie delle detrazioni e favorendo una corsa contro il tempo per non perdere i benefici. Sono i dati Enea a certificare questa situazione: dal 31 marzo 2023 al 31 marzo 2024 le detrazioni maturate, e quindi gli oneri dello Stato sono passati da 63 a 122 miliardi. I silenzi imbarazzati del Ministro Giorgetti ieri alla presentazione del Def sono eloquenti così come le accuse infondate alla Ragioneria dello Stato dei giorni scorsi. Non solo il 110 è stato utilizzato fino ad ora come alibi dalla destra per non realizzare le fantomatiche promesse elettorali, ma scopriamo addirittura che sono stati proprio gli errori della maggioranza a penalizzare gli italiani che si troveranno senza incentivi edilizi efficaci, con il Pil in picchiata libera e con un debito che impedisce investimenti e crescita. è quanto riporta una nota congiunta di Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Bilancio di Montecitorio.
Obbligatorio corrispondere stesso trattamento economico e normativo
In commissione Bilancio alla Camera è stato approvato l’emendamento al Dl Pnrr quater del Partito Democratico, il 29.19, che stabilisce che “al personale impiegato nell’appalto di opere o servizi e nel subappalto è corrisposto un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto e del subappalto”.
“La maggioranza in Commissione Bilancio ha bocciato l’emendamento soppressivo dell’articolo 6 del provvedimento sul Pnrr, che in tema di valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità istituisce la figura del commissario straordinario. Si tratta di un inaccettabile spreco di risorse, rispetto alla gestione di una misura che è stata completamente definanziata e depotenziata dalla destra. Il Governo prima ha tagliato i 300 milioni di euro del Pnrr destinati ai beni confiscati e poi ha rifinanziato le risorse ma recuperandole attraverso altri ulteriori tagli a fondi già attivi. La realtà è che la maggioranza non ha nessuna volontà di rafforzare questo strumento di lotta alle mafie. Per questo dopo un confronto con l’associazione Libera, come Pd ho presentato un pacchetto di emendamenti per stanziare maggiori risorse in minore tempo ed evitando sprechi che non servono a nulla. Ma il Governo invece che aumentare le risorse per la valorizzazione dei beni confiscati, ha deciso di aggiungere un inutile struttura che avrà come unica conseguenza quella di aumentare le spese”.
Così la deputata Pd Silvia Roggiani, membro della Commissione Bilancio della Camera.
Delegazione deputati Pd al presidio dei sindacati alla Regione Lazio
Stamattina una delegazione del gruppo parlamentare del Pd partecipa al presidio dei sindacati davanti alla Regione Lazio per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro. Saranno presenti Chiara Braga, Arturo Scotto, Roberto Speranza, Andrea Orlando, Andrea Casu, Marco Sarracino e la coordinatrice della segreteria del Pd, Marta Bonafoni in rappresentanza di tutti i parlamentari democratici impegnati in queste ore in commissione bilancio alla Camera a discutere il decreto Pnrr dove il Pd ha presentato un pacchetto di emendamenti per rafforzare la normativa sulla sicurezza sul lavoro.
“Non si può morire di lavoro, la sicurezza deve essere al primo posto dell'agenda politica. Al ministro Calderone chiediamo di passare dalle parole ai fatti e quindi di dare parere favorevole al nostro pacchetto di emendamenti sulla sicurezza sul lavoro al decreto Pnrr”, concludono i democratici.
In commissione bilancio i parlamentari della destra hanno confermato il taglio di 5 miliardi del FSC per la copertura delle misure tolte dal PNRR. Non solo. Hanno anche respinto gli emendamenti presentati a mia firma che intendevano reintegrare le risorse, così come quelli che puntavano a mettere in sicurezza gli FSC scongiurando ulteriori decurtazioni. Non sappiamo con quale coraggio i parlamentari della maggioranza, ed in particolare quelli eletti nel Mezzogiorno, possano presentarsi al cospetto di queste comunità dopo aver avallato l’ennesimo taglio ai nostri territori, privando i cittadini del sud di risorse destinate a infrastrutture, scuole, reti idriche e altre opere importanti. Riteniamo questo taglio un inaccettabile atto di prepotenza a danno delle comunità più fragili del paese” così il deputato democratico, responsabile Mezzogiorno del Pd, Marco Sarracino.
A chiedere un impegno formale per tutelare il servizio sanitario nazionale è stato il presidente della conferenza delle Regioni Fedriga, esponente di punta della Lega e della maggioranza. Non lo hanno ascoltato e oggi in commissione Bilancio hanno bocciato tutti gli emendamenti del Pd per ripristinare i tagli alla sanità nel Pnrr. 1,2 miliardi per l’edilizia, la realizzazione di ospedali o case della salute, molte delle quali già programmate e in via di realizzazione. Incapaci di gestire il piano di ripresa e resilienza, è un eterno gioco ad incastri che rinnovano ogni volta che scoprono un buco. E intanto vanno in fumo progetti importanti e smontano un altro pezzo di welfare che è l’unica salvezza per milioni di cittadini.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Ancora una volta avete salvato la ministra Santanché”
Il governo non ci ha fornito un dato, nemmeno un numero sull'utilizzo improprio della cassa straordinaria Covid. E allora li forniamo noi. Perché secondo uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio, nell'anno 2020 l'illecita fruizione della cassa Covid avrebbe riguardato una percentuale di ore stimate al 27% del totale di quelle autorizzate, corrispondenti a circa 2,7 miliardi di euro di spesa che si sarebbe potuta risparmiare in presenza di comportamenti corretti. Il 27% del totale è stato oggetto di truffa, di appropriazione indebita. Parliamo di quasi 3 miliardi di euro che in una condizione difficile per le finanze pubbliche fanno anche un po' comodo. La maggioranza stessa ha approvato l'8 giugno del 2023 un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico dove partendo dal caso Visibilia, che ha un nome e cognome ministra Daniela Santanchè, impegnava il governo a fare tutte le verifiche necessarie a recuperare le risorse e a sanzionare quelli che avevano truffato. È passato quasi un anno da allora e non ci avete dato nessuna risposta perché questo capitolo non lo volete toccare. Chi tocca quei fili, muore evidentemente. Perché i legami all'interno della maggioranza, dentro il governo e dentro il partito più grande di questo Paese al momento sono troppo solidi, sono legami ministeriali, ma sono legami anche con alte cariche dello Stato e dunque ancora una volta avete salvato la ministra Santanchè.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio, replicando al governo in Aula durante il question time.
“Confermati i tagli al sistema sanitario. La maggioranza con il placet del governo ha bocciato i nostri emendamenti al Pnrr che, coerentemente a quanto richiesto dalla Conferenza dei presidenti di Regione, prevedevano l’abrogazione della norma che cancella dal Pnrr la misura “verso un ospedale sicuro”. Siamo davanti a un incomprensibile e scellerato attacco al sistema sanitario che avrà effetti pesanti sulle casse regionali visto che molte regioni, come è stato ribadito in commissione, hanno già attivato la programmazione e sviluppato rilevanti progetti di edilizia sanitaria che sono in avanzato stato di definizione”. Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra, Silvio Lai, Claudio Mancini e Silvia Roggiani.
Bocciato il nostro pacchetto di emendamenti
“Bocciando il nostro pacchetto di emendamenti sulla sanità al Dl Pnrr quater, la maggioranza di destra si è assunta la responsabilità piena di bloccare la riqualificazione antisismica e tecnologica di tutto il nostro patrimonio ospedaliero. Viene confermato il taglio da un miliardo e 200 milioni previsti per i progetti ‘Ospedale sicuro’ contenuti nel Piano nazionale complementare, nonostante tutte le Regioni, sia quelle governate dal centrosinistra che quelle governate dal centrodestra, siano sul piede di guerra contro questa drammatica sforbiciata alle risorse già stanziate. Il governo si ostina a dire che non si tratta di un taglio, ma solo di un diverso finanziamento. Ma non è vero. Lo hanno spiegato bene tutti i presidenti di Regione, anche quelli del centrodestra, oltre all'Ufficio Parlamentare di Bilancio e, soprattutto, i documenti dello stesso governo. Nonostante la bocciatura della Corte dei Conti e le critiche della stessa Forza Italia, la maggioranza ed il governo hanno invece votato contro i nostri emendamenti. Un taglio che peggiora il già gravissimo sotto finanziamento della sanità di cui il governo si è reso responsabile ignorando le liste d’attesa che impediscono le cure, le enormi carenze di personale e la riduzione delle risorse causate dall’inflazione”.Così i deputati democratici della commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, Maria Cecilia Guerra e Silvia Roggiani.
"Chiediamo al ministro del Lavoro quali iniziative sono state intraprese nei confronti di società che hanno impropriamente usufruito della cassa Covid, prima fra tutte la società che fa capo alla ministra del Turismo Santanchè, la Visibilia Editore, società fra l'altro anche quotata in Borsa, rispetto alla quale la procura di Milano ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (415 bis) nei confronti della ministra Daniela Santanchè e di altre quattro persone: due fisiche e due giuridiche; chiediamo anche quante risorse al momento siano state recuperate". Così un question time del Pd, che verrà discusso oggi in Aula di Montecitorio, a prima firma Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"La cassa Covid - spiegano i deputati dem - secondo uno studio dell'ufficio parlamentare di bilancio nell'anno 2020, avrebbe riguardato una percentuale di ore stimate al 27 per cento del totale di quelle autorizzate, corrispondenti a circa 2,7 miliardi di euro di spesa che si sarebbe potuta risparmiare in presenza di comportamenti corretti. Lo stesso Ministro dell’economia e delle finanze ha recentemente evidenziato le difficoltà di bilancio in vista della definizione del DEF, tanto che nella recente audizione parlamentare ha previsto come certa la raccomandazione della Commissione europea al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro come di diversi altri Paesi; anche alla luce di tali evidenze, appare necessario provvedere con la massima sollecitudine al recupero delle risorse impropriamente percepite per la cassa Covid".
“Su lavoro e sanità il governo resta lontano, lontanissimo dai bisogni dei cittadini. Il confronto di questa mattina con il ministro Fitto è stato un altro buco nell’acqua, salvo la parziale retromarcia fatta in tema di minimi salariali per i lavoratori di appalti e subappalti di opere e servizi. Solo su questa questione, infatti, registriamo una timida apertura alle richieste del Pd e delle altre forze di opposizione per tornare al criterio dei contratti più rappresentativi invece che a quelli maggiormente applicati, come invece era stato inizialmente previsto. Una scelta, quella del governo Meloni, apparsa subito in totale contrasto con la realtà dei fatti di un mondo del lavoro sempre più preda di precarietà e stipendi da fame. Per fortuna gli aspetti più pericolosi della norma vengono sanati, sebbene in modo ancora insufficiente rispetto alle soluzioni organiche che avevamo proposto”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera.
“In tema di sanità, poi - aggiunge - l’incontro di oggi certifica ciò che abbiamo sostenuto dal primo momento: i vorticosi spostamenti di risorse voluti da Fitto sono stati tutt’altro che indolore, visto che a conti fatti alle Regioni mancano 1,2 miliardi di euro per finanziare la sanità pubblica. Rispetto a questo taglio non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Il governo continua a prendere tempo e c’è solo da sperare che, se verrà trovata, la toppa non sia peggiore del buco. Permangono forti perplessità anche sulla questione della cessione di quote di Pago PA. Il ministro chiede tempo per ‘ulteriori riflessioni’ ma il problema è alla radice: siamo sicuri che questa operazione non sia in totale contrasto con le norme antitrust e con il rispetto degli obiettivi del Pnrr? Il sospetto - conclude - è che queste operazioni selvagge di privatizzazione siano solo il mezzo più rapido per sopperire all’incapacità di questo governo di garantire la crescita senza amputare lo Stato sociale”.
“La mancata definizione all’interno del Def di quali saranno le linee guida dell’azione del governo in tema di deficit e debito testimoniano come l’esecutivo Meloni vada avanti a fari spenti, mettendo a rischio il futuro del Paese. Nascondersi dietro a un semplice quadro tendenziale senza quantificare risorse e dotazioni economiche non solo è da irresponsabili, ma lascerebbe anche nell’incertezza le famiglie e le imprese italiane. Probabilmente, ancora una volta, si mette davanti l’esigenza della propaganda, ancor di più alla vigilia delle elezioni europee, che una seria riflessione su quali siano le scelte migliori per l’Italia”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
Un altro primato negativo del governo Meloni: sarà il primo a non presentare nel Def gli obiettivi programmatici su deficit e debito. Insomma non ci dirà come pensa di affrontare la prossima legge di bilancio, non ci dirà come far quadrare i conti. E non lo dirà perché avendo fatto in modo irresponsabile l’ultima legge di bilancio, nella prossima sarà costretto a tagli e sacrifici. E non ha alcuna intenzione di anticiparli prima delle elezioni europee.
Sono degli irresponsabili: non si gioca coi conti pubblici. Meloni e Giorgetti devono dire come intendono mantenere misure come il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle aliquote. Non è solo il bilancio dello Stato, è il bilancio di milioni di famiglie.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Anche se ripetuta mille volte, una bugia non diventa verità. Il ministro Schillaci, invece, continua testardamente a mentire agli italiani, forse nella speranza che qualcuno prima o poi abbocchi”.
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio, in riferimento alle dichiarazioni del ministro alla Salute sulle “risorse più alte in assoluto” stanziate per la sanità dal governo Meloni.
“Che la sanità abbia subito dei definanziamenti - aggiunge Pagano - è cosa più che certa, tanto che persino il presidente Fedriga (non proprio un esponente del centrosinistra) promette battaglia sul ripristino del miliardo e 200 milioni tagliati con il Dl Pnrr. Ma anche prima dei giochi di magia di Fitto, l’ammontare di risorse programmate per il comparto sanitario risultava pericolosamente inferiore a quello assicurato nel triennio precedente. Continuare a parlare di numeri in termini assoluti non ha alcun senso dopo un biennio in cui l’inflazione ha sfiorato la doppia cifra. I numeri a cui bisogna guardare sono quelli in rapporto al Pil ed è lo stesso Governo ad aver ammesso nella scorsa Nadef un décalage di risorse alla sanità pubblica. Numeri che - conclude - speriamo non calino ulteriormente con il Def di quest’anno”.
“Conte ha sbagliato: a Bari c’era un percorso individuato insieme che coinvolgeva i candidati locali. Conte non può mettere in discussione la fermezza con cui il centrosinistra ha contrastato in questi anni nel capoluogo pugliese l’illegalità e la criminalità organizzata”. Lo ha detto questa mattina Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, intervenendo a Radio anch’io.
“Mi auguro che possa chiarire, prima di tutto per rispetto della città di Bari e degli elettori di centrosinistra. Noi non smettiamo di fare opposizione alla destra di fronte ai gravi problemi che colpiscono i cittadini come i tagli alla sanità pubblica. Il nostro impegno per costruire l’alternativa non si ferma” ha aggiunto Braga.
“Le mozioni di sfiducia sono uno degli strumenti per contrastare l’operato del governo e della maggioranza che ieri si è compattata per difendere un ministro, la Santanchè, su cui pesano indagini e accuse gravissime come l’utilizzo improprio di fondi Covid, lo sfruttamento dei lavoratori, il falso in bilancio e la truffa aggravata ai danni dello stato. Grave non solo che non si sia dimessa ma che la Presidente Meloni non abbia chiesto di farlo per aver mentito al Parlamento e per le incompatibilità con il ruolo di Ministro che rappresenta il paese nel mondo. È una questione politica prima ancora che giudiziaria” ha concluso la capogruppo del Pd.