“L'allergia ai controlli di questo governo, rischia di diventare una malattia incurabile per il Paese. La maggioranza ha infatti respinto un nostro ordine del giorno che chiedeva al governo di adottare ogni iniziativa utile, al fine di potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato delle risorse previste dal decreto legge all’esame dell’Aula. Ma davvero questo Parlamento può votare contro i controlli sull'utilizzo appropriato delle risorse? Ma dove stiamo arrivando? Questo voto contrario è già gravissimo, ma è ancora più grave, perché appena due mesi fa, sempre su proposta delle opposizioni, praticamente un testo quasi identico ha avuto un parere favorevole da parte del governo. Cosa è cambiato in questi due mesi?”. Lo dichiarano i deputati dem Andrea Casu e Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro in merito al decreto Caldo in discussione alla Camera.
“Oggi – concludono Casu e Scotto - la maggioranza non è più d'accordo a potenziare i controlli? Sullo scandalo che colpisce la Visibilia editore e la ministra Santanché apprendiamo ogni giorno nuove inquietanti elementi e sarà la magistratura ad accertare le responsabilità ma politicamente è chiaro che questa brutta vicenda rappresenta purtroppo la punta dell’iceberg dello spreco di risorse che ha riguardato l’uso improprio della cassa Covid. Secondo uno studio dell'ufficio parlamentare di bilancio del 2020, 2,7 miliardi di euro di spesa si sarebbero potuti risparmiare in presenza di comportamenti corretti. Come è possibile votare contro i potenziamento dei controlli per evitare che il furto di risorse pubbliche possa ripetersi in futuro?”.
“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ma chi fa finta che il problema non esista, ben presto si accorgerà delle conseguenze della sua indifferenza”. Così il deputato dem Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, in merito al tema del blocco dei crediti fiscali che secondo l’Ance, sentita in audizione al Senato, coinvolge 320mila nuclei familiari per un totale di oltre 750mila persone.
“Sono mesi - conclude Pagano - che ripetiamo gli stessi appelli, che lanciamo gli stessi allarmi. Lo stop alla cessione dei crediti ha aperto una voragine nei conti di centinaia di migliaia di famiglie e imprese. Il governo Meloni è responsabile di tutto questo ma continua a fare orecchie da mercante, mentre un’ondata di fallimenti e licenziamenti si avvicinano sempre di più. Cosa aspetta la maggioranza ad intervenire? L’esplosione di un disastro sociale ed economico?”.
"Il rendiconto e l'assestamento di bilancio oggi in discussione ci dimostrano la differenza tra la spinta alla crescita dei governi post pandemia e l'immobilismo di questo governo. Dopo aver criticato per anni l’austerità, questa maggioranza si vuole accreditare agli occhi dei possibili nuovi alleati in Europa e quindi gioca a tirare i cordoni della borsa, lasciandola aperta solo per garantirsi il consenso di una parte di Paese a cui dovete dare tutto quello che avete promesso." Lo ha detto in Aula Claudio Mancini deputato del Partito Democratico intervenendo in discussione generale sul rendiconto e l'assestamento di bilancio.
"Tagliate servizi, investimenti, lasciate gli enti locali in balia di loro stessi, azzoppate il PNRR e le sue riforme e poi però fate condoni, spaccate l’Italia con l’autonomia e tagliate le tasse alle partite IVA che guadagnano tra i 65 mila e i 90 mila euro. Tutto questo mentre il Paese affoga tra innalzamenti del costo della benzina, inflazione, voucher, precariato e togliete pure le misure per il sostegno al reddito”, ha aggiunto Mancini.
“Le stime della crescita pubblicate dalla Commissione europea in questi giorni sono il frutto delle decisioni di austerità e di calcolo elettorale prese dal governo Meloni", ha concluso il dem.
Tutto bello, tutto bene ma con quali soldi lo fai? Se estendi di dieci volte il territorio devi metterci almeno dieci volte le risorse di prima. Ed invece le riduci. Si dice dividi ricchezze e ti ritrovi povertà. Viene il mente il detto napoletano ‘Sparti richezza e addiventa puvertà’”.
Lo dichiara il deputato democratico Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio
“Il taglio dei voli da e per la Sardegna da parte della Rayanair attesta l'arroganza di una compagnia che ha condizionato il sistema della mobilità sui cieli della nostra isola con l'aumento vertiginoso dei costi per i passeggeri e la riduzione sistematica dei voli. Ma questa vicenda conferma l'assoluta inadeguatezza del governo regionale e del ministro Salvini incapaci di garantire la continuità territoriale attraverso un piano generale a tutela del diritto alla mobilità dei residenti sardi e dei turisti, calmierando al contempo i prezzi dei biglietti. Ora non si dovrà cedere ai ricatti della Rayanair, ma avere le idee chiare per fronteggiare una situazione di evidente disagio. Non serve mago Zurlí, ma capacità di governo che purtroppo è completamente assente”.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico della commissione Bilancio.
Nostra proposta alternativa su lavoro, sanità e lotta a carovita
“Dopo mesi di proclami positivi, il governo Meloni si accorge adesso che la situazione economica è difficile. Finora le loro scelte hanno peggiorato le cose: ritardi nella attuazione del Pnrr, condoni senza lotta a evasione fiscale, retromarcia sulle accise per la benzina, mancano ancora risorse per i danni dell’alluvione, salario minimo senza risposte. E l’inflazione che si mangia i salari, mentre sulla sanità aumentano liste di attesa e ricorso al privato per chi può. E in Europa siamo isolati a causa delle posizioni degli alleati della destra che negano aiuti per l’immigrazione e per cambiare il Patto di stabilità… Siamo al dunque, dopo tante promesse avanza la realtà di un governo inadeguato. Su lavoro, sanità e lotta contro il carovita, presenteremo una proposta di bilancio alternativa”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera, Virginio Merola.
“La risposta del governo non ci soddisfa e non vedo come potrebbe. Le parole d’ordine dell’esecutivo non sono ‘fare, attuare, realizzare’, ma ‘accentrare, sottrarre, impadronirsi’. Aspettiamo da più di nove mesi una terza rata che sembra essersi volatilizzata. Della quarta non se ne sente più parlare. Invece delle risorse dell’Ue incassato solo le sue rassicurazioni che valevano poco già prima, figuriamoci adesso. A luglio il castello di carte è crollato miseramente: 16 miliardi di euro si sono persi senza l’ombra di una spiegazione comprensibile. Ma siccome non bastava togliere al Mezzogiorno i miliardi del Pnrr, il governo ha pensato bene di levare di mezzo anche i fondi strutturali, togliendo alle Regioni i soldi per sostenere imprese e welfare. Finché la matematica non sarà ritenuta un’opinione, coprire i progetti definanziati con l’Fsc, il Fondo per lo Sviluppo e la coesione, può voler dire solo due cose: o non rispettare la regola dell’80% e togliere di netto altre risorse al Sud, facendo un uso sostitutivo di fondi che hanno, per legge, finalità aggiuntive; oppure rispettarla e non finanziare tutti gli interventi al Centro-Nord, nella solita spirale competitiva tra territori dello Stato che tradisce lo spirito unitario della nostra Costituzione”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, replicando in Aula al ministro Ciriani nel corso del Question time alla Camera. Nell’illustrazione la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Pd per le Politiche del lavoro, aveva denunciato che “l’utilizzo delle risorse destinate alla politica di coesione a copertura dei progetti definanziati contenuti nel Pnrr, oltre a compromettere la programmazione in corso, determina l’ennesima penalizzazione delle aree più svantaggiate del Paese”.
"La destra nel panico continua a demonizzare il Superbonus: tra poche settimane infatti la Legge di Bilancio dovrà essere trasmessa al Parlamento ed i cittadini si aspettano che vengano concretizzate - dalle pensioni al taglio dell'Irpef, dalla cancellazione delle accise sui carburanti alla riduzione dell'iva sui prodotti alimentari - almeno alcune delle promesse elettorali. Una manovra senza queste misure sarebbe un fallimento epocale. È quindi chiaro il disegno di governo e maggioranza di addossare tutte le colpe al 110 per cento": è quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo in Commissione Ambiente e Bilancio.
"A Montecitorio, su indicazione del Pd, si stanno svolgendo due dettagliate indagini conoscitive sugli effetti delle detrazioni edilizie e sull’efficientamento energetico. Nel corso delle audizioni, nella quali sono stati coinvolti tutti i principali enti pubblici e privati (dal Mef all'Istat, dalla Banca d'Italia alle associazioni di categoria) stanno emergendo indicazioni differenti da quelle utilizzate oggi dalla destra, che dovrebbe comunque avere rispetto per il lavoro del Parlamento e commentare soltanto le relazioni conclusive. Senza dimenticare che proprio fino a poco tempo fa molti autorevoli esponenti della maggioranza, compreso Fdi, condividevano il Superbonus e che due terzi dell’attuale esecutivo (Lega e Fi) sono ininterrottamente al governo da quasi 3 anni ed hanno sempre avallato le scelte fatte fino ad ora. Ma ormai per loro la coerenza è un optional”: concludono.
"Sarebbe da chiedersi se quell'Enrico Zanetti, che da consigliere economico di Giancarlo Giorgetti non perde occasione di demonizzare il Superbonus, sia lo stesso che ha elaborato il recente studio della Fondazione Commercialisti italiani dove viene certificato che il 110 per cento, generando un incremento di Pil superiore a 90 miliardo di euro a fronte di 60 miliardi di spesa pubblica, abbia avuto un impatto positivo sulle finanze dello Stato. Se abbiamo sbagliato chiediamo scusa, in ogni caso consigliamo al Ministro dell'Economia di cercarsi come collaboratore anche un buon farmacista per il suo mal di pancia": è quanto dichiarano Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Bilancio di Montecitorio.
“Dopo un anno, alla maggioranza non resta che assumersi responsabilità e fare i conti con la realtà: non si può scaricare sui governi precedenti e sulla manovra le tensioni interne. Serve una legge di bilancio che metta soldi sui servizi e che punti a proteggere i più fragili. Serve costruire un’asse coi paesi europei per una revisione del Patto di Stabilità che promuova crescita e rilanci investimenti”. Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, intervenendo oggi a Skytg24 Agenda.
“Non accetteremo alcun taglio alla spesa sociale in particolare alla sanità. Temiamo che il modello di questa destra sia la Lombardia dove si è cominciato a pagare il Pronto Soccorso. E’ stato il Ministro della Salute a chiedere 4 miliardi di euro, e con lui i presidenti di regione del centrodestra, perché alla sanità pubblica e universale non si deve rinunciare” ha proseguito Braga.
“Nessuna iniziativa contro l’inflazione e una riforma fiscale che non aggredisce l’evasione non possono essere la ricetta. Così come non può esserlo tagliare il Pnrr soprattutto dove erano previsti progetti di riqualificazione urbana e poi promettere a Caivano un piano di recupero”.
“Sosterremo tutte le iniziative che hanno come obiettivo la riqualificazione delle nostre periferie, ma alle promesse seguano i fatti. Dal contrasto alla violenza di genere al salario minimo, chiediamo al governo di cambiare passo, di farsi carico dei problemi reali del paese con scelte chiare e concrete” ha concluso la capogruppo Pd.
Nella passata legislatura, dopo un lungo confronto con le lavoratrici e i lavoratori del settore e con un grande sforzo unitario in parlamento, approvammo la riforma del welfare per il settore dello spettacolo dal vivo e introducemmo l'indennità di discontinuità come perno di un nuovo sistema di previdenza che riconoscesse le specificità di un lavoro che è per sua natura discontinuo.
Nella prima legge di bilancio di questa legislatura, con l'approvazione - figlia di un costruttivo confronto col presidente Mollicone - di un mio emendamento, reperimmo 100 milioni per finanziare l'avviamento della riforma.
Per renderla esecutiva mancavano i decreti attuativi che il ministro Sangiuliano si era impegnato a varare nel più breve tempo possibile e con un confronto con gli operatori del settore.
Nulla abbiamo più saputo fino all'ultimo consiglio dei ministri in cui è stata discussa una bozza di decreto. Che però rischia di vanificare anni di lavoro e di confronto.
Lo spirito della norma viene completamente snaturato: invece di un nuovo welfare siamo di fronte a una misura di sostegno al reddito, peraltro assolutamente insufficiente. Una platea ridottissima (appena 20.000 persone) e una cifra bassissima (1.500 euro annui).
Non è questa la norma che il parlamento aveva affidato al governo, non è questa l'indennità di discontinuità, non è questo quello che serve al settore. Chiediamo al governo di ritirare quel testo e di fare quello che avrebbe dovuto fare in questi otto mesi, ovvero confrontarsi con le lavoratrici e i lavoratori e rimanere fedele al mandato affidatogli dal parlamento.
Lo dichiara il deputato democratico Matteo Orfini
"La nostra proposta di legge, redatta confrontandoci con le associazioni agricole ed ambientaliste, rappresenta una sintesi virtuosa capace per la prima volta di coniugare la salvaguardia del lupo e le aziende agricole colpite dagli attacchi dei predatori”. Lo dichiarano i due firmatari del provvedimento Marco Simiani e Stefano Vaccari, rispettivamente capigruppo Pd in Commissione Ambiente ed Agricoltura della Camera dei Deputati, presentato presso il Palazzo della Provincia di Grosseto.
“Il provvedimento si compone infatti di tre interventi distinti. Il primo prevede la predisposizione di un piano di cattura e gestione, finalizzato alla sterilizzazione degli ibridi lupo-cane e dei cani randagi per contrastare e prevenire con efficacia la proliferazione di canidi. La maggior parte degli attacchi è infatti causato da ibridi o cani selvatici: limitare quindi i processi di ibridazione non solo ridurrà i danni ma salvaguarda la purezza della specie del lupo. Il secondo intervento predispone la creazione di un fondo statale con risorse adeguate al fine di garantire risarcimenti equi ed immediati per i danni diretti e indiretti subiti dalle imprese. Il terzo intervento consente l’istituzione di un ulteriore fondo finalizzato alla prevenzione degli attacchi dei predatori; tra le misure previste rientrano anche le attività di monitoraggio, custodia, guardiania, recinzioni, assistenza tecnica, formazione e buona gestione dei greggi finalizzate ad evitare le predazioni nei territori dove sono particolarmente presenti i predatori”.
“Il nostro obiettivo è quello di chiedere alla maggioranza la calendarizzazione del provvedimento in Commissione a Montecitorio entro ottobre, provando al tempo stesso di conseguire una sua approvazione trasformandolo in appositi emendamenti alla Legge di Bilancio o ad altri disegni di legge compatibili per materia che verranno esaminati dalle commissioni agricoltura e ambiente. Ci auguriamo che governo e maggioranza condividano i contenuti di questo provvedimento e la sua approvazione”, concludono i dem.
Dichiarazione di Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente
“Tutti gli istituti di ricerca, a partire dall’Istat, hanno certificato come i benefici prodotti dal Superbonus abbiano superato ampiamente i costi: 60 miliardi di euro di finanza pubblica hanno infatti prodotto 91 miliardi di euro di Pil tra il 2021 ed il 2022. Il Premier Meloni imponga le sue scelte per la Legge di Bilancio ma non utilizzi come scusa alla sua incapacità di mantenere le promesse elettorali lo strumento che ha rimesso in moto l’economia nazionale dopo il Covid. Siamo perfettamente consapevoli che oggi il 110 per cento vada rivisto e ricalibrato rispetto alla tipologia di interventi, ai redditi dei richiedenti ed alle misure di efficienza energetica degli edifici, ma demonizzarlo per coprire le divisioni e le difficoltà della destra di reperire risorse è inaccettabile”. È quanto dichiara Marco Simiani capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Il Governo Meloni continua a mentire agli italiani. I soldi per la manovra di bilancio non ci sono, dobbiamo dire la verità agli italiani. Sulle priorità che dovrebbero essere Sanità e Istruzione nessuna risposta; mancate risposte anche sul caro benzina. Il Governo pensa a trovare le risorse per soddisfare le promesse pre e post elettorali piuttosto che risolvere i problemi reali e stringenti dei cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese. E intanto dà una lettura assolutamente fuorviante del Superbonus per fare ulteriore cassa sulle spalle di famiglie e imprese, senza risolvere di un millimetro il problema drammatico dei crediti incagliati.” Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio
“Dal Governo Meloni assistiamo a teatrini imbarazzanti fra viceministri che distolgono l’attenzione dal punto: ossia la distanza siderale tra le promesse fatte e le risorse effettive che hanno a disposizione. Il tutto in una situazione congiunturale economica in peggioramento come ha segnalato anche l’Ocse oggi stesso. Attendiamo che il Governo chiarisca i punti salienti della manovra e faccia dei fatti concreti e la smetta di fare confusione prima che questo diventi il presupposto per l’esplosione di rabbia sociale. Da parte nostra ci attendiamo la conferma del taglio del cuneo fiscale ed un potenziamento delle risorse per la sanità pubblica”.
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.