Ispezione Merola e Zampa al carcere minorile del Pratello, situazione peggiorata, dem presentano interrogazione
“La visita che abbiamo appena svolto al carcere minorile del Pratello, conferma le nostre preoccupazioni sia sugli effetti del decreto Caivano che sull’attuale impronta assegnata alla giustizia minorile a cui viene reso sempre più difficile il raggiungimento della sua essenziale finalità, la riabilitazione dei giovani adolescenti e il loro reinserimento nella società”. È quanto dichiarano oggi al termine di una visita al Carcere del Pratello, Sandra Zampa e Virginio Merola, senatrice e deputato del PD. Con loro la consigliera comunale Meri De Martino.
“Ciò che ci preoccupa di più è la grave carenza di organico della polizia penitenziaria e degli educatori aggravata dagli effetti di un decreto che determina un aumento di ingressi nelle carceri minorili e persino dalla insufficiente azione di prevenzione della devianza minorile in particolare sulla categoria più esposta, i minori stranieri non accompagnati. In questo momento sono gli operatori a pagare il prezzo di una carenza più volte denunciata di personale e risorse ma anche gli stessi ragazzi che si vedono privati di alcune attività ricreative e formative. Ci sembra persino grottesco dovere ricordare che se non si investe in una vera azione di recupero di giovani in difficoltà a farne le spese ci sono prima di tutto loro- lo spreco delle loro vite è un rischio concreto che andrebbe scongiurato- ma anche l’intera società. Per queste ragioni presenteremo una interrogazione al ministro Nordio e chiederemo un incontro urgente al sottosegretario Ostellari che, per altro, in occasione di una sua visita, un anno fa circa, prese impegni per risolvere la situazione che invece è peggiorata ulteriormente”.
“Il Partito Democratico ribadisce in questa sede la richiesta di informativa e sottolinea il fatto che abbiamo immediatamente presentato un'interrogazione a Nordio, a prima firma Michela Di Biase, capogruppo dem in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, per chiedere urgentemente al ministro della Giustizia di fare piena luce sui fatti drammatici avvenuti all'interno del carcere minorile Beccaria di Milano che hanno portato all'arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria e di altri otto sospesi per le violenze e le torture. Da questo punto di vista, è fondamentale che si faccia piena luce e chiarezza subito e che all’interrogazione del Partito Democratico e di tutte le altre forze di opposizione venga data immediatamente risposta”. Lo ha detto in Aula alla Camera, il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd, intervenendo sull’ordine dei lavori.
Per la campagna lanciata dal Pd sulle condizioni delle carceri italiane, oggi ho visitato la Casa circondariale “Il Bassone” di Como dove ho constatato ancora una volta quanto sia urgente che il Governo inizi occuparsi seriamente di questo tema. Sovraffollamento, carenza di personale della polizia penitenziaria, necessità di rafforzare l’assistenza sanitaria, psicologica e sociale per i detenuti, sono priorità non più rinviabili. 420 detenuti su una capienza di 226 posti è una condizione difficile da gestire per la stessa amministrazione penitenziaria, per il personale costretto spesso a turni massacranti, oltre che per le stesse persone costrette a condividere celle molto piccole in 2 o 3 persone. Mi ha molto colpito l’età bassa dei detenuti, anche delle 45 donne della sezione femminile. Il carcere di Como è inoltre l’unico in Lombardia a ospitare detenuti transgender, per i quali è fondamentale garantire la necessaria assistenza sanitaria al loro percorso di transizione. L’impegno a garantire condizioni dignitose per le persone detenute e per le persone che lavorano in carcere non può più scontrarsi con l’indifferenza del Ministro Nordio e con la proliferazione di nuovi reati che non fanno che aggravare la situazione di detenzione, anziché rafforzare le misure alternative e riabilitative e intervenire sulle situazioni di marginalità sociale che spesso è terreno fertile per la criminalità.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Insieme al collega senatore Silvio Franceschelli e al sindaco di san Gimignano Andrea Marrucci, oggi abbiamo visitato il carcere cittadino, nell'ambito della campagna "Bisogna aver visto" lanciato dal PD su scala nazionale per attirare l'attenzione sull'emergenza carceri che oggi segna l'ennesimo suicidio, a Regina Coeli". Lo dichiarano Laura Boldrini e Silvio Franceschelli dopo la visita alla Casa di reclusione di San Gimignano.
"All'istituto Ranza di San Gimignano abbiamo riscontrato i problemi che colpiscono tutto il sistema carcerario italiano: sovraffollamento e carenza di personale, sia amministrativo, sia educativo sia di polizia penitenziaria.
Il carcere, comunque, permette una permanenza dignitosa ai detenuti ed ha dei percorsi virtuosi, specialmente in campo educativo. Come il polo universitario dove i detenuti possono studiare e vivere in celle singole, costruendo così le basi per un futuro più solido.
Quello del sovraffollamento è un problema a cui il ministro Carlo Nordio deve impegnarsi a porre rimedio urgentemente. A dicembre c'erano già 60mila detenuti nelle carceri italiane: stiamo avvicinandoci a grandi passi ai livelli che portarono la Corte europea per i diritti umani a condannare l'Italia perché non rispettava i diritti dei detenuti. Era il 2013, c'erano 67mila detenuti e la Cedu emise la famosa "sentenza Torreggiani".
In carcere entrano ogni mese circa 330 persone in più, come indica l'ultimo rapporto di Antigone - concludono- . Continuare a istituire nuovi reati o aumentare le pene per i reati già previsti, come con i decreti Caivano, rave e Cutro, invece di rafforzare misure alternative alla detenzione, non risolve la questione sovraffollamento, la peggiora. Come PD, dopo le visite svolte dai parlamentari oggi su tutto il territorio nazionale, da Trento a Enna, metteremo a punto gli atti parlamentari necessari".
“Ancora un suicidio in carcere, chiediamo al governo di intervenire con urgenza per superare l’emergenza umanitaria che si vive negli istituti penitenziari italiani” così la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani, commenta la notizia di un nuovo suicidio avvenuto oggi nel carcere di Regina Coeli a Roma. “La situazione è drammatica - prosegue Serracchiani - al governo chiediamo una svolta culturale e politica sulle politiche carcerarie. Nel corso della giornata di oggi - sottolinea Serracchiani- oltre 40 parlamentari democratici sono entrati nelle carceri italiane per delle visite ispettive. E quello che ne emerge è un quadro preoccupante: il sovraffollamento ha raggiunto numeri inaccettabili, le condizioni di vita e di lavoro sono al limite nella gran parte delle strutture e il numero del personale è decisamente sottodimensionato. Istituti sovraffollati e personale penitenziario sotto organico sono un mix esplosivo: il governo non deve perdere altro tempo”.
In occasione della giornata organizzata dal Partito democratico per chiedere condizioni di reclusione rispettose della legge e della Costituzione, l'Onorevole Chiara Gribaudo ha compiuto una visita ispettiva presso il Carcere di Cuneo.
“La situazione che ci è stata rappresentata in questo momento conferma il dato nazionale: manca il personale e qui in modo particolare, poiché in organico sarebbero previsti 46 tra ispettori e sovrintendenti, ma ne sono presenti meno di 10. Come Partito Democratico ci impegniamo a portare avanti le preoccupazioni e le richieste emerse durante la visita ispettiva al Carcere di Cuneo. È fondamentale affrontare queste sfide in modo collaborativo e con un impegno concreto, raccogliendo gli stimoli di ogni giorno lavora nel settore” dichiara la deputata.
Diverse le questioni sul tavolo: la carenza di personale, il sovraffollamento, la carenza del sistema sanitario interno e le sfide legate alla gestione della popolazione carceraria.
“Chiederemo conto della situazione con un’interrogazione urgente al ministro Nordio” aggiunge Gribaudo. “Anche perché in Piemonte c’è una situazione anomala: nonostante il sovraffollamento di carceri come quelli di Cuneo o di Torino, la struttura di Biella ha smesso da tempo di accogliere nuovi detenuti, e 50 posti di questa risultano non essere occupati. La giustizia non può funzionare a seconda dei comuni e di residenza dei sottosegretari: il sottosegretario Delmastro venga a Cuneo e visitare la struttura e si dia da fare per invertire questa tendenza. Non è normale avere questo squilibrio di posti nella stessa Regione: non è rispettoso di chi lavora dentro al carcere e non è dignitoso per chi è dentro e sta scontando la pena” conclude Gribaudo.
Questa mattina il deputato democratico, Stefano Graziano, ha visitato il carcere di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’iniziativa sull’emergenza carceraria promossa dal Partito Democratico. Graziano è stato accolto e accompagnato dalla direttrice del carcere, Donatella Rotundo, che ha informato il deputato sulle sfide e le criticità della struttura, con particolare attenzione al sovraffollamento e alla carenza di personale. “La situazione a Santa Maria Capua Vetere è particolarmente grave – ha detto Graziano al termine della visita ispettiva – la struttura ospita almeno il 25% di detenuti in più rispetto a quelli per cui è concepita con una pianta organica sottodimensionata di almeno il 30% di unità. Siamo davanti a un mix esplosivo su cui bisogna intervenire con urgenza”. La visita si è conclusa con l’impegno del deputato democratico a portare quanto emerso nel corso dell’ispezione all'attenzione del Parlamento: “il partito democratico è in prima linea nella definizione delle misure concrete per superare le criticità del sistema penitenziario italiano e promuovere misure alternative alla detenzione, specialmente per reati minori o per i detenuti prossimi alla fine della pena. Questo approccio – ha concluso Graziano - contribuisce a ridurre il numero di detenuti, alleviando la pressione sul sistema carcerario e consentendo una maggiore attenzione alle esigenze individuali dei detenuti stessi”.
"Uno Stato civile non può permettere che nelle sue carceri si verifichino in media 2 morti a settimana. Servono maggiori risorse per strutture e personale oltre ad efficaci misure di recupero dei detenuti e prevenzione dei reati". Così il deputato Pd Marco Simiani in visita oggi agli istituti di pena in provincia di Grosseto, assieme a Stefano Rosini, consigliere comunale Pd del capoluogo e Irene Marconi assessore al Comune di Massa Marittima.
"I penitenziari ispezionati presentano luci ed ombre. Per questo voglio ringraziare la dottoressa Iuliano e la dottoressa Morrone per la loro disponibilità e per la capacità di gestire, visto il contesto, queste due complesse strutture carcerarie. Il sovraffollamento e la carenza di personale è una delle maggiori criticità che caratterizza soprattutto il carcere Circondariale di Grosseto, 27 detenuti presenti per soli 15. Per quanto riguarda la struttura di Grosseto mi auguro che il nuovo carcere, già finanziato dal Dap, possa essere realizzato in tempi brevi e con gli agenti previsti (attualmente in sotto organico di 8 unità). Il carcere di Massa Marittima (anche qui in sotto organico di 8 unità) è una struttura integrata con la realtà comunale dove le tante attività possono esser d’esempio per molte realtà carcerarie. È comunque indifferibile sollecitare la ristrutturazione di una ala del carcere per creare nuove attività di recupero per i reclusi. È inoltre necessario garantire la salute dei detenuti anche attraverso la telemedicina e dotare i pazienti psichiatrici di spazi e percorsi terapeutici idonei. Per questo chiederò un incontro con la direzione generale della Asl sud est per allineare alcune richieste che sono fondamentali per garantire la salute dei reclusi. Se rieducazione e l'inserimento devono essere le finalità del carcere, è altrettanto fondamentale prevedere adeguati progetti di prevenzione: la maggior parte dei detenuti (anche nella nostra provincia) sono stranieri, spesso molto giovani e per piccoli reati. Una società che promuove l'integrazione virtuosa è una società con meno crimini. Mi attiverò con il Dap affinché gli attuali problemi vengano risolti", conclude Marco Simiani.
"Sono appena uscito dalla casa circondariale di Prato, accompagnato dal consigliere comunale Lorenzo Tinagli, e ringrazio i funzionari del carcere, la polizia penitenziaria, i sindacati, gli educatori, i volontari per la disponibilità offerta in un quadro vergognoso per loro e per le persone detenute. Il carcere è sovraffollato, con circa 600 detenuti a fronte di 400 posti disponibili, e la polizia penitenziaria è sottoposta a una condizione di stress e pressione disumana. Una carenza di organico, irrisolta nonostante le promesse del governo Meloni, del comparto polizia penitenziaria che riguarda ogni settore: funzionari (-80%), ispettori (-52%), sovrintendenti (-65%), agenti (-6%). Questo si riflette nel funzionamento del carcere e nel compimento delle sue prerogative costituzionali, con questa carenza è impossibile fare corsi, utilizzare l'impianto sportivo, persino attivare percorsi per il lavoro o far arrivare la posta dei familiari ai detenuti. Un quadro desolante, presenterò un'interrogazione affinché il governo decida di smetterla con le promesse e finalmente dia risposte concrete. E invito pure i parlamentari pratesi a fare lo stesso".
Così Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, a margine della visita alla Casa circondariale di Prato.
"Le carceri italiane sono sovraffollate e il personale necessario non è sufficiente per la gestione ottimale delle strutture. Una condizione che abbiamo riscontrato anche questa mattina nella visita fatta alla casa circondariale S. Anna di Modena nell’ambito dell’iniziativa 'Bisogna aver visto' del PD, che si sta svolgendo su tutto il territorio nazionale".
Lo dichiarano il deputato PD Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e il consigliere regionale Luca Sabatini.
"Anche qui a Modena - aggiungono - i dati testimoniano del sovraffollamento del carcere, con una capienza di persone detenute che è oltre il 50% in più di quella massima, con 535 unità su 382 posti di capienza, dei quali 370 in detenzione definitiva, con un aumento di 100 unità in più solo nell’ultimo anno per effetto dei provvedimenti del Governo e della saturazione di altre carceri della regione. A fronte di questo numero, ci sono 40 agenti di polizia penitenziaria in meno della pianta organica prevista, 217 rispetto ai 257 che dovrebbero esserci, ovvero un agente ogni 50 persone o 75 agenti per turno. Nonostante queste condizioni di precarietà – proseguono i due esponenti Dem – l’assistenza alle persone recluse è buona, e rispetto al 2020, anno della rivolta, c’è stata una drastica diminuzione della somministrazione di farmaci, e questo è uno tra i dati maggiormente positivi che abbiamo riscontrato.
Tuttavia, a livello nazionale – concludono Vaccari e Sabattini – il quadro è, se possibile, ancora più fosco, come emerge dai dati del rapporto presentato oggi dall’Associazione Antigone che registra un aumento dei suicidi.
utilizzo della pena a fini populistici che il Governo sta effettuando aggrava il problema, con un livello di affollamento che non si registrava da oltre 10 anni, ovvero da quando l'Italia fu condannata dalla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo".
Sovraffollamento, personale insufficiente, pochi fondi per l'inserimento lavorativo dei detenuti e personale medico psichiatrico solo 8 ore a settimana in una struttura in cui l'incidenza di problematiche di salute mentale è particolarmente alta. È questa la situazione del carcere di Sanremo dove oggi sono stati in visita il deputato PD ed ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando e la deputata PD Valentina Ghio. La visita di oggi fa parte della giornata ispettiva 'Bisogna aver visto' organizzata per oggi dal Partito Democratico in tutto il territorio nazionale.
"Le condizioni del carcere di Sanremo - dichiarano il deputato PD ed ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando e la deputata PD Valentina Ghio dopo la visita al carcere di Sanremo - confermano le carenze vissute dalle carceri italiane e liguri. Qui si sconta particolarmente la carenza di personale di polizia penitenziaria, con 160 operatori rispetto ai 210 necessari, e il sovraffollamento con 270 detenuti per 250 posti disponibili. È una struttura dove il numero di persone con problemi di salute mentale è particolarmente alto ma l'assistenza psichiatrica è garantita solo 8 ore a settimana. Se il medico di base è presente h24, le visite specialistiche possono essere effettuate solo all'esterno e per la mancanza di personale è difficile gestirle, dovendo in alcuni casi fare delle rinunce. Come per molte strutture penitenziare, anche qui mancano i fondi e il supporto per i progetti per il reinserimento lavorativo dei detenuti che a fatica il personale cerca di portare avanti al meglio. Servono misure per ridare dignità alle persone sia detenute che al personale, costretto a turni massacranti per colmare le carenze e garantire il servizio. Servono investimenti da parte del governo per colmare le carenze di personale e garantire il sostegno a pene alternative e progetti per l'inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti. Senza provvedimenti continueremo ad assistere solo a un aumento delle recidive e al fallimento di un sistema che ha come scopo il fine rieducativo della pena”.
Poggioreale è uno dei luoghi che assomiglia di più all’inferno. I numeri parlano chiaro: sono 2060 detenuti ad oggi, quando la casa circondariale ne può ospitare al massimo 1500. In questo momento sono due i padiglioni chiusi per ristrutturazione e, dunque, le condizioni di promiscuità sono ancora più evidenti e drammatiche. Il sovraffollamento di questo carcere è una vergogna nazionale che si salda con la presenza di tantissime persone detenute per ragioni psichiatriche. Sono 200 con problemi di salute mentale, di cui 80 psicotici, alcuni dei quali dovrebbero essere già fuori da tempo perché destinati a centri di riabilitazione. La salute mentale resta il punto più drammatico: la legge prevede uno psichiatra ogni trecento detenuti, ma questi numeri non esistono nella realtà. 660 invece sono i detenuti che sono in carcere per reati legati alla tossicodipendenza, alcuni dei quali potrebbero usufruire di pene alternative. Solo la settimana scorsa sono stati due i tentativi di suicidio, ma dall’inizio dell’anno i numeri sono elevatissimi. Sono stati salvati da piantoni con cui abbiamo parlato a lungo, che però al momento vengono retribuiti per tre ore al giorno, mentre svolgono un lavoro h.24 per evitare incidenti. Molte celle dovrebbero contenere al massimo sei detenuti, ma tantissime ne ospitano nove. Molti detenuti si sono lamentati delle difficoltà a comunicare all’esterno attraverso il telefono, nonostante ne abbiano diritto alcuni giorni al mese: molti apparecchi sono rotti o funzionano a singhiozzo. Chiediamo al Dap di sbloccare la situazione incrementando il numero di telefonate e videochiamate per evitare l’accumulatrice di tensioni. Il Consiglio Regionale e la Giunta della Regione Campania hanno dato il via libera per aprire un secondo Rems (Residenza per esecuzione delle misure di sicurezza): auspichiamo che si proceda in questa direzione perché è una misura necessaria.
Serve però una svolta nazionale, un impegno serio per affrontare e risolvere in futuro in modo strutturale il dramma del sovraffollamento, attraverso il miglioramento delle infrastrutture e l'implementazione di misure alternative, così da poter garantire condizioni davvero dignitose e umane per i detenuti in Italia e a Napoli. Lo dichiarano i deputati Arturo Scotto e Piero De Luca, in visita al Penitenziario d i Poggioreale, accompagnati dal dottor Samuele Ciambriello, Garante del detenuto e dalla dottoressa Maria Rosaria D’Alesio, coordinatrice dell’Ufficio del Garante del detenuto.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
Lunedì mattina assieme ad altri colleghi e colleghe sono stata nel CPR di Roma, nell'ambito di un'iniziativa promossa dal Tavolo Asilo e Immigrazione che ha portato rappresentanti della società civile e della politica a visitare tutti i CPR del Paese. Oggi a mezzogiorno si è tenuta la conferenza stampa di restituzione.
I centri hanno confermato di essere luoghi di vera a propria “detenzione” in cui le persone sono “detenute” senza aver commesso alcun reato e con l'unico scopo, irrealizzabile, di essere rimpatriate. In questi luoghi i diritti fondamentali delle persone vengono calpestati quotidianamente. Le persone sono abbandonate a sé stesse, non sanno perché sono lì e per quanto tempo ci resteranno, perché nessuno lo ha spiegato loro. Queste istituzioni totali e senza scopo sono il simbolo del fallimento delle politiche in materia di immigrazione degli ultimi 30 anni. Carceri illegali lontane da occhi indiscreti, disumanizzanti, dove i tentati suicidi sono un dato quotidiano. Il governo ha aumentato fino a un anno e mezzo il periodo massimo del trattenimento, il Patto Europeo Migrazioni e Asilo rafforza la detenzione amministrativa: stiamo andando nella direzione sbagliata.
Dopo le visite di questi giorni, è ancora più evidente che l'unica soluzione è la chiusura di questi centri e la cancellazione della detenzione amministrativa, contraria ai principi della Costituzione e del diritto internazionale, come le organizzazioni nella società civile chiedono da sempre.
"Durante la visita di lunedì scorso all'Icam di Lauro avevamo segnalato la presenza di tre bambini in attesa di assegnazione di un pediatra di libera scelta. Ieri abbiamo avuto notizia che l'iter è stato concluso, garantendo per i minori certezza di assistenza medica". Lo affermano i deputati del Partito Democratico Michela Di Biase, Marco Furfaro e Marco Sarracino, che lunedì scorso aveva visitato la struttura detentiva in Campania. "Una notizia - proseguono Di Biase, Furfaro e Sarracino - che conferma l'importanza dell'impegno nei luoghi di detenzione e nelle carceri. Tra le questioni emerse durante la visita nell'istituto per detenute madri anche la necessità di rafforzare i progetti all'esterno dell'Icam per i bambini e le bambine. Quando finirà la scuola rischiano di doversi rinchiudere nell'istituto, non è accettabile. Ci spenderemo - concludono i deputati Pd - per trovare una soluzione che garantisca progetti estivi per i bambini di Lauro".
"Servono misure per consentire ai bambini che si trovano reclusi insieme alle detenute madri di avere assicurati tutti i diritti costituzionali e di poter svolgere più progetti all'esterno. Nelle prossime ore ci attiveremo con gli atti preposti, affinché questi diritti vengano garantiti". Lo affermano i deputati del Partito Democratico Michela Di Biase, Marco Furfaro e Marco Sarracino dopo la visita presso l'Icam di Lauro, insieme al Garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello e Paolo Siani, già deputato Pd. "L'Icam di Lauro è una struttura ben amministrata ed abbiamo potuto svolgere una visita approfondita grazie alla disponibilità del personale di direzione. Abbiamo però riscontrato anche qui alcuni problemi legati alla detenzione delle detenute madri che troppo spesso si ripetono - affermano i deputati Pd -. In primo luogo il fatto che alcuni bambini non abbiano ancora un pediatra assegnato, violazione che rinvia al diritto alle cure sanitarie che è sancito dalla Costituzione. C'è poi una questione di fondamentale importanza - sottolineano Di Biase, Furfaro e Sarracino - ovvero il fatto che questi bambini trascorrano troppo tempo reclusi. Servono più progetti all'esterno, soprattutto nel periodo in cui la scuola è ferma. Ribadiamo che il carcere è incompatibile con la crescita di un minore" hanno concluso i deputati Pd.