Mercoledì 15 ottobre 2025 alle ore 11.30 presso la Sala stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione 4) si terrà la conferenza stampa dal titolo “Dati reali, politiche abitative: serve un piano casa pubblico che superi le disuguaglianze sociali”, durante la quale saranno presentate le proposte per superare l’emergenza abitativa in Italia, e dare dignità a chi oggi vive nell’incertezza.
Interverranno Silvia PAOLUZZI (Segretaria Nazionale Unione Inquilini), Carlo CELLAMARE (Professore Università La Sapienza), Agostino SANTILLO (Deputato M5S), Marco FURFARO (Deputato PD), Marco GRIMALDI (Deputato AVS).
L'accesso in sala - con abbigliamento consono e per gli uomini obbligo di giacca - è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.
“Ieri durante un comizio a Firenze davanti a una platea di sostenitori sbandieranti, la presidente del consiglio ha detto che la sinistra di casa nostra (saremmo anche noi) è peggio di Hamas. Per essere precisi ha detto “è più fondamentalista di Hamas”.
Tradotto: la più alta carica istituzionale di governo del nostro Paese, prigioniera di una retorica incendiaria, ha (spero metaforicamente) paragonato le forze che democraticamente e legittimamente si oppongono al suo governo ai metodi e alla cultura di un terrorismo che ammazza le persone. Una battuta infelice scappata per caso? Fosse pure così, c’è qualcosa di enorme contenuto non tanto “dentro”, ma “dietro” quell’aggressione. Qualcosa che ha a che vedere con la natura, la cultura, e in fondo anche lo stile di una leadership.
Ho conosciuto alcuni dei più grandi dirigenti storici della sinistra italiana. Li ascoltavo nelle conversazioni private e quando salivano su un palco davanti a piazze gremite. Erano uomini e donne che alle spalle avevano conosciuto le prove del regime più ostile, violento, repressivo.
C’era chi tra loro aveva vissuto il carcere, il confino, molti avevano visto cadere amici e compagni di lotta. Tutto questo si traduceva in una forma altissima di responsabilità nei confronti del ruolo che ricoprivano.
Potevano risultare severi, durissimi nei giudizi politici che solitamente accompagnavano con argomenti di merito, richiami al passato e al futuro. Ma una caratteristica avevano ed era la consapevolezza che il loro compito dinanzi a quelle piazze non era appiccare il fuoco, incendiare gli animi, aizzare con l’insulto un’indole violenta. Credetemi, perché ne sono stato testimone tante volte.
Erano capaci di prendere quelle piazze per mano, farle ragionare e condurle a un punto critico che misurava la realtà per com’era e la descriveva per come avrebbe dovuto e potuto essere. Non erano ministri, la maggior parte di loro non lo era mai stata e mai lo sarebbe divenuta. I loro titoli nascevano dalla militanza politica e dalla presenza nelle istituzioni. Ma tutto ciò li faceva essere a pieno titolo dei grandi, grandissimi, dirigenti politici e parte della migliore classe dirigente italiana.
Tutto ciò che la presidente del consiglio non è mai stata. Non è. E non sarà mai” così sui social il deputato democratico, Gianni Cuperlo.
“L’entrata in vigore dell’Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Moldova rappresenta un risultato importante e atteso da molti cittadini. E' finalmente possibile presentare le domande di pensione in base a un quadro chiaro e condiviso tra i due Paesi, garantendo così la tutela dei diritti previdenziali maturati sia in Italia che in Moldova.”Lo dichiara l’On. Nicola Carè, deputato eletto nella Circoscrizione Estero - Ripartizione Europa ed ex responsabile delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Per i residenti in Italia, le domande devono essere inviate esclusivamente in modalità telematica all’INPS. Per i residenti in Moldova, invece, la procedura passa attraverso la Casa Națională de Asigurări Sociale (CNAS), che provvederà a trasmettere le istanze al Polo INPS di Bari, struttura competente per la gestione delle pratiche. “Questo accordo è il frutto di una collaborazione bilaterale che rafforza i legami tra Italia e Moldova e risponde in modo concreto alle esigenze delle nostre comunità. È un segnale di attenzione verso i lavoratori che hanno contribuito allo sviluppo di entrambi i Paesi e che meritano di vedere riconosciuti i propri diritti previdenziali in tempi certi e con procedure chiare”, prosegue Carè. “Continueremo a lavorare per garantire che gli accordi internazionali in materia previdenziale siano applicati in modo efficace e che nessun cittadino resti indietro”, conclude.
"Congratulazioni a Maria Corina Machado, leader dell'opposizione venezuelana, a cui è stato conferito il premio Nobel per la Pace. Il comitato norvegese per il Nobel ha dimostrato di essere davvero indipendente. A niente sono servite le pressioni, improprie e imbarazzanti, che Donald Trump ha tentato di esercitare perché il prestigioso riconoscimento venisse assegnato a lui.
Il presidente statunitense in diverse occasioni ha sostenuto che tutti appoggiavano la sua candidatura. Tutti chi? Giusto Netanyahu, un ricercato internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Come si poteva pensare di conferire il Nobel per la pace a un presidente che ha cambiato il nome del Ministero della Difesa in Ministero della Guerra, che ha continuato a fornire armi ad un paese che sta commettendo un genocidio, che ha riempito le strade delle città statunitensi di agenti armati fino ai denti che danno la caccia ai migranti letteralmente casa per casa, che ha abolito i finanziamenti ai programmi umanitari di UsAid, che perseguita la comunità LGBTQIA+, che sta tentando di mettere il bavaglio alla ricerca e alle università con il ricatto dei finanziamenti?
Davvero una proposta surreale che, per fortuna, non ha trovato sponda nel Comitato che assegna il Nobel. Ci auguriamo che questa decisione, che ricordiamo è stata presa da un Comitato autonomo e indipendente, non abbia delle ricadute sulla Norvegia, data l'attitudine alla vendetta di Donald Trump". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Conosco Marta Logli e so quanto impegno e passione mette ogni giorno nella sua battaglia politica. Per questo quello che le è successo stamattina mi colpisce ancora di più. Trovare davanti alla porta di casa un volantino con insulti sessisti è una violenza che nessuna donna dovrebbe subire. Marta non si fermerà. Lo so perché la conosco e so che ha la forza e il coraggio di chi crede davvero in quello che fa. Ma non deve essere lasciata sola. Dobbiamo essere tutti al suo fianco. Ogni attacco a una donna impegnata in politica è un attacco alla democrazia e alla convivenza civile. Chi usa la violenza verbale e l'intimidazione ha già perso. Noi continueremo a lottare insieme a Marta per una società libera dalla violenza di genere". Così in una nota Marco Furfaro, deputato e membro della segreteria nazionale, sugli attacchi sessisti a Marta Logli, capolista del Pd a Prato alle elezioni regionali toscane.
"Un altro episodio di sessismo segna la campagna elettorale toscana. Dopo il post contro l'assessora regionale Alessandra Nardini e la sindaca di Montopoli Val d'Arno Linda Vanni, oggi è toccato a Marta Logli, capolista del Pd a Prato. Stamattina, uscendo di casa, Logli ha trovato davanti al portone un volantino con un evidente insulto sessista rivolto a lei. Un'offesa, per di più, anonima perché questi vigliacchi non ci mettono neanche la faccia. Ha ragione Marta, a cui va la mia solidarietà: questo dimostra che c'è tanto bisogno di donne femministe, di politiche di genere e di educazione al rispetto". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Case ad 1 euro. È questa la provocazione del sindaco di Montieri, Nicola Verruzzi, per rilanciare i piccoli borghi, per far incontrare domanda e offerta. Provocazione accolta dal Partito democratico che ha presentato alla Camera in conferenza stampa la proposta e chiede al Governo subito misure da inserire in manovra per rilanciare i piccoli borghi. A partire dai servizi, perché “si vive e si può lavorare laddove ci sono servizi e il tema della casa è un tema fondamentale. Dobbiamo aiutare i sindaci dei piccoli comuni sia sul fronte della casa che su quello dei servizi ai cittadini, per rilanciare l’economia non solo delle aree interne ma di tutto il Paese. Il Governo ascolti le nostre proposte per combattere spopolamento, degrado del patrimonio edilizio e perdita di vitalità nei borghi storici italiani”. Così Marco Simiani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, ha aperto la conferenza stampa organizzata dal Pd sul progetto di Montieri delle Case a 1 euro per far rinascere i nostri borghi.
“Montieri, in provincia di Grosseto, ha avviato l’iniziativa con l’obiettivo di recuperare immobili degradati nel centro storico e contrastare lo spopolamento. Ad oggi sono stati venduti oltre 70 immobili, molti dei quali ristrutturati e trasformati in residenze, case vacanza e attività turistiche.
L’iniziativa propone la vendita di immobili degradati al prezzo simbolico di 1 euro, con obbligo di ristrutturazione entro circa 3 anni. Se l’acquirente non rispetta l’impegno di ristrutturazione nei tempi e nei modi stabiliti, l’immobile può tornare al proprietario originario o essere revocato.
L’esperienza ha creato un effetto leva sull’economia locale, portando nuova vitalità al borgo e favorendo il ritorno di giovani e residenti. Il progetto ha ricevuto visibilità internazionale, anche attraverso la stampa estera come il Guardian”, ha aggiunto Simiani.
“Siamo messi male, anzi malissimo. Questi sindaci coraggiosi sono un vero argine allo spopolamento. Il governo invece su questa vicenda è assente. Per noi è una vera e propria emergenza nazionale, per questo abbiamo depositato una proposta di legge da 6 miliardi per garantire il diritto a restare e agevolare le persone a trasferirsi nelle aree interne”, è intervenuto Marco Sarracino, responsabile nazionale Pd aree interne.
“In Italia abbiamo una grandissima ricchezza che è rappresentata da questi borghi che purtroppo hanno subito l’effetto dello spopolamento negli anni. Oggi quando si parla dell’Italia in ambienti mediatici internazionali si parla molto di queste iniziative per rilanciare i piccoli borghi e dí molti americani che hanno investito in queste piccole aree e sono andati a vivere li”. Lo ha detto Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto nella circoscrizione estero Nord e Centro America.
“Noi come parlamento e come istituzioni dobbiamo pensare a come poter accompagnare queste iniziative che hanno una grande attrazione internazionale, in particolare territori che hanno una fortissima attrattiva paesaggistica come la Toscana. Le azioni del governo non sempre vanno nella direzione giusta. Per esempio recentemente il governo ha passato una legge che rende molto difficile agli italo-discendenti di acquisire la cittadinanza italiana. Ecco questi ostacoli noi dobbiamo evitarli per rilanciare il nostro patrimonio culturale ed economico anche all’estero”, ha aggiunto Di Sanzo.
“Esprimiamo la nostra solidarietà a Bruno Vespa per le intimidazioni e le offese subite. Questo inaccettabile clima d’odio che si è venuto a creare non è più tollerabile soprattutto all’interno dell’azienda dell’informazione pubblica, l’informazione di tutti i cittadini, la casa della democrazia. Occorre una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche perché solo in questo modo si riuscirà a ristabilire un clima civile”. Così in una nota il capogruppo pd in commissione di vigilanza sulla Rai Stefano Graziano.
Pacifisti, coraggiosi e generosi. Bentornati ai parlamentari della Global Sumud Flotilla missione umanitaria bloccata dall’esercito israeliano in acque internazionali. Ora a casa tutti gli attivisti. Lavoriamo per la fine del massacro a Gaza e pace giusta per Palestina e Israele.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Nazionalizzazione dell'acciaio unica soluzione
“Sull'ex Ilva il governo ha preso degli impegni che non riesce a mantenere. La situazione è drammatica e l'incapacità dell'esecutivo porta ad una sola soluzione: la nazionalizzazione dell'acciaio mettendo risorse pubbliche e affidandole a Cassa depositi e prestiti o ad altro soggetto pubblico capace di bonificare e decorbonizzare la fabbrica. Ogni risposta del ministro Urso sul futuro dell'ex Ilva è ondivaga, come sempre negli ultimi 3 anni. Il governo continua a traccheggiare e perdere tempo mentre lo stabilimento di Taranto cola a picco. Chi ha gestito l'ex Ilva ha dato informazioni fasulle mentre esplodevano pezzi di fabbrica e migliaia di lavoratori rimanevano a casa in cassaintegrazione”. Così il deputato e capogruppo Pd in Commissione Bilancio, Ubaldo Pagano intervenendo in replica al ministro Urso durante il Question time alla Camera.
“Oggi – continua l'esponente dem - la situazione è ancor più paradossale: delle 10 offerte di acquisizione degli asset produttivi, solo 2 riguardano l'intera azienda e sono fatte da operatori che non sono soggetti industriali ma fondi di investimento senza competenze ed esperienze nel comparto siderurgico”. “Il presagio di una nuova speculazione è dietro l'angolo. La fabbrica è a pezzi e i lavoratori sul lastrico. In questi anni il governo Meloni non è riuscito in nulla e tutte le promesse fatte sono rimaste lettera morta”, conclude Pagano.
“Il Piano nazionale di ripresa e resilienza era stato concepito anche come uno strumento per ridurre i divari sociali e territoriali, destinando maggiori risorse al Mezzogiorno, alla Sanità, alla scuola e agli asili nido. Il governo Meloni ha modificato profondamente quel piano, ma senza restituirgli la sua natura sociale: oggi il Sud è il grande assente”. Lo dichiara Nico Stumpo, deputato del Pd e componente della commissione Affari sociali, intervistato sui canali social dei deputati dem.
“Il ministro ha riferito che sono stati spesi 86 miliardi – aggiunge Stumpo – ma le risorse complessive sono 197 e l’esecutivo vorrebbe utilizzarne oltre 100 in un solo anno, quando in tre anni non è riuscito a superare i 97. È un ritardo clamoroso che rischia di tradursi in un fallimento per l’Italia. Senza il Pnrr, il nostro Paese sarebbe rimasto schiacciato dall’inflazione: eppure questo governo non trova il coraggio di ammettere i suoi limiti e di riconoscere il merito di chi aveva portato a casa le risorse europee”.
Secondo l’esponente dem, “anche quello che viene presentato come una grande scommessa, il ponte sullo Stretto, in realtà penalizza il Mezzogiorno, perché sono stati sottratti fondi di coesione a Sicilia e Calabria, tagliando risorse per l’alta velocità e lo sviluppo reale delle Regioni”.
“Se il governo non riuscirà a investire i 197 miliardi concessi dall’Ue – conclude Stumpo – perderemo una straordinaria opportunità per digitalizzazione, infrastrutture, sanità e scuola. Rischiamo un’occasione sprecata, l’ennesima del centrodestra”.
“‘Ecco, ci mancava l’albanese’. ‘Torna a casa tua”. ‘Già il cognome dice tutto’. Sono alcuni degli insulti che sta ricevendo Bernard Dika, dopo la sua candidatura alle elezioni regionali toscane. Bernard, infatti, è arrivato in Italia dall’Albania quando aveva un anno e da allora la sua casa è Pistoia. Qui ha frequentato le scuole, qui ha costruito la sua vita, qui ha scelto di lottare per la sua comunità. Bernard è lo studente che ha chiesto più corse degli autobus per andare a scuola, il ragazzo che ha scritto la prima legge regionale contro il bullismo, il giovane che ha portato avanti battaglie per dare ai coetanei più opportunità di studio e per il suo impegno è stato proclamato Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella. Eppure oggi, da candidato capolista del Partito Democratico alle elezioni regionali toscane, deve subire la violenza inaudita delle solite offese razziste”.
Così il deputato e componente della segreteria nazionale del Pd, Marco Furfaro, in un post sui social.
“Perché per qualcuno - scrive - conta solo il pregiudizio, non quello che sei e che hai fatto. Ma la verità è che Pistoia è la sua città, che la Toscana è la sua terra e che lui è la dimostrazione vivente che integrazione, impegno e partecipazione possono cambiare il destino delle persone. A lui va la mia totale solidarietà e la vicinanza di tutto il Partito Democratico. La Toscana - conclude - è casa di chiunque scelga di viverla, amarla e migliorarla. Piaccia o non piaccia a chi preferisce vivere di odio”.
“Cosa sta facendo il ministro Zangrillo per la Pubblica Amministrazione, quella che dovrebbe essere l'ossatura del nostro Paese? Poco, anzi nulla. Dovrebbe smettere di fare la vittima perché non è soltanto il Pd ad attaccare il suo operato ma gli oltre 77mila italiani che hanno fatto causa al suo ministero”. Lo dichiara Marco Sarracino, deputato e responsabile coesione territoriale nella segreteria nazionale del Pd, intervenendo durante il Question Time alla Camera.
“Da quando il ministro Zangrillo si occupa di PA – sottolinea il parlamentare dem – i contenzioni tra il ministero e i lavoratori sono aumentati del 290%. Oltre agli elevatissimi costi diretti e indiretti di tutti i contenziosi, che per fortuna del ministro non sono a suo carico, tutte queste cause sono l'indice della condizione precaria e sottopagata e dei diritti non rispettati per troppi lavoratori”. “Ciononostante - aggiunge - il governo non fa scorrere le graduatorie d'ammissione, lasciando a casa un'intera generazione che vinto i concorsi per merito, né vuole adottare un piano straordinario di assunzioni nella PA. Il governo non vuole neanche stabilizzare i precari assunti con il Pnrr, né fa crescere i salari ancora troppo bassi”, conclude Sarracino.
"Siamo rimasti a parlare di giustizia per tutta la notte perché bisogna sbrigarsi. Non c'è una scadenza. C'è che i parlamentari di maggioranza oggi devono precipitarsi nelle Marche per andare ad applaudire Giorgia Meloni. L'agenda del Parlamento piegata agli impegni elettorali della premier: a questo siamo arrivati", ha esordito Laura Boldrini, deputata Pd, intervenendo in aula alle 2.20 sulla separazione delle carriere.
"Le urgenze, in realtà, ci sarebbero perché la giustizia affoga nei problemi. Ci sono 12mila persone assunte con i fondi PNRR, ma metà di loro andrà presto a casa. Ieri hanno scioperato in tutta Italia per chiedere la stabilizzazione. Una richiesta logica: al Ministero della Giustizia mancano 15mila unità e queste 12mila persone hanno smaltito 100mila procedimenti arretrati.
Ma la priorità di governo e maggioranza è la separazione delle carriere - ha sottolineato Boldrini -. Il sovraffollamento nelle carceri è arrivato al 140 per cento. Dall'inizio dell'anno al 20 agosto si sono suicidati 55 detenuti. Sono stati 91 lo scorso anno.
Ma la priorità di governo e maggioranza è la separazione delle carriere. Per una causa civile ci vogliono fino a sette anni e più della metà dei processi finisce in prescrizione.
Ma la priorità di governo e maggioranza è la separazione delle carriere".
"Una riforma costituzionale in cui il Parlamento è stato espropriato delle sue prerogative, con tutti i nostri emendamenti rifiutati, perfino quello che garantiva la parità di genere nei CSM - ha incalzato la deputata dem -. Al plurale, perché ce ne saranno, inspiegabilmente, due. Per di più selezionati con un sorteggio. Ma in democrazia si sceglie liberamente non si fanno sorteggi. Un vero sfregio alla magistratura".
"E per cosa? Per fermare un fenomeno, quello del passaggio da una carriera all'altra della magistratura, che riguarda meno dell'1 per cento dei magistrati. E per questo si cambia la Costituzione?
La verità è che la destra vuole minare l'indipendenza della magistratura perché è intollerante verso ogni forma di controllo dell'opera del governo - ha concluso -. Una brutta china, quella in cui stanno facendo scivolare la democrazia italiana. Ma ci sarà un referendum e saranno le italiane e gli italiani a bocciare, definitivamente, il loro progetto illiberale".
“A Gaza è stata un’altra botta da incubo. Si vanno a cercare donne e bambini casa per casa. Non c’è paese anche quelli più prudenti che non abbia sentito il dovere di condannare quanto sta accadendo. Ieri una commissione indipendente dell’Onu ha detto che siamo di fronte a un genocidio. Cosa aspetta Meloni a venire in Parlamento per avere pieno mandato ad agire subito? Siamo a un bivio della storia: non potremo raccontare alle prossime generazioni di aver dovuto attendere le mosse della Premier o di aver dovuto attendere che Salvini abbracciasse l’ambasciatore russo.
Leggiamo ancora di vostre esitazioni in Europa. Come è possibile? Dalla Germania alla Gran Bretagna fino alla Turchia, i governi parlano di un «terribile errore» e chiedono lo stop immediato. Mettetevi e metteteci nella condizione di agire. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: l’inazione non è più un’opzione, è complicità.
Meloni venga in aula per consentire al Parlamento di esercitare il proprio diritto al confronto”.
Lo ha detto in Aula Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, rinnovando la richiesta di comunicazioni della Premier sui fatti in Medio Oriente.