22/12/2022 - 13:26

“Basta sono indegna”. “In classe non respiro”. Sono le parole di Beatrice, Eleonora, Polly. Sono le testimonianze di un disagio crescente che tocca gli adolescenti ed i più giovani, un’emergenza a cui non si può non fare fronte con un’azione trasversale che tocca più ambiti non solo l’istruzione. E di fronte ad una emergenza come questa il Governo taglia fondi all’istruzione e interviene su 18App, festeggiando con spirito ideologico la riscrittura e l’abolizione. Una misura pensata come forma di ingresso universale alla cittadinanza trasformata in una concessione benevola dall’attuale Governo di destra.

E allora mi chiedo: ma quei ragazzi che sono in difficoltà  che, a prescindere dal reddito della propria famiglia, in questo momento avrebbero ancor più bisogno di sostegno, di investimenti anche culturali oltre che nell’istruzione, in quale categoria devono essere collocati? Quella del merito o del demerito? Chi resta indietro- per appartenenza familiare, per difficoltà, per disagio- in quale categoria si colloca per questa maggioranza di Governo? E’ destinato a rimanere inesorabilmente indietro?

Forse questo tema non vi interessa dal momento che decidete- con un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione- di condizionare all’assolvimento dell’obbligo scolastico la percezione del reddito di cittadinanza per i più giovani. 
Senza intervenire sul perché questo obbligo non è stato assolto. In questa legge di Bilancio mancano gli investimenti nella Cultura: nella scuola, nelle università, nell’educazione 0-6 anni.
Questa, purtroppo, non è una manovra per giovani. Non è una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo provato a migliorarla nelle lunghe giornate e serate passate in Commissione Bilancio. Non ci avete ascoltato e con la manovra che oggi discutiamo in quest’Aula fate un torto al Paese e al suo futuro”. Lo ha detto in Aula Irene Manzi, deputata e capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio.

22/12/2022 - 13:09

“Basta sono indegna”. “In classe non respiro”. Sono le parole di Beatrice, Eleonora, Polly. Sono le testimonianze di un disagio crescente che tocca gli adolescenti ed i più giovani, un’emergenza a cui non si può non fare fronte con un’azione trasversale che tocca più ambiti non solo l’istruzione. E di fronte ad una emergenza come questa il Governo taglia fondi all’istruzione e interviene su 18App, festeggiando con spirito ideologico la riscrittura e l’abolizione. Una misura pensata come forma di ingresso universale alla cittadinanza trasformata in una concessione benevola dall’attuale Governo di destra.

E allora mi chiedo: ma quei ragazzi che sono in difficoltà  che, a prescindere dal reddito della propria famiglia, in questo momento avrebbero ancor più bisogno di sostegno, di investimenti anche culturali oltre che nell’istruzione, in quale categoria devono essere collocati? Quella del merito o del demerito? Chi resta indietro- per appartenenza familiare, per difficoltà, per disagio- in quale categoria si colloca per questa maggioranza di Governo? E’ destinato a rimanere inesorabilmente indietro?

Forse questo tema non vi interessa dal momento che decidete- con un emendamento alla legge di bilancio approvato in Commissione- di condizionare all’assolvimento dell’obbligo scolastico la percezione del reddito di cittadinanza per i più giovani. 
Senza intervenire sul perché questo obbligo non è stato assolto. In questa legge di Bilancio mancano gli investimenti nella Cultura: nella scuola, nelle università, nell’educazione 0-6 anni.
Questa, purtroppo, non è una manovra per giovani. Non è una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo provato a migliorarla nelle lunghe giornate e serate passate in Commissione Bilancio. Non ci avete ascoltato e con la manovra che oggi discutiamo in quest’Aula fate un torto al Paese e al suo futuro”. Lo ha detto in Aula Irene Manzi, deputata e capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio.

22/12/2022 - 12:58

Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd 

“L’abbiamo detto fin dall‘inizio: la legge di Bilancio  è iniqua ed inadeguata. Iniqua perché ingiusta e diseguale, ruba al futuro per il presente, toglie a molti per dare a pochi.” Così il deputato del Partito Democratico Silvio Lai nel suo intervento in Aula.
“E’ una manovra spot – ha proseguito Lai-  senza un filo conduttore ed una strategia unificante che consenta di avere una visione che restituisca certezze e fiducia alle nostre genti che sulla loro pelle vivono la crisi economica ed energetica.” Per Lai, “ i numeri sono impietosi: perché il taglio delle perequazioni delle pensioni porta a una riduzione di potere d‘acquisto che si traduce in una perdita di circa 450 euro”. “Così come preoccupa – ha osservato Lai- l’aver ridotto il reddito di cittadinanza. Quando ci ritroveremo ad agosto con tanti cittadini e famiglie che accresceranno quelle percentuali drammatiche di chi è già dentro il vortice della povertà per chi direte che lo avete fatto? – ha incalzato l’esponente dem rivolgendosi al governo. “Altro capitolo davvero drammatico per il nostro paese – ha proseguito- è quello della sanità pubblica, poiché in manovra non ci sono le risorse sufficienti per rafforzare, come necessario, un sistema con molte criticità, di organico e di infrastrutture, che produce -quale diretta conseguenza-  disservizi, lunghe liste d‘attesa e pronto soccorsi e reparti sguarniti degli operati sanitari necessari. Il governo però guarda altrove.” Infine, Lai ha rivolto uno sguardo alla sua regione, la Sardegna.  “Il Governo sa che la Sardegna non è dotata di metano? E nel momento in cui si danno alle aziende energivore che usano metano il 45% di credito d‘imposta oppure si riduce l‘IVA sul metano dal 22 al 5% per usi industriali e domestici, cosa succede in Sardegna? Succede che in un trimestre cittadini e aziende sarde hanno circa 60 milioni euro di spese in più solo perché non hanno il metano ma usano aria propanata.” Lai ha poi ricordato al governo  che il Pd aveva presentato due emendamenti in tal senso, non accolti. “Ma ora parlano i fatti – ha concluso l’esponente Dem-  e con  questa manovra di bilancio si colpiscono ancor di più deboli e vulnerabili, e si colpiscono anche quelle fasce medie che maggioranza e Governo avevano annunciato di voler aiutare, alle quali ora hanno colpevolmente voltato  le spalle”.

22/12/2022 - 12:56

“Oggi discutiamo in Aula la prima legge di Bilancio di questa legislatura, in un momento straordinario sia per il tempo ristretto in cui avviene, sia per la fase storica che stiamo attraversando; con l’inflazione che torna in doppia cifra, con una guerra che si svolge nel cuore dell’Europa e con gli innalzamenti del costo dell’energia e delle materie prime. Il tutto all’indomani di una pandemia globale. Ma se i tempi che ci è dato di vivere sono unici, la manovra proposta da questo governo è tutto fuorché unica, anzi ripropone una storia antica: si chiede a tanti, per dare a pochi. A fronte di domande nuove che emergono dalla società e che richiedono alla politica e allo Stato una capacità di innovare, si ripropongono vecchie ricette che scaricano sul lavoro dipendente, i pensionati, i tagli su sanità, scuola e servizi pubblici erogati dagli enti locali i costi della crisi economica internazionale”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Claudio Mancini, della commissione Bilancio di Montecitorio, intervenendo durante la discussione generale sulla legge di Bilancio.

“Ma i nodi – ha aggiunto l’esponente Pd - verranno presto al pettine, perché a fronte di un’inflazione all’11 per cento non adeguate le pensioni sopra la soglia di sussistenza e scaricate il costo dell’inflazione sui servizi ai cittadini. C’è un’ingiustizia evidente nel fatto che con la mancata indicizzazione delle pensioni si finanziano in parte le misure contro il caro energia e che la flat tax, che adesso Fratelli d’Italia chiama tassa piatta per vergogna, si finanzia con nuovo debito, il taglio del reddito di cittadinanza e la riduzione di opzione donna. L’unico vero risultato è dunque ampliare il divario tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, i quali continuano a portare sulle proprie spalle la larghissima parte del peso fiscale e contributivo del Paese”.

“Quando il Pd in commissione – ha concluso Mancini - ha detto ‘se calate la porcata fiscale salta tutto’ vi siete fermati e non avete depositato l'emendamento già predisposto per il condono fiscale. Questa manovra non affronta i problemi più di fondo del Paese e in questa scelta c'è un errore che segnerà la legislatura. Il governo Meloni ha scelto di assecondare una politica di austerity sul piano europeo e sceglie di fare una manovra di bilancio che penalizza i ceti più deboli, che penalizza i pensionati e i lavoratori. Le prossime elezioni amministrative e tra un anno le elezioni europee daranno la risposta degli italiani a queste scelte. Noi del Partito Democratico le spiegheremo con dovizia di argomenti le prossime settimane”.

22/12/2022 - 10:46

“Legge di Bilancio in Spagna con un Governo socialista: “Ingreso minimo vital”, l’equivalente del nostro reddito di cittadinanza, viene aumentato per adeguarlo all’inflazione da noi la destra lo cancella. 

Bonus cultura per i giovani confermato a cui viene aggiunto anche un sostegno per gli affitti dei giovani, da noi cancellato per molti. In Spagna aumentano del 6,5% le risorse per scuola e università, da noi aumentano le possibilità per evasori e corrotti di usare il contante. 

Riduzione di contratti a tempo con la sinistra in Spagna e invece ritorno dei voucher con la destra in Italia che aumenta il precariato. 

C’è un altro modo di governare per ridurre le disuguaglianze. La destra non vuole l’Italia del merito ma dei furbi e dei corrotti”. Lo scrive il deputato del Pd, Nicola Zingaretti, nella sua pagina Instagram.

20/12/2022 - 16:11

Non ci sentiamo per nulla rassicurati dall'illustrazione delle linee guida da parte della ministra Calderone: sulle politiche sociali non c'è quasi nulla e sul resto abbiamo ascoltato parole vuote. Il governo parla bene e razzola male, non mettendo in pratica gli slogan che usa dalla campagna elettorale. Il governo parla molto di dignità e di etica del lavoro, ma i primi passi indicano un'altra direzione. Quando pensiamo ai voucher, al congedo parentale, alla lotta al precariato, ai salari, al lavoro povero, all'indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo, alla continuità dei contratti dei ricercatori, ai lavoratori fragili, ai caregiver vediamo in modo lampante tutti i limiti di questo governo.

Sul grande tema della povertà, del contrasto delle disuguaglianze, della fragilità sociali siamo molto preoccupati dalle scelte dell'esecutivo che le parole della ministra non hanno fugato in alcun modo. Con queste linee guida temiamo che aumenteranno disuguaglianze e precariato e che non si metterà in campo nessun sostegno al reddito in un momento in cui la povertà assoluta e quella relativa, come rilevato dall'Istat, crescono in modo significativo. Oggi rinunciare al reddito di cittadinanza senza, contestualmente, intervenire sul lavoro povero con il salario minimo e mettere in campo subito un'altra misura rischia di lasciare in condizioni di assoluta fragilità importanti fasce di popolazione. A ciò si aggiunga che la ministra Calderone non ha pronunciato una sola parola sul lavoro giovanile e quello femminile che rappresentano una grande fragilità del Paese e ha illustrato elementi che ci preoccupano sulla riforma degli ammortizzatori sociali e del rapporto tra scuola e lavoro che, ricordo, prima di ogni altra cosa- non deve formare dei lavoratori ma dei cittadini. Siamo molto delusi e preoccupati.

Così i deputati dem Ilenia Malavasi della commissione Affari Sociali, e Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione.

20/12/2022 - 14:47

“Meno male che avevano detto che erano pronti in campagna elettorale, pensa se non lo fossero stati! Questa è una legge di Bilancio iniqua ed inadeguata. Una manovra complessivamente da 35 miliardi di euro di cui 21 sono la proroga di misure precedenti, per quanto riguarda principalmente il contrasto al caro-bollette. Questa è una manovra di destra, che dà dei segnali inutilmente brutali sul reddito di cittadinanza colpevolizzando di fatto i poveri; fortuna che l’Europa li ha costretti ad un clamoroso dietrofront sull’obbligo del Pos fino a 60 euro, obbligo che il Governo voleva togliere. La destra fatica, ci sono al momento centinaia di emendamenti accantonati, non si sa quando finiremo e quando il provvedimento andrà in Aula. E giungono voci molto preoccupanti su un ulteriore pacchetto di misure che il Governo vorrebbe inserire legato alla depenalizzazione per reati fiscali. Questa è una strada inaccettabile che troverà tutta la nostra contrarietà”. Lo ha detto ai microfoni di Radio Immagina, Federico Fornaro, dell’Ufficio di presidenza del gruppo Pd-Idp.

A proposito del processo costituente del nuovo Pd ha aggiunto:

“Occorre recuperare la parte di società da noi persa e che ci vede come estranei. Il come riuscire in questa impresa dovrebbe essere la risposta che dovremmo dare come comunità politica in questo congresso costituente. La destra non ha sfondato nel Paese in termini di voti assoluti. Abbiamo una massa di persone che ormai vede male la politica in generale, che ci considera tutti uguali, inaffidabili e inutili, e questo è pericoloso per la nostra democrazia. Noi dobbiamo provare a recuperare questi elettori delusi e arrabbiati, recuperare insomma l’identità forte e attrattiva di una sinistra democratica e plurale che lotta per ridurre le diseguaglianze e le ingiustizie”.

19/12/2022 - 15:49

Dichiarazione di Nicola Care’, deputato Pd eletto all’estero

“ Ho presentato una proposta di legge sulla riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, per gli ex cittadini italiani trasferitisi all'estero, nei due anni successivi a decorrere dalla data di entrata in vigore delle presenti disposizioni, così come  previsto dalla legge del ‘92.” Così Nicola Care’, deputato Pd eletto all’estero che aggiunge : “Gli obiettivi di piena integrazione e partecipazione, che hanno consentito alle nostre comunità di assumere posizioni di rilievo a livello professionale, economico, politico e istituzionale nelle società in cui sono state accolte, hanno comportato, negli anni precedenti all'entrata in vigore della legge del 5 febbraio 1992, n. 91, l'acquisizione per naturalizzazione della cittadinanza del Paese di residenza. In molti casi si è trattato di scelte condizionate dalla necessità di vedere riconosciuti e salvaguardati diritti civili come l'acquisto della propria abitazione o l'assunzione di un incarico politico oppure di un impiego pubblico.
L'aspirazione al riacquisto della cittadinanza italiana merita particolari attenzione e tutela. Si tratta - ha precisato Care’- di ex cittadini italiani che esprimerebbero, attraverso la presentazione di una dichiarazione, la' volontà tesa al riacquisto di una cittadinanza che possedevano e alla quale sono stati costretti a rinunciare per mantenere lo status civitatis del Paese dove ormai le nostre comunità italiane vivono e lavorano. Poiché le procedure di riacquisto della cittadinanza rientrano già nelle competenze amministrative dei comuni e dei consolati, non si prevedono costi aggiuntivi per l'applicazione di questa  proposta di legge. Per il deputato Dem si tratta di “una battaglia di orgoglio che dovranno concederci, lo dobbiamo ad una platea di anziani che aspirano almeno negli ultimi anni della loro vita ad essere riconosciuti  nuovamente italiani. “ la proposta di legge è stata sottoscritta anche da Lorenzo Guerini, Piero Fassino, Piero De Luca, Ubaldo Pagano, Lia Quartapelle, Di Sanzo Christian, Fabio Porta, Toni Ricciardi, Mauro Berruto, Nicola Stumpo, Luciano D’Alfonso, Stefano Graziano, Marco Lacarra, Maria Stefania Marino.”

19/12/2022 - 15:47

Dichiarazione di Nicola Care’, deputato Pd eletto all’estero

“ Ho presentato una proposta di legge sulla riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, per gli ex cittadini italiani trasferitisi all'estero, nei due anni successivi a decorrere dalla data di entrata in vigore delle presenti disposizioni, così come  previsto dalla legge del ‘92.” Così Nicola Care’, deputato Pd eletto all’estero che aggiunge : “Gli obiettivi di piena integrazione e partecipazione, che hanno consentito alle nostre comunità di assumere posizioni di rilievo a livello professionale, economico, politico e istituzionale nelle società in cui sono state accolte, hanno comportato, negli anni precedenti all'entrata in vigore della legge del 5 febbraio 1992, n. 91, l'acquisizione per naturalizzazione della cittadinanza del Paese di residenza. In molti casi si è trattato di scelte condizionate dalla necessità di vedere riconosciuti e salvaguardati diritti civili come l'acquisto della propria abitazione o l'assunzione di un incarico politico oppure di un impiego pubblico.
L'aspirazione al riacquisto della cittadinanza italiana merita particolari attenzione e tutela. Si tratta - ha precisato Care’- di ex cittadini italiani che esprimerebbero, attraverso la presentazione di una dichiarazione, la' volontà tesa al riacquisto di una cittadinanza che possedevano e alla quale sono stati costretti a rinunciare per mantenere lo status civitatis del Paese dove ormai le nostre comunità italiane vivono e lavorano. Poiché le procedure di riacquisto della cittadinanza rientrano già nelle competenze amministrative dei comuni e dei consolati, non si prevedono costi aggiuntivi per l'applicazione di questa  proposta di legge. Per il deputato Dem si tratta di “una battaglia di orgoglio che dovranno concederci, lo dobbiamo ad una platea di anziani che aspirano almeno negli ultimi anni della loro vita ad essere riconosciuti  nuovamente italiani. “ la proposta di legge è stata sottoscritta anche da Lorenzo Guerini, Piero Fassino, Piero De Luca, Ubaldo Pagano, Lia Quartapelle, Di Sanzo Christian, Fabio Porta, Toni Ricciardi, Mauro Berruto, Nicola Stumpo, Luciano D’Alfonso, Stefano Graziano, Marco Lacarra, Maria Stefania Marino.”

07/12/2022 - 17:50

“La manovra del governo della destra è contro il Sud. Nella Legge di bilancio c’è una totale assenza di misure e politiche per il Mezzogiorno”. Così il Gruppo Pd che ha depositato alla Camera una mozione che invece mette al centro lo sviluppo e il rilancio del Sud.
L’iniziativa parlamentare impegna in particolare il governo: a sostenere il negoziato in sede Ue per la fiscalità di vantaggio sul lavoro e a rilanciare le misure di politica industriale regionale, a partire dalla decontribuzione per gli investimenti e dagli incentivi fiscali delle aree Zes; a incrementare le risorse contro il dissesto idrogeologico e per la transizione ecologica; a sbloccare l’erogazione dei 22 miliardi del Fondo sviluppo e coesione; a garantire il rispetto della quota Sud del 40% del Pnrr, sostenendo gli enti territoriali con le competenze necessarie; a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Costituzione, a prescindere dalla realizzazione dell'autonomia differenziata, assicurando il pieno coinvolgimento del Parlamento e la previsione delle risorse necessarie a colmare i divari di cittadinanza che dividono il Paese.
“Il governo si fermi e cambi rotta - aggiunge il vice segretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano, e primo firmatario della mozione - Di tutte le misure necessarie per contenere l’impatto della crisi nel Mezzogiorno e promuovere la ripartenza dell’area nella manovra non c’è traccia. E lo smantellamento del ministero per il Sud è la conferma di questa assoluta mancata di attenzione della destra”. Il vicepresidente dei deputati dem, Piero De Luca, annunciando anche un apposito pacchetto di emendamenti sul Mezzogiorno alla Legge di Bilancio, per accompagnare l’iniziativa del Gruppo, ha rimarcato la forte preoccupazione per l'azione del Governo considerato che “al vuoto drammatico di proposte per il Sud nella manovra, si affianca la proposta incostituzionale di autonomia differenziata avanzata nei giorni scorsi dal ministro Calderoli, che aumenterebbe i divari e le diseguaglianze territoriali ai danni del Meridione”.

06/12/2022 - 15:56

Domani nel question time alla Camera

Tempi , modalità e criteri in base ai quali il ministro dell’Interno intenda comporre il Decreto Flussi 2022. Sarà questo il tema del Question time proposto dal Partito Democratico che domani rivolgerà il proprio quesito direttamente al ministro  Piantedosi. Nel testo dell’interrogazione, primo firmatario Matteo Mauri e la vicepresidente del gruppo Simona Bonafè, si chiede anche al ministro dell’Interno come ritenga che gli attuali percettori del reddito di cittadinanza possano condizionare la composizione delle quote flussi, sia in merito al numero dei lavoratori occupati, che alla loro tipologia.

06/12/2022 - 12:03

“Non parli di difesa dei più deboli chi fa regali agli evasori. Il sottosegretario Fazzolari spieghi alle italiane e agli italiani le misure del suo governo e della sua maggioranza di destra sul ridicolo taglio delle tasse in busta paga, sul blocco totale del reddito di cittadinanza, sul duro colpo ad Opzione donna, sui pensionati trattati come bancomat. Nella fondamentale lotta all’evasione stavamo raggiungendo importanti risultati, invece questo nuovo che sa tanto di vecchio e già visto ci sta spingendo ancora una volta indietro, provocando un danno all’economia e alla lotta per la riduzione delle disuguaglianze. Non ci saremmo mai aspettati che il dibattito politico potesse scadere così in basso per mano di un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Evidentemente Fazzolari è infastidito perché ha scoperto l’esistenza di Autorità indipendenti come Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio, che hanno smascherato la loro operazione di lisciatura del pelo dei furbetti e degli evasori, affiancata da una grande operazione di lotta alla povera gente ‘colpevole’ di non fare abbastanza per tirarsi fuori dalla propria condizione di deprivazione. Accaniti sui deboli, ossequiosi con i potenti e allergici a qualsiasi critica indipendente: questa è la destra al potere”.

 

Così il capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.

05/12/2022 - 15:02

"Una manovra inadeguata, che penalizza i più fragili e favorisce l’evasione. Anche Bankitalia, dopo la Corte dei Conti, boccia una legge di bilancio che tra mancati interventi strutturali sui costi energetici, tetto del contante, limiti al POS, flat tax e reddito di cittadinanza, fa male all’Italia". Lo scrive su Twitter Piero De Luca, vicecapogruppo del PD alla Camera.

05/12/2022 - 10:35

“La relazione del dottor Balassone di Banca d’Italia ha messo a nudo tutta l’inadeguatezza della manovra messa in campo dal governo. In particolare, vorrei segnalare tre aspetti finiti sotto la lente d’ingrandimento di BankItalia: il taglio dell’Iva orizzontale su alcuni prodotti, che provoca una importante riduzione delle entrate dello Stato e che favorisce anche famiglie benestanti, le quali non avrebbero bisogno di queste facilitazioni; la cancellazione del reddito di cittadinanza, rivolta a nuclei segnalati in base all’età e alle condizioni di salute, che mette a rischio famiglie che con grande difficoltà potrebbero rientrare nel mercato del lavoro, viste anche le previsioni di rallentamento o addirittura contrazione dell’economia nel prossimo anno; l’innalzamento dei tetti per l’uso del contante e nell’obbligo di utilizzo del Pos, che senza ombra di dubbio favorisce l’economia sommersa e aumenta l’evasione fiscale. L’allarme lanciato oggi dalla Banca d’Italia è preciso e circostanziato. Ci auguriamo che la maggioranza di destra non faccia orecchie da mercante e corregga il tiro. Il tempo c’è e la nostra disponibilità anche”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.

02/12/2022 - 15:50

“Il ministro Giorgetti sostiene che la manovra tutela deboli e vulnerabili. Ma quando toglie a chi prende 1.500 euro netti di pensione sta togliendo ai più forti? Quando allarga l’uso del contante a 5mila euro serve per chi guadagna mille euro al mese? Quando toglie il reddito di cittadinanza da settembre lo fa per riequilibrare le disuguaglianze o a favore dei vulnerabili? Quando elimina il credito d’imposta al Sud lo fa per aiutare la crescita della parte più debole del Paese? Quando taglia i fondi per la sanità pubblica lo fa per chi dovrà attendere mesi per una visita specialistica non potendo permettersene una privata? Ministro Giorgetti, parlano i fatti e con questa manovra di bilancio si colpiscono ancor di più deboli e vulnerabili e anche quelle fasce medie che avevate annunciato di voler aiutare”.

 

Così il deputato del Pd della commissione Bilancio della Camera, Silvio Lai.

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