“L’approvazione del Codice senza gli emendamenti che avevamo presentato insieme ad associazioni delle vittime sulla strada e comitati per la sicurezza stradale è un’occasione persa: la riforma non dà soluzioni né garanzie, anzi rischia di peggiorare il problema drammatico degli scontri stradali con norme che allontanano ancora di più l'Italia dal resto d'Europa. Ora si apre il percorso di attuazione della legge delega e, ascoltando il grido di dolore dei familiari delle oltre 3.000 vittime ogni anno, continueremo a batterci nel Parlamento e nel Paese per chiedere al Governo di mettere per davvero la difesa della vita umana al primo posto anche nelle norme e non solo nei comunicati stampa. Dovrebbe essere un codice condiviso e da votare tutti insieme, ma il Governo finora è stato sordo ad ogni richiesta e bloccato da una visione ideologica che allenta le regole per i veicoli a motore e restringe quelle per gli utenti della mobilità sostenibile, oltre a togliere autonomia a Sindaci e città”. Così il vicepresidente della Commissione Trasporti, Andrea Casu dopo l'approvazione definitiva del nuovo codice della strada.
Una delegazione Pd composta dalla responsabile della segreteria l’europarlamentare Annalisa Corrado e dal vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera, Andrea Casu ha partecipato a Largo di Torre Argentina al presidio organizzato da associazioni, realtà civiche e comitati per commemorare le vittime sulla strada e protestare contro la riforma del codice della strada del ministro Salvini che le associazioni hanno già ribattezzato 'codice della strage'. “Ascoltiamo – dicono i parlamentari - il grido di dolore delle associazioni e dei comitati che oggi sono scese in piazza per ricordare le oltre 3000 vittime che ogni anno vengono uccise nelle nostre strade, un intero paese che scompare, e per chiedere al Governo di correggere il testo in discussione al senato per garantire più sicurezza stradale. Come Pd già alla Camera e adesso al Senato abbiamo presentato emendamenti per mettere la difesa della vita al primo posto. Non sprechiamo questa occasione per andare nella direzione della prevenzione, di costruire città più sicure, vivibili e a misura di persona”.
“Mentre si scrive un decreto pasticciato e repressivo e si ostacolano esperienze eccellenti sulle citta30, si tagliano i fondi per il trasporto pubblico locale, la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale tornando indietro di 40 anni su un modello esclusivamente autocentrico. Non ci fermeremo!”, concludono Corrado e Casu.
"Stop bombing Gaza - stop genocide". Per avere esposto un cartello con questo messaggio nel suo banco al mercato del Comune di Desio, l’apicoltore Marco Borella si è visto fare una multa da 430 euro.
Un provvedimento che ha tutto il sapore del tentativo di limitare la libertà di espressione di Marco Borella.
La multa riporta, infatti, la violazione dell'art.23 del codice della strada che regola l'esposizione di cartelli, insegne, manifesti che ostacolino ostacolino la viabilità o la segnaletica stradale o che contengano messaggi razzisti, discriminatori, offensivi, razzisti o sessisti.
Ma nessuna di queste circostanze riguarda lo striscione esposto da Borella perché era rivolto verso l'interno del mercato, quindi non verso il traffico automobilistico, e perché conteneva un chiaro messaggio di pace e non violento.
Per queste ragioni ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Rivolgo a Borella la mia solidarietà e vicinanza, e ritengo che il suo messaggio sia assolutamente condivisibile: milioni di persone sfilano nelle strade di tutto il mondo con lo stesso cartello per dire basta alla carneficina in corso a Gaza. Così come abbiamo fatto e continueremo a fare molti di noi parlamentari.
Siamo davanti alla volontà di impedire a un libero cittadino di esprimere la sua opinione, pacifica e non lesiva nei confronti di nessuno e questo non è accettabile". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Berruto ricorda in aula ciclisti uccisi
“Oggi Michele Scarponi, il grande campione, ciclista, vincitore del Giro d’Italia del 2011, avrebbe compiuto 45 anni. Avrebbe. Perché il 22 aprile del 2017 Michele Scarponi è stato ammazzato sulla strada, investito mentre si stava allenando. Oggi, giorno del compleanno del povero Michele, Vittorio Feltri, consigliere della Regione Lombardia per Fratelli d’Italia (e direttore editoriale de Il Giornale) ha detto questo parole: “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”. Verrebbe da provare nei confronti di Vittorio Feltri, pietà. Pietà per un uomo allo sbando che qualcuno ha deciso potesse svolgere un ruolo istituzionale.
Verrebbe da provare quella pietà che Vittorio Feltri NEGA a Michele Scarponi o a Tommy Cavorso, ammazzato sulla strada quattordicenne, o a Davide, Marco, Sara e altri quasi 200 ciclisti ammazzati, ogni anno, sulle strade italiane.
Verrebbe da provare quella pietà che Vittorio Feltri nega alle mamme, ai papà, agli amici alle persone che volevano bene a quei quasi 200 ciclisti ammazzati, ogni anno, sulle strade italiane.
Invece no, non proviamo pietà per le parole di Vittorie Feltri e non accettiamo vengano derubricate come una “battuta” maldestra. Le ”battute” dovrebbero far ridere, queste parole invece sono sale sulle ferite e sul dolore di chi ha perso, in quel modo, una persona cara.
Perfino 2500 anni fa si raccontava di Achille capace di restituire il corpo martoriato di Ettore a suo padre, piangendo -lui, l’assassino- per il dolore di quel vecchio.
Ci immaginiamo invece Vittorio Feltri, grazie all’immagine che di sé lui stesso ha voluto dare, godere davanti al cadavere di un ciclista o di una ciclista.
Le parole di Vittorio Feltri ci riportano a un abisso di disumanità che sembra non toccare il fondo, capace di scherzare sul sangue di bambine, bambini, lavoratori, sportivi, nonne o nonni investiti e ammazzati sulle strade italiane.
Non proviamo pietà, ma solo DISGUSTO per queste parole e per l’uomo che le ha pronunciate.
Proviamo DISGUSTO per questo esplicita istigazione all’odio da parte di un rappresentate delle istituzioni; e chiediamo che al nostro disgusto si accompagni una presa di posizione del Consiglio Regionale della Lombardia, al quale chiediamo che Vittorio Feltri venga rimosso dal suo ruoloistituzionale… per manifesta disumanità”.
Così in aula alla camera il deputato democratico, responsabile nazionale sporto, Mauro Berruto.
Governo violenta codice penale per coprire propri fallimenti
“Il ddl sicurezza colpisce le libertà individuali e collettive, attacca il dissenso ed è finalizzato ad ottenere una pubblica opinione e una cittadinanza addomesticata. È, per questo, un provvedimento che costruisce e delinea una deriva assolutamente pericolosa e inaccettabile. Anche perchè non garantisce affatto un accrescimento in materia di sicurezza pubblica nelle nostre città. Con numerosi interventi sul codice penale, si introducono nuovi reati, si prevedono nuove aggravanti e si innalzano le pene, ma non è una strada nuova: è quella che questo Governo ha imboccato già dal momento del proprio insediamento”. Così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, ha illustrato in aula la questione pregiudiziale di costituzionalità al ddl sicurezza presentata dal gruppo democratico.
“A due anni di distanza dall'insediamento del Governo Meloni, la verità sotto gli occhi di tutti: la maggioranza cerca di coprire i propri fallimenti violentando e stravolgendo il codice penale, introducendo norme contraddittorie, demagogiche, talvolta inutili e, in altri casi, dannose. Nessun investimento aggiuntivo per aumentare la pianta organica delle Forze dell'ordine, nessun investimento per i comuni italiani, che sono il primo presidio per la diffusione della legalità e del decoro nelle nostre città, nessun investimento in azioni di rigenerazione urbana, nella cultura e nell'educazione”
Governo ascolti Appello associazioni vittime della strada
“L’Italia con il nuovo Codice della Strada peggiora le norme che salvano la vita delle persone. L’appello delle associazioni e fondazioni di familiari e vittime sulla strada non deve restare inascoltato: Meloni e Salvini si fermino prima che sia troppo tardi” così sui social il vicepresidente della commissione trasporti della camera, Andrea Casu.
Mauri: arresto fino a 2 anni anche per studenti che organizzano sit-in davanti scuole
“È stato bocciato l’emendamento del Pd che abrogava definitivamente la norma anti-dissenso contenuta nel ddl sicurezza: siamo davanti a una pericolosa deriva reazionaria da parte del governo”. Lo rende noto il responsabile sicurezza del Pd, Matteo Mauri, al termine della seduta della commissione della camera che ha esaminato la norma proposta da Piantedosi e Nordio per trasformare il blocco della circolazione stradale fatto solo con il proprio corpo da un semplice illecito amministrativo a un vero e proprio reato da codice penale. “Un giro di vite che non trova alcuna motivazione – sottolinea Mauri - e che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche di studenti che organizzano un sit-in davanti alla scuola. È chiaro l'intento intimidatorio e la volontà di limitare in maniera drastica la possibilità di protestare, anche in modo assolutamente pacifico: queste dimostrazioni di dissenso e di libero pensiero sono espressioni di libertà, devono essere considerate sacrosante in democrazia e devono essere garantite e tutelate dalle Istituzioni dello Stato”.
“Siamo sconcertati, ancora una volta il governo dimostra totale inerzia rispetto a quello che sta accadendo nelle carceri italiane, dove dall’inizio dell’anno siamo al 43esimo suicidio. La convocazione d’urgenza della commissione Giustizia della Camera per discutere del primo ddl Nordio, approvato esattamente un anno fa e che consideravamo ormai abbandonato dalla stessa maggioranza, è emblematica del fatto che il governo non è in grado di definire le priorità e affrontare le vere emergenze del paese. Mentre nelle carceri italiane si sta consumando una tragedia vera - che è fatta di suicidi, sovraffollamento fuori controllo, carenza di personale, presidi medici insufficienti – il governo continua a percorrere la strada sicuritaria che non tiene minimamente conto delle esigenze della giustizia italiana e che, anzi, è responsabile del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro all’interno degli istituti penitenziari italiani” così la responsabile giustizia del Pd, la deputata dem, Debora Serracchiani, è intervenuta alla camera nel corso dell’esame del Ddl Nordio che modifica il codice penale, il codice di procedura penale, l'ordinamento giudiziario e il codice dell'ordinamento militare.
“Fin dall’ inizio della discussione sul nuovo codice della strada abbiamo evidenziato come il testo abbia evidenti contraddizioni perché non riesce a incidere sulla velocità elevata che rappresenta la causa principale degli incidenti. Abbiamo messo in risalto anche la contraddittorietà del testo poiché da un lato inasprisce indiscriminatamente le sanzioni, e dall'altro strizza l’occhio a coloro che scambiano le strade in piste da corsa, consentendo maglie più larghe sugli autovelox e limitando fortemente anche l’autonomia dei comuni. In queste ore arriva purtroppo la conferma di questa impostazione del Ministro Salvini: il decreto autovelox conferma questa impostazione". Lo dichiara il capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo. “Salvini pensa che l'autovelox sia un giocattolo da utilizzare per provare a conquistare qualche decimo in più nei sondaggi e non uno strumento fondamentale per tutelare l’incolumità dei cittadini e degli stessi automobilisti. Con il decreto ministeriale in fase di pubblicazione sulla Gazzetta, infatti, pone – peraltro con il nuovo codice della strada ancora non approvato e in fase di discussione al Senato - limiti stringenti e paletti per rendere ai comuni più complicato l’installazione di questi strumenti che servono da deterrente alle alte velocità soprattutto nei centri urbani, nelle strade affollate, vicino le scuole. Salvini è in campagna elettorale perenne, ora più che mai a pochi giorni dalle Europee, ma non può ignorare il bollettino di guerra da 600 feriti e 9 morti al giorno”.
Salvini accolga l'appello delle associazioni vittime della strada, il testo va riscritto
“Serve una battaglia culturale sulla sicurezza stradale per educare preventivamente le persone fin dall’infanzia e fermare questa scia di sangue insopportabile. Ma non solo, occorre una formazione continua lungo tutta la vita perché le norme cambiano e la patente è come un porto d'armi e solo rispettando le regole di guida si può evitare di causare scontri e uccidere altre persone. Se in Italia ci sono 9 morti e oltre 600 feriti ogni giorno, questo non è collegato solo all'uso di stupefacenti o all’abuso di alcool ma può riguardare anche ognuno di noi per una distrazione e l'eccesso di velocità. Tutti possiamo e dobbiamo fare di più”. Lo ha detto il deputato dem Andrea Casu, membro della Commissione Trasporti alla Camera, intervenendo ai microfoni di Radio1.
“Se le nuove tecnologie ci possono aiutare a salvare vite umane, è fondamentale che queste vengano sempre utilizzate come nel caso dei dispositivi necessari a segnalare la presenza di persone che possono essere uccise perché non viste negli angoli ciechi dei mezzi pesanti. E soprattutto, alla vigilia del G7 dei trasporti, il Governo Meloni e il ministro Salvini devono accogliere l'appello delle Associazioni delle vittime della strada per modificare il testo del nuovo codice approvato alla Camera e riscriverlo al Senato per evitare che sia ricordato come il codice della strage”, ha concluso Casu.
Il Pd accoglie l'appello delle associazioni delle vittime della strada
“Abbassare la velocità per salvare le vite umane. Accogliamo l'appello delle associazioni delle vittime della strada e dei ciclisti che chiedono al governo di fermarsi. Il nuovo codice della strada è sbagliato”. Così Andrea Casu, deputato Pd e membro della Commissione Trasporti, a 24 ore dall'approvazione del testo normativo alla Camera.
“Non ci arrendiamo, ora la nostra battaglia continua in Senato” ha concluso Casu.
Non affronta il tema della strada come bene pubblico da difendere e da tutelare e soprattutto da gestire.
“Il nuovo codice della strada, che ha appena avuto il via libera dalla Camera, di nuovo ha ben poco. E' un testo ancorato alle logiche del secolo scorso. Il provvedimento non accoglie le sfide del tempo in cui viviamo, non soltanto per quanto riguarda la mobilità sostenibile, ma anche rispetto all'innovazione tecnologica e la semplificazione amministrativa. E’ un provvedimento che viola persino le competenze dei comuni in ordine alla regolamentazione del traffico, in capo tradizionalmente ai sindaci. Ma è soprattutto il tema della mancanza di sicurezza a destare più preoccupazione. Questo è il testo delle automobili e delle grandi case di produzione. Non parla e non affronta il tema della strada come bene pubblico da difendere e da tutelare e soprattutto da gestire. Il Partito Democratico avverserà questo provvedimento sia nelle sedi istituzionali che fuori”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti.
Voglio esprimere la mia solidarietà a Elena Maccanti e Matteo Salvini per quanto avvenuto nella manifestazione durante la quale lunedì scorso è stata accostata la loro immagine a un carro funebre. Fino all’ultimo voto sul codice della strada in commissione e in Aula ci siamo confrontati su fronti politici contrapposti e così continueremo in tutte le sedi nelle prossime settimane, ma in democrazia anche nella protesta esiste sempre un limite di rispetto che non deve essere mai varcato.
Così in una nota Andrea Casu, deputato PD al termine della seduta odierna.
Su questione balneari profonda anomalia che il ministro del Turismo sia gestore del più importante lido italiano
"Condivido la preoccupazione di trovare il punto di equilibrio delle licenze nuove che vengono aperte; tuttavia è giunto il momento anche di fare un po' di programmazione: quadro delle licenze e delle macchine che ci sono, coloro che vanno in pensione, che fittano la licenza una volta in pensione e chi ancora è in servizio. E' giunto il momento che le amministrazioni territoriali, il governo e le cooperative dei taxi ed ncc si siedano intorno ad un tavolo e facciano una programmazione da qui ai prossimi dieci anni. Quante licenze servono? Come le andiamo a spalmare sugli anni? Però occorre anche fare un pò di chiarezza, cosa che non sembra faccia il ministro Salvini: se tu obblighi gli Ncc ogni corsa a dover rientrare in sede diventa molto complesso per loro. Il ministro dei Trasporti Salvini fa confusione fra chi ha le licenze che sono molto pochi e chi non le ha, oppure dobbiamo pensare che Salvini non abbia mai preso un Ncc in vita sua. In questo Paese siamo avviluppati su discussioni surreali". Lo ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo PD alla Camera dei Deputati, ospite di ReStart su Rai 3.
Sulla questione dei balneari Ricciardi ha detto: "Il Governo Draghi aveva avviato la mappatura della questione, ma ora il governo è in alto mare. Ci sono famiglie che hanno investito in imprese balneari e vanno tutelate. Dall'altro lato c'è un patrimonio a cui si fa fatica a metter mano, perché se vediamo chi è il gestore di uno dei lidi più importanti d'Italia, ossia il ministro del Turismo, ma chi e cosa deve disciplinare? Pippo, Pluto e Paperino! E' chiaro che c'è una enorme anomalia. Per i balneari vale lo stesso discorso del catasto: se un Paese non riesce a mappare a conoscere la proprietà fino all'ultimo centimetro che possiede è un problema".
Meno regole, meno tutele per ciclisti e pedoni, più tolleranza per chi viola regole e inquina. Il codice della strada ha cittadini e associazioni contrari, Salvini porta a casa un manifesto dell’indifferenza. La nostra battaglia prosegue in Senato per mettere al centro le persone.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.