“Lo spot del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, senza indossare la cintura di sicurezza rappresenta la ciliegina sull’amara torta di una riforma del codice della strada che non interviene sulla causa principale di morte: la velocità. Su questo ennesimo e sconcertante spettacolo che giunge da una personalità politica e leader di partito che non rappresenta certo le istituzioni della Repubblica con disciplina e onore presenteremo una interrogazione parlamentare. Un ministro dei Trasporti deve essere il primo a dare l’esempio in materia di sicurezza stradale. Con l’episodio di oggi abbiamo toccato il fondo”.
Così il capogruppo del Partito democratico in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.
“La riforma del codice della strada del ministro Salvini è un attacco alla mobilità ciclistica e sostenibile senza incidere sulla moderazione di velocità, il cui eccesso rimane la prima causa di morte su strada”, così i deputati democratici della commissione Trasporti della Camera, Ghio, Barbagallo, Bakkali, Casu e Morassut che sottolineano come “contrariamente al principio che ha guidato finora tutti gli interventi in materia di sicurezza stradale, non sarà il soggetto più vulnerabile ad essere tutelato: sulla strada varrà adesso la legge del più forte a danno di ciclisti e pedoni. Una scelta sbagliata che va anche contro tutte le richieste dei sindaci e delle associazioni del settore. Invece di colpire la velocità, che è la prima causa di morte sulle strade, il Governo – concludono - decide di colpire la mobilità dolce e sostenibile centralizzando molte decisioni senza tener conto delle peculiarità dei territori e scippando i comuni delle loro facoltà di pianificazione della mobilita' ciclabile, cancellando norme a tutela della ciclabilita e mettendo a rischio la realizzazione di progetti strategici già in fase avanzata di realizzazione”.
Barbagallo (Pd): Maggioranza divisa, battuta più volte in parlamento
“Un testo contraddittorio e lacunoso che non risolve i problemi legati all’alta velocità e non favorisce l’uso delle tecnologie digitali per la sicurezza stradale e per combattere la burocrazia e semplificare la vita ai cittadini. Un testo che trova contrari anche diverse anime della maggioranza, come dimostra il fatto che il governo è stato più volte battuto in commissione proprio sulle tematiche legate alla sicurezza. È una riforma che nasce vecchia, che non fa fare passi avanti al sistema: per queste ragioni daremo battaglia in aula alla camera”, così il capogruppo democratico nella commissione trasporti della Camera, Anthony Barbagallo interviene in merito alla riforma del codice della strada del ministro Salvini.
Barbagallo, chiarito che deve essere montato in autofficine autorizzate
“È stato approvato contro il volere del governo il nostro emendamento che chiede al ministero dei trasporti di chiarire la tipologia di officine autorizzate all'installazione dell’alcolock all’interno delle autovetture” così il capogruppo democratico nella commisisone trasporti della camera, Anthony Barbagallo firmatario assieme alle deputate e ai deputati Ouidad Bakkali, Andrea Casu, Valentina Ghio e Roberto Morassut dell’emendamento al nuovo codice della strada che è stato approvato oggi in commissione contro il volere del governo. “Per l’efficacia di questo nuovo strumento - conclude Barbagallo - è fondamentale che vengano specificate le tipologie di autofficine che possano installarlo. Serve un regime autorizzatorio senza il quale si rischia di compromettere un importante strumento per la sicurezza stradale”.
“Nuovo codice della strada ma resta ancorato al passato. Nella settimana in cui la commissione Trasporti esaminerà il testo, continuiamo a rappresentare le nostre perplessità e le nostre preoccupazioni perché non vengono introdotte novità vere degne dell’epoca in cui viviamo. Bocciati i nostri emendamenti che puntavano ad sostenere la ciclabilità e la mobilità ma anche quelle norme, da noi proposte, in materia di innovazione tecnologica come quelle che prevedevano, ad esempio, l’inserimento nelle auto di nuova produzione limitatori di velocità di serie e l'uso di app per le notifiche”. Lo dichiara il segretario del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.
Secondo Barbagallo nel nuovo testo emerge “l’accanimento del governo contro i giovani e i neo patentati e la maggioranza sfugge al confronto - aggiunge - sui rinnovi delle patenti per gli ultraottantenni e ultranovantenni nei confronti dei quali sarebbe utile inserire almeno una prova pratica per consentire il rinnovo”.
“Basta polemiche, modifichiamo insieme codice della strada”
I 27 decessi in meno di 3 settimane denunciati oggi da Asaps richiamano tutti alla responsabilità di fermare subito la strage di pedoni sulle strade. Servono modifiche al codice della strada che possano svolgere un ruolo fondamentale per mettere al centro delle scelte la sicurezza e la vita. Siamo proprio nelle ore decisive in cui saranno discussi in commissione i tantissimi emendamenti, oltre 250 accantonati, presentati da tutte le forze politiche al nuovo codice della strada, moltissimi dei quali riguardano proprio la sicurezza stradale, a partire dei pedoni. E’ necessario un salto di qualità anche nel dibattito pubblico e nel confronto politico. Di fronte a numeri da bollettino di guerra dobbiamo essere uniti per scrivere norme che fermino la scia di sangue intervenendo sulle cause degli scontri stradali ed evitare polemiche inutili contro i sindaci che ogni giorno sono in prima linea per salvare vite umane.
Così il deputato Andrea Casu, della presidenza del gruppo PD.
“Durante l'esame oggi in commissione sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti volti a migliorare la sicurezza dei ciclisti. Negli ultimi anni a fronte della riduzione della mortalità negli incidenti stradali si è registrato purtroppo un aumento della mortalità e degli incidenti che coinvolgono i ciclisti. Non solo ma le statistiche ci dicono che purtroppo gli incidenti avvengono non solo nelle strade urbane ma anche in quelle extraurbane, nelle periferie delle grandi città ma anche nelle strade di campagna meno trafficate. Insomma a fronte di un fenomeno così drammatico e con queste proporzioni il governo e la maggioranza non affrontano il problema e preferiscono girarsi dall'altra parte.
Ritardi nell'attuazione delle misure del pnrr per la realizzazione delle piste ciclabili e sulla mobilità sostenibile e nessun intervento normativo a tutela della sicurezza dei ciclisti". Lo afferma il capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo al termine dei lavori della commissione di trasporti sull'esame del nuovo codice della strada.
Governo e Lega hanno bocciato emendamento Pd per introdurre aggravante uso smartphone alla guida
“Offriamo a Matteo Salvini l’occasione di dare immediato seguito alle dichiarazioni che ha rilasciato alla stampa in queste ore e cominciare ad agire da Ministro, non da influencer mancato le cui dichiarazioni social vengono puntualmente smentite in Parlamento. Dopo la vicenda della condanna a 4 anni di Matteo Di Pietro, lo youtuber che ha ucciso un bambino mentre alla guida di un SUV utilizzava lo smartphone per fare una diretta Facebook, Matteo Salvini, che non è un passante qualsiasi nel nostro Paese ma ministro delle Infrastrutture e Trasporti e Vice Premier, si lamenta sostenendo che così non va bene e che serve una riforma della giustizia. Evidentemente non ricorda cosa ha votato il suo governo e la sua maggioranza sul tema quando ha ripetutamente bocciato, durante le votazione degli emendamenti della nuova legge sull’omicidio nautico e stradale prima in commissione giustizia e poi in Aula, gli emendamenti del Partito democratico che proponevano di colmare il vuoto normativo esistente, cioè l’equiparazione come aggravante della guida con l’uso di smartphone alla guida in stato di ebrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti. Non serve nessuna riforma della giustizia basta approvare la Proposta di Legge che abbiamo depositato con la firma di oltre 20 parlamentari del Partito Democratico per aggiornare subito le norme già esistenti a questo comportamento non meno pericoloso degli altri già considerati come aggravanti. Per questo abbiamo riproposto il tema anche in Commissione Trasporti, come emendamenti al Codice della strada. Anche stavolta Salvini farà in aula il contrario di quello che dice sui social?” Così il deputato democratico, primo firmatario della proposta di legge, Andrea Casu e il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi.
Ghio: governo scippa a comuni pianificazione piste ciclabili
“La discussione parlamentare sul nuovo codice della strada sta mostrando in tutta evidenza il giro di vite del governo sulle politiche per la mobilità sostenibile. Il testo in discussione e la bocciatura oggi in commissione degli emendamenti dimostra un preoccupante passo indietro e una chiusura totale in particolare nei confronti della mobilità ciclistica e in generale della mobilità sostenibile. Oltre alle opposizioni, anche le associazioni e gli amministratori che sono stati ascoltati in audizione alla Camera hanno infatti manifestato forti preoccupazioni e presentato delle proposte di modifica che non sono state neanche prese in considerazione.
Un danno al miglioramento della vivibilità e della qualità dell'ambiente dei territori, con città dove circoleranno sempre meno biciclette e più auto con un peggioramento anche della sicurezza.
Chiediamo al governo di tornare indietro e cancellare queste dannose nuove norme che eliminano le corsie e la segnaletica ciclabile e che tolgono alle autonomie locali molti poteri come quelli di pianificazione delle piste ciclabili che vengono affidati a un Regolamento che dovrà emanare il ministero dei trasporti. Un vero e proprio scippo ai territori, altro che autonomia”, conclude.
Lo ha detto la deputata democratica dell’Ufficio di presidenza del gruppo della Camera,
Valentina Ghio.
“Una non riforma assolutamente non adeguata ai tempi e alle tecnologie disponibili, quella del codice della strada portata avanti dal governo Meloni. Sul tema dei rinnovi della licenza di guida, infatti, il governo si concentra soprattutto sulle giovani generazioni, quasi prendendole di mira, ponendo limitazioni ai neo patentati per quanto riguarda, ad esempio, l’uso delle auto di grossa cilindrata anche se datate. Di contro invece, non viene adeguatamente affrontato il tema del rinnovo delle patenti per gli ultraottantenni con riferimento in particolare alla verifica dell'idoneita' alla guida”. Così il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo Dem in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito del nuovo codice della strada in discussione nella commissione parlamentare di merito.
“E a proposito di tecnologia – prosegue – riteniamo che bisogna fare un salto in avanti e adeguarsi all’innovazione e all'inteligenza artificiale anche in questo ambito. Dall'uso del simulatore, ai limitatori di velocità e anche all'individuazione delle infrazioni. Ma inspiegabilmente, nel terzo millennio e in epoca di tecnologie avanzate, questa riforma resta ancorata a sistemi obsoleti e assolutamente inadeguati”
“Colpisce quindi, ma non più di tanto, che - prosegue - il ministro Salvini prenda di mira la decisione del sindaco di Bologna che ha applicato il limite di 30 km all’ora nelle vie cittadine. Un provvedimento adottato in gran parte delle metropoli europee e che il suo stesso ministero ha incoraggiato con un provvedimento del 2022 ed adottato in oltre 60 comuni italiani. Il fatto è che Salvini parla a sproposito e non sa cosa succede nel suo dicastero”.
“Un testo lacunoso, quello sul nuovo codice della strada, su cui abbiamo presentato una serie di emendamenti per migliorare la proposta del governo.
Resta forte la nostra preoccupazione per un provvedimento che non affronta il grande tema relativo alla garanzia per assicurare ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura, di respiro europeo. Anzi abbiamo assistito ad un vero e proprio passo indietro in questo ambito. Peccato perché sono tante le amministrazioni che negli ultimi anni hanno maturato delle esperienze utili che coniugano mobilità sostenibile e sicurezza stradale per tutti gli utenti della strada, a partire dai soggetti più vulnerabili”. Così il capogruppo PD in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo, a margine dei lavori dell’organismo parlamentare in cui si sta discutendo il nuovo testo di legge di riforma del codice della strada.
“Il testo appare inoltre caotico e - aggiunge - in alcuni punti addirittura cervellotico. Ritengo sia necessario puntare di più alla semplificazione, anche per andare incontro ai cittadini. Con i nostri emendamenti inoltre –prosegue – puntiamo decisamente sulla tecnologia, applicata ai mezzi ed ai controlli, attraverso l’uso di strumenti al passo con le ultime tecnologie digitali. Ma abbiamo avanzato alcune proposte – conclude – per garantire e tutelare i lavoratori, in particolare per quelli del settore dell’autotrasporto e del trasporto pubblico locale”.
“In commissione Trasporti abbiamo presentato oltre 200 emendamenti al nuovo codice della strada portato avanti dal ministro Salvini. Le nostre proposte intendono modificare il testo del governo che non esitiamo a definire lacunoso, perché non risolve i veri problemi legati agli incidenti e ai morti sulle strade, in gran parte dei casi riconducibili alla eccessiva velocità. Il governo agisce con misure spot, ovvero inasprendo le pene, ma non affronta la questione a monte. Anzi, strizza l’occhio a coloro che violano i limiti di velocità rendendo più complicata l’omologazione degli autovelox, uno degli strumenti più idonei a scoraggiare le folli corse nelle strade cittadine”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che assieme ai deputati Casu, Morassut, Ghio e Bakkalì, ha depositato oltre 200 emendamenti al nuovo codice della strada.
“Il testo – aggiunge – per altro non affronta adeguatamente il grande tema del garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura, ne' la questione del trasporto pubblico locale. Il governo, infatti, non prevede incentivi e agevolazioni volte a supplire le carenze di un servizio pubblico di trasporto, oggi non adeguato alle sfide poste dalla transizione ecologica nelle città”.
“Il nostro Paese ha un importante strumento, il PNRR, per centrare gli obiettivi che l’Europa si è data sul tema della transizione ecologica. Purtroppo siamo preoccupati dalle azioni intraprese dal governo Meloni che rallentano sempre di più i processi e le azioni per spendere le somme stanziate dal Piano. Infatti, anzichè accelerare sugli strumenti a disposizione per finanziare la mobilità sostenibile assistiamo ad una vera e propria ‘melina’ da un governo che ha fatto poco o nulla per incentivare l’uso dell’elettrico, sia per i privati sia nei confronti del trasporto pubblico locale”. Lo ha detto il capogruppo PD in commissione Trasporti della Camera dei deputati, Anthony Barbagallo, intervenendo oggi a Roma, all’Auditorum del Massimo, al XII congresso nazionale di Legambiente.
“Decarbonizzazione dei trasporti e cura del ferro sono le parole chiave - a aggiunto – e bisogna subito invertire la rotta in tal senso, con un occhio di riguardo soprattutto al Mezzogiorno per non perdere nemmeno un euro e realizzare progetti moderni e sostenibili. Ma a questo sicuramente non contribuisce il nuovo modello di codice della strada voluto dal ministro Salvini che prevede un inasprimento delle sanzioni, complica l'installazione degli autovelox per i comuni e complica l'uso di mezzi di mobilità sostenibili come i monopattini.
“Il ministro Salvini ha imbracciato il fucile ad acqua pure sul codice della strada. Preannuncia ergastoli per chi guida ubriaco o drogato. Sono paroloni populisti e banali. Riduca invece i limiti di velocità che sono statisticamente la causa largamente principale delle morti sulla strada. Invece la sua proposta di nuovo codice aumenta i limiti di velocità. Esca dal Truman Show e faccia il ministro dei Trasporti”. Così in una nota il deputato Pd, Roberto Morassut.
"Apprendiamo che il Governo starebbe valutando di eliminare l'obbligatorietà del rinvio dell'esecuzione della pena per le donne incinte o con figli fino ad un anno di età. Sarebbe gravissimo, è inaccettabile. Un altro colpo inferto ai diritti dei minori dopo l'irrigidimento delle pene previsto dal decreto Caivano".
Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di biase, componente della commissione Giustizia e capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
"Questa è la cultura repressiva con cui intendono riscrivere il nostro codice penale a colpi di maggioranza. Se il Governo prenderà questa strada la contrasteremo nelle Aule parlamentari - aggiunge Di Biase - perché vengono meno gli interessi superiori dei bambini ed i principi costituzionali sulla maternità".