“Il ddl sicurezza contiene norme sbagliate e pericolose. La maggioranza dovrebbe fermarsi, non certo accelerare” così i capigruppo democratici nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, Simona Bonafè e Federico Gianassi, commentano la notizia della volontà della maggioranza di convocare questa sera le commissioni in seduta notturna per accelerare l’esame del provvedimento. “È una proposta incomprensibile, molti emendamenti non sono stati ancora discussi, ed è grave che i tempi e le prerogative delle commissioni parlamentari vengano piegate per risolvere i problemi interni alla maggioranza. Il ddl sicurezza – aggiungono i democratici – è stato approvato dal governo nel novembre del 2023, sarebbe sufficiente questo per capire che non presenta alcun elemento di urgenza. Peraltro, nel corso dell’esame, è stato riempito di norme bandiera che lo rendono adesso un testo estremamente sbagliato, pericoloso e con gravi elementi di incostituzionalità”.
“Sabato sera un detenuto di 27 anni si è suicidato nel carcere ‘La Dogaia’ di Prato, in Toscana. Nello stesso carcere, nella notte tra venerdì e sabato, una ventina di carcerati del reparto media sicurezza avevano organizzato una protesta. Siamo al sessantesimo suicidio in carcere del 2024 in Italia. Le proteste avvengono per la situazione, già disumana, che diventa ancora più grave nel momento in cui, con l’arrivo dell’estate, si alzano le temperature, rendendo la permanenza nelle celle insostenibile, con pochissime ore d’aria durante la giornata e troppo spesso senza un adeguato sistema di ventilazione. Il detenuto che si è tolto la vita è stato trovato impiccato nella sua cella, era italiano e stava scontando una pena definitiva che si sarebbe dovuta concludere tra otto anni, nel 2032. Ogni anno nella casa circondariale di Prato si registrano 200 casi di autolesionismo. Purtroppo ad aggravare la situazione de ‘La Dogaia’ rispetto alle altre case circondariali della Toscana, oltre al sovraffollamento e alla carenza endemica di personale, vi è anche la mancanza di un direttore titolare e di un comandante titolare. Per questi motivi ho depositato un’interrogazione al ministro della Giustizia Nordio perché siamo di fronte ad una situazione inaccettabile per un Paese civile. In carcere durante l'esecuzione della pena il detenuto deve conservare i diritti fondamentali perché le carceri non devono diventare il deposito di una parte di umanità ma luoghi di rieducazione dove è garantita un’esistenza dignitosa e la possibilità di riappropriarsi della propria vita una volta scontata la pena”.
Lo afferma Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera e membro della segreteria nazionale.
Meno presunzione e più consapevolezza perché siamo in gravissima emergenza e il governo si presenta con misure inutili
“Suicidi, sovraffollamento, carenza di educatori, psicologi e psichiatri, assenza di progetti di recupero, scarso utilizzo delle misure alternative, strutture fatiscenti fredde d'inverno e torride d'estate. Questa è la drammatica condizione delle carceri in Italia su cui bisogna intervenire urgentemente. Assistiamo invece dal ministro Nordio ad un goffo e fallimentare tentativo di auto-assoluzione con numeri a casaccio. C’è poco da sbandierare numeri: quelli dei suicidi e del sovraffollamento parlano da soli e travolgono tutti gli altri. Sia il ministro Nordio meno presuntuoso ed evanescente e lavori per invertire subito la rotta” afferma Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera, commentando le dichiarazioni del ministro della Giustizia.
“Nelle carceri italiane si vive una vera e propria emergenza umanitaria. Il ministro Nordio dimostra ancora una volta una totale mancanza di consapevolezza della gravità e urgenza della situazione. Le misure proposte dal governo finora sono inutili e dannose: occorre un intervento strutturale che affronti le cause profonde di questa crisi. La situazione richiede un'azione immediata e coordinata da parte delle istituzioni per garantire dignità e diritti umani a tutti i detenuti e a tutte le persone che in carcere lavorano e vivono questa terribile situazione”.
“Sovraffollamento e ormai troppi suicidi. La situazione nelle carceri sta esplodendo e dal ministro Nordio ancora non abbiamo risposte concrete su come affrontare il problema, ma solo numeri sul passato. Non possiamo più aspettare, il Governo non può voltare la testa, deve intervenire con urgenza e affrontare il problema”. Lo ha detto Debora Serracchiani deputata e responsabile Giustizia del Pd.
A proposito delle parole del vicepremier Tajani su amnistia, Serracchiani ha aggiunto: “Almeno non si tirino indietro sulla liberazione anticipata. Non si tratta di essere lassisti, ma di prendere atto che servono misure concrete ORA. Poi si ragionerà sul medio e lungo termine e sulle tante cose da fare e magari anche su un panpenalismo del governo che sta solo peggiorando la situazione”.
“Dobbiamo anche accelerare i tempi per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria, perché anche in quel caso poco è stato fatto dal Governo”, ha concluso Serracchiani.
"Un nuovo suicidio, ancora una volta una tragedia nel carcere di Rebibbia. Abbiamo appreso poco fa la notizia del ragazzo di 30 anni che si è tolto la vita, impicciandosi, nel braccio G12 del penitenziario romano. È il 59esimo suicidio in carcere in soli sette mesi, numeri tragici che testimoniano l'urgenza di interventi strutturali contro il sovraffollamento e per migliorare le condizioni di detenzione in Italia". Lo afferma in una nota la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
"Non si può più aspettare e soprattutto non è accettabile affrontare questa condizione drammatica con qualche intervento spot, come quelli contenuti nel decreto carceri. Servono norme per intervenire sul sovraffollamento e misure per migliorare l'assistenza sanitaria e psicologica dei detenuti" ha aggiunto Di Biase.
“Sui balneari la Regione Toscana merita un plauso: supera il vergognoso e dannoso immobilismo del governo e indica una soluzione capace di dare indicazioni concrete ai comuni tenendo insieme leggi comunitarie, principi di concorrenza, diritti dei consumatori e sostenibilità economica delle imprese”. Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente in merito alla legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana che prevede un adeguato indennizzo all’impresa uscente in caso di perdita del bando.
“La destra - conclude Simiani - per mero opportunismo elettorale, ha creato il caos, dimostrando come sia incapace di prendersi responsabilità di governo anche dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea che ha dichiarato legittimi gli espropri al termine delle concessioni. Questo stallo rischia di penalizzare tutti nell’assoluto silenzio di Giorgia Meloni”.
"Tra poche ore la presidente Meloni accoglierà a Palazzo Chigi il presidente israeliano Isaac Herzog, a poche ore dall'arrivo di Netanyahu negli Usa.
Ad accogliere il premier, a Washington, una grande protesta: l'occupazione pacifica del Campidoglio da parte della comunità ebraica statunitense che chiede la fine della vendita di armi a Israele, le annunciate assenze eccellenti in Parlamento da Kamala Harris a Nancy Pelosi insieme a circa 100 parlamentari democratici, decine di migliaia di persone all'esterno che manifestavano contro la sua presenza.
Manifestanti contro cui il premier israeliano ha usato parole offensive definendoli "stupidi", "utili idioti dell’Iran", e invitandole a vergognarsi.
Il mondo è indignato per quello che il governo israeliano sta facendo a Gaza e in Cisgiordania, per lo sterminio del popolo palestinese, l'avanzamento delle colonie illegali, l'uso della fame e della sete come armi di guerra.
Il mondo, tranne quei parlamentari repubblicani della principale potenza democratica che hanno tributato al premier israeliano perfino una standing ovation dimenticando i gravissimi crimini di guerra di cui si sta macchiando.
La Corte internazionale di giustizia ha chiaramente parlato di rischio di genocidio e condannato le politiche di annessione di territori palestinesi portate avanti da Netanyahu e dai suoi ministri di ultra destra.
Un'indignazione che non può più essere ignorata né da Netanyahu né dai leader dei paesi in cui le proteste animano le piazze, anche quelle delle comunità ebraiche come abbiamo visto a Washington, a Londra e in diversi altri paesi.
Non la può ignorare Israele e non la può ignorare neanche l'Italia dove la presidente Meloni sta per stringere la mano a Herzogh. E' l'occasione perfetta per dire chiaramente che l'Italia condanna la punizione collettiva imposta ai palestinesi di Gaza e l'esproprio illegale di case e terre che in Cisgiordania sta crescendo di giorno in giorno, con il chiaro obbiettivo di annettere l’intera Palestina.
Lo faccia, presidente Meloni, tenga fede a quanto stabilito dalla Corte dell'Aja: chieda formalmente a Herzogh di porre fine al massacro e di restituire ai palestinesi la terra che è stata loro illegalmente sottratta". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La proposta di Fratelli d’Italia di rinviare la discussione della proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale va respinta per ragioni di merito, ma soprattutto sul profilo della civiltà. Rappresenta uno schiaffo alla civiltà. La realtà delle nostre carceri è esplosiva. Lo testimoniano i numeri: 61.480 detenuti per 44.067 posti disponibili. Vi sono celle che vedono raddoppiato se non triplicato il numero di reclusi rispetto alla capienza. Dall’inizio dell’anno si sono verificati 58 suicidi tra i detenuti e 6 fra gli agenti penitenziari. Come Partito democratico ci rivolgiamo all’Aula un richiamo di civiltà e alle vostre coscienze. Ma veramente il sottosegretario Delmastro pensa che il problema sia dovuto alla sola presenza degli stranieri? Ma la maggioranza non si rende conto che ogni settimana ha aggiunto un reato nuovo, fino a tenere in carcere le donne incinte e i bimbi fino a un anno? Cosa aspettano i moderati a tirare fuori un minimo di orgoglio?”.
Così la deputata democratica e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
Oggi in un’intervista a Repubblica il sottosegretario Delmastro racconta il mondo delle carceri ribaltando la realtà. La drammatica condizione dei penitenziari e degli istituti minorili in Italia non può essere mistificata, è necessario smascherare le bugie che arrivano dal Governo”. Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Balzano agli occhi tre questioni sulle quali il Governo nasconde la verità per non mettere in discussione la propria ideologia securitaria e repressiva. La prima riguarda l’ormai famigerato piano carceri per ridurre il sovraffollamento. Delmastro annuncia con toni trionfalistici l’arrivo di nuove risorse ma non spiega che per costruire un nuovo carcere servono tra i 5 ed i 10 anni e che ogni nuovo istituto – ne servirebbero ben 44 per colmare il sovraffollamento – costa circa 25 milioni di euro. La realtà è che non ci sono le risorse e neanche i tempi, soprattutto perché nel frattempo il Governo continua a far nascere nuovi reati in pieno delirio panpenalista” continua la deputata Pd.
“Sulla questione delle donne incinta e delle madri di bambini sotto un anno il sottosegretario invece non sembra farsi problemi davanti alla cancellazione, prevista nel Ddl Sicurezza, dell’obbligatorietà del rinvio della pena prevista dall’art. 146 del codice penale. Garantisti solo quando conviene al proprio partito. La realtà è che si tratta di una proposta che vìola lo stato di diritto, una ferita al nostro ordinamento penale perché farebbe venire meno l’interesse supremo del minore e pensata per dar corso alla propaganda contro un’etnia. Il sottosegretario dice che nessun giudice manderà un bambino in carcere ma evidentemente frequenta poco i penitenziari perché purtroppo ci sono.” evidenzia Di Biase
“Non si può tacere su un altro aspetto, la creazione del reparto antirivolte nelle carceri. Il Gio fa il paio con le norme contro la rivolta passiva nelle carceri. Due misure che hanno lo scopo di costruire un modello delle condizioni di detenzione che getta il Paese indietro di cento anni. Neanche nel sistema delle carceri fasciste c’erano regole così dure” aggiunge la deputata.
“La verità è che i numeri del sovraffollamento non salgono per caso. L’aumento delle fattispecie di reato voluto dal Governo e insieme l’aumento delle richieste di custodia cautelare hanno generato un’emergenza carceri che non si risolve dipingendo la realtà secondo i piacimenti del sottosegretario Delmastro” conclude Michela Di Biase.
Gianassi e Serracchiani: da Ue sonora bocciatura a stop abuso d’ufficio
“Dall’Ue arriva una sonora bocciatura alla gestione schizofrenica della giustizia del ministro Nordio. Nel report della Commissione c’è scritto: “In Italia, una nuova legge che abroga il reato di abuso d'ufficio e limita la portata del reato di traffico d'influenza potrebbe avere implicazioni per l'individuazione e l'investigazione di frodi e corruzione”.
È un anno che diciamo che le misure messe in campo da Nordio creano problemi enormi. La cancellazione della riforma Cartabia sulla improcedibilità per il ritorno alla prescrizione rischia di pregiudicare fondi PNRR e l’abrogazione dell’abuso di ufficio, unico Paese a farlo in Europa, lascia impuniti fatti gravi. Tanto che lo stesso Nordio ha già reintrodotto l’abuso-bis nel decreto carceri con il peculato per distrazione e ora, zitto zitto, ha fatto un nuovo emendamento al decreto carceri per introdurre il peculato contro gli interessi finanziari dell’Ue oggi al Senato. È la conferma che quella scelta è profondamente sbagliata e che è stata presa dalla maggioranza con grande superficialità senza approfondirne le concrete ricadute, solo per furore ideologico”. Così la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo dem in Commissione giustizia alla Camera, Federico Gianassi, commentano la parte del report della Commissione Ue sullo stato di diritto nel paragrafo relativo alla lotta contro la corruzione. “Nordio – concludono i democratici – è in seria difficoltà e agisce in modo schizofrenico.”
"Evidentemente , per la destra le continue aggressioni al personale medico e paramedico non sono una emergenza nonostante i casi siano purtroppo in aumento in tutta Italia. Abbiamo chiesto di attivare tutti gli strumenti utili a partire da quelli previsti dalla legge del 2020, con la valorizzazione del lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sociosanitari, per salvaguardare l'incolumità dei lavoratori del settore ma inspiegabilmente il Governo Meloni si è rifiutato di sostenere questa proposta di assoluto buon senso rispetto alla quale ci aspettavamo convergenza da parte di tutti": è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi sul suo ordine del giorno al Decreto Liste Attesa respinto dall'Aula di Montecitorio.
"Siamo francamente sconcertati dall'atteggiamento della maggioranza. I dati dicono che sono stati 16 mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e 18 mila le operatrici e gli operatori coinvolti; senza dimenticare che il 10 per cento degli infortuni nelle corsie è diretta conseguenza di un'aggressione. Occorre fare ogni sforzo possibile per tutelare l'incolumità del personale. Il Pd continuerà questa battaglia di civiltà: è scandaloso lasciare i professionisti del settore sociosanitario da soli di fronte alla recrudescenza di violenze e aggressioni che si perpetuano ogni giorno e che dovrebbero essere prevenute e stroncate": conclude Federico Gianassi.
“Condivido l’appello lanciato da Paolo Siani a tutti i parlamentari per tenere fuori dalle carceri donne incinta e madri di bambini piccoli. Le norme contenute nel decreto Sicurezza in discussione alla Camera sono gravissime e richiedono una mobilitazione della politica e della società civile. Va assicurata l’assistenza sanitaria alle donne incinta e alle madri di figli piccoli e soprattutto deve sempre essere salvaguardato l’interesse superiore dei minori, come stabilito anche dalle convenzioni internazionali. Il caso di Giacomo, il bambino di 2 anni recluso a Rebibbia insieme alla mamma, ha acceso l’attenzione su questo aspetto drammatico: se le proposte contenute nel Ddl Sicurezza diventeranno legge ogni bambino, anche di pochi mesi, sarà costretto a crescere in una cella. Dobbiamo trovare ogni mezzo, percorrere ogni strada, per placare il furore ideologico della maggioranza che si abbatte contro i diritti di donne e bambini.” Lo afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
"Memoria, verità e giustizia": sono questi i pilastri su cui si è mossa, negli ultimi 47 anni, l'instancabile opera delle "Abuelas de Plaza de Mayo", le nonne a cui la dittatura militare argentina ha sottratto figli, figlie spesso incinte e i nipoti piccoli o appena nati.
La storia dei ritrovamenti dei desaparecidos argentini che, grazie anche all'interessamento dell'on. Fabio Porta, Julio, Miguel e Florencia Santucho, dell'associazione delle "Abuelas", ci hanno raccontato oggi durante un'audizione al Comitato diritti umani della Camera, è una storia che riguarda anche l'Italia. Tanti sono gli italiani, infatti non solo tra i carnefici di quella orrenda dittatura, ma anche tra le vittime. Ci sono ancora circa 300 bambine e bambini desaparecidos che l'associazione delle Abuelas sta ancora cercando e, tra loro, diversi sono di origini italiane. Bambine e bambini a cui è stato negato il diritto all'identità, a conoscere le proprie origini, la propria storia familiare, i cui genitori sono stati trucidati.
Le indagini per trovarli oggi sono messe a rischio dal governo Milei che punta perfino a negare gli orrori della dittatura militare. I fondi che permettono alla Banca dati genetica nazionale di eseguire le verifiche per l'identificazione certa dei desaparecidos sono stati ridotti, l'unità investigativa che lavora a questi casi depotenziata, tante persone che lavoravano nei siti dove sorgevano i campi di detenzione clandestini sono stati licenziati.
Uno stato e un popolo senza "memoria, verità e giustizia" non hanno futuro. Per questo presenteremo al governo italiano una interrogazione per sapere come intende assicurarsi che il governo argentino non ostacoli le ricerche dei desaparecidos né che si trasmetta la memoria degli orrori della dittatura militare e come intende sostenere questo sforzo di verità anche in relazione ai desaparecidos italiani tra cui i figli di Gigio Battistoi e Maria Rosaria Grillo di cui non si hanno ancora notizie e che potrebbero trovarsi in Italia". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Siamo di fronte a una maggioranza litigiosa che indebolisce il ruolo dell’Italia in Europa e mette in pericolo delicati dossier, dal Pnrr alla prossima legge di bilancio”. Lo ha detto Chiara Braga capogruppo del PD alla Camera dei deputati intervenendo oggi a sky tg24
“Abbiamo chiesto alla presidente Meloni di venire in parlamento a spiegare qual è la politica estera italiana. Abbiamo assistito al surreale spettacolo del partito della premier che dichiara il proprio voto a scrutinio concluso e ora alla lite tra i due vicepremier ” ha aggiunto la capogruppo del Pd.
“Un’alternativa possibile c’è ed è l’unione di chi si ritrova intorno a temi fondamentali come sanità, lavoro, casa, giustizia sociale.
Le prossime amministrative saranno il banco di prova della possibilità di mettere insieme tutte quelle forze che come noi sono preoccupate per il progressivo abbandono di politiche sociali, accanto a quelle di sviluppo e industriali, che garantiscono la tenuta del paese” ha concluso la Braga.
"La Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le colonie israeliane in Cisgiordania sono illegali e che l'occupazione a Gaza non è mai davvero finita nonostante i coloni siano stati ritirati.
Una sentenza che non ha precedenti: nessun tribunale internazionale aveva mai dichiarato illegale l'occupazione degli israeliani nei territori della Cisgiordania e di Gerusalemme Est.
È quello che tante organizzazioni internazionali, ONG e associazioni di difesa dei diritti umani denunciano da tempo.
E c'è di più: la Corte riconosce anche che le pratiche e le politiche che Israele porta avanti nei territori occupati non solo sono discriminatorie verso i palestinesi, ma violano l'art 3 della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale che vieta la segregazione e l'apartheid.
Ne consegue che Israele deve porre fine all'occupazione e alle violenze perpetrate nei territori e che l'Onu e gli Stati membri devono adoperarsi perché ciò avvenga prima possibile.
Anche il governo italiano è tenuto a fare la sua parte e non può più continuare a coprire gli abusi del governo Netanyahu". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.