Serracchiani e Gianassi, Governo si fermi, basta forzature ideologiche
"Le forzature ideologiche e l'accanimento nei confronti della magistratura e del sistema giudiziario non solo sono ingiustificabili, ma rischiano di danneggiare irreparabilmente il funzionamento della giustizia in Italia. Il Governo deve fermarsi, riflettere e rivedere le sue politiche, per evitare ulteriori danni a un sistema già in difficoltà" così in una nota la responsabile nazionale giustizia del Pd, Debora Serracchiani, e il capogruppo in commissione alla Camera, Federico Gianassi, commentano la risoluzione del Csm per la tutela dei giudici di Bologna, gli stessi che rinviarono alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. “Siamo davanti a uno scontro istituzionale molto grave – sottolineano i democratici – che è alimentato dalla ormai quotidiana aggressione del Governo nei confronti della magistratura al punto che il CSM è costretto, dopo molti anni, a prendere una posizione ufficiale a tutela dei magistrati, segno di quanto sia grave la situazione. È ora che il Governo si fermi e rinunci alle forzature ideologiche, in particolare sulla separazione delle carriere, e all'accanimento che sta mostrando con il decreto flussi dove sta per mandare in fumo il lavoro prezioso ed efficiente dei tribunali specializzati per l’immigrazione a cui vengono ingiustificatamente sottratte competenze per trasferirle alle corti d’appello. Una decisione che non solo causerà caos, ma comprometterà gravemente il sistema giudiziario, aumentando i tempi e la complessità dei procedimenti” concludono Serracchiani e Gianassi.
“Siamo al fianco dei giovani medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, oggi in sciopero per denunciare la situazione drammatica della sanità pubblica nel nostro Paese. Le liste d’attesa si allungano, sempre più cittadini sono costretti a rinunciare a cure essenziali, mentre i professionisti della salute lavorano in condizioni insostenibili, spesso sottopagati e dimenticati da chi governa”, affermano la deputata del Pd Rachele Scarpa e il consigliere capitolino dem Lorenzo Marinone.
“A fronte di questa situazione, sempre più giovani medici decidono di lasciare l’Italia, attratti da migliori prospettive economiche e condizioni di lavoro all’estero. La Manovra attuale non solo ignora il grido d’allarme di questi lavoratori, ma rappresenta l’ennesimo schiaffo alla sanità pubblica, con risorse insufficienti e misure che non affrontano le vere emergenze del settore. Non possiamo più tollerare questo immobilismo: il governo deve agire con urgenza per potenziare il sistema sanitario, valorizzare chi ci lavora e garantire il diritto alla salute di tutte e tutti”, concludono.
“Oggi gli operatori e i professionisti del nostro servizio sanitario nazionale si sono fermati per mandare un messaggio chiaro al governo di Giorgia Meloni. I Medici, i dirigenti sanitari e gli infermieri si sono astenuti dal lavoro con punte dell’85%. Un segnale importante che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali di tutta Italia e sulle ragioni di una protesta sacrosanta. Perché a fronte di tutto questo, il governo sta varando una legge di bilancio che prova a indebolire il servizio pubblico a scapito dei privati, senza adeguare minimamente le retribuzioni o attivare un piano di assunzioni che eviti di chiudere reparti e isolare maggiormente i territori periferici. Non vi è traccia di un minimo provvedimento utile sulle liste d'attesa o sui pronto soccorsi. Solo promesse e propaganda spicciola, questo ha messo in campo la destra e per questo siamo al fianco degli operatori in questa giornata di sciopero. Servono risorse per la cura e la prevenzione, per la lotta alla povertà sanitaria, serve rilanciare la sanità pubblica territoriale e un vero piano di assunzioni. Per questo continueremo ad essere al fianco dei medici e di tutti gli operatori del nostro servizio pubblico nazionale e a combattere questa destra che sta provando a distruggere il diritto costituzionale alla salute. Lo faremo dentro e fuori dal parlamento. Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale a Roma, a margine della manifestazione dei medici” così il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato democratico, Marco Furfaro.
“Abbiamo seguito la vicenda dei lavoratori DEMA dall’inizio di questa legislatura. A parole il governo si è detto pronto ad affrontare la questione, ma come spesso accade, mancano i fatti. A breve infatti gli ammortizzatori sociali scadranno e il rischio di chiusura definitiva degli stabilimenti si fa sempre più forte. L’ennesimo colpo al Sud che già vive una profonda crisi legata alla deindustrializzazione del territorio. Per questo chiediamo con urgenza che venga convocato un tavolo con sindacati e lavoratori e che la questione rientri tra le priorità del ministero delle Imprese e del Made in Italy”. Così in una nota i deputati dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro e Marco Sarracino, responsabile nazionale Mezzogiorno del Partito Democratico.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
Esprimo il mio profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Marino Gazzola, il lavoratore di 69 anni tragicamente deceduto nel cantiere di Refrontolo. È inaccettabile che nel 2024 si continui a morire sul luogo di lavoro a causa di carenze nella sicurezza.
Da troppo tempo denunciamo queste situazioni insostenibili. Ho presentato numerose interrogazioni parlamentari per chiedere un rafforzamento delle misure di prevenzione nei cantieri e un maggiore impegno per tutelare la salute e la vita dei lavoratori. È evidente che non si può più rimandare: servono azioni concrete e immediate da parte delle istituzioni e dei datori di lavoro.
Per assicurare il rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro, a tutela della salute dei lavoratori, è assolutamente necessario aumentare i controlli. Come Partito Democratico abbiamo proposto un emendamento alla finanziaria per potenziare l’organico dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INAIL) di 1000 unità, stanziando a tal fine 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2025. Inoltre, chiediamo l’adeguamento del trattamento economico degli ispettori alle corrispondenti qualifiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), per riconoscere la complessità e l’importanza del loro ruolo. A ciò si aggiunga l’introduzione del patrocinio legale gratuito per le vittime di incidenti sul lavoro e per i loro familiari, un intervento essenziale per garantire giustizia e supporto a chi è colpito da queste tragedie.
Chiediamo che si faccia piena luce sulle cause di questo incidente e che si garantisca il rispetto rigoroso delle normative in materia di sicurezza sul lavoro. Gli ispettorati devono essere messi nelle condizioni di effettuare controlli capillari e di intervenire tempestivamente per prevenire simili incidenti.
La sicurezza sul lavoro non può essere un tema secondario. La morte di Marino Gazzola deve rappresentare un monito: ogni vita persa è un fallimento collettivo. Continuerò a battermi in Parlamento affinché si dia priorità alla protezione dei lavoratori, attraverso risorse adeguate, pene severe per chi non rispetta le regole e un investimento costante in formazione e prevenzione.
Alle famiglie e ai colleghi di Marino, e a tutte le vittime di incidenti sul lavoro, va il mio pensiero più profondo. A loro dobbiamo risposte e giustizia.
Sarà discussa oggi alla Camera la Mozione sull’autonomia differenziata presentata in modo unitario dalle opposizioni a seguito della bocciatura della legge Calderoli da parte della Corte Costituzionale. La mozione unitaria chiede al governo di interrompere immediatamente le intese in fase di negoziazione con le regioni sulle ‘materie non Lep’ e di sciogliere il Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP) il cui lavoro è stato messo in discussione dalle decisioni della Consulta.
Due vittorie nette e importanti che confermano quanto l'unità sia fondamentale e sanciscono un arretramento significativo del centrodestra. Il Partito Democratico si conferma ovunque il primo partito, con dati molto positivi di crescita che testimoniano il valore del lavoro svolto. Auguri a Michele de Pascale e Stefania Proietti, che guideranno rispettivamente l'Emilia-Romagna e l'Umbria. Buon lavoro a entrambi per affrontare le sfide future e costruire un percorso di sviluppo e coesione per le loro comunità." Così il deputato democratico Stefano Graziano.
Ha vinto la concretezza, la capacità di ascolto, la solidarietà e l’accoglienza. Ha vinto l’unità delle opposizioni che insieme possono lavorare e costruire un paese più giusto. Bello il risultato del partito Democratico. Buon lavoro a Stefania Proietti e a Michele De Pascale.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Buon lavoro a Michele De Pascale, nei presidente della regione Emilia Romagna. Le cifre non mentono mai. Segnalano una vittoria netta, una fiducia largamente maggioritaria che le elettrici e gli elettori hanno assegnato al candidato del centrosinistra. Anche il PD ottiene un risultato importante che si attesta, secondo i dati reali che stanno arrivando, sopra al 40%. È anche la conseguenza della serietà e della compattezza dei democratici e dei suoi gruppi dirigenti, ad iniziare da Elly Schlein e da Stefano Bonaccini, che hanno saputo combinare il progetto programmatico con la ricerca costante dell'unità tra le forze che contrastano le derive reazionarie della destra.
Ora al lavoro per continuare nel buon governo amministrativo e per dare quelle risposte necessarie per sconfiggere quella diffidenza verso la politica e le istituzioni e che si è manifestata con una forte astensione che non è un bene per la democrazia”.
Così il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
"Voglio esprimere a nome di tutto il Partito Democratico cordoglio per il giovane agente 32enne Amar Kudin deceduto a Roma a causa di uno scontro che ha coinvolto due automobili della Polizia di Stato e vicinanza alla famiglia. I nostri rappresentanti delle Forze dell'Ordine svolgono un lavoro preziosissimo per garantire la sicurezza di tutti. A tutti loro va il nostro pensiero in questo momento tragico". Lo dichiara Matteo Mauri, deputato e responsabile Sicurezza Pd.
Presenteremo subito interrogazione
"Non esito a definire terribile l’episodio accaduto a Grado in provincia di Gorizia. Un uomo di 53 anni di origini egiziane ferito sul lavoro in un cantiere viene lasciato due giorni fa davanti a un distributore di benzina. Nessun soccorso, nessuna pietà. Come fosse un oggetto e non un essere umano. Siamo davanti a una bestialità che non può essere in alcun modo giustificata. Questo episodio ci ricorda in maniera inquietante la tragedia di Satnam Singh a Latina, ucciso dalla ferocia di un caporale. Presenteremo una interrogazione parlamentare: non possiamo tacere davanti a quelli che sono veri e propri crimini contro la persona".
"Lo sciopero degli addetti di Galleria dell’Accademia e Bargello (nonché Cappelle Medicee, Orsanmichele, Palazzo Davanzati) è emblematico: il governo utilizza il patrimonio culturale per far cassa attaccando i diritti del lavoro. Nei plessi facenti capo all’Accademia si sta tentando una maldestra internalizzazione di alcuni servizi cosiddetti aggiuntivi, ma effettivamente essenziali come le biglietterie e l’accoglienza. Operazione bloccata momentaneamente dal Tar della Toscana per l’approssimazione che l’ha contraddistinta": è quanto dichiara una nota congiunta dei deputati Pd Emiliano Fossi e Arturo Scotto sulla manifestazione di protesta svolta oggi, sabato 16 novembre, a Firenze. "Nel Polo museale fiorentino è infatti in corso un tentativo di smembramento anche della forza sindacale rappresentata dai circa 300 operai della gestione dei servizi aggiuntivi in appalto di concessione. A questa mobilitazione si somma infatti quella per la gara degli Uffizi (con Pitti e Boboli), per cui non è ancora chiaro cosa avverrà alle maestranze dopo l’aggiudicazione della gara e il definitivo responso del Tar; con una gara bandita oltre un anno fa ma da cui sono escluse circa 30 persone impiegate nelle sorveglianze di sala a fianco dei dipendenti statali e della partecipata Ales spa. Questi servizi saranno assegnati tramite gara Consip (cadendo nella logica del massimo ribasso d’asta) e quindi senza garanzie per gli attuali livelli occupazionali".
"Ci sarà chi, accanto ai dipendenti statali, sarà pagato 6/7 euro e l’ora, chi circa 10 euro lorde l’ora, tutti per svolgere lo stesso servizio: una situazione grottesca che ci fa capire l’importanza dell’introduzione del salario minimo in questa fase storica. Il governo deve avere la decenza di offrire una risposta e un’interlocuzione seria e credibile Oltre alla prioritaria questione dei diritti del lavoro, c’è in gioco la qualità della gestione del polo museale statale. Sulla vicenda presenteremo una ulteriore interrogazione parlamentare": conclude la nota.
“Le parole del sottosegretario Delmastro trasudano violenza e crudeltà, come nella miglior tradizione fascista. Un sottosegretario alla Giustizia capace di esprimere concetti tanto barbari e orribilmente compiaciuti non è degno di rappresentare le istituzioni italiane. Il carcere non ha il compito di umiliare o torturare, ma quello di rieducare. E’ scritto nella nostra Costituzione, sulla quale pure avrebbe dovuto aver giurato Delmastro: ‘Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. Si vergogni Delmastro e si dimetta per aver infangato le istituzioni”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il Governo Meloni spieghi perché l’Italia non ha recepito la direttiva su salario minimo. Che oggi, 15 novembre 2024, entra in vigore in tutta Europa. Si sono limitati a bocciare la proposta di legge unitaria delle opposizioni sostenendo che per loro conta solo la contrattazione collettiva che va rafforzata. Soltanto che non hanno fatto nulla in questo anno e mezzo per intensificarla, al contrario hanno ritardato persino l’applicazione della delega che avevano dato al Governo che è tuttora bloccata al Senato. Un gioco delle tre carte che ci racconta la totale insipienza di chi, anche in questa manovra, porta avanti politiche sbagliate che non garantiscono il pieno recupero del potere d’acquisto dei salari indeboliti dall’inflazione e che non mette in campo alcuna politica di contrasto all’espansione del lavoro povero. Persino sulla contrattazione collettiva i dati ci raccontano di una crescita dei contratti pirata e dell’assenza della contrattazione decentrata in tantissimi settori produttivi. Insomma, la Ministra Calderone non è pervenuta: brilla per assenza di iniziativa. Se non quella di bocciare una proposta di buonsenso ed europea delle opposizioni. Hanno il tempo di rifarsi e di riallinearsi con Francia, Germania e Spagna: approvino il nostro emendamento unitario alla manovra di bilancio. Non sprechino l’ennesima occasione per rispondere a 3 milioni e mezzo di donne e di uomini che guadagnano sotto i 9 euro lordi orari” così i capigruppo di opposizione nella commissione lavoro della camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5S), Franco Mari (Avs), Antonio D’Alessio (Azione).
Voglio innanzitutto esprimere la mia solidarietà a tutti gli oltre 300 lavoratori, diretti e degli appalti, colpiti dalla decisione di DFS Italia di cessare le proprie attività al Fondaco dei Tedeschi. Questa scelta è un duro colpo per la Città di Venezia e per il suo tessuto economico, ma che accende ancora una volta il faro su un modello di sviluppo tossico dove grandi gruppi internazionali vanno e vengono in laguna, sfruttando finchè serve il “brand Venezia” senza delle prospettive di investimento a lungo termine. Un modello che alimenta forme di lavoro precario che compromette la qualità della vita della città.
L’idea di Venezia solo come di una bella vetrina espositiva temporanea, ad uso e consumo di chi la vuole sfruttare, è inaccettabile. Ho presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo ai Ministri del Lavoro e delle Imprese di rispondere alla richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali di aprire subito un tavolo con le parti per trovare una soluzione per i lavoratori coinvolti. Pretendiamo risposte chiare.