"Istituzioni ritrovino compattezza per raggiungere insieme l'obiettivo"
Il segnale di presenza del gruppo parlamentare del PD oggi in visita nei territori colpiti dall'alluvione vuole significare non solo la vicinanza alle popolazioni, agli amministratori e alle imprese della Romagna, ma soprattutto un impegno serio nel lavoro parlamentare e politico che abbiamo davanti. Da un lato per migliorare il decreto e dall’altro per continuare a chiedere che il Governo faccia presto.
Si rischia che strade e scuole non siano pronte per settembre e questo non possiamo permetterlo. Così come è necessario garantire il pieno sostegno a un sistema produttivo che è perno per il nostro Paese.
Quindi, silenziando chi anche oggi specula politicamente sul dramma romagnolo, le Istituzioni ritrovino compattezza per raggiungere insieme l’obiettivo.
Questa sfida si vince solo insieme.
Così la deputata del Pd Ouidad Bakkali.
Il deputato del Partito Democratico ha presentato un pacchetto di proposte per cambiare il decreto
“No ai licenziamenti comunicati via whatsapp, no alla delocalizzazione dei macchinari, sì al finanziamento con il Fondo per la crescita sostenibile il piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche dovute alla chiusura degli stabilimenti”.
A chiederlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Lavoro, che ha presentato un pacchetto di emendamenti al decreto lavoro del Governo.
“I datori di lavoro delle aziende con più di 250 dipendenti che sono intenzionati a chiudere una sedee prevedono un minimo di 50 licenziamenti - dice Fossi - devono dare comunicazione per scritto dell'avvio della procedura a sindacati, regioni interessate, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero delle imprese e del made in Italy Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, disponendo l’aumento da 180 a 240 giorni del termine dilatorio tra la comunicazione e l’avvio della procedura, pena la nullità dei licenziamenti stessi. Basta quindi con le chiusure e i licenziamenti comunicati tramite Whatsapp. Inoltre, proponiamo che il piano, per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura degli stabilimenti, venga finanziato con il Fondo per la crescita sostenibile istituito nel 2012. Prevedendo che sia aumentato del 700% il contributo (attualmente fissato al 500%), dovuto dal datore di lavoro in caso di licenziamento qualora non vi sia la sottoscrizione del piano per limitare le ricadute occupazionali da parte delle organizzazioni sindacali”.
“Proponiamo anche di prevedere che alle imprese che cessano definitivamente l’attività produttiva, con contestuale riduzione del personale superiore al 40% di quello impiegato nell’ultimo anno - continua Fossi - venga preclusa la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni fino a che non abbiano restituito gli incentivi pubblici ricevuti”.
“Tra le nostre proposte - ricorda il deputato Pd - anche quella per incrementare la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile da 2 a 20 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2024. Tali risorse sono destinate al finanziamento degli interventi a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese cooperative costituite dai lavoratori per il recupero di aziende in crisi e per i processi di ristrutturazione o riconversione industriale”.
“1857 nuovi asili e 333 scuole materne. Per un totale di 264.480 nuovi posti. Questo significa il Pnrr per l'Italia. Ed è gravissimo che oggi la maggioranza abbia votato contro l’impegno di utilizzare i 4,6 miliardi previsti dal Next Generation UE per costruire queste infrastrutture fondamentali per le famiglie e per il Paese”.
Così Marco Furfaro, deputato PD e primo firmatario dell'ordine del giorno che chiedeva al governo di impegnarsi con ogni iniziativa utile per rispettare gli obiettivi sugli asili nido, e sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione (Pd, M5S, AVS ed Elena Bonetti per il Terzo Polo), denuncia la bocciatura da parte della maggioranza.
"Straparlano di famiglia - spiega Furfaro - e nel frattempo la calpestano ogni giorno, aumentando la precarietà, togliendo ogni strumento contro la povertà, definanziando il fondo affitti. E ora distruggendo la possibilità per tante bambini e bambini di avere un servizio essenziale, per tanti genitori di liberare tempo per lavorare, di ridurre le diseguaglianze, di far diventare l'Italia un Paese più civile. Grazie presidente Meloni. La prima presidente del Consiglio donna che ogni giorno lavora contro le donne. Un capolavoro di ipocrisia”.
“Siamo di fronte all’ennesima fiducia da parte del Governo e all’ennesima volta in cui viene esautorato il lavoro del Parlamento.
L’urgenza del Governo era il commissariamento di INPS e INAIL e di porre un tetto all’età dei sovrintendenti lirici di origine straniera; commissariamento per cambiare la governance. Ovvero passare dalla nomina del direttore da parte del CDA a quella diretta del Presidente e poi, ridurre il mandato del direttore generale da 5 a 4 anni. E questa sarebbe modifica della governance???
La vostra propaganda viene puntualmente sbugiardata dalla realtà.
Mentre per voi è urgente sparecchiare la Rai, l’INPS e l’INAIL non vi curate di quanto l’aumento dei prezzi del cibo naturale stia introducendo disuguaglianze e povertà, per il cibo e per la salute.
Girate il viso dall’altra parte per non vedere che è in atto una speculazione ai danni dei cittadini. E poi generate orrori come il naufragio di Cutro o quello già dimenticato della scorsa settimana in Grecia.
Per questa vostra palese volontà di nascondere la realtà, di mutarla e piegarla alla vostra idea alterata di Paese, fatta di furbizie e disuguaglianze, il Partito Democratico dirà convintamente NO alla fiducia”. Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Silvio Lai, in dichiarazione di voto sul decreto Inps.
Persino l’Ufficio per il Bilancio spiega che l’autonomia di Calderoli avrà effetti distorsivi sul lavoro. Le imprese investiranno di meno nel sud e a pagarne le spese saranno le fasce più deboli del paese. A meno che non si consideri l’Upb una costola dell’opposizione sarebbe necessario che il Governo e la maggioranza si fermino e blocchino il Dl Calderoli. Solo gli irresponsabili davanti a dati innegabili continuano minare la tenuta sociale e istituzionale del paese.
Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione lavoro.
“Chiediamo quali iniziative intendano assumere i ministri Calderone, Piantedosi e Salvini per affrontare il fenomeno delle aggressioni al personale dei mezzi del trasporto pubblico locale che è sempre più preoccupante e che non può rimanere ignorato”. È la richiesta dell’interrogazione presentata dal deputato del Pd Andrea Casu ai Ministri dell’Interno, dei Trasporti, del Lavoro e delle politiche sociali.
“Il Tpl assolve a una funzione fondamentale per garantire l'esercizio del diritto alla mobilità di tutti i cittadini; in questo contesto è rilevante il tema della sicurezza dei cittadini e del personale durante il servizio, in particolare per quel che riguarda gli autisti degli autobus e dei tram, il personale addetto alla verifica dei titoli di viaggio e tutto il personale di front line. Purtroppo si assiste quasi quotidianamente a gravi episodi di violenza perpetrati contro il personale viaggiante, sottoposto ad atti di violenza sia verbale sia fisica. Nel marzo del 2022 è stato firmato un protocollo per la promozione della sicurezza nel processo di sviluppo del trasporto pubblico urbano tra i Ministeri dei trasporti e dell'interno, la conferenza Stato-regioni, l'Anci, le associazioni delle aziende e i sindacati firmatari del Ccnl per monitorare e migliorare la sicurezza dei conducenti dei mezzi del Tpl al fine di contrastare le aggressioni. Si è trattato di un atto molto importante che avrebbe dovuto portare all'istituzione di tavoli di lavoro su singole aree tematiche al fine, non solo di raccogliere dati e segnalazioni di aggressioni, ma anche a individuare innovazioni tecnologiche e buone pratiche che orientino lo sviluppo di politiche sulla sicurezza, quali, a esempio, la diffusione del cosiddetto «panic button», già presente in alcune realtà locali e in grado di dare l'allarme in caso di aggressione essendo collegato con la questura. Chiediamo pertanto ai ministri interrogati se intendano fare in modo che tale protocollo venga concretamente messo in atto in tempi brevi”.
Sempre la solita storia con la destra al governo. Colpiscono i più deboli, tagliano le risorse per chi non ce la fa, incentivano la precarietà. Questa volta hanno addirittura tentato di fare cassa provando a tagliare il Fondo per i familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro. Una vergogna non cancellata dalla successiva retromarcia>.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“Come si può, allo stesso tempo, piangere i morti sul lavoro e poi diminuire sensibilmente il risarcimento statale per le famiglie delle vittime?”. Lo dichiara Marco Lacarra, deputato del Partito Democratico.
“Il decreto ministeriale n. 75 del 2023 è e sarà ricordato come una ‘vergogna di Stato’. Nel primo trimestre di quest’anno i morti sul lavoro sono purtroppo aumentati. Nel solo 2022 abbiamo contato 1090 decessi, quasi tre al giorno. Ma invece di rinforzare la normativa in materia di sicurezza e fare qualcosa di concreto per scongiurare queste tragedie, il Governo decide di risparmiare sulla pelle di chi viene travolto dal dolore della morte ingiusta di un genitore o di un figlio sul posto di lavoro. Chissà quale nuovo bonus o condono per gli evasori fiscali sarà finanziato con gli stessi soldi che sarebbero dovuti andare ai familiari delle vittime. Siamo sconcertati per questa scelta e mi auguro che la Ministra Calderone e il Governo ci ripensino immediatamente".
Dichiarazione dei deputati Pd Augusto Curti e Irene Manzi e del sen. Pd Michele Fina
Questo Governo, rispetto ai temi dell’emergenza e della ricostruzione, si è impegnato esclusivamente in una costante opera di mistificazione della realtà. I numeri, tuttavia, non mentono e anche il Commissario Castelli, discostandosi dal coro della propaganda, ammette oggettive difficoltà. Abbiamo trascorso gli ultimi mesi a denunciare la scarsa attenzione dell’Esecutivo verso la ricostruzione post sisma. Ci siamo battuti, in Parlamento, su ogni singolo provvedimento: per contrastare i tagli, per garantire che strumenti essenziali come il 110% non venissero depotenziati, per correggere sviste ed errori madornali come quelli sulle Scuole o sulla rottamazione delle cartelle. Proprio in materia di Superbonus, siamo riusciti a far approvare un emendamento che preservava sconto in fattura e cessione del credito per i progetti della ricostruzione. Tuttavia, nonostante gli annunci e i proclami, il Governo non è ancora riuscito a risolvere il problema dei crediti incagliati, bloccando di fatto i cantieri e creando difficoltà drammatiche a famiglie e imprese. Oggi i dati certificano, in maniera impietosa, il pesantissimo rallentamento del processo di ricostruzione che, con il Commissario Legnini, si era finalmente avviato a regime. Proprio per questo invitiamo la maggioranza ad astenersi dal rivendicare risultati che, con assoluta evidenza, sono stati raggiunti solo grazie all’opera dei precedenti Governi. Sono infatti fondi dei precedenti governi quelli per PNRR complementare sisma, quelli con cui si è potuta consolidare la stabilizzazione del personale sisma e, infine, sono fondi dei precedenti governi quelli per l’attuazione degli imponenti e corposi piani di opere pubbliche e di rigenerazione urbana. Oggi i cittadini iniziano a maturare la consapevolezza che l’attuale maggioranza li ha ingannati. In un momento in cui nuove tragiche emergenze ci richiedono di intensificare gli sforzi, occorre chiudere la stagione delle promesse elettorali perché, fino ad ora, gli unici risultati ottenuti sono il frutto del lavoro di chi ha preceduto questo Governo.
Il governo è in panne e persiste nel suo atteggiamento inconcludente sul Pnrr. Solo chiacchiere e fumo. Nessun risultato concreto. Ora basta. Il Parlamento ha il diritto di sapere se la destra intende attuare o insabbiare il Piano. E ha il diritto di essere coinvolto nel lavoro di revisione che l’esecutivo starebbe portando avanti. Il Piano non è proprietà di una forza politica o di un Esecutivo, è patrimonio dell’intero Paese e avete il dovere di confrontarvi e condividere con i rappresentanti dei cittadini italiani eventuali cambi di rotta rispetto a progetti e programmi di investimenti specifici sui territori e nelle nostre comunità.
Chiediamo da mesi un confronto e un dialogo trasparente e costruttivo, ma finora abbiamo ricevuto solo un silenzio assordante, accompagnato da veline sui giornali da cui apprendere le intenzioni, ogni giorno diverse, della maggioranza. Il governo è in enorme difficoltà. Noi siamo pronti ad aiutarlo, nell’interesse dell’Italia e degli italiani. È giunto il tempo di dire la verità e chiarire quali sono i progetti che l’esecutivo pensa di cancellare, a quali interventi vuole rinunciare, quali sono gli investimenti che intende modificare. L’Italia non può permettersi di fallire questa occasione. Sarebbe un danno di portata storica inimmaginabile.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
Morti sul lavoro: Governo Meloni per fare cassa taglia il risarcimento alle famiglie delle vittime. Ecco come la pensano le destre sulla sicurezza sul lavoro. Vergogna.
Così su Twitter il deputato democratico Nicola Zingaretti
“Notizia positiva che il ministro Fitto e il governo abbiano accolto la linea del
Pd di non finanziare con il Pnrr la produzione di nuove armi. I fondi del Pnrr devono essere usati per risorse, sviluppo, sanità, lavoro, infrastrutture e non da ultimo il Sud”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
Dichiarazione di Stefano Vaccari, Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi, deputati Pd
Non possiamo condividere le rigidità e i vincoli del Piano d'azione dell'Unione Europea sulla pesca a strascico. Per questo come gruppo PD abbiamo votato una risoluzione in Commissione Agricoltura alla Camera, insieme alle altre forze politiche, che chiede all'Unione Europea di riconsiderare quelle indicazioni introducendo forme di flessibilità che tengano conto di alcune marinerie, come quella Italiana, che già ha importanti limiti di pesca oltre che di spazi marini. Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera insieme ai colleghi Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi.
Semmai si tratta di aumentare e ricercare gli interventi che rafforzino le imbarcazioni in termini di sostenibilità senza pregiudicare oltre ventimila posti di lavoro oggi garantiti dalla nostra marineria.
Tenere uniti ambiente e pesca per noi è possibile, così come garantire la sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale. Per farlo non servono però colpi ad escludendum ma buon senso e decisioni di gradualità.
“Giudico positivamente l’impegno preso stamane dalla sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto, di pieno supporto al rilancio dello Stabilimento ex Whirlpool di Via Argine a Napoli, ora rilevato da TeaTek, con tutti gli strumenti utili a disposizione dell’esecutivo. Il Governo ha assicurato, rispondendo a una mia interrogazione stamane in Aula, che il prossimo tavolo che sarà convocato con impresa, sindacati, Zes e istituzioni locali e regionali affronterà anche - con il coinvolgimento del Ministero del Lavoro - il nodo degli ammortizzatori sociali e il rafforzamento dell’investimento industriale di TeaTek anche di altri attori pubblici. Sarebbe auspicabile in questo quadro una iniziativa che coinvolga ad esempio Invitalia. Pensiamo che siamo davanti a un passo in avanti significativo per chiudere positivamente una vertenza lunga e difficile che ha visto innanzitutto protagonisti i lavoratori dello stabilimento e la città di Napoli”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Un libro che rappresenta un grande atto di valore civile sulla tragedia che il 10 aprile del ‘91 ha tolto la vita a 140 persone. Un volume che documenta i soccorsi mancati, le strategie sbagliate, le grandi opacità, le contraddizioni nella catena di comando. La presenza trasversale delle forze politiche è un segno di attenzione e favorirà l’istituzione della terza commissione d’inchiesta”.
Così la deputata democratica, Irene Manzi, coordinando la conferenza stampa di presentazione del libro ‘I segreti del Moby Prince’, alla quale hanno partecipato: l’autore Vincenzo Varagona e l’editore Luca Bartoli (della casa editrice Vydia): i parlamentari Manfredi Potenti, Marco Simiani e Pietro Pittalis; il presidente dell’associazione Familiari, Luchino Chessa; il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti.
“Questa seconda edizione del volume - ha detto il deputato del Pd, Marco Simiani - ha potuto tenere conto del grande lavoro svolto dalla prima commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dal collega Lai in Senato e dalla seconda presieduta da Romano alla Camera. Questa storia va ora riscritta con un nuovo finale corretto e giusto, che dia risposta alle tante domande restate in questi anni inevase. Dobbiamo ringraziare - ha concluso - le famiglie delle vittime che hanno lavorato, con sacrificio umano e anche economico, per acquisire perizie e documentazione che sono state utili ad avvicinarci alla verità”.