“Il cronoprogramma serrato dei lavori in commissione Affari Costituzionali sull’autonomia differenziata è una grave forzatura e un profondo strappo della dialettica democratica. La maggioranza mercanteggia sulla pelle dei cittadini per meri interessi elettorali” Così la vicepresidente del gruppo parlamentare del Pd, capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera, Simona Bonafè, che sottolinea: “per arrivare in aula per il 29 aprile i lavori in commissione sono stati programmati con tempi e modalità che non possono permettere un lavoro serio nel merito, anche a seguito delle profonde critiche che sono emerse durante le audizioni che ancora non abbiamo terminato. È molto grave e continueremo a pretendere di poter svolgere il nostro esame rigoroso utilizzando tutti gli strumenti parlamentari che abbiamo a disposizione. Non è infatti accettabile che un provvedimento, che entra così profondamente nell’organizzazione dello Stato e nella vita quotidiana dei cittadini, sia affrontato con questa fretta e disinvoltura solo perché fa parte di un disgustoso baratto di maggioranza. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – conclude Bonafè - stanno accelerando unicamente per piantare bandierine da sventolare nell’imminente campagna elettorale per le europee”.
“La risposta del governo Meloni sulla vertenza Gkn, soprattutto dopo gli impegni presi in Parlamento, con l’approvazione dell’ordine del giorno al decreto Lavoro, è francamente inaccettabile e mortificante per le istituzioni. Non solo il sottosegretario Durigon ha infatti ammesso di non poter fare praticamente niente per salvaguardare i lavoratori, ma ha cercato di addossare tutta la responsabilità agli stessi operai accusandoli di aver ‘occupato’ gli spazi della fabbrica. Abbiamo un’azienda che è stata condannata da un Tribunale per aver violato la legge sulle delocalizzazioni, che prosegue a disertare i tavoli istituzionali ma che continua da mesi ad agire al di sopra delle regole scavalcando i sindacati e costringendo di fatto i lavoratori, da mesi senza stipendio e cassa integrazione, ad un esodo concordato. In questo contesto il governo ha l’obbligo di far rispettare le leggi e non accusare vigliaccamente i dipendenti che hanno peraltro presentato anche un progetto alternativo di riconversione produttiva dello stabilimento. Qualora i tempi si allungassero, in una situazione che vede palesemente la proprietà in torto, vanno attivati ammortizzatori sociali straordinari e costretta l’azienda a prendersi le proprie responsabilità. Chinare il capo come sta facendo oggi la destra è umiliante per l’intera nazione”. Cpsì il deputato e segretario del Pd della Toscana Emiliano Fossi in merito alla discussione della interrogazione sulla vicenda dello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio, svolta oggi a Montecitorio.
Da opposizioni proposte costruttive.
“Oggi in commissione Lavoro abbiamo incardinato i tre disegni di legge delle opposizioni sulla settimana corta. Ho fatto un appello alla maggioranza e al governo: ascoltateci. Se è
vero che tutta Europa va nella direzione della riduzione dell’orario di lavoro occorre che l’Italia non arrivi per l’ennesima volta in ritardo. Siamo pronti a un confronto costruttivo, ma il Parlamento deve battere un colpo. Dalla settimana prossima inizieremo il ciclo di audizioni: sentiremo le parti sociali, le imprese che hanno già innovato introducendo in accordo con i sindacati, mondo dell’accademia, associazioni. Vogliamo che divenga un dibattito sul modello di sviluppo e di produzione nel tempo della rivoluzione digitale ed ecologica”. Lo dichiara il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Una settimana lavorativa corta – ha aggiunto Scotto – equivale a minori spostamenti, minori gas di scarico immessi nell’atmosfera e minori sprechi di risorse, con ricadute positive immediate sull’ambiente. La riduzione delle ore di lavoro può portare a una migliore salute fisica e mentale diminuendo i rischi legati a stress e a stili di vita troppo frenetici aumentando così la soddisfazione dei dipendenti, riducendo i costi legati a malattie e assenteismo con un aumento della produttività. Con la settimana corta vincono tutti, i lavoratori, le aziende e l'economia nel suo complesso”.
Ministero sta bloccando ingiustificatamente il riconoscimento delle abilitazioni all’insegnamento conseguite all’estero
“Valditara è ossessionato dagli studenti e dai docenti stranieri. Sono settimane che il ministro non perde occasione per dichiarare contro i ragazzi che provengono da un back ground migratorio ed è da mesi che latita e non risponde alle nostre continue sollecitazioni sul riconoscimento delle abilitazioni all’insegnamento conseguite in paesi europei”. Così in una nota la deputata democratica Maria Stefania Marino che ha depositato, nel dicembre del 2023, un’interrogazione parlamentare la cui risposta viene continuamente rinviata dal dicastero di viale Trastevere. Nel merito, la democratica chiede al ministro di “dare risposta alle migliaia di docenti che hanno presentato domanda per il riconoscimento delle abilitazioni all'insegnamento o della specializzazione per il sostegno conseguite all'estero. Un atto dovuto – sottolinea Marino – consentito dalle direttive europee e supportato da numerose sentenze del Consiglio di Stato e del Tar. Valditara deve spiegare perché non sta intervenendo. Il sospetto è che abbia avuto il mandato politico di ostacolare la presenza degli stranieri nelle scuole italiane. Se questo fosse confermato – conclude Marino - siamo davanti a una chiara volontà discriminatoria che rischia di far perdere il posto di lavoro a molte persone e che impedisce a questi docenti di lavorare anche come supplenti nelle scuole. Valditara ha l’occasione per smentire questa pesante accusa, risponda alla nostra interrogazione parlamentare”.
“Ci risiamo. Il ministro Salvini annuncia il diciottesimo condono varato dal governo. Questa volta, con la scusa di ‘deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali’, si ipotizza un ‘piano casa’ che con un colpo di spugna mette al riparo da ogni conseguenza amministrativa tutti coloro che non hanno rispettato le norme edilizie. Anziché puntare e finanziarie politiche di sostenibilità ambientale utili ad ammodernare il nostro vetusto patrimonio immobiliare, il leader della Lega fa l’occhiolino agli evasori e a coloro che non hanno regolarizzato i loro abusi edilizi. La solita scorciatoia che non guarda al futuro del Paese, ma a qualche decimale in più della cabina elettorale”.
Così il capogruppo democratico in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
"Negli ultimi anni tutti ci siamo resi conto di quanto l’assistenza sanitaria, garantita dal SSN anche alle persone più fragili, sia fondamentale per tutta la comunità. Non riguarda solo la gestione delle emergenze ma soprattutto la cura e la prevenzione. L'assistenza sanitaria è obbligatoria anche per i cittadini extracomunitari, che risiedono regolarmente in Italia, a prescindere dalle motivazioni del soggiorno (studio, lavoro, religione eccetera), quindi non è possibile risiedere regolarmente in Italia senza aver attivato un qualche tipo di assistenza. Per questo è prevista l’iscrizione volontaria, mediante il pagamento di un contributo che può essere forfettario oppure da calcolarsi in base al reddito personale dichiarato. Purtroppo con l'ultima legge di bilancio il governo ha continuato la sua opera di attacco ai più poveri ed ha quindi aumentato il contributo volontario forfettario facendolo passare da 387,34 euro annui ad un minimo di 2.000 euro. Molti, pur essendo regolarmente soggiornanti in Italia, non sono minimamente nelle condizioni di far fronte a quelle cifre. Persone sole, in povertà o con gravi disabilità sono costrette a rinunciare all’assistenza sanitaria. È, per noi, questa una situazione intollerabile e per tali motivi abbiamo depositato un’interrogazione urgente al ministro della salute Schillaci e alla ministra della disabilità Locatelli. Il SSN e l’assistenza sanitaria sono un diritto universalistico riconosciuto dalla Costituzione che va garantito e allargato anche a chi nel nostro Paese vive, lavora e paga le tasse a prescindere dal reddito". Lo dichiarano in una nota Marco Furfaro, capogruppo in commissione affari sociali e responsabile iniziative politiche del partito, e Chiara Gribaudo, presidente della commissione di inchiesta sulla sicurezza sul lavoro e vicepresidente del partito.
Mettere in campo un testo unitario
“Oggi è un giorno molto importante. Inizia l’iter in commissione lavoro sulle proposte di legge sulla settimana corta. Vogliamo lavorare perché anche in Italia ci sia una legislazione avanzata per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Ci sono tre proposte in campo presentate dal Pd, M5S e Avs: siamo convinti che si possa lavorare per mettere in campo un ddl unitario. E per arrivare a un confronto con la destra: tifiamo perché l’Italia sposi l’impianto che c’è in tutta Europa e che va in questa direzione. Non sprechiamo questa occasione come è stato fatto col salario minimo”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
“Passano da 10 a 69 i Teatri della Toscana che verranno dichiarati monumento nazionale. Si tratta di un riconoscimento che premia la tradizione artistica, drammaturgica, operistica e musicale della Regione e valorizza edifici storici di grande valore culturale ed architettonico. Si tratta del frutto del lavoro del Pd fatto in Aula che ha imposto al governo di inserire dei nuovi criteri nella legge e di conseguenza di allargare il numero dei teatri riconosciuti”.
Lo dichiarano i deputati Pd eletti in Toscana, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Laura Boldrini, Marco Furfaro, Arturo Scotto e Christian Di Sanzo, sull’emendamento approvato oggi dall’Aula di Montecitorio alla Legge sui Teatri storici italiani che ha incluso tutte le strutture con almeno 100 anni di età.
LISTA PARZIALE
Teatri della Toscana inseriti nel testo di legge in Commissione:
1. il Teatro Petrarca di Arezzo;
2. il Teatro Signorelli di Cortona;
3. il Teatro del Maggio musicale fiorentino di Firenze;
4. il Teatro Verdi di Firenze;
5. il Teatro comunale del Giglio di Lucca;
6. il Teatro Guglielmi di Massa;
7. il Teatro dei Rassicurati di Montecarlo (Lucca);
8. il Teatro Verdi di Pisa;
9. il Teatro Manzoni di Pistoia;
10. il Teatro dei Rinnovati di Siena;
LISTA PARZIALE
Teatri della Toscana inseriti nel testo di legge in Aula:
11. Teatro dell'Accademia dei Ricomposti di Anghiari
12. Teatro dei Dovizi di Bibbiena
13. Teatro della Società filodrammatica di Bucine
14. Teatro comunale Wanda Capodaglio di Castelfranco di Sopra
15. Teatro comunale di Castiglion Fiorentino
16. Nuovo Teatro Comunale di Bagno a Ripoli
17. Teatro Regina Margherita di Barberino Val d'Elsa
18. Teatro Giotto di Borgo San Lorenzo
19. Teatro Manzoni di Calenzano
20. Teatro Dante Carlo Monni di Campi Bisenzio
21. Teatro Garibaldi di Figline Valdarno
22. Teatro Goldoni di Firenze
23. Teatro Niccolini di Firenze
24. Teatro dell'Affratellamento di Firenze
25. Teatro della Pergola di Firenze
26. Teatro di Cestello di Firenze
27. Teatro di Rifredi di Firenze
28. Teatro degli Animosi di Marradi
29. Teatro Niccolini di San Casciano in Val di Pesa
30. Teatro Società Filarmonica Giuseppe Verdi di Tavarnelle Val di Pesa
31. Teatro degli Industri di Grosseto
32. Teatro dei Concordi di Roccastrada
33. Teatro Castagnoli di Scansano
34. Teatro dei Concordi di Campiglia Marittima
35. Teatro Carlo Goldoni di Livorno
36. Teatro dei Vigilanti di Portoferraio
37. Teatro Solvay di Rosignano Marittimo
38. Teatro comunale di Pietrasanta
39. Teatrino di Vetriano di Vetriano di Pescaglia
40. Teatro Politeama di Viareggio
41. Teatro Animosi di Carrara
42. Teatro della Rosa di Pontremoli
43. Teatro Francesco di Bartolo di Buti
44. Teatro Marchionneschi di Guardistallo
45. Teatro comunale di Lajatico
46. Piccolo Teatro della Soffitta di Pisa
47. Teatro De Larderel di Pomarance
48. Teatro dei Coraggiosi di Pomarance
49. Teatro Persio Flacco di Volterra
50. Teatro Yves Montand di Monsummano Terme
51. Teatro Mauro Bolognini di Pistoia
52. Teatro Mascagni di Popiglio
53. Teatro Metastasio di Prato
54. Teatro Politeama di Prato
55. Teatro dei Varii di Colle di Val d'Elsa
56. Teatro del Popolo di Colle di Val d'Elsa
57. Teatro degli Astrusi di Montalcino
58. Teatro Poliziano di Montepulciano
59. Teatro della Società dei Concordi di Montepulciano
60. Teatro della Grancia di Montisi
61. Teatro del Popolo di Rapolano Terme
62. Teatro Comunale Ciro Pinsuti di Sinalunga
63. Teatro Comunale degli Oscuri di Torrita di Siena
64. Teatro Comunale Vittorio Alfieri di Castelnuovo Garfagnana
65. Teatro Comunale Cristoforo Colombo a Valdottavo di Borgo a Mozzano
66. Teatro del Popolo di Castelfiorentino
67. Teatro della Misericordia di Vinci
68. Teatrino della Villa Medicea di Poggio a Caiano
69. Teatro Argentina di Camaiore
“Avevamo chiesto come gruppo Pd una serie di audizioni sulle nuove misure che interverranno sulla Pac a seguito delle decisioni assunte in sede europea. Dopo aver ascoltato il ministro Lollobrigida oggi in commissione Agricoltura ci aspettavamo dal direttore di Agea, Fabio Vitale, maggiori dettagli su come si stava preparando l’Agenzia al nuovo contesto. Si è persa invece un’occasione, poiché la maggior parte dell’intervento ascoltato ha riguardato il lavoro svolto dal nuovo direttore sulla riorganizzazione dell’Agenzia in polemica con il precedente direttore”.
Così il capogruppo Pd in commissione agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, a conclusione dell’audizione del direttore Agea.
“Sulla Pac - ha sottolineato Vaccari presente all’audizione insieme ai colleghi Antonella Forattini, Stefania Marino e Andrea Rossi - abbiamo ascoltato davvero poco e questo è grave visto che alle modifiche sulla Pac si è arrivati dopo settimane di proteste da parte degli agricoltori italiani ed europei. Molto labile anche l’informativa sul sistema antifrode e sulle verifiche che, a fronte dei fatti di cronaca, avrebbero già dovute essere fatte. Verifiche a tappeto per scongiurare che le risorse vadano in direzioni sbagliate rispetto alla moltitudine di imprese agricole che operano in assoluta trasparenza e nel rispetto delle regole. Il Parlamento avrebbe dovuto essere messo nelle condizioni di capire se nella ripartizione territoriale dei primi fondi erogati ci siano stati degli squilibri regionali anche tra le diverse categorie di imprenditori agricoli. Nulla inoltre sulle criticità riscontrate con i soggetti pagatori che pure il ministro Lollobrigida aveva evidenziato parlando di farraginosità del sistema. Il direttore di Agea a fronte delle nostre richieste, non avendo a disposizione i dati, ci ha garantito che ulteriore documentazione sarà inviata in Parlamento. Aspettiamo fiduciosi, anche perché non possiamo permetterci come Paese di non essere pronti con le nuove norme di flessibilità introdotte nella Pac. I nostri imprenditori agricoli - ha concluso Vaccari - devono avere l’opportunità di essere competitivi sul mercato globale senza dover pagare il prezzo di un ritardo procedurale della pubblica amministrazione”.
"Ministro Salvini, lei non ci ha rassicurato sul punto che noi abbiamo posto, che non è se si farà la nuova Diga di Genova, che noi vogliamo tanto quanto lei, la domanda è: le procedure di emergenza che sono state seguite porteranno a ulteriori complicazioni, oppure no? Non nei tempi, ma nel contenzioso. C'è stata già una pronuncia di fronte al TAR che ha dato ragione parzialmente, pur non bloccando l'opera, agli altri soggetti che avevano partecipato a questa gara. In più c'è la delibera dell'ANAC. Lei, rispetto al merito dei rilievi che sono stati sollevati, non ha dato alcuna risposta". Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, replicando al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nel corso del Question Time alla Camera sulla Diga di Genova.
"Se non c'è una risposta, signor Ministro, quello che succede è questo: il soggetto aggiudicatario farà l'opera - ha spiegato Orlando - magari rispettando anche i tempi, ma quelli che hanno partecipato e sono stati esclusi senza sufficienti ragioni prenderanno dei soldi senza fare l'opera. Chi paga è Pantalone, sono i contribuenti. Noi rischiamo, sì, forse di rispettare i tempi, ma in questo scenario, senza argomenti, di non rispettare le previsioni di spesa. E rispetto a questo, lei non ci ha tolto una pulce che ci ha messo nell'orecchio non uno strenuo avversario di questa opera - ha concluso l'esponente dem - ma il Ministro Crosetto, che in un'intervista di novembre ci diceva "ce la farà il solito soggetto a realizzare l'insieme di opere che oggi gravano su quella struttura imprenditoriale?". A questa domanda noi non abbiamo avuto ancora una risposta. Naturalmente io, tanto quanto lei, mi auguro di sì. Se la domanda la fa un suo collega di governo, la risposta deve essere un po' più forte di quella che ci ha dato oggi".
Manzi: per governo è settore ostile, a rischio investimenti e posti di lavoro
“Dopo mesi di continui rinvii e balletti sulla definizione dei criteri del tax credit cinema e audiovisivo arriva oggi da Giorgetti e Sangiuliano un doppio colpo mortale per l’industria cinematografica” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi che spiega: “nello stesso giorno in cui la sottosegretaria Borgonzoni ha anticipato il novo meccanismo di finanziamento dell’industria cinematografica del ministero guidato da Sangiuliano (che taglia i fondi, limiterà gli automatismi nel finanziamento, aumenterà i contributi selettivi e introdurrà norme a tutela dell’italianità delle produzioni), il ministro Giorgetti ha anticipato di voler limitare al massimo i crediti di imposta per sostituirli con contributi a singoli progetti di investimento. Siamo davanti a un doppio colpo mortale per un settore industriale fortemente proiettato all’estero che chiede, al contrario, certezza normativa e semplici meccanismi di finanziamento. Con questi interventi – sottolinea Manzi - ogni progetto sarà di nuovo al vaglio di commissioni ministeriali nominate dalla politica che andranno a valutare addirittura i soggetti e le scelte artistiche. Un brusco passo indietro, che trova conferma unicamente nelle dichiarazioni bellicose del ministro Sangiuliano che, in un suo recente comizietto, ha fatto capire come il settore sia considerato ostile dal governo e debba quindi essere penalizzato. Questo settore – che genera un fortissimo contributo al Pil e ai livelli occupazionali e che rappresenta un tassello fondamentale della nostra cultura - non merita tutto questo”, conclude Manzi.
Per la libertà di stampa, per la difesa del lavoro, per la democrazia. Stamattina in piazza con l'Agenzia Italia. Non consentiremo alla maggioranza di controllare gli organi di informazione e svendere un’agenzia di stampa seria e prestigiosa.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Voteremo a favore di questa mozione di sfiducia anche per l’atteggiamento del governo perché, di fronte a una vicenda così significativa, è incredibile che non ci sia una grande attenzione di fronte a un fatto oggettivo. Qui c'è una ministra del governo che in questi anni si è prodigata nel dare lezioni a tutti, soprattutto ai poveri cristi e quando poi è toccato a lei non si è nemmeno degnata di venire questa mattina in Parlamento". Lo ha detto in Aula alla Camera Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro durante la discussione sulla mozione di sfiducia alla ministra Daniela Santanchè.
"Voi di Fdi - ha aggiunto Scotto - il 23 giugno 2023 avete votato un ordine del giorno promosso dal Partito Democratico e approvato da questo Parlamento all'unanimità ,dove si chiedeva, a partire dal caso Visibilia, che aveva coinvolto la ministra Santanchè, amministratrice delegata di Visibilia, a potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato della cassa Covid, anche attraverso sanzioni e recupero di quei crediti. Qui parliamo di dipendenti che hanno detto che durante il periodo del Covid la ministra Santanchè incassava le risorse dello Stato, ma faceva lavorare le persone con cassa integrazione a zero ore. A questa domanda, che l'opposizione a posto nel corso dei mesi precedenti, la ministra Santanchè non ha mai risposto, non ha mai detto che questa vicenda era infondata”.
"In Toscana anche i rifiuti sono opere d'arte. Ho avuto l'opportunità di visitare presso l'Istituto Italiano di Cultura di New York la mostra su Peccioli 'Trash to Beauty': un esempio straordinario di come una comunità ha trasformato una discarica, in motore di cambiamento sociale, economico, ecologico, politico e culturale". E’ quanto dichiara il capogruppo Pd, in Commissione Ambiente, Marco Simiani sul progetto del Comune in provincia di Pisa che sta riscuotendo enorme successo in Italia e negli Stati Uniti.
"La mostra racconta il percorso intrapreso dalla città di Peccioli, al centro del quale è data priorità alla qualità della vita, all’ambiente, alla cultura e allo sviluppo economico. Questo straordinario progetto è la conferma di come la Toscana sappia coniugare tradizione e innovazione, tecnologia e arte, con una straordinaria capacità di trarre la bellezza da tutto. Per questo, la proposta socioeconomica della nostra regione è più viva che mai e sa ancora proporre modelli esemplari ed esportabili di città, di paesaggio, ma soprattutto la capacità di non contrapporre mai lavoro, ambiente e crescita. Voglio ringraziare il direttore dell’istituto Fabio Finotti e l’On. Crhistian Di Sanzo per aver organizzato questa interessante opportunità” conclude Marco Simiani.
“Le nostre priorità di modifica al Decreto Pnrr quater sono incentrate sulla sanità e sulla sicurezza sul lavoro. In particolare, riguardo al servizio sanitario nazionale, i nostri emendamenti puntano al ripristino del miliardo e 200 milioni di euro tagliati dal governo Meloni alla sanità. Un dato di fatto confermato dai rilievi della Corte dei Conti, dell'Ufficio parlamentare di Bilancio e dal parere della Conferenza delle Regioni, che hanno sconfessato tutte le dichiarazioni del ministro Fitto di questi mesi. Occorre rafforzare la sanità del territorio restituendo le somme che le erano state originariamente destinate, anche alla luce della lezione che abbiamo ricevuto con la pandemia da Covid. Sul fronte del lavoro, il nostro pacchetto di emendamenti punta ad un serio cambio di rotta sulla tragedia delle morti bianche. Vanno estese le regole su salute e sicurezza dei cantieri pubblici anche a quelli privati e occorre varare una vera ed efficace patente a punti da estendere a tutti i comparti oltre l’edilizia. E’ necessario investire su prevenzione, sicurezza e formazione, e farla finita con la triste stagione della giungla dei contratti pirata. Sfidiamo il governo a passare dalle parole ai fatti. Se ci sarà ascolto, il Partito Democratico è pronto a dare il suo contributo in Parlamento”.
Lo dichiarano i deputati democratici: Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio; Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd; Artuto Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.