“Il lavoro cooperativo e il lavoro di cura sono essenziali e - come ci hanno dimostrato durante il covid - sono assi portanti del nostro sistema economico e anche del nostro sistema di welfare. Sistema che ogni giorno vede questa maggioranza indebolirlo attraverso provvedimenti che colpiscono sempre i più fragili e i più deboli. Abolizione del reddito di cittadinanza, abolizione del fondo affitto e contro la morosità incolpevole, tagli al fondo per la disabilità, zero euro per i non autosufficienti e condizioni di lavoro sempre più al ribasso a causa di gare di appalto senza regole minime. Per questo, di fronte alle difficoltà, è importante valorizzare quotidianamente lavoratori e lavoratrici, imprese e associazioni di categoria che attraverso il loro impegno e il loro lavoro restituiscono il senso dell'impegno e della solidarietà ad una comunità che, con la pratica e la cooperazione, sa come si costruisce inclusione e sa non lasciare indietro nessuno. Il governo purtroppo ha deciso di privilegiare le rendite per umiliare invece il sociale”. Lo ha dichiarato Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale, intervenendo all’assemblea nazionale dei delegati di Legacoopsociali.
“La prosecuzione dell’attività della Holostem di Modena, centro di ricerca per lo sviluppo, la produzione, la registrazione e la distribuzione di prodotti per terapie avanzate basati sulle colture di cellule staminali, dopo l’acquisizione del 65% della stessa da parte della Fondazione Enea Tech e biomedical, controllata del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è una buona notizia ma non esaustiva delle urgenze e delle necessità. Il tema non è solo aprire il centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari e Holostem ogni mattina e conservare, il pur legittimo posto di lavoro, a tecnici e ricercatori ma che l’attività svolta di entrambe le realtà possa continuare a dare certezze e speranze a migliaia di bambini e adulti farfalla e alle loro famiglie attraverso l’evoluzione della terapia genetica a partire dall’utilizzo di un farmaco, l’Holoclar, autorizzato in ambito europeo, prodotto a Modena. Occorre dunque uscire da una situazione di vaghezza e dare concretezza operativa, con adeguate risorse a disposizione, alla fase del trapasso della governance aziendale e all’avvio del nuovo piano industriale. Le risposte ricevute questa mattina, in Aula alla Camera, dal Governo, a seguito di una interpellanza urgente firmata insieme alla collega Guerra e ad altri deputati del del gruppo del Pd, sono un primo importante passo per la continuità non fugano i dubbi sul percorso e sui tempi rispetto agli impegni assunti. Serve di più. Perché si può tergiversare su tutto ma non sulla sofferenza delle persone e dei bambini in modo particolare. È a loro che occorre dare risposte lontano da logiche di parte. Per questo continueremo a vigilare perché il tempo non passi invano e si continui a lavorare, nella nuova azienda, a Modena per rispondere agli interessi generali della collettività e a garantire il diritto alla salute di tanti concittadini. Un Paese civile non può non investire in ricerca perché le malattie possono essere anche rare ma ciò che non può essere raro è l’impegno dello Stato”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Nel click day per il Bonus trasporti solo una parte di richieste e' giunta a buon fine, tante le persone rimaste in attesa si sono trovate di nuovo di fronte ai fondi già finiti. L’ennesima presa in giro del Governo, che invece di stanziare finanziamenti spot che svaniscono nel giro di poche ore, deve trovare il modo per rendere strutturale questa misura. Bisogna inserire fondi organici affinché chi va a scuola e a lavoro e si sposta con i mezzi pubblici abbia la possibilità di farlo senza gravare ulteriormente su un bilancio familiare messo a dura prova dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Il bonus trasporti non deve essere un diritto per i più veloci, per chi clicca prima, ma deve essere garantito a tutti quei cittadini, studenti e lavoratori che hanno bisogno di spostarsi con i mezzi per andare a lavoro e a scuola
Occorre farlo stanziando i fondi necessari e allargando la misura alle famiglie al di sotto dei 35.000 euro di reddito come accadeva fino al 2022. Oggi una nuova brutta figura del Governo che ha dimostrato di non considerare la mobilità dei cittadini un obiettivo da sostenere con i fatti”. Lo dichiara Valentina Ghio vicecapogruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio.
“Oggi si apre la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, a Dubai. Si tratta del primo vero banco di prova dell’accordo sul clima di Parigi, adottato con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a un più ambizioso limite di 1,5°C. Sappiamo già che non siamo sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale e che è richiesto un maggiore impegno per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. E sappiamo quanto i cambiamenti climatici e gli eventi estremi che ne derivano siano impattanti per un settore fondamentale come l’agricoltura, che è economia, ma anche salute, salvaguardia del territorio, cibo e vita”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari, in un commento sull’HuffingtonPost.
“Investire nei sistemi agroalimentari e nelle zone rurali - aggiunge - crea la soluzione concreta per affrontare gli impatti della crisi climatica. Questa non è una novità ma una sfida che in primis la Fao lancerà alla Cop28. ‘La crisi climatica e quella alimentare sono inseparabili’, dirà il direttore generale QU Dongyu. Parole d’ordine e temi su cui da tempo ci battiamo come Partito Democratico e che porremo ancora con forza a partire dal lavoro in commissione Agricoltura. Parole che abbiamo ribadito ieri per bocca della nostra segretaria Elly Schlein al Congresso della Cia, una delle più importanti organizzazioni di agricoltori del nostro Paese, il cui titolo era ‘Salvare l’agricoltura per salvare il futuro’. Per parte nostra - conclude - continueremo a stimolare il governo che non investe in questa sacrosanta direzione nella manovra finanziaria e vigileremo sui bandi e sui fondi del Pnrr perché a questo devono servire e perché non siano l’ennesima occasione sprecata”.
“Il governo non può stare alla finestra mentre giorno dopo giorno prendiamo atto della volontà di Mittal di sfilarsi da ogni impegno assunto sull’ex Ilva. Fatto ancor più grave poiché abbiamo anche perso i fondi del Pnrr destinati alla riconversione dello stabilimento di Taranto. Occorre un immediato e serio intervento per salvare il più importante polo siderurgico, tutta la filiera dell’acciaio e i posti di lavoro, e accelerare sulla conversione ecologica. Senza questa operazione il governo Meloni sarà ricordato come il complice di un disastro economico, occupazionale e ambientale”.
Così il capogruppo del Partito Democratico in commissione Attività produttive alla Camera, Vinicio Peluffo.
“Il ministro Fitto deve venire urgentemente in Aula a riferire su quanto sta avvenendo all’ex Ilva. E’ una follia che il Parlamento non venga informato. La situazione sta ormai assumendo dei contorni inquietanti, che sembrano prefigurare addirittura l’ipotesi di messa in liquidazione del più grande polo siderurgico europeo. Fitto deve spiegare cosa ha promesso a Mittal, dalla stampa sembra oltre 4 miliardi per la decarbonizzazione, senza però ottenere in cambio nessun impegno e, soprattutto, il ministro deve motivare il perché il governo non dà indicazioni al socio Invitalia per convertire il prestito e nazionalizzare l’azienda. La nazionalizzazione dell’azienda è oggi l’unica soluzione per allontanare un socio che da sempre non ha alcun interesse a garantire la continuità aziendale, salvare il comparto siderurgico e posti di lavoro e avviare una reale decarbonizzazione. In assenza di questi passaggi il governo sarà responsabile della più grande crisi industriale e lavorativa che questo Paese ricordi dal Dopoguerra”.
Così il deputato democratico, Claudio Stefanazzi, intervenendo nell’Aula della Camera sull’ordine dei lavori.
“Nei rapporti tra governo Meloni, ex Ilva e città di Taranto - ha aggiunto - sembra emergere un percorso predefinito verso un ineluttabile destino e cioè quello in cui Mittal chiude il suo più grande concorrente in Europa e, attraverso la ridistribuzione delle quote acciaio, diventa sostanzialmente monopolista. Prima il definanziamento da parte del ministro Fitto delle risorse contenute nel Pnrr che avrebbero dovuto garantire la decarbonizzazione. Poi l’incomprensibile passaggio di consegne tra il ministro dello Sviluppo economico e lo stesso Fitto, già oberato da tanti dossier. Poi il famoso memorandum, ancora oggi segreto, e sottoscritto senza in coinvolgimento di Invitalia; infine l’assemblea di due giorni fa in cui Mittal ha sostanzialmente annunciato che non intende partecipare all’aumento di capitale sociale. A metà di ottobre il presidente Bernabè, audito alla Camera ha ricordato che in questo momento Ilva non ha nemmeno la caparra per poter rinnovare il contatto per la fornitura di gas. Se l’azienda non ottiene rapidamente 300 milioni di euro non è in grado di assicurarsi la fornitura di gas e non può neanche far fronte ai debiti accumulati, a cominciare dagli oltre 200 milioni che deve alla Snam. Questo ha già prodotto ripercussioni clamorose rispetto al piano annunciato all’inizio dell’anno. Probabilmente Ilva - ha concluso - chiuderà il 2023 con una produzione inferiore ai 3 milioni di tonnellate, e cioè con il 75% in meno di quello che aveva previsto come target. Non c’è più tempo da perdere”.
Fino a quando anche un solo bambino sarà costretto a crescere dietro le sbarre di un carcere o di un Icam sarà giusto dare battaglia per evitarlo". Lo ha detto la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in Commissione Infanzia e Adolescenza, durante la presentazione del libro di Paolo Siani "Senza colpe. Bambini in carcere" presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.
"È fondamentale raccogliere il lavoro parlamentare fatto da Paolo Siani nella passata legislatura per superare la reclusione dei minori con madri detenute - ha aggiunto Di Biase - ma la grande difficoltà è che oggi il Governo ha varato un decreto addirittura peggiorativo, che elimina l'obbligo di rinvio della esecuzione della pena per donne incinte o madri con minori di un anno. Un irrigidimento che evidenza la precisa volontà di colpire gli ultimi e che - ha concluso Di Biase - mette in discussione il principio di tutela dell'interesse superiore dei bambini".
Rizzetto presidente della commissione Lavoro di Montecitorio ha confuso arbitraggio con arbitrio
"Voglio esprimere un disagio molto forte da parte del nostro gruppo parlamentare su come sono stati condotti i lavori ieri in commissione Lavoro sul salario minimo. La legge delega che è stata approvata ieri in commissione Lavoro è il chiaro segno che una legge di natura parlamentare è stata trasformata in una delega in bianco al Governo. Una prassi che ormai è diventata consuetudine che svuota il Parlamento di ogni azione e lo trasforma in una succursale di Palazzo Chigi. Il comportamento del presidente della commissione Rizzetto privo di una postura istituzionale che compete ai deputati di questo Parlamento. Forse il presidente Rizzetto ha confuso arbitraggio con arbitrio. Sulle dichiarazioni di voto delle opposizioni sono stati contingentati i tempi di intervento, una cosa sconcertante così come sconcertanti sono state le dichiarazioni che Rizzetto ha rilasciato alle agenzie. Allora noi chiediamo sono minacce quelle di Rizzetto? A quali vicende personali si riferisce? Tutto questo ha scaturito in noi una inquietudine profonda; ma noi non abbiamo paura di intimidazioni studiate a tavolino dalla maggioranza, non abbiamo timore degli abusi di potere della maggioranza e del governo. Noi non abbassiamo la testa". Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"La destra continua a prendersela con i più poveri. La contrarietà al salario minimo rappresenta un ingiustificato torto ad oltre tre milioni di italiani. Lavoratrici e lavoratori che nonostante un impiego, hanno salari sotto la soglia di povertà. La nostra battaglia continua ad essere di merito ma anche di metodo: non è la prima volta infatti che la destra delega al Governo le proposte di legge calendarizzate in quota opposizione. E’ già successo con la nostra proposta per il voto ai fuori sede, delegata al governo e sparita dall’agenda politica e parlamentare. Un metodo per togliere dal tavolo argomenti "indigesti" per la premier Meloni e la sua maggioranza. Lo stesso accadrà con il salario minimo. Ma la nostra battaglia continuerà a vivere, nei luoghi di lavoro, tra chi è sfruttato, tra tutti coloro che vogliono un’Italia più giusta. La questione salariale può sparire al massimo dalle interviste dei membri di governo e dall'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, ma non sparisce per quelle famiglie e quelle persone che vivono i drammi della quotidianità. Per questo continueremo a portare avanti questa battaglia fondamentale per il paese". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“Con questo decreto sull’immigrazione siamo arrivati a quota quattro, uno a trimestre, come le vecchie pagelle di una volta. Avete introdotto la norma incivile sulla cauzione di 5mila euro per non finire in un centro di accoglienza, fino all'accordo con l’Albania che costerà molto, complicherà tanto e non risolverà nulla. La realtà è che non sapete come gestire quella che da molti anni oramai battezzate come un'emergenza, ma che emergenza non è. Perché fenomeno che appartiene a questo nostro tempo ed è per questo che chiede uno sguardo coerente sul piano umano con i nostri principi di civiltà. Noi pensiamo che queste norme calpestano la Costituzione”.
Lo ha detto il deputato democratico, Gianni Cuperlo, annunciando il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Immigrazione.
“Viene cancellato lo Stato di diritto - ha aggiunto - quando si stabilisce, come fate in questo decreto, l’espulsione di persone che vivono in Italia e sono integrate nel lavoro. Da domani, infatti, si potrà venire espulsi a discrezione del ministro dell'Interno per supposti gravi motivi di ordine pubblico o sicurezza dello Stato. In alcuni casi la misura sarà disposta direttamente dal prefetto, con misure più restrittive anche sul diritto di difesa. Violando tre sentenze della Corte Costituzionale e con una misura inedita decidete di colpire i più fragili, i minori stranieri non accompagnati, una terminologia che sa molto di polvere e burocrazia. Ma parliamo di sedicenni partiti spesso dal girone più infernale del mondo, lì dove si muore di fame o di guerra. Ragazzini che rischiano di essere collocati in un centro per adulti con una promiscuità vietata dalle stesse norme europee. Occorrerebbero risposte - ha concluso - guardando a quei 25mila corpi in fondo al Mediterraneo che mai vedranno una sepoltura e invece votate un decreto che peggiorerà le cose. Poi a marzo, con il primo caldo e il mare più clemente, tornerete qui in Parlamento per un quinto decreto per fermare l'emergenza che non c’è”.
“Nell’audizione di oggi, in commissione Difesa, dell’amministratore delegato di Fincantieri dott. Pierroberto Folgiero, ho chiesto chiarimenti sulle prospettive dello stabilimento di Fincantieri di Castellammare di Stabia, anche in virtù della sua funzione sempre più duale civile-militare, in particolar modo riguardo agli investimenti pubblici e privati sul cantiere. Nei giorni scorsi sono apparsi timori e dubbi da parte dei lavoratori. Sono soddisfatto di aver avuto conferma di impegni certi da parte dell’ad sulle intenzioni dell’azienda nell’investire sul cantiere”. Lo dichiara il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa.
“Molto positiva – conclude Graziano - la sua disponibilità a firmare al più presto l’accordo con le istituzioni per il nuovo sistema di varo che può rendere Castellammare molto più competitiva. Se l’azienda ha confermato gli impegni sullo stabilimento, è l’ora di avere risposte certe da parte delle istituzioni per non far mancare al territorio campano il supporto necessario per rafforzare e consolidare un importante presidio di lavoro, di legalità e di sviluppo”.
“L’Istat ha certificato che in Italia ci sono attualmente 4,6 milioni di lavoratori a bassa retribuzione e 2,7 a rischio povertà. Di fronte a questi numeri il governo non può continuare ad evitare il confronto, il ministro Calderone ha l’obbligo di venire immediatamente in Parlamento”: è quanto dichiara il deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico della Toscana Emiliano Fossi, intervenendo oggi in Commissione Lavoro di Montecitorio dove è in corso il dibattito sul salario minimo.
“Sulla necessità di una legge sul salario minimo si sono schierate da tempo anche Confindustria e Banca d’Italia, mentre l’Europa ha varato una direttiva specifica sul tema. Nonostante ciò Giorgia Meloni vuole cancellare la norma proposta dalle opposizioni, con la complicità dei deputati di maggioranza relegati ormai a ruolo di comparse. La Premier, nel suo delirio di onnipotenza, ha già di fatto attuato il premierato e perso ogni contatto con la realtà. L’emendamento che stravolge la nostra legge va ritirato, sono in gioco non soltanto i diritti e dignità dei lavoratori, ma la sopravvivenza di milioni di famiglie che non arrivano a fine mese”, conclude Emiliano Fossi.
“Avremmo voluto che si facesse di più anche sulla proroga dei progetti di accoglienza diffusa dei comuni, ma l'approvazione dell'ordine del giorno da me presentato rimane una risposta doverosa agli enti locali, in un decreto disumano che si accanisce oltre ogni limite etico sui minori non accompagnati ”. Lo ha detto intervenendo in Aula sul decreto migranti la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, a proposito dell’approvazione dell’odg a sua prima firma che impegna il governo a dare prosecuzione ai progetti inseriti nel sistema di accoglienza, integrazione e Sai anche per l’anno 2024.
“La riformulazione dell’ordine del giorno - spiega Ghio - lega la proroga del sistema di accoglienza diffusa portato avanti dai Comuni in questi anni alla valutazione della compatibilità di bilancio. È una formula che il governo usa spesso e che non garantisce come sappiamo con certezza il raggiungimento dell’obiettivo.
In questo caso però si tratta di non garantire la certezza del raggiungimento dell’obiettivo a migliaia di persone, fra cui donne, famiglie, bambini che dal 1 gennaio 2024, senza questa proroga, non avranno più un luogo da abitare, una scuola da frequentare. Questa proroga inoltre riguarda l’impegno e il lavoro di 200 comuni che hanno puntato sull’accoglienza diffusa, che ha dato vita a percorsi di integrazione sociale ed economica reali, più efficaci ed umani rispetto alla gestione dell’accoglienza a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi”.
“L’Anci da diversi mesi ha chiesto delle risposte circa la prosecuzione di questi progetti e i comuni coinvolti ad oggi non hanno ancora notizie certe e la preoccupazione dei sindaci che conoscono bene le loro comunità è alta perché sanno che se fra qualche settimana non ci sarà certezza reale della prosecuzione occorrerà trovare collocazione, abitazioni, scuole per queste migliaia di persone che già hanno avuto molte sofferenze”, conclude Valentina Ghio
“Il Consiglio dei Ministri ha inserito all’interno del DL Energia una norma sbagliata e pericolosa: l’apertura alle autocandidature per individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi.
Un autentico colpo di mano del Governo. Con questa operazione si vanifica il lavoro di anni, basato sull’applicazione di criteri tecnico-scientifici rigorosi e che aveva permesso di individuare 67 siti potenzialmente idonei, inseriti all’interno della CNAPI. Così come rende inutile l’importante percorso partecipato che ha poi permesso la redazione della CNAI (la Carta Nazionale delle Aree Idonee) che dovrebbe aver recepito i risultati del dibattito pubblico, ma che non è mai stata pubblicata, nonostante sia pronta da mesi. Questo Governo, anziché scegliere in maniera seria e responsabile, apre di fatto alla possibile scelta di Trino (Vc), già autocandidatosi per bocca del suo sindaco, quale sito per il Deposito. Un comune che non era stato incluso nei siti potenzialmente adatti perché non corrispondente ai criteri tecnici. L’applicazione dei criteri tecnico-scientifici deve continuare a prevalere su qualsiasi altro aspetto e interesse particolare e non può prevalere la posizione di un Sindaco o a un solo Comune. Il Governo si fermi”.
Lo scrive in una nota on. Federico Fornaro, dell’Ufficio di Presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Rinnoviamo la richiesta di audire la Ministra Calderone in Commissione lavoro alla luce dell’emendamento presentato dalla destra sul salario minimo. Siccome trasformano una legge di iniziativa delle opposizioni in una delega all’esecutivo, ci sembra il minimo sindacale poter ascoltare almeno l’opinione di chi quella delega dovrà ricevere. Non è una questione di educazione, ma un diritto di chi quella legge l’ha presentata e voluta e oggi rischia di vedersela stravolta in barba al Parlamento.
Così Arturo Scotto, capogruppo del Pd in commissione Lavoro della Camera.