“Istituire a Casale Monferrato il Museo dell’Amianto, per onorare la memoria delle vittime e prevenire le malattie”: questi in sintesi i contenuti di un emendamento Pd alla Legge di Bilancio sottoscritto dai deputati Marco Simiani, Chiara Gribaudo, Federico Fornaro, Ilenia Malavasi, Irene Manzi e Debora Serracchiani.
“Gli obiettivi del provvedimento sono molteplici: promuovere la memoria dell’ex stabilimento Eternit di Casale Monferrato e di quanti vi hanno lavorato, mettendo a rischio la propria salute e la propria vita; rendere omaggio alle vittime e tutti coloro che sono colpiti dalle conseguenze dell’impiego dell’amianto nel Casalese e in tutto il paese; diffondere la conoscenza relativa alle conseguenze delle esposizioni ambientali e professionali alle fibre di amianto; favorire l’utilizzo di buone pratiche per prevenire le malattie causate dalla sua esposizione; promuovere su tali tematiche attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università”: dichiara Marco Simiani.
“Il Museo avrà la sede presso i locali ex Eternit concessi in uso dal Comune di Casale Monferrato: un luogo simbolico che testimonia il valore e l’importanza del diritto al lavoro sicuro e alla salute delle comunità industriali. L’emendamento stanzia inoltre 1 milione di euro dall'anno 2025 all'anno 2033 per la realizzazione della sede e 500 mila euro di euro annui, quale contributo per le spese di funzionamento”: conclude Marco Simiani.
“La Giustizia è al collasso: i giudici di pace fissano le udienze al 2030, la situazione del carcere è drammatica, gli organici sono scoperti e in questo quadro il governo disinveste”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi sulla discussione della sua interrogazione sulle criticità del comparto svolta a Montecitorio.
“La destra, mentre procede con strappi ideologici come per gli interventi sulla Corte di Conti o in materia di separazione delle carriere o come ha fatto con l’abrogazione dell’abuso, con la manovra prevede un taglio di 500 milioni nel triennio. Quanto ai fondi PNRR ammette di aver speso fino ad oggi soltanto il 40 per cento delle risorse disponibili per quanto riguarda il potenziamento degli organici. E laddove si vanta di avere speso le risorse come per la digitalizzazione assistiamo ogni giorno al fallimento del processo penale telematico. Un disastro quindi su tutta la linea”: conclude Federico Gianassi.
"Con le firme delle deputate e dei deputati PD eletti in Emilia-Romagna abbiamo presentato emendamenti alla legge di bilancio per finanziare gli interventi di difesa del suolo e manutenzione del territorio e per sostenere chi ha subito danni dai fenomeni alluvionali. In particolare: il riifinanziamento del fondo per la ricostruzione nei territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche a partire da 870 milioni di euro per il 2025; l' ampliamento dell' ambito di applicazione del decreto alluvione ai territori della regione che hanno subito le alluvioni di settembre e ottobre 2024; l' ampliamento dell' utilizzo della modalità del credito agevolato; l' estensione dei contributi per delocalizzazioni anche a immobili agibili ma in aree pericolose; l' incremento del contributo per danni ai beni mobili all’interno delle abitazioni; il contributo per beni mobili registrati (auto); l' impignorabilità e non sequestrabilità degli indennizzi; la detassazione di contributi, indennizzi e risarcimenti per gli eventi alluvionali del maggio 2023 e alcuni emendamenti volti alla semplificazione di procedure burocratiche e al sostegno alle amministrazioni locali.
Ora il Governo faccia finalmente la sua parte, accogliendo gli emendamenti, che rispondono alle richieste di Regione, Enti Locali, delle organizzazioni del mondo del lavoro e delle imprese Auspico che i parlamentari eletti in Emilia-Romagna di tutti i gruppi politici facciano sentire la loro voce, per il nostro territorio".
Così Andrea De Maria, dell' Ufficio di Presidenza del gruppo PD della Camera
“Invito il presidente della commissione Industria e Agricoltura De Carlo a leggere con più attenzione il decreto attuativo del Masaf per l’attivazione del credito d’imposta alle imprese agricole ricomprese nella Zes unica del Sud prima di accusarmi di dire cose non vere. Ci vediamo costretti a citare la legge per segnalare al presidente De Carlo che per accedere al contributo sotto forma di credito d’imposta, i soggetti interessati potranno farlo dal 20 novembre 2024 al 17 gennaio 2025, ma le spese ammissibili sono quelle effettuate entro il 15 novembre 2024. Ora il presidente De Carlo ci spieghi come faranno le imprese agricole in solo tre giorni ad attivarsi per usufruire di questa opportunità, visto che solo ora hanno potuto conoscere il regolamento inerente le diverse possibilità previste. Riescono in soli tre giorni le aziende che non l’hanno già fatto ad acquistare, come prevede il decreto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio, nonché all'acquisto di terreni e all'acquisizione, alla realizzazione ovvero all'ampliamento di immobili strumentali agli investimenti, che rispettino le condizioni previste dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato nei settori agricolo, forestale e delle zone rurali e ittico?
Noi pensiamo di No, ecco perché quel decreto è una burla. Semmai consigliamo al presidente De Carlo di leggersi l’emendamento alla manovra finanziaria presentato dal Pd dove non solo prevediamo la proroga della misura al 2025, ma aumentiamo il fondo da 40 a 60 milioni. Se vogliono fare una cosa positiva i parlamentari del centrodestra votino questa nostra proposta”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
Stamattina ho presentato un ordine del giorno per chiedere al Governo di impegnarsi a prevedere delle forme di congedo/astensione dal lavoro, retribuite e con copertura previdenziale, per gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie vittime di violenza. Una premura quasi obbligatoria, credo, ancor più associata ad un provvedimento che ha l'ambizione di occuparsi di misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari e socio sanitari. Il Governo però ha voluto riformulare il mio odg con una formula blanda, in base a cui non si sarebbe preso l'impegno ma avrebbe valutato di farlo, restando all'interno dei vincoli di finanza pubblica, ammettendo in pratica di non avere alcuna intenzione di costruire questa forma di tutela e rispetto per chi subisce violenza. D'altronde c'era da aspettarselo, dal momento che nella legge di bilancio 2025 presentata dal Governo i finanziamenti destinati alla Sanità bastano a malapena per i rinnovi dei contratti, checché ne possa dire la Presidente Meloni che sciorina numeri confusi con la calcolatrice in qualche salotto televisivo. Gimbe denuncia che nel 2027, con questa manovra, la spesa sanitaria arriverà al rapporto minimo storico in confronto al PIL, evidenziando che nei prossimi anni mancheranno fino a 19 miliardi di euro, utili solo a far sopravvivere la nostra sanità, di certo non a potenziarla e migliorarla. In questo contesto, decidere di non volere spendere quanto serve per venire in contro al personale delle nostre strutture sanitarie quando è vittima di violenza è una presa in giro. Ancora una volta le soluzioni del governo sono a posteriori, e cioè aumentare le pene ed inventare nuovi reati, oltre a non dare ascolto alle opposizioni che con emendamenti e ordini del giorno provano a migliorare il migliorabile, cercando di aggredire le cause più profonde, come la mancanza drammatica di personale. Ma al Governo non importa, e questo è chiaro. Noi non lo possiamo accettare.
Operatori non si difendono con bandiere securitarie
“Sulle violenze al personale sanitario siamo all’ennesimo decreto annuncio senza effetti concreti. Ci asteniamo solo per rispetto a chi viene aggredito ma senza un intervento radicale e senza investimenti sul Ssn non si faranno passi avanti. Da tempo ormai gli addetti ai servizi pubblici, e tra questi naturalmente gli operatori sanitari, sono vittime di aggressioni e violenze. Un fenomeno inquietante che non si può fronteggiare come vorrebbe fare il governo introducendo semplicisticamente nuove e più articolate pene. C’è un dato che è sottovalutato ovvero che gli aggrediti sono individuati come rappresentanti di un sistema pubblico, nel nostro caso la sanità, che non funziona, che non tutela le persone, che non offre i servizi richiesti. Ed allora si scatena la ferocia e la brutalità di chi si sente colpito per l’assenza di certezza. In questo quadro la criminalità organizzata si incunea per alimentare ulteriormente confusione e reazione. Se davvero si vogliono tutelare gli operatori sanitari occorre metterli nelle condizioni di garantire la loro professionalità all’interno di un sistema pubblico che funziona, che è vicino alle persone e che offre diverse opzioni di intervento immediato, e non solo i pronti soccorsi super affollati diventati ormai rifugio per tutti quelli che non riescono ad avere un contatto con uno specialista o un esame particolare. E’ il sistema sanitario che va riformato partendo da una dotazione finanziaria diversa da quella prevista dal governo nella legge finanziaria, che risolve in maniera significativa la necessità di prevedere nuove assunzioni aumentando al contempo le retribuzioni di infermieri e finalizzando un fondo specifico alle politiche di prevenzione, sia sul terreno degli stili di vita e della lotta alla povertà sanitaria sia su screening e vaccini, con particolare riferimento alle aree di maggiore deprivazione sociale. Sulla manovra finanziaria queste saranno le nostre proposte e non servono alla causa le bandiere ideologiche e securitarie che il governo vuole inserire con il decreto Sicurezza sul personale sanitario”.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della commissione Bilancio della Camera.
Dichiarazione di Lia Quartapelle, deputata Pd
“Il congedo di paternità serve a evitare situazioni come questa” dichiara Lia Quartapelle (PD), commentando la notizia data da Repubblica di un operaio licenziato ad Assisi dopo aver chiesto alcuni giorni di congedo parentale, perché andare a fare la spesa non rientrava nelle ragioni del congedo parentale, secondo l’azienda, smentita dalla sentenza di un tribunale. La deputata del Partito Democratico presenterà un’interrogazione per sollecitare il governo sul congedo di paternità. “Vediamo se il governo coglie l’occasione della legge di bilancio” continua Quartapelle “se si vuole aumentare la natalità si deve pensare a mamme e papà, non solo alle madri”
“Risorse immediate per far fronte alle prime impellenti necessità dei territori della Toscana colpiti dal maltempo nelle scorse settimane”: questi i contenuti di un pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio a prima firma dai deputati Dem Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Marco Furfaro e Federico Gianassi. Le proposte riguardano i comuni della Città Metropolitana di Firenze, delle Province di Livorno, Pisa, Siena, Pistoia e Grosseto per le alluvioni verificatesi il 18 settembre e il 17 e 18 ottobre.
“Pe tutte queste zone la Regione ha chiesto lo stato di calamità mentre il governo ha stanziato ad oggi soltanto 8,7 milioni di euro per le alluvioni del 18 settembre a fronte di danni molto più ingenti, in attesa che vengano individuati nel dettaglio i comuni interessati dalle inondazioni di ottobre. Per recuperare tempo prezioso e dotare gli enti locali di finanziamenti urgenti abbiamo chiesto lo stanziamento di altri 80 milioni di euro complessivi al fine di garantire in quei territori il pieno ritorno alla normalità e la ripresa di tutte le attività sociali ed economiche”, conclude la nota dem.
“Siamo alla burla. A tre giorni dalla scadenza del 15 novembre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo Masaf sul credito d'imposta per le imprese agricole della Zes unica del Mezzogiorno. La norma primaria era stata approvata dal Parlamento nel 2023 con il decreto Sud. Ora sollecitato dai nostri atti di sindacato ispettivo e dalle pressioni delle organizzazioni professionali agricole il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida si è svegliato dal suo torpore e tenta di metterci una pezza con un provvedimento che consentirebbe di prendere in esame in maniera retroattiva gli investimenti già fatti. Una furbata che attesta in ogni caso l’incapacità di dare corso con una normale tempistica a quanto previsto dalle leggi”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
“Resta il fatto - aggiunge - che molte imprese, in un quadro di totale incertezza, non hanno attivato le procedure perché in assenza del regolamento non erano in grado di valutare le regole per poi richiedere il credito d’imposta. In una situazione di crisi non sempre tra l’altro si dispone della liquidità necessaria e al buio resta complicato richiedere prestiti o mutui. Con il fuori tempo massimo temiamo che vista l’ampiezza della platea dei possibili beneficiari a pagare il prezzo più alto saranno le piccole realtà agricole diffuse particolarmente nel Sud che non possono disporre di una certa solidità economica per investire e per valutarne la praticabilità.
Resta ancora da capire perché un decreto attuativo firmato il 18 settembre sia stato pubblicato solo l’11 novembre. Un escamotage per far passare il tempo e tentare risparmiare risorse e fare cassa? Per questo con un emendamento specifico alla manovra finanziaria abbiamo richiesto la proroga della misura anche per il 2025 al fine anche di dare certezze sui tempi e mettere tutte le aziende nelle stesse condizioni. Vedremo - conclude - se il governo continuerà a fuggire o sarà disponibile a trovare nuove soluzioni”.
Sanità, lavoro, scuola, diritti, politiche di sviluppo: parte da qui un’altra idea dell’Italia che vogliamo promuovere e difendere con la legge di bilancio. Oggi, mercoledì 13 novembre alle ore 11.30 presso la sala Berlinguer della Camera dei Deputati saranno illustrati gli emendamenti proposti dal Partito Democratico. Saranno presenti la Segretaria Elly Schlein, i capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia e il responsabile Economia della Segreteria Nazionale, Antonio Misiani.
Per accedere è necessario accreditarsi presso pd.ufficiostampa@camera.it
"Lo Stato non può permettersi di arretrare nelle aree interne. I diritti fondamentali, dal diritto alla salute all’istruzione e al lavoro, devono essere garantiti in ogni angolo del Paese, indipendentemente da dove si viva," così il deputato democratico, responsabile nazionale mezzogiorno del Pd, Marco Sarracino, nella dichiarazione di voto sulla mozione delle opposizioni per sostenere e “rilanciare le aree interne, troppo spesso trascurate e carenti dei servizi essenziali”. "Non è pensabile che esistano cittadini di serie B: queste disuguaglianze sono eticamente inaccettabili, e la politica deve intervenire senza ulteriori rinvii. Il PNRR rappresentava una grande occasione per un’Italia più coesa e inclusiva, ma rischia di diventare una grande occasione mancata. Non possiamo permettere che questo accada. Il Governo ha il dovere di trasformare le parole in azioni concrete per queste aree del Paese, senza limitarsi a promesse vuote," sottolinea Sarracino. “Per questo, coerentemente con il voto di oggi, sfideremo il governo e la maggioranza a mantenere le promesse già nel corso della manovra di bilancio votando i nostri emendamenti che riprendono i punti centrali della mozione approvata oggi dalla camera”.
Sciopero generale ci parla di sofferenza enorme
“Giorgetti reputa incredibile la conferma dello sciopero generale. Quasi un atto di lesa maestà. Non sappiamo dove viva il ministro dell’Economia: nel Paese reale un pezzo di società non si cura più, la scuola vive una stagione di tagli, ai dipendenti pubblici non viene riconosciuta l’inflazione perduta negli ultimi tre anni, per le pensioni minime poco più che l’elemosina. Nel frattempo, i sindacati metalmeccanici indicono lo sciopero generale sul contratto. Un fatto molto significativo. Ci parla di una sofferenza enorme di una parte rilevante del mondo del lavoro che rischia di pagare costi molto alti sul terreno del potere d’acquisto e a causa delle ormai innumerevoli crisi industriali aperte in tutto il settore manifatturiero. Di cui il governo non si occupa per nulla. Che fine hanno fatto a Palazzo Chigi? Sono tutti scappati in Albania?”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il Rapporto 2024 della Caritas Italiana su Povertà ed esclusione sociale è la fotografia della situazione drammatica in cui si trova il nostro Paese. Siamo ormai a quasi 5,7 milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, ossia 1 su 10, e abbiamo anche toccato un nuovo record sulla povertà minorile, che oggi colpisce 1 milione 295 mila bambini poveri e si attesta il 13,8%, mentre era il 13,4% nel 2022. In questa povertà ormai dilagante ci sono persone a basso reddito, famiglie, persone fragili che soffrono l'emergenza abitativa, la mancanza di lavoro e arrivano anche a non curarsi. Tutte persone che il governo ha lasciato sole. Basti guardare alla legge di bilancio e capire che al governo non interessa minimamente nulla delle famiglie italiane. Hanno pensato solo a fare cassa tagliando il welfare, le pensioni, la sanità, il fondo contro la morosità incolpevole, i fondi per le persone con disabilità. La povertà ormai fa irruzione in maniera prepotente nella società Italiana e questa destra mostra il suo lato feroce solo contro i poveri mentre in giro per il mondo è impegnata a fare da scendiletto ai miliardari” Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
La legge di Bilancio presentata dal governo Meloni è l’ennesima ferita alla carne viva del paese, a quella parte più fragile che ogni giorno paga il prezzo di scelte scellerate, miopi e prive di prospettiva per la crescita. Lo sanno così bene che i parlamentari della maggioranza hanno presentato più di mille emendamenti e su tutti i temi.
Noi, come forze di opposizione abbiamo scelto di individuare alcuni aspetti più importanti per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini e delle imprese e abbiamo scelto di sottoscrivere congiuntamente emendamenti su questi temi:
1. Sanità pubblica: abbiamo chiesto l’aumento di 5,5 miliardi l’anno a decorrere dal 2025 del Fondo sanitario nazionale per l’assunzione di personale sanitario (2 miliardi); l’aumento delle retribuzioni per infermieri e medici (400 milioni); il potenziamento delle politiche di prevenzione (1 miliardo).
2. Congedi: abbiamo presentato emendamenti per il congedo paritario obbligatorio di 5 mesi e l’estensione ai lavoratori autonomi (2,3 mld); l’aumento dell’indennità di maternità al 100% (400 ml dal 2025); le modifiche al congedo parentale per l’obbligatorietà di un mese al padre.
3. Salario minimo: l’emendamento ripropone la pdl unitaria per un salario di 9 euro/ora.
4. Automotive: chiediamo il ripristino del fondo automotive tagliato dal Governo di 550 ml 2025, 800 ml 2026, 800 ml 2027.
5. Fondo per la ricostruzione EMILIA ROMAGNA: chiediamo l’immediato rifinanziamento del fondo per la ricostruzione nei territori di Emilia Romagna, Toscana e Marche colpiti da eventi meteo eccezionali.
Se il governo ha veramente a cuore le condizioni del paese reale, smetta di mentire agli italiani e approvi gli emendamenti unitari delle opposizioni.
Così in una nota i capigruppo Chiara Braga (Pd), Francesco Silvestri (M5s), Matteo Richetti (Azione), Luana Zanella (Avs), Riccardo Magi (+Europa).
Sanità, lavoro, scuola, diritti, politiche di sviluppo: parte da qui un’altra idea dell’Italia che vogliamo promuovere e difendere con la legge di bilancio. Domani mercoledì 13 novembre alle ore 11.30 presso la sala Berlinguer della Camera dei Deputati saranno illustrati gli emendamenti proposti dal Partito Democratico. Saranno presenti la Segretaria Elly Schlein, i capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia e il responsabile Economia della Segreteria Nazionale, Antonio Misiani.