Andrea Casu, vicepresidente PD della Commissione Trasporti della Camera e promotore di un’interpellanza urgente presentata lo scorso 27 settembre per chiedere il potenziamento immediato del Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale (TPL), esprime “forti critiche sulla manovra del governo che conferma tutte le preoccupazioni di Regioni, Enti Locali, imprese, sindacati e cittadini sui drammatici tagli ai servizi pubblici locali, a partire dai trasporti. Se si ferma il trasporto pubblico locale, si ferma il Paese”, ha dichiarato Casu, sottolineando come: "sia inutile che il governo si nasconda dietro il balletto delle cifre e dei criteri. I numeri sono molto chiari e la conseguenza non potrà che essere il taglio dei servizi essenziali per i cittadini e una riduzione dei diritti dei lavoratori”.
"L'incremento previsto dalla manovra di soli 120 milioni di euro", ha continuato Casu, "non è sufficiente neppure a coprire l’aumento dei costi del Tpl, figurarsi a garantire il rinnovo dei contratti dei lavoratori. Serve un’azione concreta per evitare una crisi che metterebbe a rischio la mobilità collettiva in tutto il Paese".
"Da qualche giorno la presidente Meloni sta dando i numeri sulla sanità". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein ospite del programma "Dritto e rovescio" su Rete 4 a proposito della legge di Bilancio. "Proprio usando il suo metro - ha proseguito - noi abbiamo messo in fila i numeri e messi in questa tabella (che ha mostrato al pubblico ndr). Meloni dice abbiamo aumentato i fondi ed è vero in termini assoluti; ma lo potrebbe dire qualsiasi presidente del Consiglio italiano, perché in termini assoluti è normale che aumentino sempre: c'è l'inflazione, c'è la crescita del Pil. Il problema è che è normale che si calcoli la spesa sanitaria sul Pil: si fa così in tutto il mondo, e quelli che piangono sono gli italiani. Se guarda la spesa sul Pil è scesa e con Giorgia Meloni è scesa ai minimi storici degli ultimi 15 anni". "Sa chi se ne rende conto? - ha aggiunto Schlein - I 4 milioni di italiani che hanno rinunciato a curarsi e quegli altri italiani che per curarsi, non trovando le risposte nel pubblico devono andare dal privato, perché devi aspettare un anno e mezzo per una gastroscopia o una mammografia". "Ma non è una sciatteria; è un disegno. La destra abbia il coraggio di dire agli italiani che chi ha i soldi da solo salta la fila e va a curarsi dal privato; ma chi i soldi non li ha sta rinunciando a curarsi. Ieri c'è stata la proclamazione dello sciopero dei medici e noi saremo con loro, perché nel pubblico è diventato impossibile lavorare, con turni massacranti".
“La manovra di bilancio è finalmente bollinata e tutte le bugie raccontate da esponenti del Governo sono emerse, dalla sanità alle pensioni” dichiara Chiara Gribaudo, vicepresidente del PD.
“L’aumento di tre euro al mese alle pensioni annunciato tra le righe piccole della manovra è uno schiaffo a quei milioni di cittadini che vivono con pensioni misere come documentato oggi dall’Osservatorio pensionistico dell’INPS. Il quadro oggi è molto grave soprattutto per le donne la cui pensione da sempre è la fotografia di una carriera lavorativa frastagliata, povera e precaria” continua la deputata democratica.
“I dati presentati oggi, in continuità con i precedenti - ragiona ancora Gribaudo - ci interrogano anche sulle pensioni future perché una carriera di precarietà strutturale come quella che è stata riservata a milioni di giovani non potrà che portare a risultati anche peggiori.”
“Occorre agire e occorre farlo presto su pensioni basse senza ricorrere a vere e proprie elemosine. Ma soprattutto, essendo le pensioni strettamente collegate alla attività lavorativa delle donne e degli uomini dobbiamo creare le condizioni per lavoro e salari giusti, con il salario minimo, con la creazione di posti lavoro e infine abolendo i contratti più precari anziché peggiorare la situazione come ha fatto il Governo in questi anni, da ultimo con il collegato lavoro” conclude l’onorevole Gribaudo.
“La manovra introduce ulteriori ed insostenibili tagli di risorse agli enti territoriali che si sommano a quelli già varati dalla destra nei mesi scorsi. Si tratta di una riduzione aggiuntiva, nei confronti di comuni, province e Regioni, che ammonta a circa 7 miliardi e 780 milioni di euro nel prossimo quinquennio”. Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Con queste ulteriori riduzioni di spesa gran parte delle opere realizzate con il Pnrr diverranno ‘cattedrali nel deserto’ perché mancheranno le risorse per gestirle. Le amministrazioni locali, con questi definanziamenti, saranno inoltre costrette a tagliare ancora la manutenzione degli immobili pubblici, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali e la sanità. La manovra, definita falsamente ‘senza nuove tasse’ dalla Premier Meloni, avrà effetti devastanti per tutti i cittadini”.
"Le 'apprensioni' del cda Rai sugli effetti della manovra sono lacrime di coccodrillo. La verità è che sono talmente appiattiti sulla maggioranza da non avere avuto il coraggio e la forza di far sentire la propria voce quando il governo stava costruendo una manovra che non investe nel futuro del servizio pubblico, che rende vane le tante promesse di assunzioni e stabilizzazioni e che, con lo stop al canone, graverà sui conti delle famiglie italiane", afferma in una nota il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano che sottolinea: "è da più di un anno che denunciamo come l’assenza di certezza sulle risorse, il mancato investimento in programmi di qualità e una politicizzazione mai vista stiano avendo gravi effetti in termini di ascolti. Ci auguriamo che, invece di definirci delle cassandre, l’azienda prenda atto del fatto che il governo, con Telemeloni, sta affossando il servizio pubblico televisivo".
“Dopo tante promesse e propaganda arrivano finalmente i numeri certi: la sanità italiana con il governo Meloni rischia il collasso. La manovra presentata dall'esecutivo registra la spesa sanitaria più bassa degli ultimi 17 anni e i tanto annunciati 3 miliardi sono solo un bluff. Questa è una manovra fatta di tagli indiscriminati che colpiscono i cittadini, oltre 4,5 milioni, costretti ad abbandonare le cure o affrontare interminabili liste d'attesa. Per questo saremo al fianco dei medici e degli infermieri che sciopereranno il prossimo 20 novembre”. Così il deputato dem Gian Antonio Girelli componente della Commissione Affari sociali alla Camera.
“Siamo al fianco dei medici e gli infermieri che il prossimo 20 novembre sciopereranno contro la manovra presentata dal governo Meloni. I numeri parlano chiaro: la spesa sanitaria sul Pil scenderà sotto al minimo storico. Dove sono i 3 miliardi annunciati dalla Presidente del Consiglio? Ma oltre al danno c'è anche la beffa. Tagliano sul diritto alla cura ma aumentano di tre euro le pensioni minime. È così che pensano di aiutare i 4,5 milioni di persone che hanno rinunciato alle cure? Questo è un governo inadeguato e incapace”. Così la deputata dem Ilenia Malavasi, componente della Commissione Affari sociali alla Camera.
“Dopo tanti annunci, dopo tante promesse, dalla sanità, ai trasporti, alla scuola, l'effetto di questa manovra è sempre lo stesso: una sonora batosta con tagli ai servizi pubblici essenziali per i cittadini, tagli ai diritti per le lavoratrici e per i lavoratori, per non parlare dell’imbarazzante aumento di soli 3 euro per le pensioni minime. Per questo, non solo continueremo ad opporci in Parlamento, ma saremo anche al fianco di tutte quelle donne e di tutti quegli uomini, medici, infermieri, autoferrotranvieri, insegnanti e tutte le categorie che scenderanno in piazza per fermarla”. Così il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della commissione Trasporti, intervistato per i social del Gruppo del Pd alla Camera.
“Da Mollicone a Fazzolari, Fratelli d’Italia tenta di nascondere la verità, ma i fatti parlano chiaro: il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è stato commissariato dal partito” così in una nota la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi. “Stiamo assistendo a goffi tentativi di dipingere la situazione come un normale passaggio politico – aggiunge Manzi – ma è evidente la mancanza di fiducia e la volontà di scaricare il ministro. Ma il vero dramma sono i tagli feroci contenuti nella manovra di bilancio che colpiscono duramente tutti i settori culturali nel silenzio assordante del neo ministro che non ha alcuna agibilità politica e che continua a scappare dal parlamento”.
Ormai non passa giorno senza avere una conferma in più rispetto a questa manovra. Una vergognosa operazione di propaganda piena di bugie e prese in giro che non fa altro che aggravare la situazione delle famiglie e di milioni di italiane e italiani. Di questo si tratta. I dati di oggi dell'osservatorio sulle prestazioni pensionistiche di Inps fotografano una situazione allarmante: nel 2023 i pensionati con una pensione inferiore a 1.000 euro al mese sono stati 4.786.521, pari al 29,5% del totale. Le donne con pensioni inferiori a 1.000 euro al mese sono oltre tre milioni di cui quasi un milione hanno una pensione inferiore 500 euro al mese. E di fronte a questa situazione non solo non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale ma hanno addirittura pensato di prendere in giro le persone aumentando le pensioni minime di 3 euro al mese. Questo è il governo dei patrioti, un governo di bugiardi che tradisce gli italiani tutti i giorni”. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
“È una manovra che colpisce i servizi pubblici che in un colpo solo falcidia il sistema sanitario nazionale e dà un colpo di grazia al trasporto pubblico locale che sta già vivendo una profonda crisi” così in una nota il deputato democratico, Andrea Casu che sottolinea come “questa manovra non tiene conto dell’aumento dei costi dell’inflazione e della necessità del rinnovo dei contratti di lavoro. Inutile giocare sui numeri per difendere l’indifendibile, l’unico effetto concreto di queste scelte sarà un drastico taglio dei servizi per i cittadini e dei diritti dei lavoratori”.
La manovra scellerata che il governo Meloni ha messo in campo conferma tutte le nostre paure. Non solo non c’è traccia del maxi piano di assunzioni di medici e infermieri annunciato dal ministro Schillaci ma non c’è traccia nemmeno dei fondi che dovevano servire per il personale in fuga dagli ospedali, le liste d'attesa infinite, le aggressioni e le minacce quotidiane. A conferma c’è il sacrosanto sciopero nazionale convocato dai medici per chiedere una volta per tutte risposte a questo governo di bugiardi. È l’ennesima prova dell’idea strutturale di distruzione del sistema sanitario nazionale che questa destra ha in mente. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali alla camera e membro della segreteria nazionale.
"Una legge di bilancio davvero deludente per il capitolo sanità tanto che i medici -a cui esprimiamo la nostra vicinanza- hanno proclamato lo sciopero nazionale per il 20 novembre. Il nostro è un giudizio senza appello: appena 1 mld stanziato per il prossimo anno, completamente insufficiente per affrontare la crisi drammatica in cui versa il sistema sanitario nazionale. Ma le bugie vengono a galla e il governo dovrà spiegare la riduzione del finanziamento promesso e sbandierato nelle scorse settimane. Peraltro, è lo stesso ministro Schillaci a dichiarare la sua grande preoccupazione.
In rapporto al Pil, tra il 2010 e il 2022 il Fondo sanitario nazionale ha oscillato tra un minimo del 6,31% (2022 - governo Draghi) e un massimo del 7,18% (2020 - governo Conte 2). Nel biennio 2025-2026 si scenderà al 6,05%. Il punto più basso mai toccato negli ultimi 15 anni. Questa è la drammatica realtà per 4 milioni di italiani che non riescono più a curarsi. È una manovra senza prospettiva. Nel 2024 aumenta in modo preoccupante la spesa farmaceutica, di oltre il 15%, che significa 3,5 miliardi. Solo la spesa per comprare i medicinali eroderà parte del fondo. Per il piano assunzioni, annunciato in pompa magna dal ministro Orazio Schillaci, che avrebbe dovuto in un triennio portare nel sistema sanitario 30 mila professionisti, non ci sono quindi risorse. Tutto il resto è la fuffa di questo governo di imbonitori. È ormai chiaro a tutti che a Meloni e company della salute dei cittadini e della tutela del personale sanitario interessa meno di zero. Ci batteremo in Parlamento per difendere il diritto alla salute".
Lo scrive Ilenia Malavasi, deputata del Pd in commissione Affari sociali.
La manovra del governo Meloni incrementa di 1,3 mld il finanziamento del servizio sanitario nazionale nel 2025, di fatto risorse nemmeno sufficienti a rispettare i rinnovi contrattuali, effettuare possibili nuove assunzioni, affrontare l’aumento considerevole di ogni costo sia sanitario che gestionale. Senza un serio cambio di passo, investendo in prevenzione, in reti di prossimità, in multidisciplinarietà, sarà difficile reggere in futuro. Altro che manovra storica per la sanità, è economicamente debole, strategicamente fallimentare e dimentica il vero numero drammatico: i 4,5 milioni di cittadine e cittadini che rinunciano alle cure per mancanza di reti di servizio o per l’impossibilità di pagare un servizio garantito come diritto dalla Costituzione.
Così Gian Antonio Girelli, deputato del Pd in commissione Affari Sociali della Camera.
“Sul contratto del pubblico impiego ci sono pochi soldi, è quello che c’è scritto nella bozza del ddl Bilancio depositato oggi alla Camera. Non ci saranno le condizioni per garantire il pieno recupero del potere d’acquisto. Nel frattempo si procede con il blocco del turn over che comprometterà il funzionamento degli enti locali, ancora una volta penalizzati da questo governo. La manovra è un colpo ai lavoratori del pubblico impiego. Stanno smontando lo Stato”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.