"Oggi registriamo l'ennesimo fallimento del protocollo Albania. I giudici della Corte d'Appello di Roma hanno sospeso il trattenimento dei 43 migranti ancora reclusi nel centro di Djader. E in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, devono essere liberati. Domani torneranno in Italia.
Per la terza volta su tre tentativi, questo barbaro, dispendioso e inutile progetto del governo Meloni non ottiene alcun risultato se non sperperare fondi pubblici e trattare in modo disumano qualche decina di persone colpevoli solo di volere provare a costruire in Europa un futuro sicuro.
Non è cambiato niente, rispetto a ottobre e novembre scorso quando già i giudici non avevano confermato i trattenimenti, se non la decisione del governo di spostare la competenza alla Corte d'appello.
Ma siccome i giudici applicano la legge, non poteva che andare in questo modo.
Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Anzi, è Meloni". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
La sentenza conferma che i centri sono inutili e i migranti non possono essere rimpatriati forzatamente. La visita di oggi ci ha mostrato che la legge e il sistema che ne è generato produce una oggettiva e grave compressione del diritto di asilo: nessuna delle persone con cui abbiamo parlato ha interloquito direttamentein in questi giorni con un avvocato. Ci sono persone che hanno subito violenze inaudite in Libia mentre il torturatore Almasri è stato liberato dal Governo italiano e rimpatriato con un aereo di Stato.
Non esiste nessun Modello Albania, Meloni se ne faccia una ragione: è solo uno spreco insostenibile di risorse che deve finire al più presto.
Così in una nota congiunta Chiara Braga, Andrea Casu, Matteo Orfini e Marco Simiani, ultima delegazione dei deputati del Partito Democratico che in questi giorni hanno visitato i centri in Albania.
“Il modello Albania è un esempio solo nella compressione del diritto d’asilo. Abbiamo visitato il centro di Gjader dove domattina alle 9 cominceranno le udienze di convalida dei 43 migranti ancora trattenuti. Nel primo pomeriggio è ripartito il migrante passato alla procedura ordinaria ma non siamo riusciti a conoscere le ragioni di questo passaggio. Non siamo riusciti ad avere conferma di quanti abbiano già avuto un colloquio con il proprio avvocato difensore assegnato d’ufficio, nonostante lo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e del personale dell’ente gestore impegnate, perché evidentemente le procedure troppo strette nei tempi in un territorio straniero rendono troppo difficoltoso il pieno esercizio del diritto di difesa. La fretta di Giorgia Meloni di dare un segnale politico forzando ancora una volta la mano sul diritto internazionale all’indomani della liberazione del torturatore libico sta nuocendo proprio a persone che dai campi gestiti dai trafficanti di esseri umani sono scappati che rischiano adesso di affrontare l’udienza senza aver mai avuto un colloquio con il proprio difensore Nella furia di correre dietro a Trump Giorgia Meloni sta riportando indietro le lancette della storia d’Europa”. Così in una nota i democratici Andrea Casu, Nadia Romeo e Marco Simiani in missione il Albania per il gruppo parlamentare del Pd.
Prosegue la staffetta dei deputati del Partito Democratico a garanzia del rispetto dei diritti dei migranti iniziata questa settimana dopo che il governo ha riattivato i trasferimenti in Albania. Domani mattina, una delegazione composta da Andrea Casu, Matto Orfini, Marco Simiani e guidati dalla capogruppo Chiara Braga, si recherà nei centri dove sono stati trasferiti i migranti portati in salvo nei giorni scorsi a ridosso delle coste italiane. Sarà l’occasione per verificare le condizioni in cui vengono trattenuti ma anche il rispetto delle decisioni della magistratura sui rimpatri. La prima visita si svolgerà in mattinata al centro di Gjader.
"Questa mattina abbiamo visitato il centro in Albania insieme alle associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, per verificare che fosse garantito il diritto all'assistenza legale, considerati i tempi ristretti di queste procedure. La nostra massima attenzione è rivolta al contatto con i difensori nominati, sia per l’udienza di convalida che per il ricorso contro il rigetto della domanda di asilo. Abbiamo riscontrato la disponibilità delle autorità che gestiscono il centro, ma resta il fatto che questi luoghi, voluti dal governo Meloni, sono dei veri e propri carceri a cielo aperto dove vengono ingiustamente recluse persone che non hanno compiuto alcun tipo di reato se non quello di essere scappati da condizioni drammatiche e aver subito violenze e torture. I centri in Albania sono disumani, oltre ad essere un grande spreco per le casse dello stato. Il partito democratico con le proprie ispezioni continuerà ad essere vigile e a garanzia del rispetto dei diritti civili di un progetto nato solo per fini propagandistici e che non sta avendo alcun effetto sul piano della deterrenza, come ci hanno detto gli stessi migranti che non sapevano neanche dell’esistenza di questi centri. ". Così la deputata democratica, Nadia Romeo.
"Ancora un assurdo caso di come sono trattate nel nostro Paese le persone straniere, costrette in tante, troppe città italiane, a file impossibili davanti alle questure, senza potere avere un appuntamento, o senza che l’appuntamento che hanno ottenuto venga poi rispettato. Una ragazza 18enne nata a Torino, ma di origini nigeriane, che non può presentare la domanda per l’esame di maturità all’istituto enogastronomico Beccari, che frequenta con profitto, perché non riesce a rinnovare il permesso di soggiorno scaduto, dopo avere fatto tante volte la fila davanti alla Questura. Le chiamano le code della vergogna, ma non sembra proprio che nessuno intenda vergognarsi di questo trattamento incivile e disumano. Un grande grazie alla professoressa Rachele Baroni, che ha saputo superare il muro dell’indifferenza e con la sua sensibilità e la sua iniziativa, quella di accompagnare personalmente la studentessa all’Ufficio immigrazione, ha reso pubblico il caso. Le autorità demandate si devono muovere.
Ho presentato una interrogazione al ministro Piantedosi per sapere se intenda farsi garante del fatto che i tempi del rilascio dei documenti necessari siano tali da rendere possibile a questa ragazza sostenere l’esame di maturità.
Così in una nota la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico.
"Oggi abbiamo parlato con le vittime del sistema criminale di traffico di esseri umani in Libia: persone rapite dalla polizia libica e consegnate ai trafficanti, dopo essere arrivate nel Paese con la speranza di lavorarvi. Il loro viaggio si è trasformato in un incubo di estorsioni e torture: riscatti da migliaia di euro imposti alle famiglie, tariffe differenziate per nazionalità e la minaccia costante di violenze". Così in una nota i deputati democratici Rachele Scarpa, Toni Ricciardi e Nadia Romeo, in missione in Albania.
"Mentre noi ascoltiamo le storie di chi ha subito queste atrocità – sottolineano i parlamentari del PD – Meloni non si degna neanche di venire in Parlamento a spiegare perché il suo governo ha liberato il carnefice di questo sistema di violenze".
"Inoltre – aggiungono Scarpa, Ricciardi e Romeo – il governo continua a sostenere che il nuovo centro in Albania abbia un effetto deterrente. Ma nessuna delle persone con cui abbiamo parlato ne conosceva l’esistenza, né tantomeno ha influito sulla loro decisione di partire. L’idea che questi centri fuori dall’Italia servano a fermare i flussi migratori è solo una grande menzogna della propaganda di governo. E a pochi mesi dall’inaugurazione, i gravi limiti dei lavori fatti in fretta e furia sono già evidenti: appalti diretti e secretati hanno portato a strutture precarie e materiali scadenti, con uno spreco enorme di denaro pubblico per un progetto inefficace e crudele. Invece di evocare complotti, il governo spieghi perché ha scelto di liberare i carnefici invece di proteggere le vittime".
“La presidente del Consiglio racconta un sacco di bugie: sventola un foglio che chiama avviso di garanzia ma l'atto giudiziario che ha tra le mani è semplicemente dovuto a seguito della denuncia presentata dall'avv. Li Gotti.
Non capisco di cosa si preoccupi visto che considera sè e il suo governo al di sopra della legge.
L'unico ricatto di cui si dovrebbe parlare è quello della Libia che, mentre Almasri era sotto arresto, ha rimesso i migranti sui barconi per attraversare il mediterraneo.
Ragionare, pensare, criticare, scegliere.
Non facciamoci abbindolare”. Lo scrive sui social il deputato del Pd e capogruppo in commissione Finanze di Montecitorio, Virginio Merola.
“Mi trovo all'esterno dell'hotspot di Shengjin in Albania, dove si stanno concludendo le operazioni di identificazione e di screening medico delle 49 persone migranti sbarcate qui questa mattina e deportate in occasione di questa terza operazione ‘Albania’. Continuano a essere tanti i problemi proprio a livello sistemico di tutto questo impianto, del protocollo Italia-Albania. In particolare, questa volta riscontriamo un problema in più nella fase di pre-screenning, quella che avviene sulla nave, quando si sceglie chi può o non può andare in Albania, perché mancava l’Oim, l'Agenzia collegata alle Nazioni Unite che, con competenze specifiche, si deve occupare proprio di capire questo. Le visite mediche per scegliere chi fosse idoneo le ha fatte il personale medico della Marina Militare”. Lo dice la deputata dem Rachele Scarpa, in un video girato fuori l’hotspot di Shengjin.
“Siamo qui – ha concluso Scarpa - come deputati del Partito Democratico, perché crediamo che sia importante garantire una presenza fisica costante per tutto il tempo che sarà necessario. Vogliamo lanciare di nuovo un messaggio di critica profonda a tutta questa idea di esternalizzazione delle frontiere che, non solo non funziona perché non incide sui flussi, ma costa 9 volte quello che costa l'accoglienza e che porta solo sofferenza e stress aggiuntivo a persone che già hanno alle spalle dei viaggi di migrazione dolorosi e probabilmente anche i centri di tortura in Libia”.
"Oggi torno in Albania per la terza volta, e come me ci saranno anche rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, giornalisti e esponenti politici di altri partiti. Torno anche io a Shëngjin e Gjadër per monitorare il rispetto delle procedure e verificare le condizioni materiali di trattenimento delle 49 persone che sono state portate lì dalla nave della Marina Italiana Cassiopea". Così la deputata dem Rachele Scarpa in una nota.
"Il Governo - continua la parlamentare del Pd - sta sperimentando il modello albanese con fini propagandistici, elevando lo scontro con la magistratura e proseguendo le operazioni senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea. Ci sono tante cose da attenzionare, a cominciare dal capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento su cui sono emerse gravi criticità. Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia. Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente".
"Non contenti del fallimento dimostrato dalle deportazioni in Albania di ottobre e novembre, il governo ora ci riprova. Questo ennesimo tentativo è in aperta contraddizione con la legislazione europea. Cosa potrà fare l’autorità giudiziaria competente, se non applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 4 ottobre scorso che dice che i Paesi che non sono completamente sicuri per tutte le categorie di persone non sono sicuri? Questo il governo non l’ha chiarito e non l’ha chiarito al Parlamento italiano, ma non l’ha chiarito soprattutto ai milioni di italiani che hanno pagato le tasse per finanziare con quasi un miliardo di euro la costruzione di un centro di permanenza e rimpatri in Albania, dove probabilmente anche questa volta verranno portate delle persone non pienamente consapevoli di quello che sta succedendo e che dovranno essere verosimilmente riportate in Italia poco dopo. Chissà cosa si inventeranno questa volta quando saranno costretti a riportarli tutti e 49 in Italia, pur di non ammettere di aver solo sprecato soldi", conclude Scarpa.
“Nonostante tutti i problemi che ci sono nel Paese, evidentemente la priorità del governo e della Presidente Meloni è quella di portare avanti questo assurdo braccio di ferro contro la magistratura. Dopo la riforma sbagliata della separazione delle carriere, ecco ripartire l’operazione Albania, che è oggettivamente un’operazione già fallita, un enorme spreco di risorse pubbliche per costringere alcuni migranti a fare avanti e indietro per il Mediterraneo. La Presidente Meloni deve smettere di inseguire le politiche di Trump e cercare in Europa una soluzione comune per affrontare seriamente insieme il grande tema delle migrazioni”. Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea Casu intervistato a Montecitorio.
“Giorgia Meloni sbaglia direzione. Invece di guardare sempre a quello che fa Trump dovrebbe cominciare a occuparsi del destino dell’Italia e dell’Europa. Giusto che il governo italiano decida, ma deve farlo sempre nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Non si può pensare ad un potere senza alcun controllo”, ha aggiunto Andrea Casu.
In 24h dal governo due ricostruzioni contrastanti
"Il Ministro Piantedosi sta prendendo in giro gli italiani. E lo fa senza ritegno dall'Aula del Parlamento. Perché non può che essere una grave presa in giro dire che hanno rimpatriato un ricercato dalla Corte penale internazionale con un aereo di Stato per in problema di sicurezza. Sarebbe più corretto dire che hanno organizzato la fuga dalla Corte Penale di un criminale e torturatore che fa affari con i trafficanti di uomini.
Siamo di fronte a ricostruzioni improbabili che gridano vendetta. L'unica verità è quella che il Governo non sta dicendo.
Per questo, chiediamo che sia la presidente del Consiglio Meloni a fare chiarezza in Parlamento su quanto è realmente accaduto. Ad oggi, abbiamo due ministri, Nordio e Piantedosi, che in appena 24 ore hanno fornito ricostruzioni contrastanti e fantasiose, incapaci di spiegare cosa sia successo davvero."
Così in una nota il responsabile nazionale sicurezza del Pd, il deputato democratico, Matteo Mauri.
“Sulle linee programmatiche segnalo che noi abbiamo lavorato in questi anni come Pd e consideriamo doveroso farlo per rafforzare l’Europa, consolidare il percorso e il processo di integrazione europea. Sa bene che alcuni partner di questo governo in Europa e Trump oltreoceano lavorano per indebolire l’Europa. Dazi, disinvestimento in difesa, passi indietro sul clima, passo indietro sulle fonti energetiche. Tutto questo rischia di minare l'integrazione europea. Come si colloca l’Italia in questo quadro? Noi ci chiediamo se vogliate difendere il futuro dell’Europa lavorando con i partner europei oppure immaginando un dialogo bilaterale che rischia di fare esplodere in mille pezzi la UE. Teniamo che il vostro obiettivo sia il secondo e siamo molto preoccupati. Finora il governo ha ottenuto un bilancio in Europa fallimentare: accordo al ribasso sul patto di stabilità, il Mes non è stato ancora ratificato e questo sta minando la credibilità del Paese oltre che la stabilità dell’eurozona e la difesa dei risparmi delle famiglie e dei risparmiatori europei, sui migranti non avete ottenuto una soluzione a Bruxelles e siete stati costretti a ricorrere a un escamotage pietoso con l’accordo con l’Albania anticostituzionale e anti europeo. Noi riteniamo doveroso lavorare per una mare nostrum europea, per canali regolari di accesso, redistribuzione tra i partner con il superamento del regolamento di Dublino. Voi avete un’idea di programma di lavoro europeo sulle migrazioni? A quando adozione dei provvedimenti attuativi sulla Bolkestain su cui avete fatto passi indietro rispetto alla vostra demagogia? Rafforzare l’Europa significa rafforzare la sua autonomia strategica, beni pubblici europei. Volete affidarvi a Starlink di Musk o lavorare per rafforzare i progetti delle infrastrutture comunitarie? Volete rafforzare l’Europa sociale e della salute? Voterete in futuro che il Next Generation UE diventi strutturale? Vi aspettiamo al varco su tutti questi temi”.
Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee, nel corso delle comunicazioni del Ministro Foti sul PNRR e le politiche di coesione sulle relative linee programmatiche.
"Voglio ringraziare don Antonello che ha avuto il coraggio di scrivere queste storie, un parroco che sa ascoltare e sa stare vicino alle persone, a tutte le persone, da quella più illustre, alla persona più debole. Quel che ha detto don Antonello richiama quello che ha detto il Papa domenica sera. Il libro inizia con quattro parole fondamentali: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Non c'è un uomo che abbia un colore, c'è un uomo indipendentemente dal colore. Questo è fondamentale soprattutto in un territorio come il nostro - il casertano - dove c'è un problema grossissimo di migranti, circa 20 mila migranti non registrati, come se non esistessero. Ma nel frattempo il comune parallelamente deve offrire dei servizi. La nostra forza è proprio l'integrazione, l'accoglienza, la capacità di ascoltare queste persone, aprirci. Non dobbiamo giocare sulla paura e chiuderci, perché le guerre arrivano quando si costruiscono muri, non popoli". Lo ha detto Stefano Graziano, deputato Pd e capogruppo Pd in commissione Difesa, partecipando alla conferenza di presentazione del libro di don Antonello Giannotti "Quanto vale la vita di un uomo".
"Com'è possibile che il governo che doveva dare la "caccia ai trafficanti su tutto il globo terracqueo" ha permesso la liberazione del torturatore Almasri consentendogli di tornare in Libia, a quanto pare, con un aereo dell’aeronautica militare italiana?
Su Almasri prende un mandato di cattura emessa dalla Corte penale internazionale che l'Italia ha il dovere di rispettare. È accusato di torture, sparizioni forzate, violenze di ogni genere inflitte ai migranti detenuti in uno dei tanti campi libici dove si consumano crimini efferatissimi. Un sistema del tutto funzionale al traffico di esseri umani. Perché è stato liberato?
Le ricostruzioni dei giornali di oggi che parlano di "pressioni della Libia a suon di barconi e allusioni ai dossier bilaterali" con riferimento all'energia e alla ricostruzione sono inquietanti.
L'Italia è sotto scacco dei malavitosi libici coinvolti nel traffico dei migranti? Il governo chiarisca immediatamente". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.