La presidente Meloni va in Albania tre giorni prima del voto delle Europee a inaugurare una cosa che non c'è. E prova pure a nascondere le immagini del nulla che c'è a Gjadër, che per lei sono imbarazzanti. Basterebbe solo questo per dimostrare che l'accordo con l'Albania è solo uno spot elettorale a spese degli italiani e sulla pelle dei migranti. Complimenti Giorgia!
Così il deputato dem Matteo Mauri, responsabile sicurezza nazionale del Pd ed ex viceministro dell'Interno.
"La destra è sicuramente in stato confusionale visto che la candidata Giorgia sta facendo opposizione alla premier Meloni. Oggi afferma infatti che se fosse stato operativo l'hot spot dei migranti in Albania avrebbe ospitato 5500 persone, ma dimentica che proprio lei, presidente del Consiglio da 20 mesi, aveva annunciato che il centro sarebbe stato pronto a maggio. Siamo veramente sconcertati di fronte alle dichiarazioni false di chi evidentemente crede di poter ingannare tutto e tutti per sempre. Ad oggi l'unica certezza è che sono stati buttati via 800 milioni di euro dei soldi degli italiani": è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana, Emiliano Fossi.
"Sperava che i centri in Albania fossero operativi in tempo per il voto delle europee, invece Giorgia Meloni deve fare i conti con la realtà: non c'è nulla di pronto, nulla di operativo.
E allora come fare a sfruttare la questione migranti per la sua becera campagna elettorale sulla pelle dei più deboli? Ieri si è inventata l'esposto alla Procura nazionale antimafia - che non ha il compito di fare indagini, quindi dovrà inoltrare l'esposto ad una procura o alla polizia o ai Carabinieri - sui presunti interessi della criminalità organizzata nei decreti flussi, poi ha annunciato una stretta alla Bossi-Fini, l'orrenda legge che regola l'immigrazione nel nostro Paese, e oggi è andata in gita fuori porta in Albania, al porto di Shengjin, dove altro non c'è che qualche container mentre del principale centro per migranti, quello di Gjadër, non c'è ancora neanche l'ombra.
L'accordo con l'Albania, come abbiamo più volte detto, non avrà alcun impatto per la gestione dell’immigrazione e viola il diritto internazionale, oltre ad arrivare a costare circa un miliardo di euro dei soldi delle italiane e degli italiani. Soldi che sarebbero potuti andare alla sanità, invece di partorire un decreto, elettorale anche quello, che promette l'abbattimento delle liste d'attesa, ma senza stanziare un solo euro. E per cosa? Forse, ed è tutta da vedere, per tremila persone al mese che poi, comunque, saranno rispedite in Italia.
Quanto alla Bossi-Fini, la cui paternità è chiara già solo dal nome, non c'è niente da riformare: bisogna cancellarla e sostituirla con una legge completamente nuova che reintroduca la figura dello sponsor per ricerca di lavoro e regoli i flussi legali, necessari all'imprenditoria italiana, e che garantisca davvero il diritto d'asilo. Serve una missione europea di salvataggio in mare e servono accordi bilaterali con i paesi d'origine per i rimpatri. Il meccanismo dei decreti flussi, lo denunciano le associazioni da sempre, è insufficiente e apre ad abusi e storture di cui Meloni si accorge solo oggi". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Ancora propaganda Meloni. Più di 800mln € dei nostri contribuenti per un orrendo e disumano spot elettorale. Poche migliaia di migranti come pacchi avanti e indietro tra Italia e Albania. In casa tagliano la sanità e preparano nuove tasse, all’estero sprecano e raccontano bugie” così su X il capogruppo democratico nella commissione affari esteri della Camera, Enzo Amendola.
“Quanto costa e chi paga la passerella elettorale della presidente del consiglio che oggi sbarcherà in Albania per ‘inaugurare’ i centri per migranti che ancora non ci sono?” lo chiedono i deputati democratici Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini che, a fine maggio, sono stati in missione nei luoghi dove, secondo l’accordo Italia-Albania sottoscritto dal governo, dovevano essere già operativi i centri per migranti. “Abbiamo visto qualche ruspa e un paio di operai in una landa desolata” ricordano i democratici che denunciano lo spreco di soldi pubblici di tutta questa ‘operazione propagandistica’. “L’accordo Italia Albania è un’idrovora di denaro pubblico – sottolineano - i 650 milioni di euro iniziali sono già lievitati a oltre 800 milioni di euro a cui si aggiungono, settimana dopo settimana, altre spese, continui ritardi, i costi dell’inefficienza e, oggi, anche le spese dell’organizzazione della propaganda. A quattro giorni dalle elezioni – concludono i deputati - la fanfara della propaganda di Palazzo Chigi cercherà di nascondere il grande bluff che sta dietro l’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti e lo farà mostrando le immagini dei container del porto di Shengjin, uniche strutture montate in fretta e furia, che a nulla serviranno finché non sarà costruito il centro principale a Gjadër. Chiederemo conto in parlamento di quanto ha pesato sulle casse dello Stato questa ‘gita fuori porta’ della presidente Meloni e di tutta la sua organizzazione”.
“La Presidente Meloni ha qualche problema con i numeri quando si tratta di migranti. Dopo aver clamorosamente sbagliato di molti mesi la previsione dei tempi di apertura del centro in Albania adesso prova a fare il gioco delle tre carte sui numeri degli arrivi dei migranti. Oggi annuncia con aria trionfante che gli arrivi irregolari via mare sono diminuiti del 60% rispetto al 2023, anno in cui lei era già al Governo.
Peccato che si "dimentichi" di dire che i dati dei primi cinque mesi del 2024 (21.574 arrivi) sono però più alti di quelli dello stesso periodo del 2022 (20.154). E cioè di quando lei era all'opposizione, a Palazzo Chigi c'era Draghi e al Viminale c'era Luciana Lamorgese. E soprattutto la Presidente Meloni si dimentica di dire che i dati di quest'anno sono molto più alti di quelli dello stesso periodo del 2021 (14.687). Nello specifico i dati attuali sono il 47% più alti del 2021 quando al Viminale c'era Luciana Lamorgese. Che Giorgia Meloni, da capo dell'opposizione, attaccava quotidianamente, chiedendone le dimissioni in modo immotivato, vergognoso e strumentale. Se la Presidente Meloni dovesse usare per se stessa gli stessi parametri avrebbe tutti gli argomenti per chiedere le dimissioni immediate anche di se stessa” così il responsabile sicurezza del Pd, ex vice ministro dell’Interno, Matteo Mauri.
"Il governo vuole smantellare il sistema di asilo e di protezione internazionale e cancellare, progressivamente il diritto d'asilo stesso. In questo disegno rientra anche la dequalificazione di centinaia di professionisti delle commissioni territoriali e di quella nazionale che sono sottoposti ad enormi carichi di lavoro e il previsto aumento di organico con personale non specializzato nè formato. Questo è il governo che colpisce le Ong che salvano vite in mare ostacolandone in ogni modo le attività per impedire ai richiedenti asilo di presentare la domanda di protezione internazionale in Italia, che dichiara ‘Paesi sicuri’ Stati come la Nigeria, l'Egitto e la Tunisia dove le violazioni dei diritti umani e le persecuzioni sono all'ordine del giorno, che spreca 800 milioni di euro per il Cpr in Albania che, come hanno dimostrato i deputati del PD che sono andati a vedere personalmente, è una farsa. Ed è il governo che disinveste sul lavoro di chi esamina le domande d'asilo, professionisti che svolgono un’attività delicatissima che riguarda la vita e il futuro di migliaia di donne e di uomini che scappano da persecuzioni, torture e violenze. Quello che occorre, invece, è la formazione continua, la stabilità nel posto di lavoro, strumenti per aumentare i salari, la valorizzazione delle professionalità. Per queste ragioni siamo stati oggi in piazza con queste lavoratrici e lavoratori durante lo sciopero nazionale della Cgil. Il governo si assuma le sue responsabilità e non tenti di svuotare l’articolo 10 della nostra Costituzione".
Lo dichiarano Laura Boldrini e Arturo Scotto, deputati PD, a margine del presidio della Cgil che si è tenuto questa mattina a piazza SS. Apostoli a Roma.
"La nostra ispezione in Albania ha fatto scoppiare il caso. Rama prima scarica l'accordo, poi fa una smentita d'ufficio. I fatti pero' restano: il Cpr in Albania e' uno spreco di risorse. 800 milioni usati per violare i diritti umani. Un bluff a fini elettorali su cui Meloni tace". Lo scrive su X il deputato Pd Enzo Amendola che ha partecipato alla delegazione dei deputati dem che sono andati in Albania questa settimana per verificare lo stato di avanzamento degli investimenti previsti dall’accordo siglato dal governo Meloni.
“Dopo le parole del presidente della repubblica albanese, Edi Rama, chiediamo al governo di riferire urgentemente in parlamento sullo stato di avanzamento degli investimenti previsti dall’accordo Italia-Albania” cosi la delegazione di deputati Pd che è stata nei giorni scorsi in Albania per documentare il reale stato di avanzamento degli investimenti nell’ex base militare di Gjader dove, secondo il cronoprogramma del governo, sarebbe dovuto già essere operativo un centro di accoglienza dei migranti. “Rama - sottolineano Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini - conferma la complessità dell’accordo gettando una lunga ombra sulla possibilità di gestire correttamente in Albania le procedure di sbarco, identificazione e le pratiche di asilo. Ma soprattutto conferma quello che abbiamo visto con i nostri occhi: al momento,
le strutture non ci sono e gli investimenti stanno viaggiando con ritardi enormi nonostante il forte incremento dei costi dell’intera operazione che determinerà un danno di oltre 800 milioni di euro per le casse dello Stato. “Il governo si fermi e utilizzi quei fondi per welfare e sanità come chiede la legge Schlein” conclude la delegazione dei deputati che ieri, in una conferenza stampa a cui ha partecipato la capogruppo democratica, Chiara Braga, ha mostrato le immagini dell’ispezione ai cantieri.
“Noi abbiamo sempre detto che questo accordo Italia Albania era inutile perché di fatto non fermerà il numero degli sbarchi e troppo costoso perché sono previsti 800 milioni di spesa. Abbiamo avuto ieri la prova che si è trattato solo di un tentativo da parte del governo Meloni di finanziare con 800 milioni la campagna elettorale per le europee, tentativo fra l’altro mal riuscito perché non c’è assolutamente niente di pronto nel territorio albanese. Quindi chiediamo alla presidente del consiglio di ritirare questo accordo e di investire questi 800 milioni sulla sanità pubblica così come abbiamo chiesto presentando la legge Schlein”. Lo ha detto Simona Bonafè vicepresidente vicaria del gruppo pd alla camera a margine della conferenza stampa del PD ‘fermiamo l’accordo Italia Albania’.
“Finalmente, dopo 24 ore, la maggioranza ritrova la parola sui centri fantasma in Albania. L'ingrato compito spetta a Foti che fa esattamente quanto avevamo annunciato. Rivendica i lavori nel centro portuale (che peraltro abbiamo documentato ed esposto). Peccato che come spiegò proprio Giorgia Meloni, quel centro senza il secondo è completamente inutile e inutilizzabile. Insomma Foti conferma involontariamente quanto abbiamo detto: si buttano 800 milioni di euro sottratti alla sanità e al welfare per finanziare uno spot elettorale”. Così in una nota il deputato democratico, Matteo Orfini.
“Un progetto fallimentare 800 milioni una spesa abnorme per fare una violazione anche di quelli che sono i basilari diritti dei migranti. Noi chiediamo alla presidente Meloni di fermarsi di ragionare e soprattutto di rivedere quella che è una mera propaganda sull’immigrazione che non solo è in umana ma è anche troppo costosa in una fase in cui i beni pubblici italiani sono sotto attacco come per esempio la Sanità”. Lo ha detto il deputato del PD e capogruppo in commissione Esteri di Montecitorio, Vincenzo Amendola, a margine della conferenza stampa PD ‘fermiamo l’accordo Italia Albania’.
“Siamo andati in Albania come delegazione PD per svelare il bluff della presidente Meloni che ha provato a costruire un centro per migranti in Albania prima della fine della campagna elettorale per le europee con evidenti finalità politiche ed elettorali. Noi abbiamo fatto più di un servizio pubblico dimostrando che questo era solo un bluff dimostrando tutta la strumentalità di questa destra”. Lo ha detto MATTEO MAURI deputato e responsabile sicurezza del PD a margine della conferenza stampa PD ‘Fermiamo l’accordo Italia-Albania’.
Spreco di risorse, vengano destinate a legge Schlein
“Chiediamo al governo Meloni di fermarsi di fronte a questo spot elettorale che è un grande fallimento e di destinare quegli 800 milioni per finanziare la legge Schlein sulla sanità. Chiederemo al governo di venire a relazionare in Parlamento perché non possiamo accettare questo spreco di risorse e questa risposta sbagliata e inumana ai problemi dell’immigrazione”. Lo ha detto la capogruppo del PD alla camera Chiara Braga a margine della conferenza stampa del PD ‘Fermiamo l’accordo Italia-Albania’.
“Sappiamo che ENAC inibisce agli aerei delle ONG lo spazio aereo del Mediterraneo centrale, sostenendo che la loro presenza 'disturba' le operazioni di soccorso della Guardia Costiera. Oggi apprendiamo che avrebbe ora irrogato una sanzione di 2000 euro nei confronti dell’aereo Seabird di Sea Watch perché ha comunicato ad una nave della ONG di effettuare la procedura di recupero dei migranti in acque libiche. In altre parole, sarebbero stati multati perché hanno avvisato alla nave di recuperare e salvare vite umane. Tutto ciò assurdo e disumano”. Lo dichiara la deputata Ouidad Bakkali, membro della Commissione trasporti alla Camera, presentando una nuova interrogazione al ministro Salvini esortandolo a reiterare la richiesta urgente di audizione dei vertici ENAC.
“È proprio la Convenzione IMO per la salvaguardia della vita umana in mare che fa obbligo agli Stati contraenti, tra cui l’Italia, di procedere al soccorso - salvo che l'operazione non metta a rischio i soccorritori - e di rilanciare eventuali richieste o notizie di soccorso eventualmente ricevute. Esattamente ciò che ha fatto l'aereo Seabird”, ha concluso Bakkali.