“Apprendiamo dalla stampa che la Ministra Calderone si appresta a varare la patente a crediti nell’edilizia, rimodulandola profondamente anche rispetto al voto parlamentare di appena tre mesi. Il comma 5, del nuovo articolo 27 del d.lgs, dispone: "La patente è dotata di un punteggio iniziale di trenta crediti e consente ai soggetti di cui al comma 1 di operare nei cantieri temporanei o mobili di cui all'articolo 89, comma 1, lettera a), con una dotazione pari o superiore a quindici crediti. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito l'Ispettorato nazionale del lavoro, sono individuati i criteri di attribuzione di crediti ulteriori rispetto al punteggio iniziale nonché le modalità di recupero dei crediti decurtati." Da qui a immaginare che rispetto alla previsione di legge, con decreto ministeriale il punteggio iniziale possa essere più che triplicato, appare assolutamente paradossale e contro la volontà del legislatore. E allora perché non mille, diecimila, centomila? La verità è che come sempre il Governo non vuole affrontare il tema della sicurezza sul lavoro con politiche serie e rigorose. Interviene sull’onda emotiva di grandi incidenti ma poi produce scelte a metà, inefficaci e spesso addirittura controproducenti. Senza rispettare il mandato del parlamento oltre che il confronto con le parti sociali” così il capogruppo democratico nella commissione lavoro della camera, Arturo Scotto.
"Per la destra la vera bad company nell'affare Ita - Lufthansa sono soltanto i diritti dei lavoratori. Sono infatti partite le procedure di licenziamento per gli oltre 2200 addetti rimasti fuori dal passaggio da Alitalia, in cassa integrazione a zero ore fino al 31 ottobre, e per i quali non è prevista alcuna proroga di ammortizzatore sociale. In questo quadro sconfortante il governo non ė intervenuto ma con un precedente decreto ha addirittura compromesso qualsiasi modalità di continuità occupazionale": ė quanto dichiara il deputato Pd in Commissione Lavoro Emiliano Fossi sulla interrogazione svolta oggi a Montecitorio.
"Su Ita si compie l'ennesima giravolta di Giorgia Meloni, che in campagna elettorale nel 2022, intimò al Mario Draghi di stoppare la vendita di Ita a Lufthansa, in nome del patriottismo. Adesso per i lavoratori che hanno creduto alle sue menzogne arriva il danno del licenziamento oltre alla beffa. Il Pd lavorerà in Parlamento per evitare questa ingiustizia": conclude Emiliano Fossi.
“Le reti del servizio pubblico italiano non stanno dando notizia dell’esito delle elezioni francesi. Sarà forse che il trionfo del Fronte popolare scomoda i piani di palazzo Chigi nella trattativa in Ue? Porteremo anche questo caso in commissione di vigilanza Rai”. Così i componenti democratici nella commissione di vigilanza Rai.
Presentata interrogazione PD al Ministro della Salute su piano pandemico
“Apprendiamo a mezzo stampa che il Governo sarebbe in procinto di varare un nuovo piano anti pandemia che stralcerebbe completamente il precedente, quindi dpcm, lockdown, obblighi vaccinali e quant’altro, il che significherebbe distruggere tutto quel che di buono finora è stato fatto solamente per un gioco di potere, per dare il contentino ad una certa parte politica. La stessa stampa evidenzia un braccio di ferro tra i tecnici del ministero della salute a cui spetterebbe l’ok finale e tra le Regioni. A questo punto chiediamo dei chiarimenti al ministro della Salute affinché spieghi come realmente stiano andando le cose”. Lo dichiara il deputato del Pd, Gian Antonio Girelli, primo firmatario di una interrogazione al ministro della salute per sapere “ se il ministro sia a conoscenza di quanto esposto e cosa intenda fare per evitare che il nuovo piano pandemico diventi uno strumento non di prevenzione, ma di rischio per la diffusione di una pandemia”.
“Il governo - aggiunge Girelli - pare che si stia orientando verso una modalità di azione che sembra più interessata ad attaccare i precedenti governi, piuttosto che predisporre azioni efficaci per contrastare possibili nuove pandemie. Ad esempio - secondo quanto riporta la stampa - quando si parla di vaccini il piano in via di approvazione affermerebbe che i vaccini approvati e sperimentati risultano misure preventive efficaci contraddistinte da un rapporto costo beneficio significativamente favorevole ma che non possono essere considerati unici elementi di contrasto ai patogeni infettivi. È evidente che un tale approccio da parte del governo risulterebbe molto pericoloso soprattutto in caso di un’emergenza pandemica, quindi è necessario un immediato chiarimento da parte del ministro della salute”, conclude Girelli.
“La proroga del tanto sbandierato Codice dello Spettacolo conferma il fallimento e il bluff portato avanti in questi mesi dal tandem Sangiuliano-Mazzi” così il deputato democratico componente della commissione cultura della Camera, Matteo Orfini che, dall’approvazione della legge del 2022 che delega il governo a riformare le modalità di finanziamento pubblico dello spettacolo dal vivo, ha promosso diversi atti parlamentari sul tema. “In tutti questi mesi – sottolinea Orfini – il Mic ha sempre detto che la delega sarebbe stata approvata in tempi record. L’approvazione da parte del Cdm di oggi di una proroga a ‘data da destinarsi’ certifica invece il fallimento e il bluff del tandem Sangiuliano-Mazzi che hanno millantato la presentazione imminente del nuovo codice in tutte le sedi istituzionali e negli incontri con le associazioni di settore e con le parti sociali. Lo spettacolo italiano non merita tutto questo, chiediamo l’immediata audizione in commissione alla Camera del ministro Sangiuliano per conoscere le motivazioni di questo rinvio che paralizzerà ulteriormente un settore che sta chiedendo con forza questo intervento legislativo. Rivedere le modalità di finanziamento pubblico di questo settore e modificare la disciplina vigente senza una effettiva concertazione e un coinvolgimento del parlamento sarebbe un vulnus e un grave precedente”.
“La ministra Roccella invece di prendersela con il Pd dovrebbe prendere atto che quanto sta emergendo sul bonus mamme conferma la gestione caotica di una misura che dovrebbe tutelare le donne e che invece esclude le tante mamme lavoratrici più vulnerabili e che introduce un meccanismo di calcolo paradossale che premia chi guadagna di più rispetto a chi guadagna di meno”. Così le deputate del gruppo del partito democratico replicano nota dell'ufficio stampa del ministero per la Famiglia che definisce ‘parziali’ i dati oggetto del question time di oggi sul bonus mamme. “Le modalità con cui il governo ha comunicato e promosso il bonus – proseguono le deputate- stanno lasciando fuori tante potenziali beneficiarie, parliamo di centinaia di migliaia. Dal ministero ci saremmo aspettati un po’ più di umiltà davanti a questo plateale fallimento. Inoltre chiediamo alla ministra di rendere noti i dati Inps nell’interezza dal momento che anche i dati contenuti nel nostro question time sono dati Inps, pubblicati sulla stampa e non smentiti dall’istituto. Non vorremmo – concludono - che vi fosse un uso di parte di dati pubblici che dovrebbero essere neutri e accessibili a tutti”.
“Siamo francamente perplessi e sconcertati da questa destra che continua a penalizzare la Toscana. Governo e Maggioranza hanno infatti respinto oggi a Montecitorio la nostra richiesta di istituire rapidamente, dopo mesi di ritardi, la Zona logistica semplificata della Regione che avrà il compito di favorire lo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali”. Lo dichiarano i deputati Pd Emiliano Fossi e Marco Simiani sul loro ordine del giorno al Decreto Coesione respinto dalla Camera.
“La delibera di istituzione della Zls, approvata dalla Giunta regionale in base alle leggi vigenti, attende da mesi la ratifica del Consiglio dei Ministri e sono già state apportate tutte le modifiche richieste. Tale documento include i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara e Portoferraio, le due aree intermodali con gli interporti di Guasticce e Prato oltre all'aeroporto di Pisa. Sicuramente la Zls potrebbe costituire un sicuro vantaggio per aree che hanno un livello di crisi industriale complessa come il caso di Livorno o Piombino. Zone che sono state già fortemente penalizzate dalla destra di governo: il governo Meloni è riuscito infatti a togliere 300 milioni di euro di finanziamenti già stanziati con il governo Draghi per i collegamenti ferroviari connessi al porto di Livorno, mentre a Piombino, con la complicità del sindaco di Fdi, non sono arrivate ancora le risorse e le compensazioni previste per il rigassificatore ormai in funzione da un anno. La Zls avrebbe portato risorse ed opportunità ma i cittadini dovranno ancora subire i ritardi e del Governo Meloni”, concludono i dem.
Industria audiovisiva in frenata con gravi effetti sull’occupazione, governo ascolti lavoratori
“Il ministro Sangiuliano e la sottosegretaria Borgonzoni smettano di farsi la guerra sulla pelle del settore cinematografico italiano. È da più di un anno che al ministero della cultura vi sono posizioni opposte sulle modalità di intervento dello stato nell’industria audiovisiva” così il deputato democratico, Andrea Casu, che sta partecipando alla manifestazione ‘siamo ai titoli di coda’ organizzata a Roma dalle associazioni dei lavoratori dell’audiovisivo e che sostiene la risoluzione presentata alla Camera dai democratici Matteo Orfini e Irene Manzi per rilanciare l’industria audiovisiva italiana. “Le produzioni italiane sono ferme e quelle internazionali stanno virando altrove a causa dell’incertezza normativa generata da questa situazione di stallo che sta determinando gravi effetti sull’occupazione. Il settore chiede chiarezza e certezza normativa ma sta ricevendo solo rinvii, tagli alle risorse e un groviglio di nuove norme che complicano e politicizzano le modalità di finanziamento delle produzioni. Adesso ci si mette anche il balletto per il rinnovo delle nomine di Cinecittà che sta distogliendo l’attenzione della maggioranza e del Governo dai veri problemi del settore espressi oggi in piazza dai lavoratori”.
Il Ministero dell’ambiente avalla la scelta di Toti e della Lega in Regione e promuove la perimetrazione provvisoria del Parco di Portofino limitata a tre comuni. Da tempo stigmatizziamo questa decisione incomprensibile e inaccettabile, che disattende: la volontà dei sette comuni che avevano chiesto di entrare nel Parco; il parere di Ispra, che sottolineava come non ci fosse motivo di ridurre la perimetrazione di aree di rilevante valore naturalistico e disattende anche la giustizia amministrativa andando contro i pareri del Tar che hanno dato una sonora e motivata bocciatura alla perimetrazione a tre. Con questa scelta, il centrodestra locale e il Governo consenziente tengono in ostaggio un’intera porzione di territorio privandola di una maggiore opportunità di sviluppo e tutela. Non rispettano la volontà di enti locali e associazioni che si sono chiaramente espressi contro un parco francobollo e bloccano finanziamenti essenziali per uno sviluppo sostenibile. Il Ministero - nonostante in un inciso parli di possibile, futura estensione in sede di perimetrazione definitiva, senza però precisare tempi e modalità e rimandando sempre tutto alla Regione, che già si è chiaramente espressa sulla sua posizione, si mostra ostaggio di una Giunta regionale acefala, con il Presidente agli arresti domiciliari, e ignora pronunciamenti, pareri e richieste che non possono e non dovrebbero essere trascurati e sottovalutati”, così la deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio dopo la riposta all’interrogazione presentata con il capogruppo PD in Commissione Ambiente Marco Simiani, in cui chiedevano al Ministero dell’Ambiente quale fosse la posizione rispetto alla riduzione drastica del perimetro del Parco di Portofino dopo le recenti sentenze del Tar che hanno palesemente sconfessato le indicazioni della Regione e annullaro il decreto del Ministero.
“Le dimissioni dell’amministratore delegato di Cinecittà, Nicola Maccanico, creano molta preoccupazione sul futuro degli stabilimenti cinematografici di Cinecittà. I risultati della gestione Maccanico sono stati molto positivi e hanno segnato un rilancio e riposizionamento degli studios nel mercato dell’audiovisivo. Anche grazie all’approccio industriale e di mercato che è stato portato avanti in questi anni, molte produzioni internazionali sono tornate a girare in Italia. Non conosciamo le ragioni che hanno portato Maccanico a questa decisione, siamo in ogni caso preoccupati e seguiremo con attenzione l’evoluzione e le prossime modalità e le scelte del governo per la nomina della nuova governance di una delle aziende culturali più importanti del nostro paese. La competenza deve guidare ogni scelta: Sangiuliano metta da parte gli amichettismi e le scelte di partito che hanno segnato il suo operato sinora”. Così in una nota la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi.
“Un gruppo di autori italiani ha annunciato l'imminente invio di una lettera ai presidenti dell'Associazione Italiana Editori (AIE) e della Fiera del Libro di Francoforte (Buchmesse), per esprimere preoccupazioni riguardo alle modalità e alle scelte del governo italiano per la partecipazione del nostro paese a una delle più importanti manifestazioni culturali europee”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, che sottolinea come: “questa lettera è l’ennesima conferma del maldestro tentativo del Ministro della Cultura, Sangiuliano, di utilizzare il proprio incarico per portare avanti decisioni di parte compromettendo l'indipendenza, l'integrità ed il prestigio delle istituzioni culturali italiane con nomine dettate da amichettismo e appartenenza politica e scelte punitive nei confronti di interi settori culturali percepiti dal ministro come ostili. Questa vera e propria ingerenza politica nelle scelte culturali - aggiunge la democratica - rappresenta una seria minaccia alla libertà di espressione artistica e danneggia gravemente l'immagine dell'Italia sulla scena internazionale dove si parla ormai apertamente di un "caso Italia".
"Raccogliendo l'appello di Amnesty International, insieme a 71 deputate e deputati di diversi gruppi politici, abbiamo mandato una lettera al presidente della Tunisia Kaïs Saïed per chiedergli la liberazione dell'avvocata e opinionista Sonia Dahmani. Dahmani è stata arrestata durante una diretta dell'emittente televisiva France24 da uomini a volto coperto che hanno fatto irruzione all'interno della Camera penale di Tunisi perché aveva espresso pareri critici nei confronti di Saïed. La sua vicenda ha suscitato molto scalpore mobilitando anche gli ordini degli avvocati europei, incluso quello italiano, che ne hanno chiesto la scarcerazione, oltre che i corrispondenti dei media stranieri in Tunisia.
La vicenda dell'avvocata tunisina rientra nelle politiche fortemente repressive del regime di Tunisi che perseguita attiviste e attivisti per i diritti umani, giudici, giornalisti, oppositori politici, sindacalisti e, nelle ultime settimane, anche operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.
Di fronte all'immobilismo del governo Meloni che sigla costosi accordi con Saïed senza porre alcuna condizione sul rispetto dei diritti umani e democratici e delle libertà politiche e civili, non possiamo tacere. Per questo abbiamo aderito alla richiesta di Amnesty: non si possono fare patti con regimi autocratici, per il solo scopo di limitare le partenze dei migranti verso l'Europa, senza pretendere che i diritti fondamentali delle persone vengano ripristinati e rispettati". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Ecco il testo della lettera con le firme:
Gentile Presidente Saïed,
siamo a scriverle in qualità di membri della Camera dei Deputati della Repubblica italiana per esprimerle le nostre gravi preoccupazioni per l’arresto e la detenzione arbitraria dell’avvocata e opinionista tunisina Sonia Dahmani, il cui arresto viola il diritto internazionale dei diritti umani, compresi gli articoli 6 e 9 della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli e gli articoli 9 e 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui la Tunisia è parte.
Il 7 maggio 2024, durante un programma televisivo, Sonia Dahmani aveva espresso pubblicamente commenti critici rispetto alla situazione migratoria in Tunisia, domandandosi: «Di quale straordinario Paese stiamo parlando? Quello che la metà dei giovani vuole lasciare?».
Il 9 maggio ha poi annunciato di essere stata convocata da un giudice istruttore e al momento è indagata per violazione dell’articolo 24 del decreto legge 54, che prevede cinque anni di carcere e una multa di 50.000 dinari – equivalente a circa 15.000 euro – per chiunque utilizzi le reti di telecomunicazione per produrre, inviare o diffondere «notizie false», «dati falsi», «voci false» o «documenti falsi, falsificati o falsamente attribuiti», al fine di danneggiare, diffamare o incitare alla violenza contro altri; di minare la pubblica sicurezza o la difesa nazionale; di diffondere la paura o incitare all’odio. Tali pene sono raddoppiate se la vittima è un pubblico ufficiale.
Il 10 maggio, non essendo stata informata del motivo della sua convocazione, Sonia Dahmani si è rifiutata di prendere parte all’udienza davanti al giudice istruttore e ha chiesto il rinvio ad altra data. La richiesta non è stata accolta dal giudice istruttore e l’11 maggio – sulla base di un mandato di arresto emesso dal giudice – le forze di sicurezza hanno fatto irruzione negli uffici dell’Ordine degli avvocati e hanno tratto in arresto Sonia Dahmani, con modalità violente, trasmesse in diretta dall’emittente televisiva France 24.
Questi eventi hanno suscitato in noi, deputate e deputati della Repubblica italiana, una grande preoccupazione; anche in considerazione del fatto che, dalla seconda settimana di maggio 2024, sono stati attuati atti repressivi persino nei confronti degli operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.
Alla luce della gravità dei fatti sopra esposti, siamo dunque a chiederle di garantire il rilascio immediato e incondizionato di Sonia Dahmani e di assicurare che l’infondata indagine penale a suo carico venga archiviata.
Inoltre, chiediamo alle autorità tunisine di porre fine agli arresti mirati di avvocati, giornalisti e attivisti che si battono per l’esercizio pacifico dei loro diritti umani, compresi i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione.
Cordiali saluti.
DEPUTATE E DEPUTATI
Laura Boldrini, Davide Aiello, Vincenzo Amendola, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Ouidad Bakkali, Mauro Berruto, Angelo Bonelli, Chiara Braga, Alessandro Caramiello, Ida Carmina, Dario Carotenuto, Susanna Cherchi, Paolo Ciani, Sergio Costa, Gianni Cuperlo, Augusto Curti, Benedetto Della Vedova, Gianmauro Dell’Olio, Paola De Micheli, Eleonora Evi, Piero Fassino, Giorgio Fede, Emiliano Fenu, Antonio Ferrara, Sara Ferrari, Ilaria Fontana, Antonella Forattini, Federico Fornaro, Emiliano Fossi, Nicola Fratoianni, Marco Furfaro, Valentina Ghio, Francesca Ghirra, Andrea Gnassi, Stefano Graziano, Marco Grimaldi, Lorenzo Guerini, Giovanna Iacono, Patty L’Abbate, Arnaldo Lomuti, Marianna Madia, Ilenia Malavasi, Francesco Mari, Maria Stefania Marino, Matteo Mauri, Roberto Morassut, Daniela Morfino, Federica Onori, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Anna Laura Orrico, Ubaldo Pagano, Emma Pavanelli, Vinicio Peluffo, Pasquale Penza, Fabio Porta, Giuseppe Provenzano, Lia Quartapelle Procopio, Andrea Quartini, Toni Ricciardi, Silvia Roggiani, Marco Sarracino, Rachele Scarpa, Artuto Scotto, Debora Serracchiani, Marco Simiani, Roberto Speranza, Daniela Torto, Alessandro Zan, Luana Zanella, Nicola Zingaretti.
Roma, 20 giugno 2024
“Nonostante sia indubbio il suo attaccamento al Made in Italy, il ministro Urso trascura il fatto che tanti lavoratori di Industria Italiana Autobus a Flumeri, da oltre 11 anni, lottano per mantenere in vita lo stesso stabilimento e perché la produzione rimanga italiana. Ho apprezzato il fatto che il ministro abbia accolto la richiesta sindacale di prendere 3 settimane di tempo per verificare ulteriori ipotesi di cessione e di rilancio di Industria Italiana Autobus. Eppure quel barlume di speranza improvvisamente è sparito”. Lo dichiara il vicepresidente del gruppo dem Toni Ricciardi in Aula di Montecitorio in replica al ministro Urso sull'interpellanza urgente circa l'acquisto di quote di Industria Italiana Autobus.
“Come può – continua Ricciardi - il Gruppo Seri che fattura 300 milioni gestire un'operazione di tale portata e complessità? Noi non mettiamo in dubbio l'onorabilità e la qualità di Seri, ma qui manca trasparenza e chiarezza. Vogliamo conoscere i parametri, le cifre e il perché questa acquisizione ci sembra una storia già scritta. Guarda caso l'altra offerta per IIA, fatta da persone più contigue e prossime alla modalità industriale dell'azienda non è stata presa in considerazione senza motivazioni sulle eventuali manchevolezze. È incomprensibile che dopo l'immissione di 180mln da parte di Leonardo-Invitalia, la rinuncia ai crediti esigibili su IIA, il finanziamento di pullman con i fondi Pnrr, lo Stato esce da un'operazione win-win con la privatizzazione al Gruppo Seri”.
“Lollobrigida utilizza Ismea come bancomat del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e forestale?”.
E’ quanto chiedono il capogruppo, Stefano Vaccari, e i deputati dem della commissione Agricoltura della Camera, Forattini, Marino e Rossi, con un’interrogazione indirizzata al ministro Lollobrigida, invocando “chiarezza sulle modalità di erogazione dei fondi pubblici destinati per diverse sponsorizzazioni sportive da parte di Ismea” e domandandosi “se tali erogazioni non rischiano di sottrarre risorse a sostegno dello sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all'incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura”.
“Ismea infatti - denunciano i deputati democratici - da quanto risulta dalle notizie apparse su alcuni organi di informazione, avrebbe assegnato 250mila euro per campagne istituzionali alla Figc, rinnovato una convenzione con Sport e Salute per 300mila euro, erogato un contributo di 113mila euro alla federazione Rugby per uno spot di 30 secondi in vista del Sei Nazioni e 100mila euro alla Federazione Italiana Golf per il Ryder Cup. Senza contare le risorse messe a disposizione del Giro d’Italia da parte dell’Ismea e del Ministero con due interventi a seguire di 327mila euro e 138mila euro. C’è un problema però - segnalano i deputati democratici - ed è che Ismea, da statuto, non ha alcuna competenza specifica in fatto di marketing e comunicazione. Trattandosi di un ente pubblico economico, infatti, Ismea è un soggetto autonomo, vigilato ma non controllato dal ministero dell’Agricoltura che non potrebbe versare direttamente. Come è stato aggirato questo impedimento? Tra una comparsata e l’altra sulle tribune degli europei di calcio - concludono i deputati - si attende la risposta del ministro Lollobrigida”.