05/03/2024 - 17:36

“La sicurezza sul lavoro è un tema drammatico su cui il parlamento è chiamato a legiferare in modo efficace e con urgenza. Dobbiamo essere uniti nel contrastare questa vera e propria emergenza nazionale”. Così la responsabile lavoro del Pd, la deputata, Maria Cecilia Guerra, è intervenuta in aula alla Camera nel corso dell’esame del provvedimento che prevede la possibilità di inserire anche le tematiche della sicurezza sul lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica. “Se questa è la risposta della maggioranza, siamo davanti a una risposta spot del tutto inefficace – sottolinea Guerra - che si scontra con le grandi promesse della ministra Calderone su un intervento legislativo organico per contrastare le tragedie delle morti e degli incidenti sul lavoro. Anche il pacchetto di misure introdotto nel decreto omnibus Pnrr – aggiunge Guerra – sono insufficienti quando non sbagliate e sono affogate all’interno di un provvedimento talmente ampio che non consentirà al parlamento di esaminarle in modo approfondito e costruttivo. Chiediamo un cambio di passo e quindi che si applichino anche negli appalti privati le stesse regole degli appalti pubblici: con il riconoscimento della parità normativa ed economica fra committente e appaltatori, una nuova azione di contrasto al lavoro nero o irregolare e misure che impediscano di guadagnare competitività attraverso la compressione del costo del lavoro”.

28/02/2024 - 17:44

“Cosa ha da nascondere Fitto? Perché non vuole riferire in parlamento sullo stato di avanzamento del Pnrr?”.  Lo chiede il capogruppo democratico nella commissione Affari europei della Camera, Piero De Luca dopo che Governo e maggioranza  hanno bocciato e rinviato a data da definire la richiesta del Pd di riferire quanto prima sullo stato di attuazione del Pnrr. “Dalla quarta relazione del 22 febbraio e dall'ultimo provvedimento adottato in Cdm - aggiunge De Luca - emerge un quadro molto preoccupante e pericoloso. C'è una forte tensione in maggioranza tra dicasteri sul riparto dei fondi rimodulati, una mancanza di coperture per i progetti cancellati a luglio scorso, nonché un ritardo drammatico nella spesa delle risorse attribuite finora al nostro Paese che si attesta appena al 52%. Fitto ha il dovere di fare chiarezza subito all'Italia”.

27/02/2024 - 17:36

Venga in Parlamento a spiegarci tutte le bugie su Piano e Zes

Un anno fa ha sfruttato la giustificazione dei ritardi nella registrazione della spesa per sradicare dalle mani delle Regioni la gestione dei fondi europei. Oggi quella stessa motivazione diventa un alibi per smarcarsi dalle accuse di non aver speso i fondi del Pnrr. Delle due, l’una: o Raffaele Fitto ha gravemente mentito agli italiani quando denunciava le Regioni ‘inadempienti’, oppure sta mentendo ora che i dati certificano il ritardo dell’Italia nell’attuazione del Piano. Secondo la IV relazione sullo stato di attuazione del Piano, abbiamo speso meno della metà dei fondi ricevuti dall’Ue. Da quando Fitto è ministro, siamo riusciti a utilizzare poco più di 21 miliardi su 41 che il suo stesso Governo preventivava di spendere nella Nadef 2022. Ma l’aspetto più sconcertante è sempre lo stesso: la sua innata capacità di nascondersi dietro un dito, usando come al solito due pesi e due misure.

Uno dei suoi primi ‘progetti rivoluzionari’ ha riguardato la governance dei fondi europei. Sul presupposto, sbagliato, che le Regioni non sanno spendere, ha accentrato a Palazzo Chigi tutte le decisioni che prima spettavano agli enti territoriali. Invano abbiamo provato a dire che i dati sulla spesa erano falsati dai ritardi nella registrazione sulla piattaforma Regis. Il ministro è andato avanti come un treno, portando sotto la Presidenza del Consiglio risorse e gestione. Oggi, invece, messo all’angolo dai dati pubblicati dal suo stesso Governo, la questione dei ritardi su Regis viene curiosamente riabilitata, assume credibilità e dignità. Insomma, è colpa degli enti locali, il Governo sta facendo tutto bene. E così nel nuovo decreto Pnrr ritorna un leitmotiv tipico di Fitto: scaricare su altri le sue responsabilità. Ma quello che ancora una volta Fitto omette meschinamente è che quei pochi progressi che si registrano sono proprio dovuti agli sforzi dei Comuni che, come ha ricordato qualche giorno fa Antonio Decaro, hanno già bandito 230mila gare per oltre 35 miliardi di euro. Il decreto appena licenziato dal Governo, poi, svela altri due bluff che abbiamo denunciato per tempo. Il primo riguarda le risorse a copertura dei 16 miliardi di euro di progetti stralciati a luglio scorso dal Piano. Come sospettavamo, grossa parte di quei soldi sono stati tolti dal FSC. In parole povere, si sconfessa il principio dell’aggiuntività dei fondi Pnrr e si continuano ad usare le risorse destinate al Mezzogiorno come bancomat per tappare i buchi del Governo Meloni. Il secondo riguarda le Zes. Non potendo ammettere gli enormi ritardi nell’entrata in funzione delle nuove strutture, Fitto sospende di un mese tutti i procedimenti in corso, anche quelli a un passo dalla conclusione, bloccando investimenti per centinaia di migliaia di euro e creando fortissime disparità tra progetti appena presentati e progetti già quasi interamente istruiti. Quello che sentiamo quotidianamente dire da Fitto non ci stupisce più di tanto, perché chi ha avuto la sfortuna di conoscerlo come Presidente di Regione sa benissimo qual è il suo modus operandi. Ciò che però resta inaccettabile è che gli sia consentito di trovare ogni volta una scusa nuova per non venire in Parlamento a chiarire tutte le sue contraddizioni.

Così Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.

23/02/2024 - 16:14

“Il caos organizzativo creato dal ministro Sangiuliano sta bloccando gli investimenti previsti nel Pnrr Cultura”. Così la capogruppo democratica nella Commissione Cultura della Camera, Irene Manzi che sottolinea come “i dati della Relazione presentata trionfalmente dal ministro Fitto destano molte preoccupazioni sull’operato del ministero della cultura che, va sottolineato, si trova nel mezzo di una profonda riorganizzazione che sta mettendo in discussione anche l’ordinaria amministrazione. E non è un caso che il Mic abbia sinora rendicontato solo il 3,4% dei 4,4 miliardi previsti dal Pnrr. Con alcuni interventi del tutto bloccati come gli zero euro spesi sui venti milioni previsti per le competenze digitali del personale, a meno di due anni dal termine del programma di interventi.  Il Ministero sta viaggiando con il freno a mano tirato a causa della caotica gestione del ministro Sangiuliano attento solo a tagliare nastri, ad appropriarsi di interventi ereditati dalla precedente gestione e a cercare consenso e posizionamenti politici in vista delle prossime elezioni regionali in Campania. Perdere l’occasione del Recovery sarebbe veramente una grave responsabilità. Avevamo avvertito il ministro dei rischi a cui andava incontro nell’avviare una profonda riorganizzazione nel mezzo dell’attuazione del Pnrr – conclude Manzi - ma non ha voluto ascoltarci”.

21/02/2024 - 10:55

“Un governo totalmente allo sbando nella gestione del Pnrr. Quello che accade ogni giorno, oltre alle notizie che leggiamo e ai dati riportati da fonti accreditate, certificano il fallimento di una destra che continua a fare solo propaganda mentre la realtà parla di ritardi, buchi e continui rinvii. Come quello di un nuovo decreto annunciato da settimane per accelerare la spesa delle risorse del Piano, che non riesce a vedere la luce per incapacità e tensioni interne alla maggioranza. Per colpa del Governo, l’Italia rischia di non riuscire ad attuare progetti già previsti per migliorare servizi essenziali come istruzione, sanità, trasporti, riqualificazione urbana. Sono mesi che i comuni e gli enti locali attendono risposte precise ad esempio sui 10 miliardi cancellati dall'ultima rimodulazione del Pnrr per interventi fondamentali per le nostre comunità. Abbiamo chiesto come Partito democratico più volte al ministro Fitto di riferire ed informare il Parlamento sullo stato attuale reale dell’attuazione del Pnrr ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Una mancanza di rispetto totale nei confronti dei cittadini e del Parlamento. Non sono risorse della destra, sono risorse del Paese”. Così il capogruppo democratico nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.

20/02/2024 - 17:04

Serracchiani, De Luca: motivazioni insufficienti, è stata forzatura

“La risposta del ministro Fitto alla nostra interrogazione sulla procedura di nomina del membro italiano per la Corte dei Conti europea è del tutto insoddisfacente. Le motivazioni confermano, al contrario, che il governo ha scelto un fedelissimo invece di trasmettere i due nomi individuati, come da prassi, dalla Corte dei Conti italiana. Una vera e propria forzatura”. Così i democratici Debora Serracchiani e Piero De Luca commentano la risposta del ministro Fitto alla loro interrogazione parlamentare per fare luce sulla procedura che ha portato alla nomina alla Corte dei conti europea del Capo della struttura di missione del ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. “Il ministro Fitto – rendono noto i deputati - ha risposto sottolineando che la scelta è ricaduta su Carlo Alberto Manfredi Selvaggi dal momento che i due nomi indicati dalla Corte dei conti italiana, ossia Giovanni Coppola e Maria Annunziata Rucireta, non avevano “un’età anagrafica compatibile con l’espletamento dell’interno mandato di sei anni”. Una risposta del tutto insoddisfacente – commentano - dal momento che l’ordinamento europeo prescinde dalla legislazione nazionale sui limiti di età (come peraltro dimostra l'età anagrafica del membro attuale). Inoltre, il nome indicato dal governo, la cui autonomia - che è requisito fondamentale - è del tutto discutibile, non avrebbe neanche partecipato alla procedura interna della Corte dei conti italian

19/02/2024 - 20:34

Dichiarazione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd e Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione Giustizia

"Il sottosegretario Delmastro oggi ad un convegno ha dichiarato che il governo assicurerà 7.300 posti in più nelle carceri per colmare i 9.100 attualmente mancanti. I posti disponibili, in base ai dati del Garante dei detenuti, sono 47000 e i reclusi più di 60.000. Inoltre, sul sovraffollamento è stato proprio il capo del Dap in Commissione Giustizia della Camera ad affermare, pochi giorni fa, che l'obiettivo del governo, utilizzando anche le risorse del Pnrr, è realizzare circa 3.800 nuovi posti. Quanti sono in realtà quindi, 7300 come dice Delmastro o 3800 come dice il Dap?
In ogni caso come si può realmente affrontare con efficacia il sovraffollamento se la popolazione carceraria aumenta di oltre 400 unità a mese, sempre secondo le dichiarazioni del capo del Dap, e che dunque nei prossimi due anni aumenterà in previsione di quasi 10.000 unita? Sicuramente non come fa Delmastro con numeri a casaccio". È quanto dichiarano Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, e il capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi.

18/02/2024 - 10:49

“Tra scelte di politica economica e proposte di riforma, la destra sta smantellando le istituzioni democratiche e spaccando l’Italia, creando cittadini di serie A e di serie B. Basta guardare ai fatti: dalla legge di bilancio che ha tagliato i servizi, aumentato le tasse e sta bloccando la crescita, al Pnrr insabbiato e rimodulato dal governo che ha cancellato miliardi per comuni, asili, ospedali e case di comunità. Per non parlare delle riforme. L'Autonomia differenziata - così come è stata pensata - è devastante per il Sud: distrugge l'unità nazionale con l'ipotesi di residuo fiscale e senza il previo finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni. Ovvero di quei servizi scolastici, sanitari, sociali, infrastrutturali, che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini in modo omogeneo in ogni area del Paese. Ci opporremo con tutte le nostre forze. Lo stesso faremo per l'altra riforma, frutto di un patto scellerato tra Lega e Fdi, quella sul Premierato. Altro progetto folle che rafforzerà il potere nelle mani di un’unica persona, rendendo ancora più subalterno il Parlamento e creando un conflitto enorme con il ruolo di garanzia e di equilibrio del Presidente della Repubblica. Questa destra insomma, dietro ad una sfacciata propaganda, si sta confermando davvero pericolosa per l’Italia. Faremo un'opposizione dura per evitare che portino a compimento questi piani”, così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Commissione Politiche UE alla Camera, intervenendo stamattina a Omnibus su La7.

16/02/2024 - 14:21

"Il governo ascolti la voce dei sindaci che oggi hanno manifestato, in tanti, a Roma contro il progetto di autonomia differenziata. In questa fase storica, di fronte alle diverse crisi in atto, climatica, energetica, economica, c'è bisogno di unire il Paese e non certo dividerlo acuendo le differenze su servizi ed opportunità tra i cittadini del Nord e quelli del Sud e delle Isole". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai.

"Invece il governo - conclude Lai - con una accelerazione senza senso, allarga la separazione con misure che tagliano risorse ai Comuni e negano servizi indispensabili a cominciare da scuola, mobilità ed istruzione. Un vero e proprio scippo su Pnrr, fondi europei e FSC che può diventare il preludio ad una vera e propria secessione".

16/02/2024 - 12:52

“L’autonomia differenziata è l’ennesimo atto ostile del governo nei confronti del Mezzogiorno. Dopo i tagli al Pnrr, la stretta ai fondi per le infrastrutture, il colpo di spugna alle Zes, questa riforma  renderà impossibile la vita al sud”. Così il deputato democratico, Stefano Graziano, che sottolinea: “l’autonomia differenziata mette in discussione i servizi essenziali: scuole, sanità, assistenza sociale, infrastrutture diventeranno ancora più carenti e creeranno un divario insanabile fra le regioni del Nord e le regioni del Sud. Noi del Pd non lo permetteremo. Daremo battaglia in Parlamento a un provvedimento che nasce sull’altare delle divisioni della maggioranza e serve solo a tenere in piedi il governo”.

15/02/2024 - 17:24

Commissione certifica enormi criticità

La Commissione certifica le enormi criticità delle politiche economiche del Governo, come noi denunciamo da tempo. La crescita dell'Italia si riduce dallo 0,9% allo 0,7% nel 2024 e ultima in UE insieme alla Germania nel 2025. Questi dati, inseriti peraltro nel quadro della riforma del Patto di Stabilità al ribasso, costringeranno molto probabilmente il Governo a delle correzioni della manovra per assicurare la tenuta del Paese nei binari di sostenibilità finanziaria. La verità è che la destra è bravissima a fare propaganda ed annunci, ma incapace di rilanciare l'economia e di attuare in modo efficace il Pnrr su cui arrivano ogni giorno tra l’altro allarmi che parlano di ritardi, mancanza di fondi e criticità. Questo succede quando si agisce in modo approssimativo e per spot come fa da mesi ormai il Governo ai danni del Paese”. così il capogruppo del Pd nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.

15/02/2024 - 11:40

“Il governo Meloni ha sostanzialmente confermato che la rimodulazione del Pnrr causerà ritardi sulle liste d’attesa per la sanità. La nuova tempistica del Piano nazionale, oltre a ridurre le case di comunità e quindi i presidi sanitari territoriali, ha rimandato di due anni l’acquisto di oltre 3100 apparecchiature moderne come Tac, risonanze magnetiche, radiografie”. Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè, commentando la risposta alla sua interrogazione.

“Se il ministero della Salute - ha concluso Bonafè - avesse fatto una programmazione maggiormente accurata e capillare delle sostituzioni di macchinari non avremmo perso tutto questo tempo e garantito diagnosi maggiormente accurate. Circa la metà del totale delle apparecchiature presenti in Italia infatti non è più in linea con l’attuale livello di innovazione e  non sono dotate di tecnologie aggiornate”.

13/02/2024 - 19:25
Casu: è emergenza, Governo deve potenziare fondi
 
Il Trasporto Pubblico Locale si trova in grave emergenza. Nonostante gli investimenti previsti nel Pnrr per trasporti, infrastrutture e mobilità sostenibile mancano sul territorio le risorse necessarie per fronteggiare l’aumento della domanda dovuta al boom turistico, le conseguenze della crisi climatica, la gestione e l’efficientamento dei nuovi mezzi. Oggi anche la maggioranza che sostiene Giorgia Meloni votando la nostra risoluzione con parere positivo da parte del governo ha riconosciuto la necessità di adeguare il finanziamento destinato al Tpl. Non possiamo accontentarci di un adeguamento, serve un potenziamento sostanziale, un cambiamento di paradigma, un’azione di reale supporto a Regioni, Città Metropolitane e Comuni che non possono essere lasciati da soli a fronteggiare questa emergenza”. Lo dichiara il primo firmatario della risoluzione, il democratico Andrea Casu insieme ai cofirmatari, Roberto Morassut, Antony Barbagallo, Ouidad Bakkali e Valentina Ghio.
 

“Mentre in Europa – concludono gli esponenti Pd - si sperimenta il “biglietto climatico” a prezzi accessibili e le regioni guidate dal centrosinistra si battono per abbonamenti gratuiti su bus e treni per i più giovani, come già fatto in Emilia-Romagna e Campania, per offrire una valida alternativa al trasporto privato. Tuttavia, occorrerebbe incrementare la dotazione annua del fondo Tpl per almeno 700 milioni di euro al fine di consentire alle imprese di sostenere l’aumento dei costi dei fattori produttivi e 900 milioni annui per coprire i maggiori costi del nuovo contratto dei lavoratori del settore, come espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, guidata da Massimiliano Fedriga, e tra gli altri da agenzie e associazioni come Agens, Anav e Asstra, oltre che dai sindacati. Le risorse ci sono e si possono ottenere attraverso la rimodulazione o l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi, i cosiddetti SAD, come abbiamo chiesto nei nostri emendamenti alla Legge di Bilancio 2024, che, purtroppo, sono stati bocciati dal Governo Meloni.  Per questo continueremo a batterci in Parlamento e nel Paese affinché venga potenziato una volta per tutte"

13/02/2024 - 14:30

“In questi giorni continuiamo a verificare dati sull’attuazione del Pnrr davvero preoccupanti, che dimostrano come il Governo fino ad oggi sia stato del tutto fallimentare al riguardo. Il 75% delle opere monitorate dalla piattaforma ReGis registrano un ritardo e solo il 7,4% dei fondi del Piano previsti per il 2023 è stato correttamente utilizzato (dati OpenPolis). Come se non bastasse anche la Corte dei Conti - a proposito dell’attuazione del Pnrr - parla di irregolarità nell’uso delle risorse, nella percezione dei contributi e soprattutto di ritardi legati alla burocrazia. Dopo i tagli drammatici ai progetti per i comuni, gli asili e la sanità, questo Governo sta insabbiando anche l'attuazione dei progetti ancora in essere. Più va avanti la fase di “messa a terra” del Recovery, insomma, e più  mergono tutte le lacune e le incompetenze di questa destra, capace solo di scaricare le responsabilità sugli enti locali, che si ritrovano sotto organico e senza le energie che servirebbero. Per colpa del Governo l'Italia rischia di “bucare” un’occasione storica e questo è davvero inaccettabile”.

09/02/2024 - 11:09

"La norma, introdotta nel 2021 dal Partito Democratico con l'allora ministro Orlando, che garantisce una quota del 30 per cento di assunzioni per donne e giovani negli appalti del Pnrr va assolutamente mantenuta. Il governo Meloni non si azzardi a cambiare questa legge". Così il deputato dem e segretario  Pd della Toscana, Emiliano Fossi, in merito alle indiscrezioni di stampa relative al prossimo decreto sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che verrà approvato nei prossimi giorni  dal Consiglio dei Ministri.

"Dalla crisi del governo Draghi ad oggi - conclude Fossi - con questa destra, il 70 per cento degli appalti del Pnrr ė già stato avviato in deroga alla clausola, come segnalato da tempo dall'Anac e nonostante le promesse fatte in campagna elettorale da Giorgia Meloni sull'aumento dell'occupazione giovanile e femminile. Se venisse cancellata totalmente, come sembra, queste fasce deboli dei lavoratori verrebbero ulteriormente penalizzate".

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