Serracchiani, De Luca: motivazioni insufficienti, è stata forzatura
“La risposta del ministro Fitto alla nostra interrogazione sulla procedura di nomina del membro italiano per la Corte dei Conti europea è del tutto insoddisfacente. Le motivazioni confermano, al contrario, che il governo ha scelto un fedelissimo invece di trasmettere i due nomi individuati, come da prassi, dalla Corte dei Conti italiana. Una vera e propria forzatura”. Così i democratici Debora Serracchiani e Piero De Luca commentano la risposta del ministro Fitto alla loro interrogazione parlamentare per fare luce sulla procedura che ha portato alla nomina alla Corte dei conti europea del Capo della struttura di missione del ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. “Il ministro Fitto – rendono noto i deputati - ha risposto sottolineando che la scelta è ricaduta su Carlo Alberto Manfredi Selvaggi dal momento che i due nomi indicati dalla Corte dei conti italiana, ossia Giovanni Coppola e Maria Annunziata Rucireta, non avevano “un’età anagrafica compatibile con l’espletamento dell’interno mandato di sei anni”. Una risposta del tutto insoddisfacente – commentano - dal momento che l’ordinamento europeo prescinde dalla legislazione nazionale sui limiti di età (come peraltro dimostra l'età anagrafica del membro attuale). Inoltre, il nome indicato dal governo, la cui autonomia - che è requisito fondamentale - è del tutto discutibile, non avrebbe neanche partecipato alla procedura interna della Corte dei conti italian
Dichiarazione di Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd e Federico Gianassi, capogruppo Pd commissione Giustizia
"Il sottosegretario Delmastro oggi ad un convegno ha dichiarato che il governo assicurerà 7.300 posti in più nelle carceri per colmare i 9.100 attualmente mancanti. I posti disponibili, in base ai dati del Garante dei detenuti, sono 47000 e i reclusi più di 60.000. Inoltre, sul sovraffollamento è stato proprio il capo del Dap in Commissione Giustizia della Camera ad affermare, pochi giorni fa, che l'obiettivo del governo, utilizzando anche le risorse del Pnrr, è realizzare circa 3.800 nuovi posti. Quanti sono in realtà quindi, 7300 come dice Delmastro o 3800 come dice il Dap?
In ogni caso come si può realmente affrontare con efficacia il sovraffollamento se la popolazione carceraria aumenta di oltre 400 unità a mese, sempre secondo le dichiarazioni del capo del Dap, e che dunque nei prossimi due anni aumenterà in previsione di quasi 10.000 unita? Sicuramente non come fa Delmastro con numeri a casaccio". È quanto dichiarano Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, e il capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio Federico Gianassi.
“Tra scelte di politica economica e proposte di riforma, la destra sta smantellando le istituzioni democratiche e spaccando l’Italia, creando cittadini di serie A e di serie B. Basta guardare ai fatti: dalla legge di bilancio che ha tagliato i servizi, aumentato le tasse e sta bloccando la crescita, al Pnrr insabbiato e rimodulato dal governo che ha cancellato miliardi per comuni, asili, ospedali e case di comunità. Per non parlare delle riforme. L'Autonomia differenziata - così come è stata pensata - è devastante per il Sud: distrugge l'unità nazionale con l'ipotesi di residuo fiscale e senza il previo finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni. Ovvero di quei servizi scolastici, sanitari, sociali, infrastrutturali, che dovrebbero essere garantiti a tutti i cittadini in modo omogeneo in ogni area del Paese. Ci opporremo con tutte le nostre forze. Lo stesso faremo per l'altra riforma, frutto di un patto scellerato tra Lega e Fdi, quella sul Premierato. Altro progetto folle che rafforzerà il potere nelle mani di un’unica persona, rendendo ancora più subalterno il Parlamento e creando un conflitto enorme con il ruolo di garanzia e di equilibrio del Presidente della Repubblica. Questa destra insomma, dietro ad una sfacciata propaganda, si sta confermando davvero pericolosa per l’Italia. Faremo un'opposizione dura per evitare che portino a compimento questi piani”, così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Commissione Politiche UE alla Camera, intervenendo stamattina a Omnibus su La7.
"Il governo ascolti la voce dei sindaci che oggi hanno manifestato, in tanti, a Roma contro il progetto di autonomia differenziata. In questa fase storica, di fronte alle diverse crisi in atto, climatica, energetica, economica, c'è bisogno di unire il Paese e non certo dividerlo acuendo le differenze su servizi ed opportunità tra i cittadini del Nord e quelli del Sud e delle Isole". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai.
"Invece il governo - conclude Lai - con una accelerazione senza senso, allarga la separazione con misure che tagliano risorse ai Comuni e negano servizi indispensabili a cominciare da scuola, mobilità ed istruzione. Un vero e proprio scippo su Pnrr, fondi europei e FSC che può diventare il preludio ad una vera e propria secessione".
“L’autonomia differenziata è l’ennesimo atto ostile del governo nei confronti del Mezzogiorno. Dopo i tagli al Pnrr, la stretta ai fondi per le infrastrutture, il colpo di spugna alle Zes, questa riforma renderà impossibile la vita al sud”. Così il deputato democratico, Stefano Graziano, che sottolinea: “l’autonomia differenziata mette in discussione i servizi essenziali: scuole, sanità, assistenza sociale, infrastrutture diventeranno ancora più carenti e creeranno un divario insanabile fra le regioni del Nord e le regioni del Sud. Noi del Pd non lo permetteremo. Daremo battaglia in Parlamento a un provvedimento che nasce sull’altare delle divisioni della maggioranza e serve solo a tenere in piedi il governo”.
Commissione certifica enormi criticità
La Commissione certifica le enormi criticità delle politiche economiche del Governo, come noi denunciamo da tempo. La crescita dell'Italia si riduce dallo 0,9% allo 0,7% nel 2024 e ultima in UE insieme alla Germania nel 2025. Questi dati, inseriti peraltro nel quadro della riforma del Patto di Stabilità al ribasso, costringeranno molto probabilmente il Governo a delle correzioni della manovra per assicurare la tenuta del Paese nei binari di sostenibilità finanziaria. La verità è che la destra è bravissima a fare propaganda ed annunci, ma incapace di rilanciare l'economia e di attuare in modo efficace il Pnrr su cui arrivano ogni giorno tra l’altro allarmi che parlano di ritardi, mancanza di fondi e criticità. Questo succede quando si agisce in modo approssimativo e per spot come fa da mesi ormai il Governo ai danni del Paese”. così il capogruppo del Pd nella commissione affari europei della Camera, Piero De Luca.
“Il governo Meloni ha sostanzialmente confermato che la rimodulazione del Pnrr causerà ritardi sulle liste d’attesa per la sanità. La nuova tempistica del Piano nazionale, oltre a ridurre le case di comunità e quindi i presidi sanitari territoriali, ha rimandato di due anni l’acquisto di oltre 3100 apparecchiature moderne come Tac, risonanze magnetiche, radiografie”. Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè, commentando la risposta alla sua interrogazione.
“Se il ministero della Salute - ha concluso Bonafè - avesse fatto una programmazione maggiormente accurata e capillare delle sostituzioni di macchinari non avremmo perso tutto questo tempo e garantito diagnosi maggiormente accurate. Circa la metà del totale delle apparecchiature presenti in Italia infatti non è più in linea con l’attuale livello di innovazione e non sono dotate di tecnologie aggiornate”.
“Mentre in Europa – concludono gli esponenti Pd - si sperimenta il “biglietto climatico” a prezzi accessibili e le regioni guidate dal centrosinistra si battono per abbonamenti gratuiti su bus e treni per i più giovani, come già fatto in Emilia-Romagna e Campania, per offrire una valida alternativa al trasporto privato. Tuttavia, occorrerebbe incrementare la dotazione annua del fondo Tpl per almeno 700 milioni di euro al fine di consentire alle imprese di sostenere l’aumento dei costi dei fattori produttivi e 900 milioni annui per coprire i maggiori costi del nuovo contratto dei lavoratori del settore, come espresso dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, guidata da Massimiliano Fedriga, e tra gli altri da agenzie e associazioni come Agens, Anav e Asstra, oltre che dai sindacati. Le risorse ci sono e si possono ottenere attraverso la rimodulazione o l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi, i cosiddetti SAD, come abbiamo chiesto nei nostri emendamenti alla Legge di Bilancio 2024, che, purtroppo, sono stati bocciati dal Governo Meloni. Per questo continueremo a batterci in Parlamento e nel Paese affinché venga potenziato una volta per tutte"
“In questi giorni continuiamo a verificare dati sull’attuazione del Pnrr davvero preoccupanti, che dimostrano come il Governo fino ad oggi sia stato del tutto fallimentare al riguardo. Il 75% delle opere monitorate dalla piattaforma ReGis registrano un ritardo e solo il 7,4% dei fondi del Piano previsti per il 2023 è stato correttamente utilizzato (dati OpenPolis). Come se non bastasse anche la Corte dei Conti - a proposito dell’attuazione del Pnrr - parla di irregolarità nell’uso delle risorse, nella percezione dei contributi e soprattutto di ritardi legati alla burocrazia. Dopo i tagli drammatici ai progetti per i comuni, gli asili e la sanità, questo Governo sta insabbiando anche l'attuazione dei progetti ancora in essere. Più va avanti la fase di “messa a terra” del Recovery, insomma, e più mergono tutte le lacune e le incompetenze di questa destra, capace solo di scaricare le responsabilità sugli enti locali, che si ritrovano sotto organico e senza le energie che servirebbero. Per colpa del Governo l'Italia rischia di “bucare” un’occasione storica e questo è davvero inaccettabile”.
"La norma, introdotta nel 2021 dal Partito Democratico con l'allora ministro Orlando, che garantisce una quota del 30 per cento di assunzioni per donne e giovani negli appalti del Pnrr va assolutamente mantenuta. Il governo Meloni non si azzardi a cambiare questa legge". Così il deputato dem e segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi, in merito alle indiscrezioni di stampa relative al prossimo decreto sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza che verrà approvato nei prossimi giorni dal Consiglio dei Ministri.
"Dalla crisi del governo Draghi ad oggi - conclude Fossi - con questa destra, il 70 per cento degli appalti del Pnrr ė già stato avviato in deroga alla clausola, come segnalato da tempo dall'Anac e nonostante le promesse fatte in campagna elettorale da Giorgia Meloni sull'aumento dell'occupazione giovanile e femminile. Se venisse cancellata totalmente, come sembra, queste fasce deboli dei lavoratori verrebbero ulteriormente penalizzate".
Nome trasmesso è diverso da quelli indicati dalla Corte dei Conti
"Vorremmo sapere dal Ministro per gli Affari europei come mai per la prima volta nella storia del nostro Paese il Governo italiano non abbia inteso seguire le indicazioni della Corte dei conti in merito all'individuazione del nome come membro italiano per la Corte dei conti UE.
La Corte dei Conti UE è composta da 27 magistrati contabili, uno per ogni stato membro; per prassi la Corte dei Conti Italiana ha sempre indicato il componente italiano e i governi hanno proceduto alla presentazione formale del nome. Questa volta invece abbiamo assistito ad una scelta piuttosto insolita: il ministro Fitto invece di trasmettere i due nomi individuati cosi come da prassi dalla Corte dei Conti, ossia Giovanni Coppola e Maria Annunziata Rucireta, ha scelto il nome di Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, magistrato contabile che nel maggio 2023 era stato scelto proprio dallo stesso Ministro come capo della nuova Struttura di Missione PNRR. Ci sembra una scelta al di fuori della prassi, rispetto alla quale chiediamo se vi siano questioni di incompatibilità con il ruolo ricoperto dal dott. Selvaggi e per questo vorremmo dei chiarimenti urgenti in merito". Lo ha detto la deputata e responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, che ha presentato una interrogazione al ministro Fitto.
“Il Terzo Valico è un’opera fondamentale per il territorio, per lo sviluppo della portualità e dell’economia di Liguria e Piemonte, oltre che essere un collegamento importante per il trasporto passeggeri e per lo sviluppo dell’intero Nord Ovest. Il sottosegretario Ferrante ha dato alcune rassicurazioni sull'inserimento delle risorse necessarie al completamento dell’opera, senza però dare garanzie precise sul rispetto dei tempi e sul quadruplicamento. È indispensabile e quanto mai necessario, dopo tutti gli stop and go che hanno interessato il cantiere, che venga garantito il completamento del quadruplicamento della tratta - per rendere il percorso davvero efficace - e il superamento degli ostacoli di natura economica e gestionale per risolvere le situazioni di stallo presenti per rispettare i tempi e finire i lavori nel 2026, come da programma e per non perdere i fondi del Pnrr. Torneremo ad affrontare il tema per essere certi del rispetto dei tempi e verificare l’evoluzione dei lavori, per non rischiare che venga perso tempo prezioso per il completamento di un’opera importante per la Liguria”, così Valentina Ghio deputata vicecapogruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti dopo la risposta in aula alla sua interrogazione, presentata insieme ai deputati Fornaro, Orlando e Pastorino.
“Durante l'esame oggi in commissione sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti volti a migliorare la sicurezza dei ciclisti. Negli ultimi anni a fronte della riduzione della mortalità negli incidenti stradali si è registrato purtroppo un aumento della mortalità e degli incidenti che coinvolgono i ciclisti. Non solo ma le statistiche ci dicono che purtroppo gli incidenti avvengono non solo nelle strade urbane ma anche in quelle extraurbane, nelle periferie delle grandi città ma anche nelle strade di campagna meno trafficate. Insomma a fronte di un fenomeno così drammatico e con queste proporzioni il governo e la maggioranza non affrontano il problema e preferiscono girarsi dall'altra parte.
Ritardi nell'attuazione delle misure del pnrr per la realizzazione delle piste ciclabili e sulla mobilità sostenibile e nessun intervento normativo a tutela della sicurezza dei ciclisti". Lo afferma il capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo al termine dei lavori della commissione di trasporti sull'esame del nuovo codice della strada.
“Il ministro Salvini spieghi le ragioni per cui il governo con la legge di Bilancio 2023 ha tagliato 3,5 miliardi di euro per il Sud. Un colpo durissimo per il Mezzogiorno, privato delle risorse necessarie per le scuole, gli ospedali, le strade, le ferrovie e tutti gli asset strategici, e costituisce l'ennesima penalizzazione dopo la sottrazione delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione per il finanziamento dei progetti cancellati dal PNRR l'inconsistente dotazione finanziaria del credito di imposta nella Zes unica e la proposta sull'autonomia differenziata senza la definizione e il finanziamento dei LEP". È questo il tema del question time di domani presentato dal Gruppo Pd della Camera.
*Pd ha presentato interrogazione perlamentare*
“Non è più tollerabile che le risorse FSc 2021-2027, finalizzate all’attuazione dell’obiettivo costituzionale di rimozione degli squilibri economici e sociali, siano ancora in attesa di essere assegnate a tutte le Regioni italiane, in particolare a quelle del Mezzogiorno cui spetta l'80%. Mancano al Sud circa 25 miliardi di euro già stanziati e ripartiti, ma bloccati in modo inaccettabile dal Governo e dal Ministro Fitto. La destra ha complicato la burocrazia e imposto nel Decreto Sud un controllo del Governo con gli Accordi di Coesione che sono partiti e portati avanto con enorme ritardo e appesantimento amministrativo. Il tutto sta penalizzando gravemente le Regioni del Sud che non possono neppure cofinanziare i fondi strutturali europei o accompagnare progetti del Pnrr decisivi per le comunità. Per questo abbiamo presentato una nuova interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Fitto, che è colpevolmente assente e silente sul tema, quali siano le iniziative intenda assumere per erogare concretamente tali risorse e sbloccare interventi necessari alla rimozione degli squilibri economici e sociali” così il capogruppo democratico nella commissione affari europei, Piero De Luca, primo firmatario dell’interrogazione presentata da diversi deputati del gruppo Pd della Camera.