24/06/2025 - 18:23

“Continua il trionfalismo fuori luogo ed incomprensibile del governo. Rileviamo intanto che a causa delle numerose modifiche presentate poche settimane fa, per provare a far quadrare i conti sulla settima rata, i 18,3 miliardi ad oggi ancora non sono stati erogati dalla Commissione. Parliamo solo di 6 mesi di ritardo. Se i ritmi del confronto con l'UE saranno questi anche per l'ottava rata, probabilmente i 12,8 miliardi corrispondenti saranno versati, se tutto va bene, il prossimo anno. Insomma siamo in grave affanno. A questo aggiungiamo però il dato più drammatico che il governo dimentica sempre di ricordare, quello relativo alla spesa delle risorse finora ottenute, che supera di poco il 30%, con ritardi clamorosi in tutti gli investimenti più importanti del Piano. In questo contesto fallimentare, dal Ministro Foti ci aspetteremmo delle scuse agli italiani invece del solito disco rotto di un'autocelebrazione infondata che ormai ha stancato”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche europee della Camera.

24/06/2025 - 15:34

“Il governo Meloni ha un evidente problema di liquidità. Gli esponenti del centrodestra possono raccontare quello che vogliono, ma le carte parlano chiaro e confermano quanto denunciamo da mesi: sono i Comuni, le comunità locali, le piccole imprese e i cittadini a pagare le scelte di questo esecutivo.

Lo dimostrano almeno cinque fatti concreti:

1) Il Fondo di solidarietà comunale per il 2025 non è stato versato per intero. Il ministero dell’Interno, con nota ufficiale del 12 giugno, ha ammesso che non c’erano fondi sufficienti in cassa, e ha rinviato a data da destinarsi il saldo residuo. Se davvero mancano 'solo' 71 milioni, come qualcuno tenta di minimizzare, la cosa è ancora più grave: vuol dire che neppure quelle somme irrisorie sono disponibili. 2) Il bando per i piccoli comuni, previsto dall’art. 1, comma 563, della Legge di Bilancio 2023, è bloccato da quasi un anno. La graduatoria è stata pubblicata il 4 agosto 2024, ma nessuno dei Comuni beneficiari ha ricevuto alcuna comunicazione, né tantomeno le risorse. Tra questi, numerosi piccoli Comuni sardi, oggi lasciati nell’incertezza. 3) Il definanziamento delle opere comunali già appaltate ma senza contratto firmato entro il 31 dicembre 2024 è un altro indizio evidente della necessità di rastrellare risorse a danno degli enti locali. Un’interpretazione restrittiva della delibera CIPESS sta penalizzando anche Comuni che avevano già concluso le procedure di gara. 4) A tutto ciò si aggiunge il taglio di 1,6 miliardi alle Province, che aggrava ulteriormente la condizione degli enti territoriali, con effetti negativi sui servizi locali. 5) Infine, il ridimensionamento del PNRR su asili nido e case della salute, per dirottare fondi verso le grandi aziende di Stato, completa un disegno preciso: fare cassa sacrificando i territori. Tre indizi fanno una prova. Qui siamo già a cinque".

Così il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio.

"A fronte di tutto questo - conclude Lai - stupisce l’atteggiamento di esponenti del centrodestra pronti a difendere a spada tratta l’operato del governo. Prima di lanciarsi in arringhe d’ufficio, dovrebbe avere l’umiltà di leggere i documenti ufficiali. Si accorgerebbero che la cassa langue, e che le promesse verso i piccoli Comuni sono rimaste senza risorse e senza risposte. Il resto sono chiacchiere. E noi non ci stiamo".

 

19/06/2025 - 11:45

“Con l’inizio degli esami di maturità e la fine dell’anno scolastico è tempo di bilanci, ma per il mondo della scuola le notizie non sono buone. Ancora una volta, la destra considera l’istruzione un ambito su cui risparmiare, come dimostrano i tagli alle cattedre in legge di bilancio ed i limiti alla formazione di nuove classi inseriti nell’ultimo decreto PNRR scuola”. Lo dichiara Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura della Camera.

“Il ministro Giorgetti – aggiunge l’esponente dem - ha parlato di calo demografico come se fosse una giustificazione per ridurre gli investimenti, quando invece dovrebbe essere un’occasione per rilanciare la scuola: classi meno affollate, sperimentazioni didattiche, ambienti innovativi. E invece, come ai tempi della ministra Gelmini, la scuola torna ad essere lo strumento per fare per i conti pubblici. Il Partito Democratico chiede che la questione educativa diventi una priorità vera, non solo a parole. La denatalità non deve essere un alibi, ma un’opportunità strategica: servono investimenti, non tagli. Per questo chiediamo un confronto ampio con tutte le forze politiche e sociali, come auspicato dallo stesso Giorgetti. Noi ci siamo e siamo pronti a contribuire con proposte serie e costruttive".

“Purtroppo – conclude Manzi – il ministro Valditara mostra ancora una volta una profonda sfiducia verso il mondo scolastico. Pensa agli studenti solo in termini punitivi e guarda con nostalgia ad un passato idealizzato. La scuola ha bisogno dell’esatto opposto: di fiducia, di visione, di un grande patto educativo tra istituzioni, docenti, studenti e famiglie. Solo così si potrà affrontare davvero la sfida del presente e costruire il futuro”.

 

18/06/2025 - 17:59

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha rappresentato e rappresenta una leva fondamentale per il rilancio economico e sociale del Paese. Per questo, come richiesto dal gruppo PD al Parlamento europeo, ritengo utile lavorare in UE, se possibile, per una modifica normativa che consenta una proroga di 18 mesi rispetto all'utilizzo dei fondi restanti del Next Generation EU non ancora spesi”, dichiara Piero De Luca, capogruppo del Partito Democratico nella commissione affari europei della Camera.
“Il Governo italiano – prosegue – cosa intende fare? Intende sostenere in Consiglio questa istanza, considerato anche i gravi ritardi nell'attuazione del Piano in Italia di cui è responsabile, e che rischiano di mettere in discussione milioni di euro destinati a opere pubbliche nei nostri territori? È una richiesta del resto che arriva da sindaci, amministratori locali e cittadini, che non possono essere penalizzati per colpe non loro. Con la stessa chiarezza – aggiunge De Luca – diciamo no all’ipotesi di destinare le risorse del PNRR e del Next Generation EU alla spesa militare. Chiediamo al Governo Meloni e alla sua maggioranza – conclude – di fare ogni sforzo per rispettare il cronoprogramma stabilito, ma di attivarsi comunque con urgenza in sede europea per evitare di perdere questa occasione storica per colpa della sua inerzia ed incapacità.”

18/06/2025 - 12:00

“Ancora nessuna certezza sulla riassegnazione delle risorse sottratte ai comuni dal Governo Meloni con la rimodulazione del Pnrr oltre due anni fa. Il Ministero dell’Interno continua ad essere vago mentre moltissimi enti locali in tutta Italia hanno enormi difficoltà per far quadrare i bilanci e iniziare o completare le opere previste”: è quanto dichiara la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè sulla discussione della interrogazione sul Piano nazionale di Ripresa e resilienza svolta a Montecitorio.
“Quello che sappiamo ad oggi è che circa 1900 opere pubbliche, già finanziate dal PNRR, hanno subito per decreto nel maggio del 2023 una decurtazione delle risorse; si tratta peraltro di interventi che riguardano settori chiave quali la messa in sicurezza dei territori colpiti dal rischio idrogeologico, la manutenzione e la riqualificazione di infrastrutture viarie e l'idoneità degli edifici pubblici e delle scuole. Il governo ha ribadito in più occasioni che tali somme verranno restituite ma i comuni interessati non hanno avuto alcuna informazione e soprattutto non vi è ancora nessuna certezza sulla tempistica. L’interrogazione che ho presentato aveva proprio l’obiettivo di definire modalità chiare ma ancora volta questa destra ‘manda la palla in tribuna’ senza dare nel merito ai comuni alcuna informazione utile”: conclude.

16/06/2025 - 19:00

“Proprio questa mattina Svimez ha lanciato l’ennesimo avvertimento al Governo Meloni, stimando che i 2/3 della crescita del Mezzogiorno dipendono dalla piena attuazione del PNRR.  Il Piano rappresenta un’opportunità enorme per i territori meridionali ma rischia anche di diventare un boomerang se le risorse non verranno spese interamente, visto che da quando la destra governa il Paese tanti investimenti e politiche pubbliche nazionali sono stati o amputati o addirittura abbandonati.”
Così Piero De Luca e Ubaldo Pagano, rispettivamente Capigruppo del Partito Democratico in Commissione Politiche dell’UE e in Commissione Bilancio a Montecitorio, a margine della Tavolo rotonda “34 & 40% al Sud”, tenutosi nel pomeriggio a Lamezia Terme.
“Per il Governo Meloni il PNRR è ad oggi un fallimento. Come se non bastasse, lo stesso Governo ha definanziato una serie di fondi ulteriori dedicati alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno: a partire dal fondo perequativo infrastrutturale, fino ad arrivare al progetto della ZES Unica, passando per i miliardi di euro tolti al Fondo di Coesione e agli enti locali per finanziare il Ponte sullo Stretto. Oggi parlare di effettivo rispetto della clausola del 40% in favore del Sud è pura utopia, considerato che gli ultimi dati pubblici a riguardo sono fermi al 31 dicembre 2023. Un fatto che, purtroppo, non deve stupire, visto il totale disinteresse che questo Governo dimostra ogni giorno verso il futuro del Mezzogiorno e la completa assenza di trasparenza che contraddistingue il suo operato. Uno scenario che sarebbe stato addirittura peggiore se la Corte Costituzionale non avesse smantellato la follia secessionista dell’autonomia differenziata firmata da Calderoli.”

 

16/06/2025 - 14:53

“Il Decreto Infrastrutture stanzia appena 20 milioni di euro: una cifra del tutto insufficiente rispetto alla portata e alle necessità degli interventi previsti. Parliamo di opere strategiche per il Paese che richiedono ben altre risorse e una visione più ampia. Ad oggi non ci sono impegni concreti per rifinanziare gli interventi previsti negli accordi di programma con Anas e RFI, né per completare le opere portuali e le banchine collegate alle opere PNRR.
Gravi lacune riguardano anche le connessioni ferroviarie, che restano incomplete, e soprattutto la manutenzione delle strade provinciali: il governo ha tagliato il 70% delle risorse destinate a investimenti e manutenzioni, senza prevedere misure strutturali per colmare questa mancanza. Gli unici interventi in materia arrivano sotto forma di emendamenti che dovranno essere votati nella Commissione referente.
Come Partito Democratico riteniamo che questo sia un decreto sbagliato, carente nella visione e nelle risorse. Per questo abbiamo presentato una serie di emendamenti con l’obiettivo di rafforzarlo, garantendo finanziamenti adeguati alle opere prioritarie e dando risposte concrete ai territori. Chiediamo alla maggioranza di accogliere le nostre proposte per correggere una direzione altrimenti miope e penalizzante per il Paese”.
Lo dichiara Marco Simiani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Ambiente alla Camera.

12/06/2025 - 16:48

“L’Ufficio Parlamentare di Bilancio lo ha confermato: la riforma dell’IRPEF voluta dal centrodestra non alleggerisce il carico fiscale, ma lo aumenta per buona parte del ceto medio. È esattamente ciò che il Partito Democratico denuncia fin dall’inizio di questa legislatura: una riforma sbagliata, che penalizza i contribuenti e contribuisce all’aumento della pressione fiscale, in aperta contraddizione con le promesse elettorali del governo Meloni”. Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio della Camera.

“In un contesto economico internazionale già critico – aggiunge l’esponente dem – con la frenata del Pnrr, l’inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti e la fragilità dell’economia italiana, il governo continua a raccontare un Paese che non esiste. Mentre gli altri Paesi programmano il futuro con serietà, l’esecutivo Meloni preferisce rifugiarsi nella propaganda, ignorando la realtà dei dati e delle difficoltà. Siamo alla quarta modifica del PNRR, dopo che il governo aveva promesso di rivoluzionarlo rispetto alla versione Draghi. Ma la verità è che il livello organizzativo e la capacità di attuazione non sono neanche lontanamente paragonabili. Molti obiettivi non sono stati raggiunti e i dati che il governo sbandiera sono gonfiati: si basano sull’assegnazione di gare e contratti, ma non c’è alcuna certezza che le opere verranno effettivamente completate entro il termine del 31 dicembre 2026. Il rischio concreto è che le imprese vadano pagate e l’Europa non rimborsi l’Italia.”

“Un grande Paese come l’Italia – conclude Pagano - dovrebbe affrontare questa fase convocando maggioranza e opposizione attorno a un tavolo. Il Pnrr è nato grazie a un lavoro condiviso, con l’ex governo Draghi, e oggi va salvaguardato. Se perdiamo quei fondi, insieme a quelli strutturali europei, ci condanniamo a una crescita nulla. E se non si crea ricchezza, si distribuisce solo povertà. Il Pd è disponibile al confronto, ma il governo preferisce ignorare i problemi e ostentare sicurezza. A loro diciamo: non è in gioco una carriera politica, è in gioco il destino di milioni di cittadine e cittadini”.

 

11/06/2025 - 19:06

“L'Italia naviga senza rotta, senza una visione dello sviluppo infrastrutturale in un'epoca di grandi cambiamenti. E’ ferma sulle sue gracilità e sulle sue debolezze. Si investe soprattutto grazie a quel Pnrr prima boicottato dalla destra e poi stravolto e rallentato. Ma, soprattutto, per il dopo Pnrr il governo non ha messo in campo alcuna strategia. Non c’è alcuna idea di futuro del Paese. Il sistema ferroviario e stradale si regge su una colonna vertebrale e sulle braccia, ma senza costole e senza gambe, per usare un'immagine tratta dalla fisiologia umana. Una colonna peraltro già sovraccarica che sta andando incontro al collasso. Il governo si è buttato sull'avventura Ponte sullo Stretto, un inghiottitoio di denaro pubblico a difesa del quale è stato approvato il decreto Sicurezza per vietare ogni protesta pacifica, cancellando tutti gli strumenti di pianificazione e programmazione degli investimenti”.

Così il deputato democratico della commissione Trasporti, Roberto Morassut, intervenendo in Aula nella discussione delle mozioni sulle Infrastrutture.

“Cosa sta facendo il governo - ha aggiunto - per recuperare il gap di innovazione e modernizzazione tecnologica della rete ferroviaria? Prima si sono affacciati scenari di privatizzazione, poi immediatamente ritirati. Poi si annuncia una riforma sui porti, che però sparisce nel dimenticatoio, ma abbiamo capito che la vera intenzione era sintetizzata dalla parola magica della privatizzazione delle autorità portuali trasformate in Spa, con il seguito delle zuffe sulle nomine. Nel frattempo si è dato il via alla privatizzazione degli interporti, compromettendo la sovranità stessa del nostro Paese. Nessuna programmazione anche sul trasporto pubblico locale e sulla continuità territoriale. Due settori fondamentali il cui unico annuncio è stato l’aumento delle tariffe. Chiediamo - ha concluso - che il governo cambi rotta o, meglio, ne assuma una e coinvolga il Parlamento nelle scelte”. 

 

11/06/2025 - 12:41

“La fotografia dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio è chiara: il Paese è esposto a rischi economici crescenti, i ritardi del PNRR mettono a repentaglio la crescita, il carico fiscale reale aumenta e le previsioni sul debito si basano su ipotesi ottimistiche, come le privatizzazioni. Di fronte a tutto questo, il Governo continua a illudere i cittadini con propaganda e slogan, senza affrontare i nodi strutturali.” Lo dichiara Silvio Lai, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Bilancio della Camera.
“I dati sul PNRR – sottolinea l'esponente dem - sono allarmanti: solo un terzo della spesa complessiva è stato effettivamente realizzato e appena il 32% dei progetti è nella fase conclusiva. Questo significa che molte risorse rischiano di restare inutilizzate.”
“Serve un Governo che metta al centro il lavoro, la giustizia sociale, la coesione territoriale e la sostenibilità, non operazioni di facciata. Serve un Governo che si rimbocchi le maniche e inizi a lavorare piuttosto che dedicarsi alla propaganda che prima o poi si scontra con la realtà”, conclude Lai.

11/06/2025 - 12:38

“PNRR a rischio, lavoratori penalizzati e spazi di bilancio prosciugati. Il quadro tracciato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio demolisce pezzo dopo pezzo la narrazione di un’economia in salute, come cercano di raccontarci da tempo la Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti. La realtà, purtroppo, è molto diversa. Le risorse dell’ultima manovra per abbassare l’IRPEF ai lavoratori dipendenti sono già state neutralizzate dall’inflazione dell’ultimo biennio, le speranze di crescita del Paese sono sempre più aggrappate alla piena attuazione di un PNRR che sembra irrealizzabile ogni giorno di più e per rispettare gli impegni internazionali sulla difesa o le promesse agli italiani sulla sanità, il governo Meloni, che ha già aumentato la pressione fiscale da quando si è insediato, sarà costretto ad aumentare ancora le tasse e a tagliare ulteriormente i servizi pubblici tra cui sanità e trasporti pubblico. È questa l’Italia di Giorgia Meloni, dopo appena due anni e mezzo di governo. Un Paese fragile che usa la carota con i ricchi e il bastone con gli ultimi”.

Così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, in merito al rapporto dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio presentato oggi.

 

10/06/2025 - 15:50

“Il tema delle infrastrutture e centrale per il futuro del nostro Paese. Ecco perché va garantito l’impegno di investire il 40% delle risorse al Sud, territorio sottoposto ad un pericoloso e ormai cronico ritardo. E’ necessario ribadire che non va assolutamente privatizzata Fs, anzi va mantenuta la centralità del controllo pubblico anche sulla gestione dei porti e degli interporti ed è fondamentale monitorare i cantieri del Pnrr ferroviario. Ritardi e negligenze non possono più essere tollerate. Con la nostra mozione chiediamo al governo di porre il trasporto pubblico locale al centro dell’azione di riorganizzazione dell’intero sistema. Ci sono regioni, come la Sicilia ad esempio, dove la causa principale della dispersione scolastica è dovuta ad un servizio che non è in grado neanche di far arrivare a scuola gli studenti. Sul Tpl non si scherza. Il governo deve impegnarsi con un investimento vero, solido, lungimirante, in grado di dare le risposte che i cittadini si attendono. Si tratta di uno snodo cruciale che restituirebbe valore alla nostra stessa democrazia”.

Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula nella discussione generale sulla mozione Infrastrutture presentata dal Pd, con primo firmatario Roberto Morassut.

 

03/06/2025 - 17:24

“5660 cattedre in meno nella scuola, 2174 posti tagliati al personale ATA nel 2026/2027. Sono numeri reali, nero su bianco nell’ultima legge di bilancio, e oggi stanno diventando realtà nei territori: meno classi, meno docenti, meno opportunità. Il governo Meloni colpisce al cuore l’istruzione pubblica, nascondendo dietro il calo demografico una logica ragionieristica inaccettabile”. Lo ha detto in Aula alla Camera Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, nel corso delle dichiarazioni di voto finali al dl Pnrr e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026, esprimendo il voto contrario del Gruppo dem.

“A peggiorare il quadro – ha evidenziato l’esponente Pd – nel decreto si stabilisce che dal 2026/2027 non si potranno costituire più classi di scuola secondaria superiore di quante ce ne siano state nel 2023/2024, a prescindere dal numero di studenti. Una norma che rischia di portare a sovraffollamento delle classi, soprattutto nelle aree più fragili del Paese. Una vera e propria macelleria sociale. Con la riforma degli istituti tecnici si riducono le ore di insegnamento generale nel biennio, si anticipano i percorsi PCTO, senza risorse aggiuntive, laboratori, formazione o investimenti per l’orientamento. Un’idea miope che non valorizza l’istruzione tecnica e perde la grande scommessa rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza.”

“Infine non è possibile ignorare – ha concluso Manzi - l’emendamento sul pre-ruolo universitario inserito nel passaggio al Senato: si moltiplicano le figure precarie nella ricerca senza nuove risorse, senza tutele. È un colpo alla dignità del lavoro accademico e un tradimento degli impegni presi con l’Europa. Il Partito Democratico ha presentato proposte concrete per contrastare la povertà educativa, per garantire qualità e continuità nel lavoro di chi fa scuola e ricerca, per venire incontro anche alle richieste migliorative relative al contratto di ricerca. Non si è mai pensato da parte della maggioranza di aprire un vero confronto di merito su questo. E questo decreto va nella direzione opposta da quella che vorremmo attuare. Ecco perché votiamo contro, e continueremo ad opporci a questa visione nelle Aule parlamentari e nel Paese, per ribadire che tutto questo non è e non sarà mai a nostro nome”.

 

03/06/2025 - 15:57

"Accolgo con soddisfazione il parere favorevole all’ordine del giorno che ho presentato al dl Pnrr e per l'avvio dell'anno scolastico 2025/2026, volto a sollecitare l’adozione del decreto ministeriale necessario per dare piena attuazione al servizio di sostegno psicologico nelle scuole. È un passaggio importante, ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti". Così la deputata dem Rachele Scarpa, responsabile Giovani e Salute del Pd, prima firmataria della proposta di legge “Chiedimi come sto” per l’istituzione del supporto psicologico a scuola.

"La salute mentale dei giovani - ha aggiunto l'esponente dem - è una priorità che non può più essere rinviata. L’accesso al supporto psicologico rimane ancora oggetto di stigma e soprattutto è ancora legato alla disponibilità economica di ciascuna famiglia. Solo con una vera e sistematica azione di prevenzione, a partire dai luoghi più frequentati dalla comunità studentesca e giovanile, possiamo cambiare le cose. Abbiamo già uno stanziamento previsto, 10 milioni per il 2025 e 18,5 milioni annui dal 2026, ma senza il decreto attuativo, tutto resta fermo. La sperimentazione non resti sulla carta, ma parta presto, in modo efficace, e diventi una misura strutturale e permanente".

"Questa iniziativa – conclude Scarpa – non riguarda solo gli studenti, ma anche i docenti e la comunità educante tutta, spesso in prima linea nel gestire situazioni complesse. Dobbiamo garantire loro un supporto adeguato e creare finalmente una cultura della prevenzione, della promozione del benessere psicologico e dell’ascolto all’interno della scuola italiana".

 

03/06/2025 - 13:18

“Perché la ministra Bernini non è presente in Aula mentre si discute un provvedimento nel quale è pesantemente intervenuta? Siamo davanti ad un atto di vero teppismo politico: la riforma impantanata in Parlamento, nella notte, viene trasformata in un emendamento per essere approvata al Senato e oggi alla Camera. La ministra Bernini ha rubato i diritti e le tutele per i ricercatori precari ed è scappata, smantellando una riforma che era stata fatta da tutti insieme durante il governo Draghi”. Lo dice il deputato Matteo Orfini nella dichiarazione di voto sul Dl Pnrr e avvio dell'anno scolastico 2025/26.
“È grave – sottolinea l'esponente Pd - che questo governo venga meno a quegli impegni e lo faccia con argomenti falsi, con una forma di insopportabile paternalismo: i ricercatori hanno una voce e hanno il diritto di parlare per se stessi, ma l'esecutivo non ha l'umiltà di ascoltarli e, invece, con un meccanismo perverso di flessibilità al risparmio, precarizza la loro vita”.
“Siamo di fronte ad un ricatto, c'è un sistema malato, feudale di schiavismo accademico che rende il mondo universitario ingiusto. C'è bisogno di una ricerca sana, non precaria, e il bisogno di correggere il metodo proposto dal governo: per mantenere gli impegni presi, sono necessarie le giuste risorse, quelle stesse risorse che il governo impegna su cose che non servono a nulla come i centri in Albania. Spiace che la senatrice Cattaneo abbia con la sua firma avallato un metodo che umilia il Parlamento. E spiace che la presidente della CRUI e il presidente dell'Accademia dei Lincei abbiano plaudito al ritorno alla precarietà”, conclude Orfini.

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