Chi gioca con il diritto di sciopero ha un’idea autoritaria della democrazia. Interloquisca con le ragioni della mobilitazione anziché condizionare la commissione di garanzia. Vuole la museruola. #Salvini si occupi di rinnovare i contratti. Faccia il suo mestiere se ne è capace.
Lo scrive su X il deputato Arturo Scotto.
“Il Ministro Salvini ha il solito atteggiamento da bullo. Non si interroga mai sulle cause dello sciopero dei trasporti, pensa che siano una perdita di tempo. Siamo davanti a un uso politico della precettazione. Non sa che per scioperare i lavoratori scelgono di rinunciare a un giorno di stipendio. Dovrebbe avere più rispetto e soprattutto impegnarsi a dare uno sbocco contrattuale a questa vertenza: anziché continuare ad attaccare i sindacati si occupi delle condizioni dei lavoratori”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto.
Presentata interrogazione al ministro Nordio
"Ho presentato un'interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio per sapere il motivo per cui non è stata istituita una tribuna elettorale nel Carcere di Monza in vista delle elezioni suppletive del 22 e 23 ottobre, come richiesto dal candidato Marco Cappato.
La richiesta di Cappato è stata anche avanzata dalla Direttrice del Carcere di Monza, Cosima Buccolieri, e da diverse forze politiche e figure istituzionali. È importante garantire ai detenuti il diritto di essere informati sulla prossima tornata elettorale e sui candidati, rafforzando così la partecipazione civica anche tra coloro che si trovano in detenzione. Voglio esprimere piena solidarietà ai partecipanti allo sciopero della fame come forma di protesta pacifica per richiamare l'attenzione sulla questione. È fondamentale garantire il diritto al voto e l'accesso alle informazioni politiche per tutti i cittadini, inclusi i detenuti."
Così la deputata del Pd Lia Quartapelle.
“In considerazione dello “sciopero bianco” promosso dai giornalisti della tgr da mercoledi 4 ottobre, chiediamo al presidente della commissione di audire quanto prima l’amministratore delegato della Rai e il direttore della Tgr”. Cosi una nota dei componenti Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
“Con la mancata firma dei servizi, a seguito delle dinamiche che hanno portato alla nomina del caporedattore della Tgr Sardegna e la mancanza di qualsiasi confronto, nonché in relazione alle prospettive manageriali ed editoriali che riguardano la Tgr, chiediamo che possa essere calendarizzata al più presto la nostra richiesta”, concludono i parlamentari.
“Ieri, 18 settembre, a seguito di uno sciopero di 8 ore indetto da Fim Fiom e Uilm si è fermata la produzione dello stabilimento Stellantis di Melfi in Basilicata e di tutto l’indotto.
Chiediamo pertanto al Governo e ai Ministeri competenti in considerazione di tale sciopero cosa intendono fare per accelerare la definizione dell’accordo nazionale con Stellantis e di farsi parte attiva per tutelare il lavoro e i lavoratori”. Lo dichiara il deputato del Pd, Enzo Amendola, che ha presentato una interrogazione ai Ministri delle Imprese e del Lavoro.
“Lo stabilimento lucano - spiega Amendola - è assolutamente strategico e il mancato arrivo dei componenti, le incertezze sui modelli e in particolare sul quinto modello in aggiunta dei quattro annunciati dall’azienda necessitano di risposte adeguate e certe per i lavoratori; la mancata definizione dell’accordo nazionale tra Stellantis e Governo italiano accresce infatti questa incertezza”, conclude il deputato dem.
"Questa mattina all' Aeroporto di Bologna abbiamo partecipato alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil in occasione dello sciopero generale per la sicurezza sul lavoro.
È molto importante che le organizzazioni sindacali unitariamente indichino ancora una volta questa priorità.
Tutti sono chiamati a fare la loro parte. Servono interventi normativi, in particolare sui subappalti. Serve la cultura della sicurezza sul lavoro. Servono controlli più continuativi ed efficaci". Così i deputati democratici Andrea De Maria e Virginio Merola.
“La decisione assunta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, è grave e immotivata. Grave, perché le organizzazioni sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori del trasporto ferroviario hanno legittimamente deciso di scioperare, nel rispetto della normativa vigente sulle astensioni dal lavoro, per ottenere il rinnovo del contratto nazionale, i piani di assunzione, la trasparenza nella governance e contro le eccessive esternalizzazioni. Immotivata, perché già da oltre un mese il Mit era stato informato della mobilitazione indetta dai sindacati e i tavoli di confronto convocati solo a poche ore dall’inizio dello sciopero si sono rivelati inutili e inconcludenti. Salvini dovrebbe avere maggior rispetto e anche un’idea di come affrontare le emergenze della più grande azienda di trasporto del Paese. Invece dal leader della Lega sentiamo solo retoriche dichiarazioni che non affrontano i temi sul tappeto”.
Lo dichiara la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio.
“Stamattina al cambio turno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco abbiamo incontrato una delegazione di lavoratori che nei giorni scorsi hanno scioperato per le condizioni dei carichi di lavoro in fabbrica. Due giorni fa in un question time che abbiamo rivolto al Governo la risposta è stata molto debole ed evasiva: non c’è nessuna iniziativa in campo per garantire a Pomigliano la piena occupazione, la limitazione della cassa integrazione e turni di lavoro accettabili sia sul terreno della salute che della sicurezza. Accanto a questo c’è la vertenza che riguarda i 28 lavoratori di Fca service da poco esternalizzati e verso cui chiediamo che prefettura e regione attivino immediatamente un tavolo. Occorre che si riaccendano i riflettori, anche alla luce della enorme partecipazione allo sciopero indetto dal sindacato nei giorni scorsi, sul destino produttivo dello stabilimento di Pomigliano”.
Lo dichiarano i deputati Pd-Idp Arturo Scotto e Marco Sarracino, responsabile dem Coesione territoriale, Sud e aree interne.
“Lo sciopero indetto dai sindacati il 26 maggio è molto preoccupante. Ancora più preoccupante è il voler levare il canone dalla bolletta. Il Governo ci dica chiaramente se vuole che la Rai chiuda o meno. Il canone rappresenta i 2/3 del bilancio della Rai”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai, a margine dell’audizione dei sindacati in commissione Vigilanza Rai.
“La maggioranza appare divisa - aggiunge Graziano - e in confusione, Lega e Fdi e Fi sembrano non andare nella stessa direzione e questo crea molto sconcerto. Per questo abbiamo chiesto che venga al più presto audito in commissione il ministro dell’Economia”.
“Per noi è fondamentale avere il servizio pubblico”, conclude Graziano.
“Quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis; quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa”.
Queste le richieste contenute nella seguente interpellanza rivolta dal Gruppo Pd della Camera al ministro Nordio in merito agli ascolti delle conversazioni fra Cospito e altri detenuti al 41 bis nel carcere di Sassari e alle scelte rispetto all’assegnazione del gruppo di socialità del detenuto Cospito. L’atto parlamentare è firmato dalla capogruppo Debora Serracchiani, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal vice segretario e vicecapogruppo alla Camera Peppe Provenzano, dal del deputato Silvio Lai e dal capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi. Analoga interrogazione la presentiamo al Senato, a firma della capogruppo Simona Malpezzi, dei membri della commissione Giustizia Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli e dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.
INTERPELLANZA
I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della Giustizia; per sapere; premesso che:
i cosiddetti circuiti penitenziari dovrebbero avere la finalità di preservare l’ordine e il funzionamento degli istituti penitenziari, e sono prevalentemente regolati in via amministrativa da una serie di circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che disciplinano l’esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, secondo i criteri individuati dagli artt. 13 e 14 della legge n. 345 del 1975 che, nel tendere all’individualizzazione del trattamento, prevedono che la popolazione carceraria sia raggruppata per categorie omogenee, ciò sia perché le possibilità di successo di un programma risocializzante sono collegate all’omogeneità e all’affinità del gruppo di trattamento, sia perché, sempre nella medesima prospettiva, occorre evitare “influenze nocive reciproche”;
la circolare del DAP n. 3359/5808 del 21 aprile 1993 originariamente ne prevedeva tre, alta sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, ma la circolare del DAP n. 3619/6069 del 21 aprile 2009 ha ulteriormente suddiviso la cosiddetta “alta sicurezza” in tre circuiti: Alta Sicurezza 1 (A.S. 1) in cui sono collocati i “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso”, Alta Sicurezza 2 (A.S. 2) , per “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”, e Alta Sicurezza 3 (A.S.3), in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali;
la creazione di appositi circuiti penitenziari è prevista anche dall’art. 32 d.P.R. n. 230 del 20009, e nasce, soprattutto, in seguito ai gravissimi delitti compiuti dalla criminalità organizzata nei primi anni novanta, anche in risposta alle osservazioni critiche che avevano riguardato il regime di detenzione indifferenziata, nonché dall’esigenza di evitare le influenze negative tra i detenuti, per prevenire il pericolo che gli appartenenti al crimine organizzato potessero svolgere attività di proselitismo nei confronti dei delinquenti comuni, oppure si potessero avvalere dello stato di soggezione di questi ultimi nei loro confronti, e per evitare, dunque, la commistione tra soggetti appartenenti a diverse consorterie organizzate di tipo mafioso o terroristico;
il detenuto Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di massima sicurezza “Giovanni Bacchiddu” di Sassari, a Bancali, il 4 maggio 2022 è stato trasferito in regime di cui all’art. 41- bis, prima di allora era detenuto in regime di alta sicurezza A.S. 2;
dalle risposte di diniego alle istanze di accesso agli atti inoltrate alla Sua amministrazione dai deputati Lai, Bonelli e Grimaldi, si apprende che il detenuto Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, il giorno 24 dicembre 2022, in costanza di applicazione del regime di 41 – bis, viene inserito in “un nuovo gruppo di socialità e passeggi composto da: Rampulla Pietro, Di Maio Francesco, Cammarata Pietro”, pericolosi boss della mafia, ‘ndrangheta e camorra;
emerge, sempre dalle citate risposte del Suo ministero, che non risultano attività di ascolto di interlocuzioni, definite come frutto di “mera attività di vigilanza amministrativa”, tra Cospito altri detenuti fino al 23 dicembre 2022, data a cui risale la trascrizione del primo colloquio, poi ripetutasi il’11 gennaio 2023;
nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 10 febbraio, l’ex senatore Luigi Manconi, dichiarava che “fino al 23 dicembre 2022 il gruppo di socialità di Cospito al 41-bis era composto da detenuti ritenuti inoffensivi. Con il gennaio del 2023 il gruppo di socialità cambia e in luogo di quei detenuti arrivano tre boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Sono quelli di cui vengono registrate le conversazioni con Alfredo Cospito" "Su quei brandelli di conversazione nasce e cresce la narrazione sul rapporto di Cospito e degli anarchici con la criminalità organizzata. Improvvisamente si registrano le conversazioni”.
Se non ritenga urgente adottare misure che rientrino nelle sue proprie prerogative al fine di fare luce sulle suddette dichiarazioni; quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis di cui in premessa, nonché quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa.
SERRACCHIANI, ORLANDO, LAI, PROVENZANO, GIANASSI
"Al carcere di Bancali a Sassari si vorrebbe trasferire un detenuto con gravi problemi di salute mentale e violento, allontanato nel passato da quell'istituto per i problemi che allora già si manifestarono. È una decisione inopportuna anche per altri motivi legati alle criticità che sta vivendo quel carcere. Per questo ho depositato una interrogazione urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sollevare la questione unitamente alle problematiche legate alla carenza di personale di cui soffre il carcere". Lo dichiara il deputato sardo del Pd, Silvio Lai.
"Non solo - prosegue l'esponente dem - in Sardegna il sistema carcerario soffre di una particolare condizione di carenza di personale, in particolare mancano le figure apicali e di riferimento: su dieci strutture solo tre dispongono di un direttore, mentre per le altre sette è prevista la cosiddetta 'direzione a scavalco' con altri istituti penitenziari. Per di più la casa circondariale 'Giovanni Bacchiddu' di Sassari, a Bancali, un carcere appartenente al circuito di Alta Sicurezza e con reparti destinati a detenuti sottoposti al regime di cui all’articolo 41 -bis della legge sull’ordinamento penitenziario, si trova in serie condizioni di carenza di personale. Il direttore è stato recentemente sostituito, ma con una soluzione ancora provvisoria, manca un comandante della polizia penitenziaria, inoltre, su cinque funzionari previsti dalla pianta organica ad oggi non ne risulta nessuno assegnato; su ventinove ispettori di polizia penitenziaria ne sono presenti solo cinque, su quaranta sovrintendenti previsti solo ne risultano in servizio solo quattro".
È noto altresì - conclude Lai - che nell’istituto penitenziario in questione un detenuto sottoposto al 41 – bis ha scelto lo sciopero della fame come forma estrema di protesta. La situazione relativa all’assistenza sanitaria è già decisamente precaria e l’attenzione anche mediatica su questa vicenda rischia di generare una pressione e un aumento del rischio in merito alla sicurezza per il personale e per i detenuti, nonché per le comunità del territorio. Per questo è urgente che il ministro Nordio apra un fascicolo sul carcere di Bancali e assuma decisioni conseguenti evitando che si aggiungano ulteriori elementi di precarietà".
"Questa mattina ho portato la mia solidarietà ai lavoratori in sciopero della Sherwin Williams di Pianoro. L'azienda ha aperto la procedura per numerosi licenziamenti e vi è grande preoccupazione per il mantenimento di un presidio produttivo di grande importanza per il territorio. Ho confermato ai rappresentanti della RSU e delle organizzazioni sindacali il mio impegno ad assumere tutte le iniziative parlamentari che possano essere utili a sostenere la loro vertenza".
Così il deputato democratico Andrea De Maria.
“Oggi ho partecipato a Bologna alla manifestazione di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale contro la legge di bilancio. Per ascoltare e sostenere le ragioni del mondo del lavoro. Una iniziativa importante su una piattaforma che pone temi di grande valore. Come Gruppo PD alla Camera siamo in campo con i nostri emendamenti che mettono al centro le ragioni del lavoro, dello sviluppo, della qualità ambientale e sociale”. Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Una manovra profondamente iniqua, nei confronti del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare. Quello del governo di destra guidato da Giorgia Meloni è un provvedimento che guarda al Nord, che dimentica il Sud, le imprese e le persone in difficoltà economica e sociale”. Così il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo annunciando l’adesione del Partito allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il prossimo 13 dicembre, con una manifestazione che si terrà a Palermo.
“La situazione dello stabilimento Venator di Grosseto va risolta con urgenza: la proprietà non può pensare di cancellare i problemi di produzione licenziando i dipendenti, mentre le istituzioni devono definire modelli di sviluppo capaci di garantire la tutela di salute ed ambiente con la salvaguardia dei livelli occupazionali. La concomitanza con i lavori di Montecitorio mi impedisce di poter prendere parte alla manifestazione dei lavoratori, ma garantisco che sto valutando le iniziative parlamentari più efficaci per poter affrontare questa problematica che riguarda decine di famiglie, a cui va il mio pieno sostegno e la mia solidarietà”.
Così il deputato del Pd, Marco Simiani, sullo sciopero dei lavoratori di stabilimento e imprese dell’indotto in programma oggi a Grosseto.