13/05/2025 - 19:13

"Avevamo denunciato da giorni il silenzio informativo sui referendum. Oggi l’Agcom conferma nero su bianco ciò che andiamo ripetendo da tempo: il servizio pubblico non sta garantendo un’adeguata copertura informativa sui cinque quesiti referendari. Il richiamo formale dell’Autorità è la prova che le nostre preoccupazioni erano fondate", così Stefano Graziano, capogruppo democratico in commissione di vigilanza Rai. "È gravissimo che sia stato necessario l'intervento dell’Agcom per ricordare alla Rai — e a tutte le emittenti — il dovere di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa, soprattutto in vista di un appuntamento democratico come quello dell’8 e 9 giugno. Il servizio pubblico non può diventare uno strumento di propaganda al servizio della maggioranza di governo. I cittadini hanno il diritto di essere informati, non tenuti all’oscuro da scelte deliberate ai piani alti di Palazzo Chigi. Alla luce del richiamo ufficiale — conclude Graziano — chiediamo che la Rai e tutte le emittenti si mettano immediatamente in regola, ristabilendo equilibrio e pluralismo nell’informazione. È in gioco la qualità della nostra democrazia."

12/05/2025 - 16:33

“A meno di un mese dai referendum del 8 e 9 giugno, il servizio pubblico resta in silenzio. Nessuna trasmissione, nessun confronto, nessuna informazione utile ai cittadini per capire di cosa si vota. Un blackout informativo che non è casuale. La Rai sembra aver scelto la linea di Palazzo Chigi e del Presidente del Senato: far finta di niente, scoraggiare la partecipazione. Sarebbe molto grave e per questo presenteremo un’interrogazione in commissione di vigilanza per sapere perché la Rai non sta facendo il suo dovere e chi ha deciso di tenere i cittadini all’oscuro. Il servizio pubblico non può trasformarsi nello strumento di propaganda della maggioranza di governo. I cittadini hanno diritto a un’informazione completa e libera, soprattutto quando sono chiamati a esprimersi su temi cruciali come quelli contenuti nei quesiti referendari” così una nota dei componenti democratici della commissione di vigilanza Rai.

 

03/05/2025 - 13:23

“Nella giornata mondiale della libertà di stampa, i componenti del Partito Democratico della Commissione di vigilanza Rai esprimono pieno sostegno agli appelli provenienti dalle redazioni della Rai, in particolare da quelle impegnate nei programmi di approfondimento giornalistico come Report.
La cosiddetta "fase due" delineata dall'azienda rischia di compromettere seriamente l'equilibrio e la qualità dell'informazione del servizio pubblico. La prospettiva di svuotare redazioni che, nel corso degli anni, hanno formato professionisti di alto profilo, sostituendoli con nuove figure selezionate attraverso criteri non trasparenti, rappresenta un pericolo per la continuità e l'autorevolezza del giornalismo d'inchiesta.
Riteniamo che la Rai debba garantire la stabilizzazione dei lavoratori precari attraverso contratti giornalistici equi e trasparenti, evitando soluzioni che possano minare la qualità dell'informazione.
Invitiamo la Rai ad avviare un confronto costruttivo con le rappresentanze sindacali e le redazioni, al fine di definire un percorso condiviso che tuteli i diritti dei lavoratori e la qualità del servizio pubblico. Inoltre, chiediamo che la Commissione di Vigilanza Rai sia messa pienamente a conoscenza del percorso che la governance Rai intende portare avanti nella trasparenza e nel rispetto delle prerogative istituzionali” conclude la nota.

 

29/04/2025 - 19:48

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà alla redazione di Presa Diretta e al giornalista Riccardo Iacona, oggetto di un grave tentativo di delegittimazione attraverso un esposto indirizzato al coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio. Una situazione mai vista, gravissima. Il lavoro giornalistico di Presa Diretta rappresenta un esempio di informazione coraggiosa e documentata su uno dei più drammatici conflitti del nostro tempo. Denunciare i bombardamenti su Gaza e dare voce a osservatori indipendenti, come la relatrice ONU Francesca Albanese, è un dovere del servizio pubblico, non un crimine. Tentare di ridurre al silenzio chi racconta fatti scomodi, accusandolo di antisemitismo o disinformazione, è un attacco alla libertà di stampa e al diritto dei cittadini di essere informati. In un contesto in cui la libertà di espressione è sempre più sotto pressione, è fondamentale respingere ogni tentativo di condizionare l’informazione pubblica per via politica o ideologica. Chiediamo che la RAI continui a garantire pluralismo, autonomia editoriale e il diritto dei giornalisti di raccontare la realtà, anche quando fa discutere. Questo è il ruolo del servizio pubblico. Palazzo Chigi prenda immediatamente le distanze da questo grave tentativo di ingerenza e censura”. Così una nota dei componenti democratici della Commissione di Vigilanza Rai.

17/04/2025 - 18:12

“Mentre il ministro Giorgetti, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, afferma che il governo non è in grado di sostenere il Servizio Sanitario Nazionale perché il debito pubblico divora ogni tipo di spesa, anche la più nobile come la sanità o la scuola, alla Camera va in scena un surreale siparietto parlamentare”.
Così Simona Bonafè, deputata del Partito Democratico, commenta quanto accaduto oggi durante la discussione del decreto Pa.
“Tra mille emergenze vere che restano senza risposta, viene approvato un emendamento che ha un solo scopo: aumentare lo staff di diretta collaborazione del ministro della Salute Schillaci. Insomma, non riescono a trovare risorse per la salute dei cittadini, ma non hanno alcuna difficoltà ad aumentare gli incarichi nei ministeri. È la plastica rappresentazione di un governo che ha perso la bussola: taglia sulla sanità pubblica, ma allarga gli staff ministeriali. Una scelta sbagliata e offensiva nei confronti del personale sanitario e di milioni di cittadini in difficoltà”, conclude Bonafè.

17/04/2025 - 17:44

"Le notizie diffuse dall’Usigrai destano seria preoccupazione e impongono una riflessione urgente sul metodo con cui la Rai sta gestendo la delicata trattativa sulla stabilizzazione dei giornalisti precari. Il comportamento dell’Azienda – che ha diffuso numeri e criteri di assunzione direttamente nelle redazioni prima di presentarli al tavolo ufficiale con le rappresentanze sindacali – rappresenta una grave anomalia e un segnale di scarsa trasparenza nelle relazioni. È inaccettabile che un tema così delicato venga affrontato in questo modo, quando sono in gioco i diritti di chi da anni garantisce con professionalità e competenza l'informazione del servizio pubblico. Serve trasparenza, coerenza con gli impegni assunti. E un confronto credibile e responsabile con i rappresentanti dei lavoratori è condizione essenziale per tutelare la dignità di chi opera quotidianamente nei programmi e nelle testate della Rai, per rafforzare il ruolo del servizio pubblico come presidio di pluralismo, indipendenza e qualità dell’informazione. Continueremo a vigilare con attenzione e chiediamo che l’Azienda chiarisca quanto accaduto e ristabilisca immediatamente corrette condizioni di confronto". Lo dichiarano in una nota i componenti del Partito democratico nella commissione di vigilanza Rai.

17/04/2025 - 12:04

“Le opposizioni, tutte insieme, hanno compiuto un lavoro straordinario, costruendo una proposta di riforma condivisa per garantire l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo perché sta impazzando TeleMeloni, continua l'occupazione della Rai e non l'occuparsi della Rai. È ora di applicare il Regolamento europeo sul Freedom Media Act, senza ulteriori rinvii”. Così Stefano Graziano, capogruppo del Partito Democratico in Commissione di Vigilanza Rai.

 

“La Rai – aggiunge l’esponente Pd - è sotto attacco da tempo, vittima di un'occupazione politica sistematica che rischia di svilirne il ruolo fondamentale. Ma non parliamo certo dei 12.000 dipendenti che ogni giorno mandano avanti l’azienda, bensì dell’indirizzo editoriale e delle nomine calate dall’alto. Se entro l’8 agosto l’Italia non recepirà pienamente le direttive europee, il rischio è concreto: una procedura d’infrazione che si tradurrebbe in un ulteriore danno economico per i cittadini e in un colpo alla credibilità democratica del nostro Paese”.

 

“La Rai – conclude Graziano - deve tornare a essere la Rai dei cittadini, non dei governanti, con una governance indipendente dai partiti e capace di valorizzare le enormi risorse interne all’azienda. Il servizio pubblico deve trasformarsi da semplice broadcaster a digital media company, in grado di competere ad armi pari con gli altri attori del mercato europeo, e di investire davvero nella cultura, nell’innovazione e nell’informazione libera. Quella che proponiamo non è solo una riforma tecnica, ma una battaglia di civiltà e di democrazia, per difendere l’indipendenza dell’informazione e il diritto dei cittadini ad avere una Rai moderna, trasparente e libera”.

 

16/04/2025 - 20:10

"Schillaci accusa di disinformazione, ma è lui che sta nascondendo la verità. Il fallimento del decreto sulle liste d’attesa è evidente a tutti: la situazione è solo peggiorata, mentre il servizio sanitario pubblico continua a essere progressivamente indebolito. Se non si cambia rotta, la sanità rischia di diventare un privilegio per pochi, e non un diritto per tutti.” Così commenta Ilenia Malavasi, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali della Camera, che aggiunge: “Il ministro è nervoso perché i dati sul fallimento del decreto e del suo operato sono sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno milioni di cittadini sono costretti a fare i conti con un sistema sanitario in crisi: lunghe liste d’attesa, cure rinviate e un personale medico e infermieristico sempre più esausto e mal retribuito.”

16/04/2025 - 13:21

Ora c’è il braccio di ferro con le Regioni, di cui la maggior parte governate dal centrodestra, ma le liste d’attesa restano tutte lì. Il famoso decreto voluto dalla Meloni in fretta e furia a una settimana dalle elezioni europee non è servito a niente. Non c’era un euro in più e non c’era una strategia. Il decreto non affronta i nodi: la cronica carenza di personale, le risorse insufficienti destinate al sistema sanitario pubblico e la mancata valorizzazione delle strutture territoriali. Il risultato è che, anziché ridurre le attese, si sposta il problema, alimentando ulteriormente il ricorso alla sanità privata e accentuando le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Non è dando la colpa alle Regioni che si eliminano le liste. Un nuovo provvedimento che mette tutto in mano al governo centrale non servirà a niente se non si ha il coraggio di rimettere al centro il Servizio Sanitario Nazionale come diritto universale e non come costo da tagliare. Un fallimento totale sulla pelle dei cittadini.

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

 

16/04/2025 - 13:13

In merito al comunicato stampa diffuso ieri dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, relativo al conferimento del “Premio Odoardo Focherini per la libertà di stampa” alla giornalista Rai Stefania Battistini, si esprime sconcerto e ferma condanna per un’ingerenza che travalica ogni limite accettabile nei rapporti tra Stati.

È inaccettabile che una rappresentanza diplomatica straniera si permetta di sindacare sulle scelte legate alla libertà di stampa nel nostro Paese e, ancor più gravemente, si arroghi il diritto di indicare chi possa o non possa essere premiato, insinuando giudizi inaccettabili sul lavoro di una professionista dell’informazione.

Il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, così come ogni spazio di informazione libera e indipendente, non è terreno disponibile a pressioni o intromissioni esterne. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e non sarà messa in discussione da dichiarazioni intimidatorie o propagandistiche. Ci si attende una chiara presa di distanza anche da parte delle istituzioni italiane, a tutela della sovranità nazionale e del diritto di cronaca”. Così una nota dei componimenti democratici della Commissione di vigilanza Rai.

 

 

15/04/2025 - 15:42

"Il poliziotto che, alla manifestazione per la Palestina di Milano di sabato scorso, indossava un giubbotto dell'organizzazione neonazista polacca Narodowa Duma è stato identificato. Ma il problema sta a monte. Com'è possibile che un agente di polizia della Repubblica italiana, nata dalla liberazione dal nazifascismo, abbia potuto prendere servizio portando un simile capo d'abbigliamento senza che nessuno se ne accorgesse o glielo impedisse? Né un collega né un superiore: nessuno si è accorto di questo non trascurabile dettaglio?
E com'è possibile che gli agenti intervenuti al rave di Torino, domenica scorsa, abbiano manganellato le ragazze e i ragazzi che stavano lasciando l'area proprio eseguendo l'ordine di sgombero? Abbiamo visto video in cui alcuni poliziotti colpiscono con i manganelli i furgoni e le auto che si allontanano. Perché accanirsi contro chi, pacificamente, sta abbandonando l'area?
Le forze dell’ordine dovrebbero garantire l'ordine pubblico secondo i criteri di uno Stato democratico, rispettoso della libertà di riunione e di manifestazione, contrario all’uso sproporzionato e indiscriminato della forza pubblica.
Per questo ho presentato un'interrogazione al ministro Piantedosi perché faccia chiarezza su questi episodi che destano molta preoccupazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

 

15/04/2025 - 14:20

“È ormai chiaro che in Italia la governance della Rai è paralizzata da un Governo di centrodestra che non rispetta quelli che dovrebbero essere i principi cardine di un servizio televisivo pubblico al servizio dei cittadini e non riesce o non vuole designare i nuovi vertici aziendali.
Tutto questo si riverbera sul funzionamento dell’azienda e della stessa commissione di Vigilanza bloccata da oltre tre mesi.
Noi chiediamo che vengano rispettate le scadenze previste dell’EMFA (European Media Freedom Act), rimediando ai ritardi già in essere, in modo da rimettere al centro della discussione politica il pluralismo dell’informazione.
Chiediamo ancora una volta che venga avviato al più presto l’iter legislativo della nuova governance Rai, tutelando il ruolo e la funzione del servizio pubblico radiotelevisivo e la professionalità dei suoi dipendenti”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai a margine dell’incontro alla stampa estera sul Media Freedom Act.

11/04/2025 - 11:07

“La decisione unilaterale della Rai di trasferire i programmisti multimediali al Polo Regia è l’ennesima forzatura di un’azienda sempre più appiattita sulle logiche del Governo. Nonostante l’interrogazione del Pd in commissione Vigilanza Rai di novembre scorso, nessuna risposta è arrivata. Una scelta che viola il contratto collettivo, ignora il confronto sindacale e colpisce al cuore la filiera creativa del servizio pubblico. Si vuole trasformare la Rai in un contenitore svuotato di pensiero critico, dove si comprano contenuti e si svendono competenze. È in atto un disegno chiaro: indebolire la cultura, controllare l’informazione, marginalizzare chi produce qualità e pluralismo. Lo smantellamento della Rai come presidio democratico è parte della deriva autoritaria di questo Governo, che ignora persino il Media Freedom Act dell’Unione Europea. Altro che media company del futuro: qui si torna al passato. Il PD darà battaglia in Parlamento e nel Paese”.

Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, dopo un incontro con gli esponenti del circolo Pd Rai.

 

02/04/2025 - 11:29

Rispettare le scadenze del MFA per evitare procedure di infrazione e più tasse ai cittadini italiani

"Siamo esterrefatti di come questo Governo stia trattando il dossier Rai. La commissione di Vigilanza è paralizzata da 5 mesi. Nel frattempo la Rai va a scatafascio, gli ascolti calano, i tg soffrono, come il tgr considerato figlio di un Dio minore.

Vi avevamo chiesto di non procedere con le nuove nomine e di attendere prima l’ingresso nel nostro ordinamento del Media Freedom Act così come approvato in Europa e poi di procedere al rinnovo dei vertici. E invece questo governo usa il servizio pubblico come telemeloni, fregandosene altamente della libertà di informazione e del Media Freedom Act.

Se non vengono rispettate le scadenze previste dal MFA si andrà incontro a procedure di infrazione e questo significa che gli italiani pagheranno una tassa in più, perché entro l'8 agosto sappiamo che il MFA si dovrà applicare integralmente.

Noi chiediamo di aprire un confronto serio con le opposizioni e di smetterla di voler occupare la Rai. La Rai non è di proprietà del governo. Partiamo dai principi di questa mozione, partiamo dai cardini del MFA, facciamo in modo che venga messo in sicurezza il Dna e la funzione della Rai quale servizio pubblico". Lo ha detto in Aula Stefano Graziano deputato e capogruppo Pd in commissione di Vigilanza sulla Rai.

 

25/03/2025 - 10:54

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai giornalisti dell’agenzia Dire, che da due mesi non ricevono lo stipendio e stanno affrontando una grave situazione di incertezza, non solo sul piano personale, ma anche per il futuro della loro professione. La mancata erogazione dei compensi e l’assenza di un piano di rilancio da parte della società editrice sono inaccettabili.
Chiediamo al governo di intervenire rapidamente per porre rimedio a questa situazione anomala e preoccupante, resa ancora più grave dal fatto che riguarda un soggetto che riceve fondi pubblici per la fornitura di servizi informativi, ma che adotta comportamenti penalizzanti nei confronti dei lavoratori.
Le agenzie di stampa rappresentano un pilastro fondamentale dell’informazione, soprattutto in un contesto sempre più dominato da fake news e fonti poco attendibili. Il loro ruolo è un vero e proprio servizio pubblico che deve essere tutelato. Per questo, ribadiamo la nostra vicinanza al Comitato di Redazione e a tutti i giornalisti della Dire, riconoscendo il valore del loro lavoro e la necessità di garantire loro dignità e certezze” così la nota della capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga.

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