“Signor ministro Salvini, lei oggi si è limitato a descrivere informazioni sui tragici fatti di Brandizzo di cui questo Parlamento era perfettamente a conoscenza. Se si fosse recato di persona in quel cantiere, come hanno fatto nell'ordine il presidente Mattarella e tante altre figure istituzionali, avrebbe sicuramente avvertito sulla pelle l'indignazione per la cronaca di una morte annunciata. Quelle famiglie di quegli operai morti di cui lei giustamente ha evocato i nomi chiedono verità e giustizia, ma chiedono soprattutto che non accada mai più. Lei ieri ha parlato a proposito di Lampedusa di ‘atto di guerra’. Ma cosa è questa silenziosa continua strage sul lavoro se non una guerra a bassa intensità? La risposta che lei offre è ordinaria e mi consenta, senza polemica, reticente”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, durante l’informativa urgente del ministro Salvini sulla strage di Brandizzo.
“La sicurezza – ha concluso Scotto - non è accessoria, la sicurezza è la base principale per stabilire se un lavoro è dignitoso o se non lo è. Più il lavoro è precario, intermittente, povero, più il rischio di infortuni sale. E voi lo sapete bene, visto che nel vostro decreto lavoro avete liberalizzato i contratti a termine, aumentato i voucher, aumentato il lavoro somministrato. Quello che è accaduto a Brandizzo non è la patologia del sistema, ma la fisiologia di un modello con cui si sono costruiti in questi anni i lavori pubblici nel nostro Paese. Dunque non bastano le condanne, ci vogliono le scelte. Lei è il ministro che ha liberalizzato i subappalti a cascata nei cantieri pubblici. Secondo lei, quella imprese medie e piccole talvolta piccolissime su cosa risparmiano ministro? Glielo dico, io sui materiali sul costo del lavoro sulla sicurezza di chi lavora. Quando esce da qui firmi un atto, un decreto, un'ordinanza, un dpcm, decida, lei che dica una cosa semplice: sui cantieri di mia competenza, non si liberalizzano più i subappalti. Poi bussi alla porta del ministro Fitto e pretenda che quel mezzo miliardo di euro sottratto allo sviluppo tecnologico della sicurezza sul settore ferroviario, venga subito ripristinato. Su una cosa non si può risparmiare: non si può risparmiare sulla vita dei lavoratori, sulla loro sicurezza, sulle loro tutele, sui loro salari”.
"La commissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato la ratifica dell’accordo da me sottoscritto col governo del Principato di Monaco per la modifica alla Convenzione generale di sicurezza sociale tra Repubblica italiana e Principato, firmata il 10 maggio 2021 nel corso del mio mandato al Ministero del Lavoro. Ratifica che sarà approvata a breve dall'aula della Camera. Si tratta di una notizia importante per tutti i frontalieri liguri che avranno a disposizione una fondamentale disciplina normativa, su cui avevamo lavorato a lungo, per poter accedere al telelavoro, senza perdere occasioni rispetto ad altri lavoratori". Lo fa sapere il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando.
“Nicola Gratteri, in un momento molto delicato per l'hinterland napoletano, è il nuovo Capo della Procura di Napoli. Rivolgo i migliori auguri di buon lavoro affinché continui a svolgere il suo compito nella tutela della legalità e della sicurezza”. Lo scrive sui social network Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
Avviato iter Risoluzione PD su portualita'
Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente deputati Pd
“Mantenere un sistema portuale pubblico, aperto e competitivo, a differenza di quanto dichiarato da alcuni esponenti del Governo, anche oggi ribadito dal gruppo di Forza Italia che ha sostenuto l'ulteriore spinta alla privatizzazione di alcuni servizi. Un sistema portuale pubblico che tuteli il lavoro portuale e che sostenga uno sviluppo regolato e sostenibile”. E’ quanto prevede la risoluzione del Partito Democratico sulla portualità, a prima firma Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo, sottoscritta da tutti i componenti PD della Commissione: Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Andrea Casu e Roberto Morassut. " Oggi - sottolinea Ghio- abbiamo avviato una discussione importante per lo sviluppo della portualita' e della logistica italiane. Noi ribadiamo la contrarietà a depotenziare il ruolo pubblico della governance portuale contro chi vuole dare una ulteriore spinta alla privatizzazione di alcuni servizi. Abbiamo voluto mettere in evidenza – prosegue l’esponente Pd- l’attenzione al lavoro portuale con la definizione di processi di upgrade formativo, di miglioramento della sicurezza e del ricambio generazionale attraverso lo sblocco del fondo per il pensionamento. Con la nostra risoluzione – aggiunge Ghio- vogliamo valorizzare il ruolo strategico nazionale di questo settore e semplificare gli adempimenti. Siamo, e lo affermiamo con forza, fortemente contrari all'introduzione del federalismo differenziato che accentuerebbe la frammentazione e la precarietà.” La risoluzione del Pd intende anche “promuove l’intermodalita' e incentivare l'utilizzo del trasporto ferroviario e le misure di accompagnamento alla transizione ecologica al fine di favorire cold ironing e comunità energetiche”. Per Ghio “è assolutamente necessario arrivare allo sblocco delle ZLS e l'applicazione dello Ius Scholae all'accesso alle professioni marittime per chi ha conseguito titoli abilitanti nel nostro Paese”. "Infine, osserva Ghio, come Partito Democratico chiederemo di poter audire in commissione rappresentanti del mondo associativo e dei lavoratori del settore, per arrivare ad uno strumento che sostenga e rilanci la politica portuale del nostro Paese".
“Le misure per le lavoratrici e i lavoratori esposti al caldo estremo contenute in questo decreto sono insufficienti, inadeguate e tardive. Per questo il Gruppo del Partito Democratico ha dovuto votare contro anche alla Camera. La destra ha scelto di non tutelare quel 90% di lavoratrici e lavoratori del comparto agricolo che non hanno un contratto a tempo indeterminato, così come i lavoratori del mondo delle piattaforme, bocciando tutte le proposte di modifiche in tal senso”.
Lo ha detto la deputata dem, Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul Decreto Caldo.
“L’esecutivo sceglie di non scegliere - ha aggiunto - colpendo ancora i più fragili. Un ‘decretuccio’ figlio di una logica emergenziale che non risolve i problemi e non maschera il pregiudizio di fondo: il governo affronta con poca serietà e consapevolezza il dramma della crisi climatica, di cui l’Italia è uno dei Paesi più esposti in Europa. Il nostro voto contrario nasce dal profondo convincimento che nel nostro Paese si debba affrontare con grande determinazione, responsabilità e in modo strutturale questa emergenza, con strumenti nuovi e diversi che garantiscano il diritto alla vita per chi lavora. Serve un sistema di norme e tutele che scatti automaticamente all’aumentare delle temperature, nuovi ammortizzatori sociali che aiutino lavoratori e imprese. La sicurezza - ha concluso - deve diventare una priorità, anche di fronte al clima”.
“Il governo continua ad accanirsi contro i rider, ad oggi una delle categorie senza diritti, simbolo di precarietà e spesso costretta a mettere a rischio la propria incolumità per pochi euro. La destra ha infatti respinto un ordine del giorno del Pd che avrebbe garantito a questi lavoratori maggiori tutele, anche sotto forma di specifiche indennità aggiuntive, in caso di eventi climatici estremi. Sono ancora sotto gli occhi di tutti le immagini dei giorni scorsi del ciclo fattorino che tentava a Genova di consegnare una pizza al buio durante un nubifragio mentre era in corso un’allerta meteo. Siamo sconcertati da questa maggioranza che volta le spalle ai più deboli e respinge qualsiasi norma elementare di sicurezza sul lavoro anche dopo la tragedia di Brandizzo”: è quanto dichiara il deputato Pd Emiliano Fossi sul suo ordine del giorno al cosiddetto “Decreto Caldo” respinto dall’Aula di Montecitorio.
“In un momento in cui il governo dimostra di avere le idee molto confuse sul futuro dei porti, con Tajani che parla di privatizzazione, Musumeci che auspica l’autonomia differenziata e il governo che frena le fughe in avanti dei sui ministri senza riuscire a centrare nessun obiettivo, la risoluzione dei Porti che come Gruppo PD alla Camera abbiamo presentato fa ordine e affronta i diversi aspetti necessari per la realizzazione di un sistema portuale pubblico, aperto, competitivo e regolato, mettendo al centro, a differenza della risoluzione di Fratelli d’Italia, la tutela del lavoro portuale e della sicurezza dei lavoratori. Una misura che riteniamo fondamentale visti i numerosi incidenti sul lavoro che anche in area portuale si continuano a registrare, l‘ultimo pochi giorni fa a Genova. Serve formazione del personale e rinnovo dei protocolli di sicurezza anche alla luce dei tanti cantieri interferenti, e sblocco del fondo sul pensionamento”, dichiara alla Festa dell’Unità a Ravenna Valentina Ghio, vicecapogruppo PD alla Camera e componente della Commissione trasporti. Presenti anche i deputati dem Paola De Micheli, Ouidad Bakkali, e Davide Gariglio e tutti i rappresentanti del mondo associativo e sindacale di settore.
“È importante - prosegue Ghio - affrontare questo percorso ora perché - nonostante i porti italiani con gli oltre 200 miliardi di euro di import-export rappresentino il 25 per cento del valore del trasporto marittimo mondiale - la pandemia e la guerra in Ucraina hanno avviato un diverso approccio all'economia globale. La tendenza alla regionalizzazione di diversi processi e la sfida dei nuovi corridoi europei richiedono riflessioni nuove e un approccio attualizzato, non possiamo farci trovare impreparati. Serve dare al Sistema portuale l’adeguata solidità alle necessità di investimenti infrastrutturali sostenibili, di digitalizzazione e innovazione tecnologica, di risoluzione delle criticità della governance in una direzione di maggiore efficienza e semplificazione amministrativa. Con questa risoluzione il messaggio che vogliamo dare come Pd è che il percorso normativo sulla portualità portato avanti dalla legge 84 del 94 e poi nel 2016, ha bisogno di essere attualizzato e semplificato, ma senza stravolgimenti, anche dal punto di vista della governance. I punti fermi riguardano il mantenimento del ruolo pubblico dei soggetti gestori, ma ribadendo la necessità di una definizione compiuta di una politica portuale nazionale nel Paese, per evitare frammentazioni o nuovi processi di precarizzazione del lavoro. Nella Risoluzione proponiamo semplificazioni nel processo di regolazione e controllo che devono essere svolti da un ente prevalente di riferimento, attraverso una ricomposizione in capo al MIT di tante funzioni oggi spezzettate fra varie autorità e la tutela del lavoro e degli equilibri occupazionali nei porti, con l'adozione compiuta della legge sulla regolamentazione dell'autoproduzione dei servizi. Lo sblocco a tutti i livelli delle Zone Logistiche semplificate, la cui mancata partenza sta precludendo sviluppo e lavoro in tanti territori. Quello di oggi è stato un confronto aperto e costruttivo, recepiremo molti dei contributi portati dai qualificati interlocutori sindacali e associativi presenti e li porteremo nella discussione sulla risoluzione prevista dalla settimana prossima in Commissione Trasporti alla Camera".
“Non possiamo dirci soddisfatti della relazione dell’ad di Rfi Gianpiero Strisciuglio. Un’audizione alla Camera dei Deputati non può essere un continuo rimando all’attività di indagine della magistratura. Davanti abbiamo investimenti ingenti sulla rete ferroviaria nei prossimi mesi: la vicenda di Brandizzo ci dice che evidentemente qualcosa non è andato sul piano degli strumenti messi in campo per garantire la sicurezza di chi lavora sui cantieri molto spesso in subappalto. Ci aspettavamo qualcosa in più a partire un piano con risorse certe per evitare che quanto accaduto non si ripeta”. Lo ha dichiarato il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto a margine dell’audizione alla Camera del’Ad di Rfi.
“Non è tollerabile che si muoia sul posto di lavoro. Non è degno di un Paese civile. Oggi la nostra piena vicinanza e solidarietà vanno alle famiglie delle cinque vittime di Brandizzo. Ma da subito va fatto il massimo per accertare tutte le responsabilità. Ed è necessario uno scatto del Paese. Non possiamo ricominciare come se nulla fosse. Occorre intervenire in modo strutturale ed efficace per tutelare i nostri lavoratori e rendere tutti i lavori pienamente sicuri. Occorrono più investimenti, maggiori controlli ed anche - per quanto necessario - pene più efficaci e severe per chi non rispetta le norme di sicurezza. Come Partito democratico riteniamo questa una priorità assoluta del nostro Paese”.
Così Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione Politiche Ue della Camera.
"Cinque vite spezzate, la morte sui luoghi di lavoro che ancora una volta segna le nostre cronache. Voglio esprimere vicinanza alle famiglie dei cinque operai che questa notte hanno perso la vita mentre lavoravano sui binari della Torino-Milano, nei pressi della stazione di Brandizzo.
Attendiamo le indagini per conoscere tutti i dettagli di questo tragico incidente, ma questo episodio ci spinge ancora una volta a chiedere maggiori investimenti nazionali per la sicurezza sui luoghi di lavoro." Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Altri 5 morti sul lavoro. Oltre 17 vittime a settimana nel 2023. Il trend in crescita non può essere solo evocato statisticamente. Un paese civile ha il dovere morale di intervenire con più incisività. Lotta al precariato, paghe dignitose, sicurezza e controlli serrati le prime misure da adottare”. Lo scrive sui social Il deputato Pd Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera.
"Definito il ddl per disciplinare la figura del manager in Health, safety e environment, denominato HSE. Ritengo sia una figura strategica a tutela dell'organizzazione aziendale e imprenditoriale, volta a gestire in via anticipata i rischi per i lavoratori a salvaguardia della salute e sicurezza sul lavoro e dell'ambiente. Si tratta di un ruolo già normato all'estero, al quale sono affidati ruoli e funzioni di rilevante importanza per la tutela della patrimonialità aziendale, dalla redazione e dall'aggiornamento della documentazione del d.lgs. 81/08, passando per la gestione dei sistemi di sicurezza e di tutela ambientale o di prevenzione 231/01, dall'interlocuzione con le autorità competenti e con gli enti certificatori allo studio e alla realizzazione degli adeguamenti conseguenti alla promulgazione di nuove leggi e norme, sino alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi al monitoraggio ambientale (scarichi, rifiuti, emissioni, risorse energetiche, etc.). Il ddl è stato progettato con l'ausilio giudico del prof. Alessandro Parrotta e di quello tecnico-operativo dell'Ing. Rossella Parrotta, senior manager con esperienza nel settore in diverse multinazionali". Così Nicola Carè, deputato del Pd eletto all'estero.
“Nel carcere di Como, così come in tutte le altre strutture sparse nel paese, ci sono dolore, fatica, angoscia ma anche una profonda umanità che meriterebbe più attenzione nelle scelte e nelle parole che anche in questi giorni abbiamo sentito pronunciare da chi, come il Ministro Nordio, ha la massima responsabilità di dare risposte a problemi e criticità. Il Governo ha il dovere di affrontare la condizione difficile delle carceri lasciando stare la propaganda e le mirabolanti promesse di nuove strutture detentive: servono più risorse per potenziare le misure alternative, per costruire con i territori percorsi di reinserimento, per mettere nelle condizioni chi opera in queste strutture di farlo in condizioni di sicurezza e con il giusto riconoscimento del valore del loro lavoro”. Lo scrive su Facebook Chiara Braga, presidente dei Deputati del Pd, dopo la visita effettuata la mattina di Ferragosto presso la casa circondariale del Bassone di Como, uno dei carceri più affollati della Lombardia. Per Braga molti dei problemi riscontrati durante la visita “sono stati posti, non da oggi, all’attenzione dell’amministrazione centrale e nonostante le promesse recenti di viceministri e sottosegretari le soluzioni non sono arrivate. Alcune questioni che ho potuto mettere meglio a fuoco -conclude- saranno oggetto di iniziative nei prossimi giorni”.
“In vista dell’annunciata riforma dei porti del ministro Salvini il Partito Democratico ha depositato in commissione Trasporti alla Camera una dettagliata risoluzione, che con 22 punti offre un preciso indirizzo di marcia per un intervento che rilanci il nostro sistema portuale. Le direttrici che riteniamo prioritarie sono: il mantenimento delle autorità di sistema portuali come soggetti pubblici, dicendo No a qualsiasi privatizzazione o depotenziamento della ruolo pubblico nella governance; l’attenzione particolare al lavoro per tutelarne prerogative e sicurezza, promuovendo e sostenendo processi di upgrade formativo e di miglioramento della qualità del lavoro marittimo e portuale; il rafforzamento della governance a livello centrale a garanzia della valorizzazione del ruolo strategico nazionale, evitando l’introduzione di forme di federalismo differenziato che accentuerebbero differenziazioni e precarietà; la promozione dell’intermodalità e di incentivi all’utilizzo del movimento ferroviario; l’importanza di accompagnare il sistema portuale verso la transizione ecologica, anche attraverso modifiche normative per favorire cold ironing e le comunità energetiche e attuando la norma di legge sull'autoproduzione in modo da evitare concorrenza sleale a danno delle imprese portuali”.
Lo dichiarano le deputate e i deputati Pd della commissione Trasporti: Ghio, Barbagallo, Bakkali, Casu e Morassut. La risoluzione è stata sottoscritta anche da Braga, De Micheli, Orlando, Serracchiani, Simiani, Forattini, Pagano.
“Il governo - aggiungono - si mostra ancora una volta diviso, con Salvini e Rixi e la Lega che a parole scongiurano la privatizzazione e Musumeci e FdI che, con il piano presentato in un blitz d’agosto, avanzano invece con atti concreti verso l’esatto contrario, sconfinando nelle prerogative del Mit, che però presente al Comitato interministeriale per le politiche del mare ha approvato il piano. Il Partito Democratico con questa risoluzione accende i riflettori per la piena realizzazione di un sistema portuale pubblico, aperto, competitivo e regolato, come asset strategico per l’economia italiana, mettendo al centro la tutela del lavoro. Parliamo di un anello importante della filiera logistica moderna: con oltre 200 miliardi di euro derivanti dall’import e dall’export che passano attraverso i porti italiani e che rappresentano il 25% del valore del trasporto marittimo mondiale, in un Mediterraneo tornato strategico”.
“Quali iniziative intende intraprendere il Governo per rafforzare il contrasto al fenomeno del caporalato, allo sfruttamento e alle molestie che le donne subiscono durante i turni di lavoro massacranti e come vuole agire per estendere ovunque in Toscana le sezioni territoriali della Rete per il lavoro agricolo di qualità”: è quanto chiedono i deputati Pd della Toscana, Laura Boldrini, Emiliano Fossi, Marco Furfaro, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi e Arturo Scotto, in una interrogazione parlamentare già presentata alla Camera. Lo stesso atto verrà presentato anche al Senato dai senatori Pd, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
"L'inchiesta della Ong WeWorld in collaborazione con l’associazione Tempi Moderni ha portato alla luce una situazione di grave sfruttamento di donne straniere nelle attività agricole della Toscana, settore in cui il caporalato risulta essere una delle piaghe più gravi. Nonostante le importanti modifiche penali introdotte con la legge del 2016, gli strumenti di controllo e prevenzione appaiono ancora da rafforzare, così come risultano non insediate e attive in tutte le province toscane le sezioni della Rete per il lavoro agricolo di qualità, nate per arginare il fenomeno del caporalato attraverso la certificazione etica delle aziende che rispettano le regole”: conclude la nota.
“La condizione delle donne, quasi sempre migranti, che lavorano in agricoltura anche in Toscana spesso è basata sullo sfruttamento ed è indegna di un paese civile. Bisogna fare di più e rafforzare ovunque l’azione di prevenzione e di contrasto al caporalato, alle molestie e alle violenze. Questo non è lavoro, è schiavitù”: commenta la deputata Laura Boldrini.
"È una situazione inaccettabile. Una vera e propria violazione dei diritti, dei principi di sicurezza e della dignità umana. È necessario rafforzare i controlli e sostenere chi si trova in condizioni di vulnerabilità, perché è proprio in questo terreno che si muovono i reclutatori. Le vittime sono soprattutto persone migranti, trascinate in questo mondo di illegalità e sfruttamento perché non accompagnate nei percorsi di integrazione. Scegliere di scardinare i Sai porta anche a questo": aggiunge il deputato e segretario del Pd Toscana, Emiliano Fossi.