“La norma sul Caporalato all'interno del DL Flussi è un'occasione persa, che rischia di produrre un danno serio perché disincentiva le nuove denunce”. Così il responsabile nazionale sicurezza del Pd, il deputato Matteo Mauri che sottolinea come: “una legge sul Caporalato esisteva giá. E che l'intervento del Governo ha fatto poco più che cambiare il nome del permesso di soggiorno. Da "particolare sfruttamento lavorativo" a "vittime di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro". Come se cancellare il vecchio nome fosse utile per potersi intestare il tema. Ma soprattutto questa norma rischia seriamente di disincentivare le denunce da parte di stranieri irregolari sfruttati dai datori di lavoro. Esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare. Questo purtroppo accadrà perchè fino a oggi era sufficiente che lo straniero che aveva presentato la denuncia avesse semplicemente cooperato nel procedimento penale instaurato nei confronti del datore di lavoro. Mentre ora il permesso di soggiorno allo straniero può essere dato solamente a patto che contribuisca utilmente all'emersione dei fatti e all'individuazione dei responsabili.
Il problema è che non è detto che un lavoratore sfruttato abbia tutte le informazioni necessarie. Anche perchè spesso non conosce nemmeno i veri nomi dei responsabili. Questo potrebbe spingere il migrante a rimanere nell'anonimato e a non denunciare, perchè se non gli venisse poi riconosciuto il permesso rischierebbe seriamente di essere individuato ed espulso. Suggeriamo di approfondire il tema con chi se ne occupa. Per farlo consigliamo di partecipare alla presentazione del VII Rapporto della Fondazione Placido Rizzotto Mercoledì 4 dicembre a Roma".