“Abbiamo espresso in commissione un parere fortemente negativo su questa legge di Bilancio 2025. E’ una manovra che per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego, stanzia risorse insufficienti: solo 1.755 milioni di euro per il 2025, 3.550 milioni di euro per il 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dal 2027, che corrispondono ad incrementi retributivi rispettivamente dell’1,8 per cento, del 3,6 per cento e del 5,4 per cento a regime, rendendo il recupero dall’inflazione dal 2022 al 2024 impossibile. Si reintroduce il blocco del turn over per gli enti con più di 20 dipendenti, che si trasformerà in un pesante indebolimento delle pubbliche amministrazioni, con il rischio della riduzione dei servizi per cittadini e imprese a vantaggio del settore privato. Gravissima poi l’assenza di un qualsiasi segnale in materia di sicurezza sul lavoro, nonostante il ripetersi di episodi gravissimi, di quelle che possiamo chiamare vere proprie stragi sul lavoro”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“A questo – ha proseguito l’esponente Pd - si aggiunge il processo di precarizzazione che sta portando avanti il governo, sia con il decreto Primo maggio (liberalizzazione dei contratti e termine, estensione dei voucher) che con il Collegato lavoro (contratti di somministrazione senza più limiti numerici, contratti stagionali estesi ad altri fattispecie e settori, “incentivazione fiscale” per i contratti misti), che porta inevitabilmente a una riduzione dei diritti dei lavoratori e dei loro redditi da lavoro annui, visto anche l’ostinata contrarietà della destra al salario minimo”.
“Questa – ha concluso Scotto – è una manovra dall’approccio ragionieristico che mira a rispettare i parametri del nuovo Patto di stabilità e crescita, ma è priva di organicità dal punto di vista strutturale e di strategie anticicliche ed espansive che servirebbero a rilanciare la nostra economia e di cui avrebbero bisogno i principali settori della vita del Paese”.
“Chiediamo ancora una volta a Salvini di venire a riferire in Aula sulla sicurezza dei lavoratori nel comparto ferroviario. Ieri tutti i sindacati hanno scioperato con un’adesione al 90 % per chiedere una reazione di tutte le istituzioni dopo l’accoltellamento di un loro collega rinunciando ad un giorno di lavoro, una parte importante del loro magro salario. Parliamo di un'aggressione non isolata ma di un fenomeno in crescita che interroga il Parlamento e, in primis, il ministro Salvini”. Così il vicepresidente della Commissione Trasporti, Andrea Casu.
“Abbiamo già presentato un'interrogazione – continua il deputato dem - che fa seguito all'interpellanza urgente che abbiamo presentato un mese fa: che fine ha fatto il protocollo dell'aprile del 2022 che metteva insieme imprese e sindacati per garantire più sicurezza sul lavoro? Che iniziative concrete ha prodotto? Perché è stato abbandonato dal Ministro per un anno e mezzo e la prima riunione per riattivarlo è stata fatta solo a settembre 2024? Salvini oltre a scrivere sui social cosa sta facendo da ministro dei trasporti per garantire la sicurezza sui treni e nelle stazioni?” “Le aggressioni vanno fermate tutte e Salvini non può accorgersi di un fenomeno così grave e intervenire solo in base al colore della pelle dell'aggressore. È inaccettabile”, conclude Casu.
Solidarietà al capotreno aggredito a Genova. Poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza è un diritto di tutti i lavoratori. Sicurezza che va garantita anche ai viaggiatori. Per questo chiediamo al governo e al ministro Salvini di non speculare su un episodio gravissimo ma di impegnare in modo utile le forze di polizia e di controllo. Cominciando dall’ascoltare le richieste di tutti i sindacati, dal mettere più risorse nella legge di bilancio e dal richiamare i tanti agenti bloccati da mesi al controllo dei centri per immigrati in Albania ancora vuoti e che sarebbero più utili per garantire la sicurezza di tutti su treni e stazioni.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Cordoglio e vicinanza ai parenti della vittima e ai colleghi”
“L’ennesimo incidente sul lavoro nel tratto di autostrada A6 tra Altare e Savona, richiede che governo nazionale e regionale mettano in campo azioni più incisive per fronteggiare i rischi che ogni giorno decine e decine di lavoratori corrono. Bisogna affrontare in modo sistematico e urgente i temi della sicurezza sul lavoro, che deve essere una priorità dell’azione di governo. Oltre a rafforzare il personale di controllo occorre investire in formazione, salari equi e contrastare la catena di subappalti che rendono più difficili i controlli e il lavoro più insicuro.
Nello specifico, le condizioni delle autostrade liguri, con i numerosi cantieri che si protraggono da anni, rendono ancor più necessario agire con urgenza e con azioni mirate per prevenire ulteriori incidenti. Su questo la Regione deve intervenire in modo chiaro e come richiesto dai sindacati applicare la legge che chiede maggiore sicurezza in questo settore.
Esprimo il mio più profondo cordoglio e vicinanza ai parenti del lavoratore e ai suoi colleghi".
Così Valentina Ghio Deputata e vicepresidente Gruppo PD alla Camera.
Election day Usa: sosteniamo Harris, deriva Trump pericolosa
“Ringrazio le donne e gli uomini delle forze armate che tutti i giorni fanno uno straordinario lavoro a servizio del Paese di difesa e tutela della sicurezza e della pace. Per quanto riguarda le spese militari noi abbiamo detto con chiarezza che il nostro progetto è quello di lavorare ad una difesa unica europea perché questo consente di ridurre la spesa ed efficientare gli eserciti dei 27 paesi europei, ma soprattutto di dare una linea di difesa comune che a nostro avviso è fondamentale. Questo ci permette di avere una forza maggiore dal punto di vista geopolitico e ridurre le spese, considerando che l’attuale finanziaria del governo Meloni non va ad aiutare i più deboli ma aiuta i più ricchi e più potenti”. Lo ha detto Stefano Graziano capogruppo pd in commissione difesa di Montecitorio ospite di sky Tg24.
Sulle elezioni americane Graziano ha aggiunto: “E’ evidente che si confrontano due idee diverse, quella di odio di Trump e quella di speranza della Harris. Noi sosteniamo la Harris senza dubbio. Il livello di discussione ma soprattutto quello che Trump sta dicendo nelle ultime settimane, attaccando frontalmente i giornalisti e i media, disegna una guida nel caso in cui dovesse vincere Trump molto pericolosa degli Usa, essendo comunque gli Stati Uniti il faro della democrazia nel mondo. Il livello di tensione provocato dalle parole e dalla campagna elettorale di Trump è diventato altissimo e si vede anche dal livello altissimo delle misure di sicurezza messe in campo a Capital Hill viste le possibili contestazioni che Trump potrebbe fare in caso di sconfitta.
Io penso che invece ci debba sempre essere una forte azione multilaterale e diplomatica per fermare i conflitti e dobbiamo lavorare uniti per la pace. Su questo e in questo senso dobbiamo dare un messaggio di ricordo forte di chi ha sacrificato la propria vita per le forze armate. Con il patto atlantico e la Nato dobbiamo fare un grosso lavoro per la pace. Le missioni internazionali di pace servono a rasserenare quelle regioni che hanno conflitti sul campo”.
Sulla sicurezza sul lavoro il gruppo del Partito democratico è pronto al confronto con le altre forze politiche a partire dalla discussione e dai risultati emersi dagli Stati Generali che si concludono oggi. Certo, i numeri della legge di bilancio non lasciano ben sperare. Per questo lancio un appello a raccogliere lo spirito di questi giorni per dare risposte concrete ai lavoratori.
I dati ci dicono di un aumento costante degli incidenti e delle morti sul lavoro legato al ciclo economico. Questo è il primo schema da rompere con una revisione complessiva nell’organizzazione del lavoro. Il punto di partenza è la legge 81 del 2008 che va attuata e non indebolita come rischia con la legge sull’Autonomia che differenzia nel territorio un tema delicato e strutturale per l’intero paese.
Condivido l’esigenza di un potenziamento degli strumenti di vigilanza, rafforzando gli organici degli ispettori, soprattutto tra le piccole e piccolissime imprese per le quali la sicurezza non può essere solo un aggravio burocratico.
Sono convinta che vada combattuta la precarietà del lavoro perché lì dove c’è meno forza contrattuale c’è anche meno garanzia di sicurezza. In questo senso vanno respinti tutti i tentativi di ridurre garanzie nel codice appalti, quelli pubblici e anche quelli privati, a iniziare dall’eliminazione dei subappalti a cascata e dalla necessità di rispettare gli obblighi dei contratti sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative.
Grazie all’impegno del Pd nel Collegato lavoro abbiamo istituito una Comunicazione alle camere annuale sulla sicurezza sul lavoro, appuntamento non formale ma spinta per l’avanzamento della cultura della sicurezza come principio di democrazia.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati intervenendo alla chiusura degli Stati generali Salute e Sicurezza sul lavoro.
“In un paese civile chi governa ha il dovere di garantire la sicurezza sul lavoro, stipendi dignitosi, diritti e contrasto efficace allo sfruttamento. Questa destra in due anni ha perseguito politiche opposte promuovendo il precariato, affossando ogni tentativo di fissare per legge il salario minimo e depotenziando gli ispettorati del lavoro e quindi i controlli nelle aziende. Le promesse del Ministero del Lavoro di monitorare la situazione per evitare che si verifichino altri casi come quello di Seano, se non verranno accompagnate da impegni e risorse concrete per prevenire il caporalato e assicurare le giuste tutele, lasciano il tempo che trovano e non assicurano nessun reale beneficio. E soprattutto non scoraggiano gli episodi di violenza che continuano a ritersi con maggiore frequenza, come ad esempio la recente aggressione all’operaio di Quarrata (Pistoia) che è stato ferito soltanto per essersi rivolto al sindacato. In questo clima di oppressione e terrore il Governo Meloni è colpevolmente assente e le forze politiche che lo sostengono colpevolmente irrilevanti”: è quanto dichiara il deputato Dem e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi nel corso del dibattito della interrogazione sull’aggressione ai danni degli operai pakistani e dei sindacalisti che stavano protestando a Seano, svolta oggi mercoledì 30 ottobre a Montecitorio.
“Sul tema della cybersecurity, il governo continua a litigare e a non fare nulla per difendere l’Italia,” così Matteo Mauri, responsabile nazionale sicurezza del Partito Democratico, commenta il ‘nulla di fatto’ del Cdm di ieri e della riunione al vertice dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale sui ransomware. “È inutile – sottolinea Mauri - che l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale riconosca i ransomware come ‘principale minaccia’ per la sicurezza informatica del Paese, se poi non propone soluzioni concrete. Già nel corso della discussione alla Camera sul ddl sicurezza avevamo segnalato al governo l’urgenza di un intervento legislativo, avanzando due proposte precise e dimostrandoci pronti a un dialogo ampio e costruttivo. Nonostante questo, il governo, per mano di Mantovano e Frattasi, ha stoppato ogni possibilità di interlocuzione. E ancora oggi, dopo l’ennesimo nulla di fatto del Consiglio dei Ministri, l’esecutivo non propone soluzioni a uno dei problemi più urgenti che riguarda la sicurezza informatica dei cittadini e dell’intero sistema economico italiano. L’Italia non può permettersi di rimanere indietro sulla cybersecurity. Quando il governo deciderà di mettersi seriamente al lavoro, ci troverà pronti a collaborare per definire nuove norme e per individuare le risorse necessarie alla protezione informatica del Paese,” conclude Mauri.
Oggi siamo qui per prenderci un impegno su cosa si può e si deve fare di più, perché quanto fatto sino ad ora non basta. Purtroppo questo 2024 ci consegna già dati in crescita nei primi otto mesi dell’anno, l’Inail ha infatti contato 680 morti sul lavoro, che significa un aumento del 3,5% rispetto al 2023. Di recente sono state introdotte novità normative, che però non sono state all’altezza delle sfide di questo tempo. Servono più ispettori, molti di più; i numeri di oggi non sono minimamente adeguati e serve averli sul campo con procedure rapide perché l’emergenza è ora. Sappiamo che un pilastro centrale di questa lotta deve essere la formazione e la sensibilizzazione di chi lavora. Una vera cultura della prevenzione nasce innanzitutto dalla consapevolezza. Non possiamo dimenticare, però, che esiste anche una piaga ultimamente molto in crescita: la violenza e le aggressioni subite da chi svolge dei lavori a contatto con le persone, dai medici agli insegnanti. I lavoratori non devono essere supereroi. Solo persone normali, di cui noi dobbiamo prenderci cura. Ma serve lo sforzo di tutti. Alle aziende chiediamo un impegno autentico per la salute e sicurezza dei lavoratori. Non basta soddisfare i requisiti minimi. Perché prevenire non è solo una responsabilità etica, è anche un vantaggio per le imprese. Allo Stato chiediamo di riconoscere, a chi fa di più, di essere incentivato e valorizzato rispetto a chi decide di fare il minimo o neanche quello. Ai sindacati di mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza e di continuare a vigilare, di essere promotori e garanti di accordi che tutelino la salute e il benessere di chi lavora. A tutte le lavoratrici e i lavoratori chiediamo di vigilare e denunciare situazioni di pericolo e di contribuire a creare un ambiente di lavoro sicuro. A tutti noi, che questo momento sia il primo e, auspico, un appuntamento annuale per fare il punto sulla situazione, per costruire percorsi comuni: la sicurezza deve essere una priorità assoluta, non solo come diritto, ma come responsabilità collettiva. È nostro dovere fare di tutto per garantire che nessuno debba temere per la propria vita mentre svolge il proprio lavoro.
Così la deputata del Pd Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro, agli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro in corso alla Camera.
Martedì 29 ottobre alle ore 11.00 alla presenza del Presidente della Repubblica, si svolge la cerimonia inaugurale degli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro (29-31 ottobre), organizzati dalla Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e dalla Camera dei Deputati. Inizialmente prevista presso la Sala della Lupa si svolgerà nella Sala della Regina di Montecitorio a causa dell’alto numero di partecipanti.
Aprirà i lavori con un indirizzo di saluto il Presidente della Camera Lorenzo Fontana a cui seguiranno gli interventi della Presidente della Commissione d’inchiesta Chiara Gribaudo, del Commissario europeo Nicolas Schmit e della ministra Marina Calderone. Durante la cerimonia è previsto anche un reading dell’attrice Ambra Angiolini.
Nel pomeriggio del 29 e nelle giornate successive si svolgeranno dibattiti tra le istituzioni designate a controlli e verifiche, tra gli enti locali, e in materia di tecnologia al servizio della prevenzione.
Sono inoltre previsti nella mattinata del 30 ottobre tre tavoli tematici su edilizia, agricoltura e sulla valutazione dei rischi lavorativi relativi a violenze, molestie e aggressioni. I risultati dei tavoli di lavoro saranno consegnati ai capigruppo della Camera i quali parteciperanno alla tavola rotonda in conclusione dell’iniziativa dalle ore 10.00 di giovedì 31 ottobre.
“Ancora oggi a Palermo e mercoledì scorso a Bologna due operai sono morti mentre svolgevano il proprio lavoro. Come è evidente gli incidenti e le morti sul lavoro sono un’urgenza e un’emergenza. In questi mesi che hanno visto la Commissione parlamentare lavorare sulle recenti grandi stragi sul lavoro avvenute in Italia (tra queste: Brandizzo, Casteldaccia, Latina) e su tante altre tematiche riguardanti i diritti e la dignità del lavoro (dalle problematiche della cantieristica navale all’impatto dell’ia sul lavoro) è emersa la necessità di un più ampio confronto a livello nazionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – afferma Chiara Gribaudo – per fare il punto sulla situazione in Italia e, al di là di ideologismi e interessi di parte, affrontare – tutte e tutti insieme – seriamente e in maniera concreta la questione, fondamentale per la nostra Repubblica, fondata sul lavoro”.
“È nata così l’idea di promuovere gli Stati Generali alla presenza dei famigliari delle vittime, delle parti sociali sia sindacali che datoriali e di tutta la filiera ispettiva su tutti i luoghi di lavoro” spiega la Presidente.
Conclude infine l’Onorevole Gribaudo: “Grazie alla preziosa collaborazione della Presidenza della Camera dei Deputati, siamo riusciti a organizzare a Palazzo Montecitorio, aprendo uno dei luoghi simbolo per eccellenza della politica alla società civile, avvicinando le Istituzioni alla cittadinanza, in un dialogo aperto e costruttivo.”
“Un biennio nero, quello di Giorgia Meloni, con tinte molto grigie: si autocelebrano, ma tirano a campare. E fanno la faccia feroce con poveri, precari e fragili, mentre chiudono sempre un occhio davanti ai corrotti e i prepotenti. I numeri sull’occupazione ci dicono che cresce la precarietà, il part-time involontario e l’intermittenza. Le misure messe in campo vanno in questa direzione: dall’eliminazione delle causali sul lavoro a termine alla liberalizzazione del lavoro somministrato, passando per l’incremento dei voucher. Infine, il no al salario minimo rappresenta il condensato del cinismo sociale di una destra che pensa solo a condonare gli evasori”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, a margine di un’iniziativa in Liguria a sostegno di Andrea Orlando.
Nella terza manovra del governo Meloni, non c’è un euro in più per le forze dell’ordine. Non è previsto infatti nessun aumento delle risorse, come chiedevamo, per assunzioni straordinarie, per il pagamento degli straordinari il mese dopo, e non dopo quasi due anni com'è adesso, e soprattutto non ci sono più fondi per un rinnovo adeguato del contratto di lavoro del comparto Sicurezza. Per di più è previsto un taglio lineare alle spese di tutti i ministeri, compreso quello dell’Interno, che metterebbe ancora più in difficoltà chi ha il compito di garantire l’ordine pubblico nel nostro Paese. Insomma il governo e la maggioranza di centrodestra parlano di sicurezza, ma di fatti e soldi ne abbiamo visti zero.
Così il deputato democratico e responsabile sicurezza del PD, Matteo Mauri.
Il deputato democratico Andrea Rossi è intervenuto oggi alla Camera per chiedere un'informativa urgente alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, riguardo alle recenti notizie legate al caso Bibbiano e all'indagine "Angeli e Demoni", con particolare attenzione alle conseguenze sulle politiche di affido familiare in Italia. "È fondamentale fare chiarezza," dichiara Rossi. "Il sistema di affido familiare, cruciale per la protezione dei minori in difficoltà, ha subito un duro colpo a seguito della distorta narrazione mediatica e politica legata ai fatti di Bibbiano. Rossi ha citato il caso del Comune di Reggio Emilia come esempio emblematico: "I costi dell'affidamento in comunità sono passati da 2,2 a 4,1 milioni di euro, mentre gli affidi familiari sono diminuiti, con un evidente peggioramento della qualità dei servizi offerti. Il sistema di welfare emiliano-romagnolo, un tempo un modello virtuoso, è stato gravemente compromesso da anni di strumentalizzazioni politiche e accuse infondate."
Il deputato PD ha inoltre espresso forte preoccupazione per i dati allarmanti: "Dal 2019 il ricorso all'affido familiare si è quasi dimezzato, mentre i reati contro i minori sono aumentati del 34% negli ultimi dieci anni. Distruggere la fiducia in questo sistema significa mettere a rischio la sicurezza dei più deboli, coloro che le istituzioni dovrebbero proteggere."
Infine, Rossi ha manifestato piena solidarietà ad Andrea Carletti, ex sindaco di Bibbiano, recentemente assolto: "Carletti ha servito la sua comunità con onore e merita che la sua innocenza venga riconosciuta, dopo anni di sofferenza e accuse ingiuste. La vicenda di Bibbiano è stata una grave strumentalizzazione politica con conseguenze devastanti per la comunità e per il sistema di affido. Oggi chiediamo che si faccia piena luce su come le politiche di affido siano cambiate in questi anni e sulle loro ricadute, non solo sociali, ma anche economiche, per gli enti locali."
L’approvazione definitiva della direttiva per i lavoratori delle piattaforme digitali da parte del Consiglio è una notizia importantissima. Ora, si può sconfiggere il caporalato digitale” così si è espressa la vicepresidente del PD Chiara Gribaudo.
“Finalmente si ristabilisce un principio di realtà per cui se ti viene detto cosa devi fare, dove devi andare e in quali tempi svolgere il tuo compito questo è lavoro dipendente e non può essere considerato in nessun modo lavoro autonomo” ha proseguito la Deputata dem. "Il tema adesso è definire i parametri affinché queste ingiustizie non accadano più ed è una questione di volontà politica.”
“Questa direttiva - prosegue Gribaudo - regola finalmente i rapporti di lavoro di 28 milioni di lavoratrici e lavoratori europei la cui sicurezza è i cui diritti sociali non possono essere determinati solo da algoritmi e decisioni automatizzate.”
“C’è una grande opportunità per l’Italia, cioè convocare subito le parti sociali, recepire la direttiva ed essere capofila dei Paesi che la adottano per regolare i diritti di questo tipo di lavoro ed evitare altre forme di caporalato digitale” auspica infine l’Onorevole Chiara Gribaudo.
Lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili, ci ricorda il Presidente Mattarella. Difendere la qualità del lavoro, investire in formazione, combattere precarietà e sfruttamento siano guida per ogni scelta della politica.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.