"Esprimo soddisfazione per il primo tavolo tenutosi ieri tra Prefettura, vertici di Fincantieri Marghera, le società Isolfin e Humangest ed i rappresentanti sindacali delle Segreterie metropolitane di FIOM-FILCTEM E NIDIL della CGIL di Venezia.
Concordo in particolare con quanto dichiarato dal Prefetto Di Bari relativamente alla catena dei subappalti e la richiesta a Fincantieri per rivedere i meccanismi legati a questa catena. Dentro quel sistema si annidano infatti sacche di sfruttamento sommerso, che coinvolge anche il delicato tema dell’integrazione, le quali non possono essere avallate in alcun modo, tanto più da aziende di proprietà pubblica. Come deputata ho già più volte sollecitato il Governo (che purtroppo rimane silente) rispetto agli indirizzi che si pensa di dare a Fincantieri sulla qualità del lavoro, sia dei dipendenti diretti che delle centinaia di lavoratori degli appalti che, lo ribadisco, non possono finire vittime di sfruttamento e caporalato.
Confido che si concretizzi rapidamente la garanzia che tutti i lavoratori interinali occupati presso il cantiere di Marghera possano proseguire nello stesso stabilimento, con missioni aventi una durata temporale maggiore rispetto a quella attuale di solo una/due settimane e che allo stato, tra l'altro, non sono state prorogate per alcuni lavoratori.
È fondamentale ora proseguire l’interlocuzione con le rappresentanze sindacali per garantire continuità occupazionale, dignità e sicurezza a questi lavoratori: vigileremo sulla questione". lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
Non potevamo mancare oggi in Piazza del Popolo, al fianco della CGIL e di tantissime altre associazioni, realtà sociali e politiche, cittadine e cittadini, per il diritto alla salute e per la difesa e il rilancio della sanità pubblica.
Salute è accesso e qualità del servizio sanitario nazionale. Salute è sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro. Salute è benessere psicologico. È un diritto universale, che va garantito a chiunque a prescindere dal reddito. Da questo governo abbiamo visto solo tagli, immobilismo, spinte alla privatizzazione: oggi siamo in piazza.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
“Chiediamo quali iniziative intendano assumere i ministri Calderone, Piantedosi e Salvini per affrontare il fenomeno delle aggressioni al personale dei mezzi del trasporto pubblico locale che è sempre più preoccupante e che non può rimanere ignorato”. È la richiesta dell’interrogazione presentata dal deputato del Pd Andrea Casu ai Ministri dell’Interno, dei Trasporti, del Lavoro e delle politiche sociali.
“Il Tpl assolve a una funzione fondamentale per garantire l'esercizio del diritto alla mobilità di tutti i cittadini; in questo contesto è rilevante il tema della sicurezza dei cittadini e del personale durante il servizio, in particolare per quel che riguarda gli autisti degli autobus e dei tram, il personale addetto alla verifica dei titoli di viaggio e tutto il personale di front line. Purtroppo si assiste quasi quotidianamente a gravi episodi di violenza perpetrati contro il personale viaggiante, sottoposto ad atti di violenza sia verbale sia fisica. Nel marzo del 2022 è stato firmato un protocollo per la promozione della sicurezza nel processo di sviluppo del trasporto pubblico urbano tra i Ministeri dei trasporti e dell'interno, la conferenza Stato-regioni, l'Anci, le associazioni delle aziende e i sindacati firmatari del Ccnl per monitorare e migliorare la sicurezza dei conducenti dei mezzi del Tpl al fine di contrastare le aggressioni. Si è trattato di un atto molto importante che avrebbe dovuto portare all'istituzione di tavoli di lavoro su singole aree tematiche al fine, non solo di raccogliere dati e segnalazioni di aggressioni, ma anche a individuare innovazioni tecnologiche e buone pratiche che orientino lo sviluppo di politiche sulla sicurezza, quali, a esempio, la diffusione del cosiddetto «panic button», già presente in alcune realtà locali e in grado di dare l'allarme in caso di aggressione essendo collegato con la questura. Chiediamo pertanto ai ministri interrogati se intendano fare in modo che tale protocollo venga concretamente messo in atto in tempi brevi”.
“Come si può, allo stesso tempo, piangere i morti sul lavoro e poi diminuire sensibilmente il risarcimento statale per le famiglie delle vittime?”. Lo dichiara Marco Lacarra, deputato del Partito Democratico.
“Il decreto ministeriale n. 75 del 2023 è e sarà ricordato come una ‘vergogna di Stato’. Nel primo trimestre di quest’anno i morti sul lavoro sono purtroppo aumentati. Nel solo 2022 abbiamo contato 1090 decessi, quasi tre al giorno. Ma invece di rinforzare la normativa in materia di sicurezza e fare qualcosa di concreto per scongiurare queste tragedie, il Governo decide di risparmiare sulla pelle di chi viene travolto dal dolore della morte ingiusta di un genitore o di un figlio sul posto di lavoro. Chissà quale nuovo bonus o condono per gli evasori fiscali sarà finanziato con gli stessi soldi che sarebbero dovuti andare ai familiari delle vittime. Siamo sconcertati per questa scelta e mi auguro che la Ministra Calderone e il Governo ci ripensino immediatamente".
Morti sul lavoro: Governo Meloni per fare cassa taglia il risarcimento alle famiglie delle vittime. Ecco come la pensano le destre sulla sicurezza sul lavoro. Vergogna.
Così su Twitter il deputato democratico Nicola Zingaretti
Interrogazione a Nordio perché intervenga
Ho depositato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito alle condizioni della Casa di reclusione «Pasquale De Santis» di Porto Azzurro, nell’isola d’Elba, da me visitata nei giorni scorsi.
Il problema principale dell’istituto è di sicuro la consistente carenza di personale, sia per quanto riguarda la polizia penitenziaria sia per le aree educative, amministrative e sanitarie, come ho potuto verificare io stessa.
La direttrice della struttura è in missione da un anno, poiché dirige pure la Casa Circondariale di Massa Marittima; anche il Comandante della Polizia penitenziaria svolge funzioni in altri istituti toscani. Inoltre, a fronte di una presenza prevista di 205 agenti, la casa di reclusione dispone al momento di meno di 150 unità, così come risulta enormemente sottodimensionato il numero degli educatori, che si ferma a soli due a fronte di una previsione di dieci. Una carenza che ha un impatto negativo sul percorso di recupero dei detenuti, oltre a ostacolare il loro accesso ai benefici previsti dalla legge.
Nella struttura carceraria, poi, non è presente un Nucleo traduzione e piantonamento, dunque mancano gli agenti preposti allo spostamento dei detenuti. E si parla di una quantità elevata di spostamenti annui dovuti a visite mediche e ricoveri, dal momento che nella casa di reclusione c’è penuria di medici specialistici.
Altro elemento che merita la massima attenzione è la richiesta di poter lavorare da parte di tutti i detenuti. In passato lavorava l’80 per cento circa dei reclusi, Porto Azzurro era considerato un modello per i percorsi d’impiego e reinserimento dei detenuti. Oggi invece, purtroppo, soltanto un terzo ha accesso ad attività lavorative, e perdipiù in modo discontinuo.
Scopo della mia interrogazione, quindi, è sapere se il Ministro non ritenga di dover adottare con urgenza misure organizzative e finanziarie per assegnare alla Casa di reclusione di Porto Azzurro il personale necessario alla funzione rieducativa della pena, di cui all’articolo 27 della Costituzione, nonché per garantire sicurezza e condizioni di lavoro accettabili per operatori e operatrici.
Così la deputata del Pd Laura Boldrini.
“Nel 209esimo anniversario dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri vorrei rivolgere i miei più sentiti auguri a tutti i nostri uomini e donne in divisa che ogni giorno con coraggio, tenacia e dedizione si adoperano per la sicurezza della Nazione, spesso rischiando la propria vita. E vorrei rivolgere un pensiero anche a quegli uomini e donne che hanno perso la vita per salvare quella di qualcun’altro, e alle loro famiglie. Un grande augurio di buon lavoro a tutti voi”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio.
Importante mobilitazione questa mattina a Napoli organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
“I sindacati, che conoscono bene i problemi del nostro tessuto sociale e operaio, presentano proposte ponderate per affrontare le sfide del futuro: tutela dei redditi, riforma del fisco, promozione dell'occupazione, sicurezza sul lavoro, riforma del sistema previdenziale” ad affermarlo è il capogruppo in vigilanza Rai del Pd Stefano Graziano a margine della manifestazione dei sindacati a Napoli.
Le contestazioni dei sindacati” - continua Graziano - “si oppongono apertamente alla proposta di Calderoli in materia di autonomia differenziata che finirebbe per aggravare il divario tra le regioni, compromettendo l'equilibrio territoriale e limitando le opportunità di crescita per le aree più bisognose.”
“Stamattina al cambio turno dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco abbiamo incontrato una delegazione di lavoratori che nei giorni scorsi hanno scioperato per le condizioni dei carichi di lavoro in fabbrica. Due giorni fa in un question time che abbiamo rivolto al Governo la risposta è stata molto debole ed evasiva: non c’è nessuna iniziativa in campo per garantire a Pomigliano la piena occupazione, la limitazione della cassa integrazione e turni di lavoro accettabili sia sul terreno della salute che della sicurezza. Accanto a questo c’è la vertenza che riguarda i 28 lavoratori di Fca service da poco esternalizzati e verso cui chiediamo che prefettura e regione attivino immediatamente un tavolo. Occorre che si riaccendano i riflettori, anche alla luce della enorme partecipazione allo sciopero indetto dal sindacato nei giorni scorsi, sul destino produttivo dello stabilimento di Pomigliano”.
Lo dichiarano i deputati Pd-Idp Arturo Scotto e Marco Sarracino, responsabile dem Coesione territoriale, Sud e aree interne.
Congratulazioni e auguri di buon lavoro al nuovo capo della Polizia Vittorio Pisani e al nuovo prefetto di Roma Lamberto Giannini insieme al ringraziamento per il lavoro svolto fino ad ora per la sicurezza nazionale.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“Rifiuto la denominazione Decreto Cutro perché non rispettosa verso quel luogo e quei morti. Meglio chiamarlo, per la continuità che esprime, Decreto Sicurezza Ter: e sappiamo tutti che fine hanno fatto quei provvedimenti, demoliti dalla Corte Costituzionale. Andrà così anche stavolta, credo, ma nel frattempo qualcuno avrà esibito i muscoli, e forse avrà anche vinto altre elezioni ostentando un’inutile intransigenza securitaria. Infatti non impedirà a nessuno di salire su una barca fatiscente con qualcosa da cui scappare alle spalle. Con l’assurda decisione di eliminare la protezione speciale migliaia di migranti verranno esclusi da percorsi di integrazione, lavoro, costruzione di cittadinanza. Di dignità, in una parola. Perché togliere strumenti di regolarizzazione, anziché aggiungerne? Non me lo spiego e ho paura di quello che accadrà nei prossimi mesi”.
Così la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
“Eppure - aggiunge - i modelli alternativi da perseguire ci sono, partiti proprio dal nostro territorio, da Treviso, e funzionano. Mi riferisco, ad esempio, alla famiglia Calò che nel 2015 ha accolto in casa sei ragazzi africani provenienti da Paesi diversi, e che li ha accompagnati tutti con successo all’autosufficienza economica e alla piena integrazione. E’ un modello che si chiama 6+6x6 e porta con sé l’idea che si gestisca l’accoglienza in nuclei autonomi di case-famiglia da sei persone ogni 5mila abitanti, con un’equipe di sei professionisti che segua gli accolti (6+6): un insegnante, un avvocato, un operatore culturale, un assistente sociale, uno psicologo e un medico. Questi sei professionisti non seguono solo un nucleo, ma sei nuclei (di qui il x6), per un totale di 36 persone accolte. È un modello sostenibile, economico, di successo e che si sta espandendo: nel 2020 ha ispirato il progetto Embracin del comune di Padova. Con una vera gestione dell’immigrazione - conclude - possiamo costruire insieme spazi di opportunità, e non spazi di criminalità e miseria. Basterebbe avere un po’ di sincera, vera, volontà politica”.
“Le continue drammatiche aggressioni al personale medico, alle lavoratrici e ai lavoratori del settore sanitario necessitano una riflessione non soltanto sul possibile inasprimento delle pene, ma soprattutto sulle misure di prevenzione messe in atto. La Legge numero 113 del 2020 prevedeva infatti già numerose azioni per garantire la sicurezza di tali lavoratori ed è oggi opportuno verificare la sua corretta applicazione”. Lo chiedono al governo i deputati del Pd Marco Simiani, Ilenia Malavasi, Simona Bonafè, Emiliano Fossi, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo e Laura Boldrini depositando oggi una interrogazione su tale tematica.
“La Legge ha infatti istituito un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Tale Osservatorio deve monitorare gli episodi di violenza commessi nell'esercizio delle funzioni; gli eventi sentinella che possano dar luogo ai suddetti fatti; l'attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste dalla disciplina in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro; la promozione di studi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti; la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza; corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e gestione di situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti. Quante di queste misure di prevenzione sono state realmente realizzate? Il Ministro della Salute venga in Parlamento a chiarire”: concludono i deputati Pd.
"Le continue aggressioni ai medici ed agli infermieri impegnati nel loro lavoro rappresentano un fatto gravissimo che rischia di mettere a rischio, oltre l'incolumità del personale, anche la tenuta stessa del sistema sanitario nazionale": è quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd, sul ferimento di una dottoressa e due infermiere del punto di primo soccorso di Follonica, in provincia di Grosseto.
"Alle donne aggredite va tutta la mia solidarietà, è però innegabile che occorrono provvedimenti urgenti per garantire la sicurezza negli ospedali. Su questa tematica presenterò una interrogazione a Montecitorio" : conclude Marco Simiani.
"In Italia esistono ancora le “Case di Lavoro”, istituite dal Codice Rocco con l’intento di favorire, attraverso il lavoro, il reinserimento sociale di persone che hanno commesso reati ed espiato una pena, ma che sono ritenute ancora pericolose per la società in quanto delinquenti abituali, professionali o per tendenza. Le strutture tuttora attive sono quattro, una si trova a Vasto. Queste strutture attualmente in essere però purtroppo sono totalmente inadeguate, poiché la maggior parte delle case di lavoro è collocato dentro istituti penitenziari o in ex istituti psichiatrici, dove vi sono ancora celle con sbarre. Dunque il soggetto invece di essere reinserito con gradualità in un contesto lavorativo passa mesi e anni di internamento successivo al carcere senza occupazione lavorativa e senza la speranza di poter riprendere una vita normale e di contatto con la società. A popolare la casa di lavoro è una folla di disperati, in una situazione che non permette nemmeno a chi è sano di mente di rimanere tale molto a lungo. Ci sono persone provenienti da Ospedali Psichiatrici Giudiziari, tossicodipendenti, malati di mente, infermi con patologie praticamente incurabili in carcere, persone senza fissa dimora, stranieri senza documenti; risulta così che le case di lavoro, più che luoghi con cui accompagnare un ex detenuto verso il ritorno alla quotidianità, diventano un limbo nel quale si raccoglie la marginalità. Per questo chiediamo al ministro Nordio di non rimanere indifferente a tale palese inadeguatezza e chiediamo di intervenire quanto prima per riformare questo istituto ormai inadeguato, per sostituirlo con altre forme che consentano il reinserimento di queste persone nella società, come ad esempio "comunità di accoglienza dedicate" oppure "misure di sicurezza applicate nella libertà vigilata, eseguite nei territori di residenza e non in istituti di pena, spesso lontani dal luogo dove queste persone hanno affetti o radici". Lo dichiara il deputato del Pd, Luciano D'Alfonso, che ha presentato una interrogazione al ministro Nordio sulle Case di Lavoro.
“Siamo al fianco dei lavoratori del settore autoferrotranviero che oggi scioperano per migliorare le condizioni di lavoro nel settore ferroviario. Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali confederali che oggi scioperano a livello nazionale per richiamare ancora una volta l’attenzione del governo sulle condizioni di lavoro nel settore. Sosteniamo le richieste per un piano di assunzioni per le attività lavorative e una maggiore attenzione ai tempi di lavoro degli equipaggi dei treni. Crediamo sia indispensabile trovare tutti gli strumenti per rafforzare la sicurezza dei lavoratori preda di continue aggressioni del personale a bordo treno e delle stazioni e al contempo rendere efficiente il settore manutenzione andando avanti con i processi di internalizzazione adeguando gli organici. Crediamo non più rinviabile un piano per riqualificare riorganizzare e modernizzare un settore strategico e vitale del nostro Paese”. Così in una nota il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Roberto Morassut.