“Lo sospettavamo e lo avevamo gridato. Oggi sulla vicenda della cessione di ITA Airways a Lufthansa arriva la doccia fredda, ma neanche tanto: Alitalia ha infatti comunicato ai sindacati e al governo il licenziamento del personale dell’ex compagnia di bandiera, già in cassa integrazione a zero ore. Il governo dei Fratelli d’Italia non ha voluto mai accogliere le istanze del PD volte a tutelare i dipendenti di Ita in vista della cessione alla tedesca Lufthansa. E oggi con questa comunicazione il governo getta la maschera confermando, purtroppo, tutti i nostri sospetti”. Lo dichiara il capogruppo PD in commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, a proposito della comunicazione di licenziamento inviata da Alitalia a oltre 2000 dipendenti.
“Abbiamo sempre chiesto tutele e verifiche stringenti - prosegue - soprattuto quando il governo ha proposto, con il decreto legge Asset, di invertire quanto stabilito con sentenza dal giudice ordinario che dava ragione ai lavoratori. Tenuto conto di tutto ciò e del potenziale spreco di denaro pubblico - conclude - chiederemo anche l’intervento della Corte dei conti per verificare la sussistenza del danno erariale.
“Buon lavoro a Eugenio Patanè, assessore di Roma Capitale, chiamato da oggi a guidare il nuovo gruppo di lavoro europeo per la mobilità e i trasporti. Un riconoscimento importante per l’Italia e per la Capitale e che premia il lavoro che al fianco del Sindaco Gualtieri sta portando avanti per potenziare il trasporto pubblico locale e garantire il diritto alla mobilità di tutte e di tutti”.
Lo scrive su X Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Quando era all’opposizione Giorgia Meloni non perdeva occasione per criticare con violenza e demagogia i rari click day effettuati, oggi che è al governo non fa che promuoverne. Qui però non è in gioco soltanto la continua incoerenza della Premier ma i diritti di milioni di cittadini che per poter accedere ai benefici previsti dalla legge devono continuamente tentare la fortuna come successo oggi per il bonus trasporti. Promuovere il servizio pubblico, anche attraverso risorse capaci di calmierare i prezzi, rappresenta una opportunità fondamentale per elevare la qualità della vita, proteggere l’ambiente e salvaguardare le tasche degli italiani. Tutto il contrario di ciò che sta facendo la destra. Il Partito Democratico presenterà nella Legge di Bilancio emendamenti per rendere strutturale il bonus trasporti”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio Marco Simiani.
“Vogliamo sapere dal Ministro Salvini se conferma che le risorse sottratte alla realizzazione della chiusura dell’anello ferroviario di Roma, in particolare nel tracciato che collega Vigna Clara a Tor di Quinto, siano state effettivamente riassegnate per il 2024, in modo da evitare che la Capitale del nostro Paese, oltre ad altre importanti realtà, venga gravemente danneggiata dalle scelte del Governo”. È la richiesta dell'interrogazione presentata dai parlamentari del Partito Democratico Andrea Casu, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut, Matteo Orfini e Nicola Zingaretti al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
“La chiusura dell’Anello ferroviario di Roma è un’opera di grande importanza per tutto il sistema della mobilità della Capitale. Nell’ambito della rimodulazione degli interventi del PNRR il Ministero delle Infrastrutture ha presentato al CIPE un pacchetto di modifiche che riguardano interventi per i quali lo stato di avanzamento attuale non consente di bandire le gare entro il 2023; tra questi la linea ferroviaria Roma-Pescara nella tratta interporto d’Abruzzo-Chieti-Pescara e Sulmona-Avezzano, il raddoppio della Falconara-Orte, e, appunto, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma. Secondo quanto annunciato alla stampa dal Ministro delle infrastrutture negli scorsi mesi le risorse rimodulate nel 2023 dovrebbero essere riassegnate per il 2024. Attraverso la nostra interrogazione vogliamo sapere con certezza se tali opere siano state effettivamente rifinanziate con il nuovo Bilancio”.
“Nel click day per il Bonus trasporti solo una parte di richieste e' giunta a buon fine, tante le persone rimaste in attesa si sono trovate di nuovo di fronte ai fondi già finiti. L’ennesima presa in giro del Governo, che invece di stanziare finanziamenti spot che svaniscono nel giro di poche ore, deve trovare il modo per rendere strutturale questa misura. Bisogna inserire fondi organici affinché chi va a scuola e a lavoro e si sposta con i mezzi pubblici abbia la possibilità di farlo senza gravare ulteriormente su un bilancio familiare messo a dura prova dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Il bonus trasporti non deve essere un diritto per i più veloci, per chi clicca prima, ma deve essere garantito a tutti quei cittadini, studenti e lavoratori che hanno bisogno di spostarsi con i mezzi per andare a lavoro e a scuola
Occorre farlo stanziando i fondi necessari e allargando la misura alle famiglie al di sotto dei 35.000 euro di reddito come accadeva fino al 2022. Oggi una nuova brutta figura del Governo che ha dimostrato di non considerare la mobilità dei cittadini un obiettivo da sostenere con i fatti”. Lo dichiara Valentina Ghio vicecapogruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio.
“Nel corso dell’ufficio di presidenza ieri abbiamo denunciato il tentativo sinistro della maggioranza di trasformare il progetto di legge sugli interporti in una sorta di cavallo di troia, per mettere dentro una serie di questioni che non hanno a che fare alcunché con gli interporti ma che riguardano presunte privatizzazioni del mondo delle infrastrutture. Su tutte ci preoccupa il paventato disegno di inserire emendamenti che sostanzialmente aprono la strada alla privatizzazione dei porti italiani. Lo abbiamo detto in ufficio di presidenza ieri e lo ribadiamo ora. Daremo battaglia su tutti i fronti perché questo metodo è inaccettabile. Faremo le barricate a fronte di queste forzature regolamentari per imporre la logica del più forte”. Lo dichiara Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio.
“Il ministro Salvini ha imbracciato il fucile ad acqua pure sul codice della strada. Preannuncia ergastoli per chi guida ubriaco o drogato. Sono paroloni populisti e banali. Riduca invece i limiti di velocità che sono statisticamente la causa largamente principale delle morti sulla strada. Invece la sua proposta di nuovo codice aumenta i limiti di velocità. Esca dal Truman Show e faccia il ministro dei Trasporti”. Così in una nota il deputato Pd, Roberto Morassut.
“Reiteriamo una richiesta di informativa urgente al ministro Salvini, che ormai puntualmente ripetiamo dal 22 novembre. Il ministro Salvini è commentatore instancabile sui social ma su quanto è successo il 22 novembre sul Frecciarossa Roma-Napoli nessuna parola. Vogliamo sapere su quel Frecciarossa quale sia stato il protocollo attivato dal ministro e se ci sia stata una violazione, forse questa ancora più grave, dell'articolo 54 della Costituzione, ovvero invece di svolgere il suo ruolo con onore e disciplina si sia applicata arroganza, abuso e privilegio. Il ministro Salvini è molto reattivo quando si tratta di minacciare il diritto allo sciopero dei lavoratori del settore dei trasporti, perché rimane silente quando invece viene interrotto un servizio pubblico a favore dei cittadini? Davvero come ha detto il ministro Lollobrigida, tutti i cittadini possono fermare un treno in corsa a proprio piacimento? Da questo episodio del 22 novembre, probabilmente sulla porta dei treni italiani, ci sarà affisso il numero dell'amministratore delegato di Trenitalia”. Lo ha detto in Aula alla Camera la deputa dem Ouidad Bakkali, nel corso degli interventi di fine seduta.
Dichiarazione di Ouidad Bakkali e Valentina Ghio deputate Pd
“Il governo ha colpevolmente respinto un emendamento e un ordine del giorno presentato con i colleghi della Commissione Trasporti al Decreto Proroga Termini - dichiarano le deputate PD Ouidad Bakkali e Valentina Ghio - che chiedeva di estendere anche al 2024 i contributi al lavoro portuale previsti dall'articolo 199 del Decreto Rilancio del 2020.” Lo dichiarano le deputate Pd Ouidad Bakkali e Valentina Ghio che aggiungono: “durante le audizioni per le risoluzioni tutti i rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese portuali hanno ribadito la necessità e l'urgenza di un sostegno economico importante che in questi anni ha permesso di mantenere i livelli occupazionali e garantire il lavoro a centinaia di persone”. “I contributi , istituiti in piena emergenza Covid a maggio 2020 e prorogati dopo lo scoppio della Guerra in Ucraina, - proseguono le deputate Pd - sono stati fondamentali per rimanere in equilibrio in una congiuntura difficile. Ora - aggiungono - l’emergenza non è conclusa, le conseguenze della guerra, di inflazione e rincari energetici sono ancora in atto e risulta incomprensibile come mai il governo abbia deciso respingere la richiesta di reiterare alle imprese portuali questi contributi che si sono dimostrati fondamentali. È del tutto evidente che in questo modo si espongono i lavoratori a un futuro incerto e senza garanzie”.
Per Bakkali e Ghio, “non si capisce come mai si privino le imprese portuali di contributi fondamentali, mettendo a rischio di incertezza tanti lavoratori e lavoratrici portuali. Chiediamo al Governo di ripensarci e di sostenere la proroga di questi incentivi e dare una risposta a tutto il mondo del lavoro portuale che, senza queste risorse, ha grandi e fondate preoccupazioni di tenuta occupazionale del settore. Serve rendere questo strumento di sostegno alle imprese portuali strutturale o almeno pluriennale”. Concludono Ghio e Bakkali.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
“Una clamorosa rinuncia di Rfi che mortifica ancora una volta i cittadini ed il nostro territorio, utile soltanto alla propaganda del devastante progetto del Ponte. E’ l’ennesimo ricatto alle popolazioni siciliane e calabresi nel silenzio di tutte le istituzioni e la dimostrazione che l'insensato progetto del Ponte non attira investimenti a supporto, ma prosciuga le risorse pubbliche destinabili alle infrastrutture del Sud e dell'intero Paese, come denunciato da Ance e Corte dei conti”. Lo afferma il segretario e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo che ha depositato una interrogazione sul tema rivolta al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
“Nel 2022 infatti - vien ricostruito nell’atto ispettivo – Rfi annuncia che tre traghetti veloci «con doppia alimentazione diesel/gas/elettrica» navigheranno nello Stretto di Messina. Ma, in realtà, i traghetti previsti - pubblicizzati come il prototipo del nuovo «collegamento dinamico» nello Stretto, alimentati da un sistema gas/elettrico/diesel che avrebbe permesso la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e dotati di un sistema elettrico a emissioni zero nei porti di ormeggio, grazie ai pannelli solari ubicati su una superficie di 400 metri quadri, non verrano costruiti . E c’era anche l'importo complessivo a base di gara che era stato stimato intorno ai 50 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni per la progettazione e 9 milioni assegnati dal PNRR. Tutto ciò non sarà realizzato visto che la stessa Rfi ha azzerato le procedure di gara in fase di valutazione delle offerte”.
“Di fatto, l'iter è fermo dall'ottobre 2022 – afferma Barbagallo – e a distanza di 13 mesi arriva l'avviso di Rfi, pubblicato sulla Gazzetta dell'Unione europea, con cui si dichiara conclusa la gara, senza aggiudicazione per «interruzione della procedura». “Pare che la decisione di Rfi sia legata agli sviluppi sul collegamento stabile nello Stretto, nell'ambito del quale le Fs dovranno svolgere un ruolo determinante per tutte le opere ferroviarie connesse al ponte”.
Con l’interrogazione, Barbagallo chiede di conoscere “i motivi che giustificano l'interruzione della procedura di gara e in che modo Rfi, società pubblica obbligata da un contratto di servizio, intenda garantire la continuità territoriale e la mobilità in Sicilia, in particolare nello Stretto di Messina, e al contempo migliorare l'efficienza del servizio”. Inoltre, Barbagallo chiede “quale sia oggi la destinazione dei fondi finanziati col PNRR che erano stati destinati al collegamento dinamico”.
“Noi come Partito Democratico abbiamo presentato una serie di proposte strutturali e mirate ad aiutare le fasce più deboli, come le proposte sul salario minimo, i trasporti, rendendoli gratis per gli studenti, la sanità, pensioni e carovita. La maggioranza ha presentato una manovra che sembra più uno spot elettorale, una manovra con proposte strumentali alle imminenti elezioni europee. Per esempio il taglio irrisorio al cuneo fiscale che, peccato, è solo per un anno, quindi non una misura strutturale che perdura nel tempo. Non ci sono misure sui mutui, quindi una manovra non strutturale e regressiva”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano, ospite di Agorà su Rai Tre.
Dichiarazione di Federico Gianassi, deputato Dem
“Alla nostra denuncia di avere tagliato 30 milioni di euro destinati alla realizzazione delle tramvie di Firenze, il ministro dei Trasporti ha fatto seguire un imbarazzato silenzio. Ora, dopo giorni, risponde ammettendo il taglio e afferma che non ci sono risorse per fare tutto e che ne sono state messe ulteriori per la metropolitana di Milano. Che le risorse pubbliche non siano infinite è chiaro a tutti, finalmente anche a Salvini, proveniente da anni di tante promesse irrealizzabili. Però, a maggior ragione, se le risorse non sono infinite, il governo non può sprecarle come sta facendo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Rimettano i soldi dove servono, come per la tramvia di Firenze. La città è stanca di subire danni da chi sta governando il Paese”. Così il deputato dem Federico Gianassi.
Discussa in commissione Trasporti interrogazione del Pd a firma Anthony Barbagallo, Valentina Ghio e Marco Simiani
“Non ci siamo. Davvero ci aspettavamo che il governo facesse uno sforzo per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Invece oggi il sottosegretario ai Trasporti Ferrante, rispondendo in Commissione ad una nostra interrogazione, ha colpevolmente sottovalutato tutta la vicenda, dando una risposta vacua, generica e senza alcuna prospettiva. Siamo molto insoddisfatti”. Così Anthony Barbagallo, Valentina Ghio e Marco Simiani che avevano interrogato il governo per conoscere “lo stato dell’iter di adozione del decreto di riparto delle risorse sul fondo per la perequazione infrastrutturale, con particolare riguardo al settore dei trasporti". "Tutto ciò – aggiungono- può determinare una ingiustificabile disparità di accesso al diritto alla mobilità da parte dei cittadini. Abbiamo ricordato al governo – precisano gli esponenti Pd – che serve colmare il gap infrastrutturale tra le diverse aree geografiche del Paese, come peraltro prevede molto chiaramente la legge n.42/2009, che individua le modalità degli interventi di recupero per superare tale deficit.” Barbagallo, Ghio e Simiani avevano inoltre ricordato al ministro Salvini che “per il finanziamento di tali interventi era stato istituito un fondo con una dotazione complessiva di 4.600 milioni di euro”. “E’ un fondo importantissimo – hanno sottolineato i rappresentanti del Pd - soprattutto per le regioni del Sud, ma anche per l'intero Paese. E' davvero fondamentale avere l'opportunità di utilizzare tali risorse finanziarie al fine di colmare il gap esistente tra i diversi territori nei quattro settori d'intervento infrastrutturale: trasporti, sanità, idrico e istruzione.” Per gli esponenti del Pd resta “decisivo riprendere rapidamente il percorso già avviato in conferenza unificata al fine di giungere al più presto, alla ripartizione delle risorse e all'attivazione degli investimenti. Ma, evidentemente, dalla risposta che abbiamo ricevuto oggi dal sottosegretario Ferrante tale obiettivo a questo governo non interessa minimamente.”
Il governo non utilizza un provvedimento specifico: scelta incomprensibile che contraddice le dichiarazioni di un percorso condiviso sulla portualità.
“Da quanto si legge a mezzo stampa, pare che il governo abbia deciso di affrontate la riforma dei porti, anziché con un provvedimento specifico, di ampia discussione e condivisione parlamentare, inserendo in fretta e furia un emendamento nella legge degli interporti che dovrebbe arrivare in commissione la prossima settimana. Una forzatura inaccettabile, perché, per quanto la legge degli interporti abbia attinenze al tema è un’altra cosa e, dopo il lavoro in commissione di questi mesi e le dichiarazioni di ampia condivisione, ci aspettavamo un provvedimento specifico su cui discutere in modo approfondito. In questo modo il governo dimostra di non avere le idee chiare nell’affrontare questo percorso e di sottrarre spazi importanti alla discussione, rischiando di penalizzare temi cruciali per il rilancio dei Porti”. Così la deputata dem Valentina Ghio vicecapogruppo Pd e componente della commissione Trasporti.
“Crediamo – prosegue l’esponente Pd - che le riforme siano efficaci solo se sono realmente condivise e se c’è la volontà di condividerle con il Parlamento e con tutti gli stakeholder. Dalla discussione delle risoluzioni in commissione non ci sono state risposte su temi cruciali, come la natura giuridica dei Porti, la tutela del lavoro, la piena operatività delle Autorità di sistema portuale con il superamento dei commissariamenti in atto e temi di sostegno al lavoro delle imprese portuali, come chiesto a gran voce dagli auditi, a partire dalla proroga delle risorse dell'articolo 199, chiesto anche con un emendamento a mia firma sul decreto, e non accolto dal governo in questi giorni. Ci chiediamo quale sia la volontà che porta a questa forzatura, che vuole avviare una riforma a colpi di emendamenti su altri provvedimenti”.“Rimane poi l’incognita – ha concluso Ghio - delle privatizzazioni. Il governo ha messo nero su bianco che privatizzeranno asset pubblici per 20 miliardi di euro, l’equivalente dell’1% del Pil, ma non ha mai chiarito dove saranno queste privatizzazioni: vogliono privatizzare le ferrovie, correndo il rischio di danneggiare una delle poche aziende sane e in utile del Paese, la cui natura statale è il modo migliore per garantirne il controllo rispetto alle tratte sociali, ai collegamenti con le aree interne, alla sfida della sostenibilità? Vogliono privatizzare Mps? Ci sono anche asset pubblici inerenti la portualità in questi 20 mld di privatizzazioni? Anche su questo il governo deve fare chiarezza”.
“Chiediamo un’informativa urgente del ministro Salvini sulla fermata del treno Frecciarossa alla stazione di Ciampino per far scendere il ministro Lollobrigida e altre persone del suo staff. Vogliamo sapere se quanto riportato dalla stampa corrisponde al vero e, nel caso, chi ha dato l’ordine di stop al macchinista e chi da quel treno è sceso. Se così fosse, Il ministro non si sarebbe certo comportato quindi con disciplina e onore, ma in modo indegno e arrogante. I politici invece dovrebbero avere un comportamento in linea con l’etica pubblica. I cittadini italiani devono sapere come sono andate le cose”. Lo ha chiesto in aula alla Camera in apertura dei lavori il deputato democratico Anthony Barbagallo, capogruppo in commissione Trasporti.