"Il ministro Lollobrigida non può trasformare i treni italiani nella sua auto blu. La fermata straordinaria imposta da Lollobrigida a Ciampino, come si apprende oggi dalla stampa, è un atto di un’arroganza ingiustificabile, uno schiaffo in faccia a tutti i cittadini e le cittadine che erano sul suo stesso treno, già in ritardo, e a tutte le persone che fronteggiano ogni giorno i disservizi causati dalla mancanza di finanziamenti nei trasporti da parte del governo Meloni di cui fa parte. Presenteremo immediatamente un’interrogazione in Parlamento per fare subito piena luce su questa brutta storia". Così il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Con l’approvazione in Commissione Affari Costituzionali del Senato del ddl sull’Autonomia targato Calderoli, il Governo Meloni si schiera definitivamente contro il Mezzogiorno. Tutto per assecondare gli intenti secessionisti della Lega e mantenere gli equilibri al suo interno in uno scambio squallido con la riforma sul premierato fatto sulla pelle dei cittadini del Mezzogiorno e dei più deboli. Senza fondi e con un carico che grava pesantemente sul Sud, infatti, la sanità pubblica andrà in frantumi così come la rete di servizi fondamentale per la vita dei cittadini in particolare nei settori dei trasporti locali, della scuola, degli asili nido e delle politiche sociali. Mi chiedo come possa una destra che parla di nazione decidere di spaccare in questo modo l'Italia, nel silenzio colpevole dei colleghi eletti nel Mezzogiorno che avallano questo scempio senza colpo ferire. Come Partito democratico presenteremo degli emendamenti in legge di bilancio per prevedere che venga assicurata in via preliminare un'adeguata copertura finanziaria dei Lep e del fondo perequativo, nel rispetto della stessa Costituzione, e continueremo a batterci in tutte le sedi per fermare una riforma che rompe l'unità e la coesione nazionale.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd della Commissione Bicamerale Questioni regionali.
La migliore risposta a Salvini arriva dalla piazza: tanti, pacifici e convinti che quella del Governo Meloni sia una pessima legge di bilancio. Non risolve problemi ma taglia sanità, servizi, trasporti. Con loro daremo battaglia in Parlamento.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Il governo Meloni taglia 30 milioni di euro già stanziati per il 2024 per realizzare la tramvia di Firenze. Si tratta di risorse già assegnate, ma sottratte con la manovra di Bilancio come si legge nelle sue pieghe e in particolare nelle Tabella 10 del ministero delle Infrastrutture e Trasporti allegata alla Manovra. Pensano al Ponte sullo Stretto e tagliano sulle tramvie? Il governo Meloni ha un problema con la città di Firenze? Prima i 55 milioni persi per lo stadio e non ripristinati al contrario di quanto fatto per Venezia e ora altro taglio di risorse che spettano a Firenze? Pretendiamo che le risorse siano subito riassegnate alla città e con i colleghi del Partito Democratico del Senato, dove pende l’esame del provvedimento, presenteremo un emendamento in tal senso".
Lo dichiara il deputato Pd, Federico Gianassi, deputato Pd.
Nell’illustrazione di una interrogazione in commissione ambiente l’Onorevole Sara Ferrari ha chiesto al Governo “quali siano le ragioni del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo inquilini morosi incolpevoli nella legge di bilancio, anche per conoscere quali strumenti alternativi di immediata applicabilità abbia intenzione di adottare per far fronte alla grave emergenza abitativa in atto nel Paese”.
Non posso essere soddisfatta di questa risposta- afferma la deputata- perché ci viene detto che mentre il Ministro Salvini sta valutando l’entità del disagio abitativo, ed elabora la sua riforma, tuttavia, nel frattempo, i soldi non ci sono. Quindi il governo si sta proiettando verso nuovi progetti e nuovi programmi, che però per ora non si vedono e quindi i cittadini come lo pagano intanto l’affitto? Posso dare un'apertura di credito senz'altro alle buone intenzioni, pro futuro, ma per ora la riforma non c'è e nella Legge di Bilancio i soldi non ci sono per rispondere alle esigenze immediate, in un periodo di aumento dei prezzi e crisi economica così pesante. Spero che il ministro Salvini arrivi con soluzioni alternative in tempi quanto più ravvicinati, che portino sollievo al bisogno dell’abitare per famiglie, studenti e pensionati, che non possono aspettare i tempi di una riforma.
Cosi la deputata dem Sara Ferrari, componente della commissione Ambiente, rispetto al sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Tullio Ferrante, nel corso del Question Time nella medesima commissione.
“Quali iniziative intendono intraprendere i ministri Salvini, Piantedosi e Calderone, per contrastare ogni forma di violenza nei confronti degli operatori del trasporto pubblico locale e garantire la sicurezza di tutti i cittadini e le cittadine che utilizzano i mezzi pubblici? Quali risorse, oggi insufficienti, intendono stanziare per assicurare un servizio capillare e di qualità per i cittadini su tutto il territorio nazionale e per il rinnovo in tempi brevi del contratto nazionale di settore?”.
Sono le domande contenute nell’interrogazione rivolta ai ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, dell’Interno e del Lavoro, presentata dai deputati del Gruppo Pd.
“Le organizzazioni sindacali - segnala l’interrogazione sottoscritta dalla capogruppo, Chiara Braga, e da oltre 40 deputati dem - che hanno anche più volte per questo scioperato, da tempo chiedono interventi mirati per affrontare quella che è diventata una vera e propria emergenza e assicurare le condizioni di sicurezza necessarie per il personale in servizio nello svolgimento del proprio lavoro. Sui gravi episodi di violenza, sia fisica che verbale, perpetrati contro il personale viaggiante il Gruppo del Pd ha presentato negli scorsi mesi tre atti di sindacato ispettivo che ancora non hanno avuto risposta, nonostante la gravità del problema. Allo stesso tempo è in evidente ritardo anche l’avvio dei gruppi di lavoro relativi al Protocollo sottoscritto nel marzo 2022 per la promozione della sicurezza nel processo di sviluppo del trasporto pubblico locale e regionale sostenibili”.
“Il Governo - dichiara Andrea Casu, primo firmatario dell’interrogazione - manifesta interesse verso difficoltà e disservizi nei trasporti solo per attaccare i sindacati nei giorni in cui i lavoratori decidono di esercitare il diritto di sciopero, gli chiediamo di occuparsi del diritto alla mobilità dei cittadini e della sicurezza sul lavoro 365 giorni l’anno”.
“Le votazioni in commissione Trasporti delle risoluzioni sui porti rendono con netta evidenza la mancata chiarezza da parte di governo e maggioranza su alcuni aspetti cruciali per il futuro del settore”. Lo dichiara la vice presidente del Gruppo Pd alla Camera Valentina Ghio, spiegando la posizione assunta oggi in commissione Trasporti insieme ai componenti del Gruppo Pd Barbagallo, Bakkali, Casu e Morassut.
"Con il no a diverse importanti nostre richieste - aggiunge Ghio - non si sciolgono i dubbi sulle modifiche della natura giuridica delle Autorità di sistema portuale: la formulazione vaga della maggioranza, forse per coprire divisioni al loro interno, lascia aperte diverse incognite sul controllo pubblico nella riforma che riteniamo in questo modo non venga garantito a sufficienza, aprendo spiragli a processi di trasformazione delle ADSP in società per azioni come ha detto intervenendo oggi un rappresentante della maggioranza, o di maggiore privatizzazione
Così come giudichiamo insufficiente la riformulazione delle misure di sostegno al lavoro portuale previste dal decreto 34 del 2020, espressamente richiesto dalle imprese portuali: dal 1 gennaio 2024 le imprese portuali senza quel sostegno rischiano crisi occupazionali importanti e hanno bisogno di risposte certe non di una incerta valutazione subordinata alle priorità del bilancio. Il timore è che accada come al recente emendamento presentato sul tema e ritirato al Senato.
Infine è arrivato anche un ‘no’ alla richiesta di inserire il lavoro dei portuali nella categoria degli usuranti, come sarebbe giusto fare, oltre il mancato accoglimento dell'adozione del decreto sulla regolamentazione dell'autoproduzione per tutelare imprese e lavoratori da fenomeni di concentrazione e concorrenza sleale.
Stupisce inoltre che non abbiano accettato richieste come la semplificazione della normativa per attuare le comunità energetiche portuali o percorsi per la tutela e l'incremento del lavoro femminile nei porti. Un passo indietro rispetto a transizione energetica e parità di genere.
Mancano punti fondamentali di chiarezza sulla natura giuridica pubblica e su tutela del lavoro: da qui si deve ripartire per un processo condiviso di riforma”.
Dichiarazione di Sara Ferrari, dell’ufficio di presidenza del Gruppo Pd alla Camera
"Investire di più nelle borse di studio per gli studenti universitari, quelli che con le tende hanno dimostrato la crisi degli affitti. Per valorizzare davvero il merito, di fronte alle condizioni economiche molto diverse delle famiglie e sempre più difficili, il governo deve mettere in campo maggiori aiuti." È quanto ha dichiarato la deputata Pd Sara Ferrari, che aggiunge: "il dl sull'energia è insufficiente ad aumentare l'aumento dei costi di affitti, bollette, trasporti. Il messaggio da dare ai giovani, affinchè non continui a scappare all'estero e che lo Stato crede in loro, li aiuta a formarsi di più, per avere un maggior vantaggio occupazionale e forza contrattuale". "La maggioranza di destra - aggiunge Ferrari - ha invece bocciato la mia proposta di odg che raccoglieva la richiesta delle associazioni studentesche di aumentare il fondo degli alloggi per i fuori sede". Per l'esponente del Pd, "la mancetta che stanzia il governo non copre nemmeno l'inflazione."
“Nonostante la scelta del governo di rimettersi all’Aula, la maggioranza ha votato contro il mio ordine del giorno sul trasporto merci votato compattamente dalle forze di opposizione, per dare un forte sviluppo all’intermodalità e rafforzare il confronto con tutti gli operatori. Dopo il taglio di 235,7 milioni di euro nella manovra di bilancio di previsione del MIT su autotrasporto e intermodalità e i ritardi di 10 mesi per il ferrobonus, un altro segnale devastante per un settore strategico che complessivamente interessa milioni di lavoratori e lavoratrici e oltre centomila aziende. Un’altra occasione persa per impedire che i costi dell’aumento dell’energia anche nel settore dei trasporti vengano scaricati su lavoratori e imprese. Continueremo in commissione e in Aula a batterci per contrastare ogni taglio e perché nessun settore del trasporto venga lasciato indietro nel confronto e nel coinvolgimento, perché a farne le spese è la competitività e la tenuta del nostro intero sistema economico”. Lo dichiara il deputato dem Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Siamo insoddisfatti e allarmati dalla relazione del Garante che non ha risposto stamattina a nessuna delle domande dell’opposizione. In particolare a una: quando uno sciopero si può definire effettivamente generale? In Italia non c’è mai stato uno sciopero che investisse, come nell’odierna interpretazione della Commissione di garanzia, tutte le categorie del lavoro pubblico e privato contemporaneamente. Ad esempio, il lavoro domestico. Eppure nella storia del nostro Paese abbiamo avuto tanti scioperi considerati generali e non multi settoriali come è stato sostenuto oggi dalla Garante Bellocchi. Aver definito lo sciopero del 17 novembre come multisettoriale è legata al fatto che ha vincoli di durata più stringente. Una scelta che rischia di creare un precedente gravissimo. Ci troviamo dunque davanti a una decisione che temiamo sia squisitamente politica. Chiediamo che le audizioni nelle commissioni Lavoro e Trasporti continuino con i sindacati Cgil e Uil che hanno subito dal ministro Salvini la precettazione”.
Lo dichiarano Cecilia Guerra , responsabile Lavoro del Pd, e
Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro alla Camera del Pd.
“E’ un fatto significativo che le commissioni Lavoro e Trasporti abbiano accolto la richiesta avanzata dal Pd di audire il garante a proposito dello sciopero indetto da Cgil e Uil. Riteniamo giusto che il Parlamento sia pienamente informato sulle ragioni del provvedimento adottato dalla Commissione di garanzia dopo l’uso politico che il ministro Salvini ha fatto in questi giorni del diritto costituzionale allo sciopero”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto.
“Il Ministro Salvini ha il solito atteggiamento da bullo. Non si interroga mai sulle cause dello sciopero dei trasporti, pensa che siano una perdita di tempo. Siamo davanti a un uso politico della precettazione. Non sa che per scioperare i lavoratori scelgono di rinunciare a un giorno di stipendio. Dovrebbe avere più rispetto e soprattutto impegnarsi a dare uno sbocco contrattuale a questa vertenza: anziché continuare ad attaccare i sindacati si occupi delle condizioni dei lavoratori”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto.
Siamo molto preoccupati dopo i ritardi di 10 mesi sul ferrobonus per i tagli presenti in manovra. Se è una scelta di indirizzo, va nella direzione totalmente opposta rispetto agli impegni del governo agli obiettivi comunitari e alle necessità che abbiamo in questo momento, perché il tema dell'intermodalità è decisivo per un comparto che riguarda milioni di lavoratori, centinaia di migliaia di imprese e che ha necessità di avere dei segnali chiari di strategie e di investimento. Altra questione da affrontare è il rincaro dell'energia che non può essere scaricato sui soggetti che sono chiamati a fornire servizi. Chiediamo al governo una politica chiara di interventi per il trasporto ferroviario inserito nella logica di uno sviluppo del trasporto intermodale, di quella grande piattaforma logistica naturale che è l'Italia. Auspichiamo un confronto quotidiano su tutti i temi con tutti gli operatori del sistema, attraverso un tavolo tecnico e l’avvio di un dialogo con tutti i soggetti e le istituzioni anche locali chiamate sul territorio allo sviluppo dell’intermodalità. Se c’è un aspetto di cui non abbiamo davvero bisogno, è la valutazione sul trasporto merci a compartimenti stagni, come se esistessero dei blocchi che devono essere gestiti singolarmente perché poi le merci non si muovono a compartimenti stagni, si muovono grazie alle navi, ai treni e ai mezzi dell'autotrasporto insieme. E lasciare indietro il trasporto ferroviario, rispetto alla media europea, è un errore imperdonabile che non possiamo permetterci. Pertanto se nella pianificazione non teniamo conto di questa integrazione e addirittura diamo segnali devastanti come potrebbe essere la riduzione della missione 2.3 del Bilancio dello Stato, attualmente prevista nello stato di previsione MIT, sull’autotrasporto e l’intermodalità di 235,7 milioni di euro, rischiamo di non perdere competitività in quella che invece può essere una delle grandi mission del nostro paese nei confronti dell'Europa e del mondo. Quindi per non perdere questa occasione serve aprire subito il confronto con tutti gli operatori e creare finalmente dei luoghi per coinvolgerli.”
Così il deputato Pd Andrea Casu nel corso dello svolgimento in Aula di un’interpellanza urgente al governo sul trasporto intermodale delle merci, di cui è primo firmatario insieme alla presidente del Gruppo Pd Chiara Braga, ai capigruppo Pd delle commissioni Trasporti e Ambiente Barbagallo e Simiani, e ai deputati dem Bakkali, Ghio, Morassut, Curti, Ferrari, Scarpa.
“Non possiamo non evidenziare che grazie all'iniziativa assunta oggi dal Pd, abbiamo parlamentarizzato l'affaire FS. Fino ad ora è stato un susseguirsi di indiscrezioni, articoli, supposizioni. Gli italiani hanno diritto di sapere! E' insopportabile che l'iniziativa sia dovuta venire dalle opposizioni e il governo, invece, non abbia sentito ii bisogno di un confronto preliminare, sereno, democratico con il Parlamento sul destino di FS. Se da un lato c’è il governo impelagato nelle segrete stanze dall'altra c'è un Paese che aspetta risposte concrete sulle infrastrutture. Con sempre maggiori diseguaglianze tra il Nord e il Sud del Paese. Come nella mia terra: la Sicilia. Dove la gente deve fare i conti con treni in ritardo o soppressi e tariffe in aumento”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti, ha replicato oggi in Aula alla sottosegretaria di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano, la quale ha risposto all’interpellanza urgente a prima firma Barbagallo e sottoscritta anche da Casu, Bakkali, Ghio, Morassut, Serracchiani, Orlando, Cuperlo, Porta, Lai, Lacarra, Provenzano, Stumpo, roggiani, Amendola, D'Alfonso, De Luca, Malavasi, De Maria, Gnassi, Graziano, Zingaretti, Andrea Rossi, Fassino, Peluffo, Fornaro, Ubaldo Pagano, Fossi, Marino, Scotto, Forattini, Toni Ricciardi, Bonafè, Iacono, Girelli, Curti, Gribaudo e Berruto, sulla privatizzazione di Fs.
“II governo - ha proseguito l’esponente Pd - non puo vendere asset fondamentali per fare cassa. L’operazione, oltre che essere infruttuosa rispetto all’esiguità della cifra che ne deriverebbe, non porterebbe neanche a un miglioramento in termini di performance o di sviluppo del settore, ma, al contrario, c'e il serio rischio di danneggiare una delle poche aziende sane e in utile del Paese. La risposta ‘tattica’ del governo non ci soddisfa per nulla. La natura statale di FS è il modo migliore per garantirne il controllo anche rispetto alle tratte sociali, ai collegamenti con le aree interne, alla sfida della sostenibilità, agli investimenti nel Mezzogiorno, a colmare il gap con la parte meno infrastrutturata del Paese che rappresentano la mission di una azienda di Stato. Fermatevi finché siete in tempo. II Pd, dentro e fuori il Palazzo sarà contro questo disegno scellerato”.
“Al ministro - ha concluso Barbagallo - avevamo chiesto quale siano le intenzioni del governo sull’ipotesi di immissione in borsa del 40 per cento di quote di Ferrovie dello Stato e se intenda garantire l'interesse nazionale evitando in ogni modo la privatizzazione della rete ferroviaria, tutelandone, in tal modo, la funzione strategica per il Paese”.
Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente deputati Pd
“Per intervenire sulla sicurezza della mobilita' urbana, se si vogliono tutelare le persone a maggior rischio di incidente, ossia pedoni e ciclisti, non si dice loro di stare più attenti, ma si interviene sul contesto e sulle cause che maggiormente mettono a rischio la loro vita, creando condizioni e cultura per rendere la strada piu' sicura.”
Lo dichiara la vicepreside dei deputati Pd Valentina Ghio che aggiunge:
“ è uno dei concetti ripetuti con chiarezza oggi nelle audizioni sul nuovo codice della strada in Commissione Trasporti. Siamo molto preoccupati dagli effetti della nuova norma in discussione che non interviene sulla principale causa di incidenti, ossia la moderazione della velocità, ma con un giro di vite su ciclabilita' e autonomia dei Comuni”. Per l’esponente del Pd,
“con questa impostazione e' preoccupante il depotenziamento di autonomia e competenze ai Comuni su questo fronte, con competenze accentrate al Ministero che deciderera' se e come i Comuni potranno mettere in campo azioni su ztl, ciclabili, telecamere, aree per la sosta, limitando quindi il loro raggio di azione per sicurezza stradale e potenziamento mobilità dolce. L'alternativa all'utilizzo dell'automobile privata si crea con una visione urbanistica della citta' che dia spazio alla mobilità sostenibile, con la creazione di aree pedonali e a velocità limitata, con la possibilità di impostare segnaletica adeguata, con sanzioni che abbiano efficacia deterrente. Qui si fa il contrario - conclude Ghio- , togliendo possibilità ai Comuni di incidere davvero in tal senso, con meno ciclabili e isole pedonali e controlli piu' difficili sulle infrazioni. La direzione opposta per la sicurezza e l'ambiente”.