“In vista dell’annunciata riforma dei porti del ministro Salvini il Partito Democratico ha depositato in commissione Trasporti alla Camera una dettagliata risoluzione, che con 22 punti offre un preciso indirizzo di marcia per un intervento che rilanci il nostro sistema portuale. Le direttrici che riteniamo prioritarie sono: il mantenimento delle autorità di sistema portuali come soggetti pubblici, dicendo No a qualsiasi privatizzazione o depotenziamento della ruolo pubblico nella governance; l’attenzione particolare al lavoro per tutelarne prerogative e sicurezza, promuovendo e sostenendo processi di upgrade formativo e di miglioramento della qualità del lavoro marittimo e portuale; il rafforzamento della governance a livello centrale a garanzia della valorizzazione del ruolo strategico nazionale, evitando l’introduzione di forme di federalismo differenziato che accentuerebbero differenziazioni e precarietà; la promozione dell’intermodalità e di incentivi all’utilizzo del movimento ferroviario; l’importanza di accompagnare il sistema portuale verso la transizione ecologica, anche attraverso modifiche normative per favorire cold ironing e le comunità energetiche e attuando la norma di legge sull'autoproduzione in modo da evitare concorrenza sleale a danno delle imprese portuali”.
Lo dichiarano le deputate e i deputati Pd della commissione Trasporti: Ghio, Barbagallo, Bakkali, Casu e Morassut. La risoluzione è stata sottoscritta anche da Braga, De Micheli, Orlando, Serracchiani, Simiani, Forattini, Pagano.
“Il governo - aggiungono - si mostra ancora una volta diviso, con Salvini e Rixi e la Lega che a parole scongiurano la privatizzazione e Musumeci e FdI che, con il piano presentato in un blitz d’agosto, avanzano invece con atti concreti verso l’esatto contrario, sconfinando nelle prerogative del Mit, che però presente al Comitato interministeriale per le politiche del mare ha approvato il piano. Il Partito Democratico con questa risoluzione accende i riflettori per la piena realizzazione di un sistema portuale pubblico, aperto, competitivo e regolato, come asset strategico per l’economia italiana, mettendo al centro la tutela del lavoro. Parliamo di un anello importante della filiera logistica moderna: con oltre 200 miliardi di euro derivanti dall’import e dall’export che passano attraverso i porti italiani e che rappresentano il 25% del valore del trasporto marittimo mondiale, in un Mediterraneo tornato strategico”.
"Ho depositato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sollecitando un suo intervento su quanto emerso nel corso di una mia recente visita a Livorno, durante l'inaugurazione della mostra fotografica 'Il porto delle donne', fortemente voluta dall'assessora Barbara Bonciani. In pochi sanno che nel nostro Paese la percentuale di donne impiegate nel lavoro portuale e marittimo è bassissima, non raggiunge le due cifre: troppi sono ancora i pregiudizi secondo cui queste attività vanno svolte soltanto dagli uomini in quanto dotati di maggior forza muscolare. Ma questo poteva valere in un altro tempo, non certo oggi che le operazioni di imbarco e sbarco merci si svolgono con palmari e mezzi meccanici che il personale femminile è perfettamente in grado di manovrare. Ed è sempre per colpa dei pregiudizi se persino nelle posizioni di vertice del settore portuale e marittimo le donne sono appena il 5 per cento, e se al comando di navi di donne non ne esistono affatto". Lo scrive in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo. "E quali sono le conseguenze se il ruolo delle donne in questo settore non viene riconosciuto? Semplice: si fa scarsa formazione, ci sono poche assunzioni, non c'è accesso alle funzioni apicali, non vengono realizzati servizi e spogliatoi riservati, non si tiene in conto una distribuzione dell'attività che permetta di conciliare il lavoro con la gestione della vita familiare, che nel nostro Paese è drammaticamente in capo alle sole donne", continua l'ex presidente della Camera che poi conclude: "Ci auguriamo che il ministro Salvini dia seguito al più presto alla mia richiesta di adottare iniziative che vadano a sanare una condizione non più al passo col tempo che viviamo. Con un'ultima istanza: quella di riconoscere come usurante il lavoro portuale e marittimo, sia per gli uomini sia per le donne. Si compirebbe così un passo in avanti che può aprire nuove opportunità per le donne e le generazioni future. Noi ci crediamo. Ci crederà anche Salvini?".
“Nella delega fiscale la maggioranza di destra e il Governo aprono le porte alla distruzione del trasporto pubblico locale. Si introduce a sorpresa un criterio di delega che introduce ‘l’opportunità di considerare eventuali perdite di gettito rispetto all’adeguatezza dei servizi essenziali di prestazione nel trasporto pubblico locale’. Si spinge alla disgregazione del tpl e alla sua privatizzazione. In Commissione la destra ostacola da mesi la richiesta del Pd di svolgere un’indagine conoscitiva sullo stato del tpl in Italia e quella di discutere una risoluzione del Pd sullo stesso argomento. La destra vuole colpire il diritto alla mobilità. E colpire i più deboli”. Così in una nota il deputato Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera.
Nostra risoluzione per potenziare servizio pubblico
“Già a maggio abbiamo presentato una risoluzione in commissione Trasporti alla Camera per chiedere una rimodulazione dei fondi per il Trasporto pubblico locale per superare il criterio storico e potenziare tutto il servizio pubblico che da allora chiediamo alla maggioranza di calendarizzare al più presto: basta aprire gli occhi sulle nostre città per capire che l’attuale erogazione di fondi non tiene conto delle conseguenze del boom turistico, della crisi climatica, dello sviluppo della mobilità e degli eventi eccezionali che il nostro paese deve affrontare, come i Giubilei del 2025 e 2033 e le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026. Questa situazione sta portando il sistema al collasso, specialmente nelle grandi città, mettendo a repentaglio il diritto alla mobilità di tutte le cittadine e i cittadini”.
Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione Trasporti della Camera, Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Roberto Morassut.
“Nella risoluzione - aggiungono - indichiamo chiaramente che in questo nuovo scenario la grave sofferenza che si sta registrando nell’ambito del Tpl non di linea è solo la punta dell’iceberg di una situazione ormai insostenibile che non può essere scaricata esclusivamente su un singolo settore. Ma deve essere affrontata nella sua interezza attraverso risposte immediate e risorse adeguate a rafforzare a ogni livello il servizio pubblico sia di linea che non. Occorre offrire alle amministrazioni locali nuovi strumenti normativi che consentano di monitorare i dati reali e programmare il servizio non di linea intervenendo tempestivamente sui picchi di domanda e sulle azioni necessarie al potenziamento dell’offerta tenendo conto delle specificità e delle esigenze di ciascuna città. Senza poteri e risorse adeguate - concludono - ci opporremo in ogni sede allo scaricabarile su regioni e comuni dell’emergenza mobilità e chiediamo che su questo tema si apra al più presto il confronto anche in Parlamento”.
“Lo scorrimento delle graduatorie è il metodo più veloce e più pratico per favorire il ricambio generazionale e agevolare le pubbliche amministrazioni ad ogni livello”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito dell’accoglimento, come raccomandazione al governo, di un ordine del giorno di cui è firmatario - insieme con Andrea Casu - con cui si invita il governo a valutare l’opportunità di individuare opportune soluzioni, anche di carattere normativo, per consentire alle regioni (a Statuto ordinario e a Statuto Speciale) “di attingere, tramite scorrimento, alle graduatorie esistenti per categorie C e D, per il potenziamento degli uffici regionali e delle strutture periferiche, nonché ai comuni di stipulare accordi con le regioni per l'utilizzo delle medesime graduatorie per il potenziamento dei propri uffici”.
Caso Catania dimostra fragilità isola
“L’emergenza che si è creata con l’incendio all'aeroporto di Catania e il conseguente caos dei voli ha dimostrato tutta la fragilità della struttura di ricezione degli scali della Sicilia. Questa situazione impone un cambio di passo e la costruzione di un nuovo hub internazionale nel centro della Sicilia, in grado di operare per le province di Agrigento, Caltanissetta e Enna, e che apra l’isola alla presenza turistica internazionale. C’è la necessità di realizzarlo urgentemente per mettere la Regione in condizione di eguagliare gli aeroporti delle Baleari, che accolgono oltre 40 milioni di turisti l’anno, mentre la Sicilia ne movimenta meno di 20 milioni. Il nuovo hub risolverebbe definitivamente il problema del trasporto aereo e anche quello del rischio di ceneri volanti che bloccano il transito aereo nello scalo etneo. Esiste uno studio, a tal proposito, redatto dall'università Kore di Enna e ora come mai è diventato attuale. Nell’auspicio che possa essere riattivato al più presto l’aeroporto di Catania, vista l’assenza della Regione Sicilia,
intervenga al più presto il ministero delle Infrastrutture”.
Lo dichiara la deputata democratica siciliana, Maria Stefania Marino.
“Misure insufficienti per l’emergenza organici nella Pubblica amministrazione. E’ solo una toppa di fronte al vuoto di organico che avrebbe imposto ben altri provvedimenti da parte del Governo con risorse e impegni diversi, nettamente più consistenti rispetto a quelle stanziate di fronte all’emorragia di personale previsto: 700 mila esodi entro il 2030. Non ci sono impegni concreti sull'ammoderamento della pa, a partire dai comuni del Mezzogiorno molti dei quali impantanati in piani di riequilibrio e di dissesto a causa delle difficoltà a riscuotere la Tari”.. Lo ha detto oggi alla Camera, il capogruppo PD in commissione Trasporti e segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo in avvio della discussione generale sul decreto P.A./bis.
“Sulle stabilizzazioni – ha proseguito Barbagallo – dico solo: attenzione a creare false attese. Lo dico anche alla luce di quanto affermato dal servizio studi della Camera che ha invitato il legislatore a verificare con più attenzione l’articolo 2 che riguarda i lavoratori socialmente utili della Regione siciliana. La formulazione attuale, infatti, a nostro giudizio, ha forti criticita' alla luce dell'accordo stato regione del 2021, del limite delle facolta' assunzionali a cui sono sottoposti tanti comuni, dell'invarianza di spesa prevista nonche' della qualificazione giuridica dell'assegno percepito dai 4800 ASU”.
“Chiediamo al ministro Salvini il commissariamento delle società di gestione dell'aeroporto di Catania per governare la situazione fuori controllo e garantire il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile. A dieci giorni dall'incendio divampato nell'aeroporto la situazione resta critica e desta molta preoccupazione l'evidente inadeguatezza della gestione dell'emergenza da parte del soggetto gestore, la Sac, ma anche dell'Enac e dell'Enav”. Così la deputata dem Giovanna Iacono, nel corso del Question time, illustrando l’interrogazione del PD al ministro dei Trasporti.
Nella replica il capogruppo del Pd in commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, rivolgendosi al ministro Salvini si è detto “insoddisfatto della sua risposta. Serve agire immediatamente. Il tavolo che ha insidiato al ministero non ha sortito nessun effetto. Nella sua risposta ha evidenziato che non ha specifiche competenze sul commissariamento quando, invece, proprio al suo ministero sono attribuite per legge la vigilanza e il controllo di ENAC e ENAV. E allora lo eserciti questo controllo.
In questi dieci giorni è emersa tutta l’inadeguatezza, l’incapacità e l’inettitudine della società di gestione dell’aeroporto. Migliaia e migliaia di passeggeri sono vittime di un’approssimazione e di una leggerezza senza precedenti che stride con ogni precetto del buon governo. Una gestione inaccettabile per un aeroporto internazionale. I danni alle imprese, al turismo e all’immagine della Sicilia sono incalcolabili. Attanagliata nella morsa del caldo, degli incendi, della mancanza di luce e acqua, con un governo regionale immobile, non merita quest’ulteriore flagello del disastro dell’aeroporto di Catania e delle nefaste conseguenze sui trasporti nell’isola. Non ci soddisfa, infine, la sua risposta neanche sulle compagnie aeree, alcune delle quali stanno operando speculazioni spregiudicate, sulla pelle dei passeggeri, con cancellazioni improvvise e nuovi voli a prezzi elevatissimi. I siciliani sono stremati e pretendono misure efficaci e che siano in grado di ripristinare prontamente la normalità”.
"Al Senato si è consumato un passaggio politico che conferma tutti i nostri timori. Il respingimento della mozione del PD sull'autonomia differenziata risponde all'obiettivo incomprensibile della maggioranza di spaccare il Paese. Chiedevamo precisi impegni sui Lep così come un preciso coinvolgimento e protagonismo del Parlamento. Quello che stupisce è la totale accondiscendenza dei cosiddetti "patrioti" rispetto a questo disegno politico. Di fatto provano a tenere insieme tutto e il contrario di tutto, con un preoccupante baratto tra autonomia differenziata e presidenzialismo. Uno scambio che però andrà a discapito delle istituzioni e degli interessi degli italiani, in particolare di quelli che risiedono nei territori più fragili. La nostra battaglia però non si fermerà. Per questo sulla definizione dei Lep presenterò nelle prossime ore una interrogazione parlamentare per chiedere riscontri rispetto all'attività del CLEP, il cui lavoro si apprende esclusivamente da retroscena di stampa e che ci preoccupano molto, visto che riguardano materie delicatissime come la sanità, la protezione civile trasporti, welfare. Un atto di chiarezza che si rende necessario anche alla luce delle dimissioni di quattro autorevolissimi componenti come Giuliano Amato, Alessandro Paino, Franco Bassanini e Franco Gallo e delle argomentazioni messe nero su bianco in una lettera rispetto alla sostenibilità e alle risorse necessarie per i LEP. Il PD sull'autonomia continuerà a battersi contro un disegno di legge che divide il paese e aumenta le disuguaglianze". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
“Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in un momento in cui la mobilità degli italiani è compromessa da inefficienze e scioperi e l’Italia è colpita da eventi meteorologici estremi, non trova di meglio da fare che insultare Don Ciotti, una delle figure più autorevoli del Paese nella lotta alle mafie e nell’impegno nel sociale. Salvini, invece di giocare a fare l’influencer dei poveri, pensi a lavorare per gli italiani, se ne è in grado”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, in una nota.
"Una Regione avvolta dalle fiamme e in cui purtroppo si contano delle vittime. Un aeroporto, quello di Catania, totalmente o in parte fermo da dieci giorni. Una città, Catania, amministrata dalla destra, senza acqua ed elettricità da giorni mentre le temperature toccano i 45°. Un intero comune, Olivieri, evacuato. Un capoluogo, Palermo, nella morsa del fuoco. E mentre tutto questo avviene, mentre le città bruciano e vengono evacuati ospedali, fermati i treni e cancellati i voli, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti passa il suo tempo a parlare del Ponte sullo Stretto. In una Regione in cui, tra l'altro, ci vogliono dalle 10 alle 13 ore di treno per spostarsi da Siracusa a Trapani. Ci sarebbe da ridere, se di mezzo non ci fosse la vita dei siciliani." Così Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, in un tweet.
Gli incendi in Sicilia che lambiscono case e ospedali bloccando aeroporti e autostrade e il maltempo che sta investendo da ieri Lombardia, Veneto e il resto del Nord Italia, sono fenomeni che destano enorme apprensione. Siamo estremamente preoccupati per queste calamità naturali, conseguenza prevalentemente del cambiamento climatico che caratterizza i nostri tempi, che stanno devastando in queste ore il Paese. Si contano purtroppo alcune vittime, fra le quali una ragazza di 16 anni: come Gruppo Pd esprimiamo il nostro sentito cordoglio e la nostra vicinanza alle loro famiglie. Alla luce di una situazione davvero complessa che ha causato lutti, numerosi feriti, gravi danni alle abitazioni e caos nei trasporti chiediamo che il ministro della Protezione civile Musumeci venga in Aula a riferire sulla gestione di una emergenza così preoccupante per la gravità, per l’estensione e per le conseguenze che potrebbe ancora causare nel Paese.
Chiediamo a tutti i rappresentanti delle istituzioni che minimizzano o peggio negano l'evidenza dei cambiamenti climatici, di modificare la propria posizione e attivarsi subito per l'applicazione giusta delle misure di transizione ecologica necessarie al futuro del pianeta
Così Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd, durante il suo intervento alla Camera.
Esprimiamo solidarietà e vicinanza al ferroviere aggredito lungo la tratta Roma - Aeroporto di Fiumicino, l'ennesima vittima dei numerosi casi di violenza fisica e verbale nei confronti del personale di frontline dei trasporti registrati quest'anno da nord a sud del Paese.
Già un mese fa come Gruppo del PD alla Camera abbiamo interrogato il ministro Salvini in merito alle continue aggressioni ai danni del personale in servizio nel trasporto pubblico locale, senza però avere ricevuto alcuna risposta. Le organizzazioni sindacali da tempo chiedono interventi mirati per affrontare quella che è diventata una vera e propria emergenza e assicurare a migliaia di lavoratori e lavoratrici le condizioni di sicurezza necessarie allo svolgimento del proprio lavoro.
Per questo motivo vogliamo sollecitare il ministro Salvini, a cui abbiamo presentato oggi una nuova interrogazione, per sapere quali iniziative intenda assumere il governo con la massima urgenza, con il pieno coinvolgimento dei sindacati, per contrastare ogni forma di violenza a consentire al personale di svolgere in serenità e sicurezza il proprio lavoro.
Così i deputati del Pd Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Ouidad Bakkali, Valentina Ghio e Roberto Morassut.
In una Sardegna, ostaggio di compagnie aeree e di navigazione, solo un tour elettorale, dimentica di essere il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture
“Per due giorni ha girato la Sardegna in campagna elettorale e in riunioni del suo partito, con la scusa di inaugurare qualche chilometro di strada e qualche gettata di cemento, unica eccezione un’opera dell’autorità portuale realizzata in 17 mesi nel PNRR dei governi precedenti. Siamo di fronte ad un ministro che dimentica di esserlo e passa il tempo come nell’estate del Papeete. Per il resto solo chiacchiere ridicole e promesse di un nuovo grande condono mentre viene smentito da Fratelli d’Italia e Forza Italia, i suoi alleati di governo.
Il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture dice molte cose inesatte e sbagliate ma di soluzioni concrete nulla: racconta di 3 miliardi di investimenti di RFI che non esistono e non dice che non c’è neanche una progettazione esecutiva del suo ministero e di RFI su una tratta ferroviaria in Sardegna, solo qualche km di elettrificazione. Racconta che richiamerà le compagnie aeree e di navigazione perché non facciano cartello, dimenticando che sono state già convocate dal suo ministero e la situazione è peggiorata. Racconta che metterà d’accordo Regione e Fondi di investimento sulla gestione degli aeroporti richiamando il controllo pubblico degli aeroporti che, invece, la legge vieta chiaramente. E poi, grande classico, non avendo risultati in nessuno dei campi nei quali è ministro racconta l’Agenzia delle entrate come un Dracula che succhia il sangue di tutti i cittadini promettendo un nuovo condono senza raccontare che i quattro condoni negli ultimi anni, da lui voluti e promossi, sono un fallimento certificato.
Purtroppo dobbiamo ricordargli che non è all’opposizione, se non della sua premier a cui procura qualche imbarazzo, è il vicepremier di un Governo che deve risolvere i problemi e non solo denunciarli, e i problemi di trasporto e infrastrutture nel Paese sono i suoi come sono i suoi i dirigenti che da 5 anni guidano la Sardegna e i problemi li creano senza risolverli.
Così il deputato del Pd Silvio Lai.
“Le risorse per la metrotranvia Milano-Limbiate ancora non ci sono. Un intero territorio resta ancora in balìa delle incertezze del governo. Da tempo stiamo sollecitando il governo e il Ministro delle Infrastrutture della necessità di risorse per il completamento del progetto, alla luce dell’aumento dei costi. A specifica interrogazione parlamentare, oggi il sottosegretario Ferrante non ha saputo fornire indicazioni certe sull’opera, con l’unico risultato di bloccare la sua realizzazione. Al Governo chiediamo azioni concrete. Il tempo delle promesse è finito”.
Lo dichiarano i parlamentari Pd Silvia Roggiani, Vinicio Peluffo e Matteo Mauri.