“La manovra introduce ulteriori ed insostenibili tagli di risorse agli enti territoriali che si sommano a quelli già varati dalla destra nei mesi scorsi. Si tratta di una riduzione aggiuntiva, nei confronti di comuni, province e Regioni, che ammonta a circa 7 miliardi e 780 milioni di euro nel prossimo quinquennio”. Così la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Con queste ulteriori riduzioni di spesa gran parte delle opere realizzate con il Pnrr diverranno ‘cattedrali nel deserto’ perché mancheranno le risorse per gestirle. Le amministrazioni locali, con questi definanziamenti, saranno inoltre costrette a tagliare ancora la manutenzione degli immobili pubblici, i servizi alla collettività, i sussidi alle famiglie, la scuola, i trasporti e, soprattutto, i servizi socio-assistenziali e la sanità. La manovra, definita falsamente ‘senza nuove tasse’ dalla Premier Meloni, avrà effetti devastanti per tutti i cittadini”.
“Dopo tanti annunci, dopo tante promesse, dalla sanità, ai trasporti, alla scuola, l'effetto di questa manovra è sempre lo stesso: una sonora batosta con tagli ai servizi pubblici essenziali per i cittadini, tagli ai diritti per le lavoratrici e per i lavoratori, per non parlare dell’imbarazzante aumento di soli 3 euro per le pensioni minime. Per questo, non solo continueremo ad opporci in Parlamento, ma saremo anche al fianco di tutte quelle donne e di tutti quegli uomini, medici, infermieri, autoferrotranvieri, insegnanti e tutte le categorie che scenderanno in piazza per fermarla”. Così il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della commissione Trasporti, intervistato per i social del Gruppo del Pd alla Camera.
“Sinceramente non capiamo a quale Italia la presidente Meloni si stia riferendo quanto auto-celebra due anni di governo a dir poco fallimentari. Non parla certo del sistema dei trasporti al collasso e la totale assenza di azioni migliorative! Meloni racconta un sistema Paese fatto di propaganda e ideologia, ma i numeri - confermati anche dalle recenti figuracce degli aeroporti di Milano e Palermo - raccontano altro. Nessuna politica del governo per il controllo delle società di gestione aeroportuali, nessuna azione concreta a tutela dei passeggeri e dei loro diritti e il piano nazionale aeroporti ancora in alto mare. Per non parlare del trasporto ferroviario e dei ritardi dei treni: un'apocalisse! Un po' di modestia avrebbe prodotto un miglior risultato ma evidentemente questa parola è inesistente nel pensiero del governo, così come la parola 'trasporti'”. Così il deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo PD in Commissione Trasporti, commenta le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sui due anni di governo.
Per il tpl in manovra mancano 1 miliardo e 700 milioni di euro
"Giorgia Meloni e il governo possono preparare tutte le slide che vogliono e ne possono fare ben più di 59, ma quello che interessa davvero agli italiani è la realtà che toccano con mano ogni giorno. La situazione del Paese è drammatica, ci sono gravi problemi sociali, per fare un esempio il trasporto pubblico locale: c'è una grave crisi del trasporto pubblico locale dilagante, dal nord Italia al sud soprattutto nelle aree interne e nelle periferie. Si chiama Tpl ma è una grande questione nazionale e mancano in questa manovra le risorse per il tpl che chiedono le Regioni, la maggioranza delle regioni che sostengono questo governo, che chiedono le imprese, i sindacati, lavoratori e cittadini". Lo ha detto Andrea Casu, vicepresidente Pd della commissione Trasporti di Montecitorio, intervistato alla Camera.
"Tutte le imprese del trasporto, oltre 900, e tutti i sindacati scenderanno in piazza il prossimo 8 novembre, per protestare contro il governo perché servono un miliardo e settecento milioni di euro in più rispetto alle esigue risorse stanziate: 800 milioni per l’adeguamento all’inflazione e 900 milioni di euro per il rinnovo dei contratti del trasporto. Noi abbiamo chiesto con molti emendamenti di utilizzare almeno in parte i fondi utilizzati per i sussidi ambientalmente dannosi. Non sono d'accordo ad usare quelle risorse? Ne trovino altre. Sono loro che stanno al governo ma non possono uccidere il trasporto pubblico locale solo per scaricare la responsabilità sui sindaci e amministratori locali", ha proseguito Casu.
Potremmo anche parlare di sanità, di scuola - ha concluso Casu - ma è una manovra che non risolve i problemi, anzi illude gli italiani. Da questo punto di vista noi porteremo avanti una netta opposizione politica e sociale alla direzione che sta dando questo governo".
"Oggi in aula a Montecitorio abbiamo assistito alla difesa d'ufficio da parte del governo Meloni sull'operato della Sac, del commissario straordinario e della Regione siciliana. Dopo oltre due anni non è stato ancora pubblicato il bando di gara di vendita quote detenute della società di gestione degli aeroporti di Catania e di Comiso e la situazione appare molto confusa: a nostro giudizio, c'è il rischio che tale ritardo sia motivato da interessi che vorrebbero far scendere il prezzo di vendita e poterne indirizzare il percorso di privatizzazione su soggetti ben precisi”. Così Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in Commissione Trasporti a Montecitorio in una interpellanza urgente.
“Ci saremmo aspettati altro di fronte alle evidenti criticità dell'aeroporto, alla stima di 1 mld e alle procedure di aggiudicazione messe in discussione, allo stallo imbarazzante dovuto alla mancata pubblicazione del bando” continua il parlamentare dem. “Imbarazzano le nota della Regione che prima sospende le procedure per il rinnovo e poi sollecita il commissario a definire le procedure di rinnovo. Il 'tira e molla' delle procedure ha determinato che il rinnovo del cda di Sac sarà gestito dal commissario straordinario e non dai legittimi proprietari dell'aeroporto e cioè gli imprenditori e le organizzazioni datoriali”, conclude Barbagallo.
“La sanità è sotto finanziata. Al di là del balletto dei numeri tra la Premier Meloni e il Ministro Giorgetti, quello che è chiaro è che nella prossima legge di bilancio la spesa per il Servizio Sanitario nazionale non è sufficiente a coprire le gravi carenze. Mentre resta senza copertura il decreto liste d’attesa che è stato solo un grande bluff per le elezioni europee”.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati intervenuta a Skytg24 Start.
“Sarà pure una manovra che rispetta i conti, ma rimane senza prospettive e senza un’idea per la crescita, sovrastima le entrate e fa cassa su fronti fondamentali. Penso ai tagli agli enti locali e ai ministeri che significano tagli ai servizi per i cittadini: meno assistenza sociale, meno trasporti pubblici, meno nidi.
E intanto la pressione fiscale aumenta come il governo stesso ha scritto nel Documento programmatico di bilancio e che passa dal 42,3% del 2024 al 42,8% del 2025 mentre si tagliano detrazione fiscali per chi non ha diritto ai bonus e sono possibili incrementi sul costo delle assicurazioni come ricaduta del contributo chiesto nella manovra” ha concluso la Presidente Braga.
“Abbiamo interrogato il governo sull’azione che sta svolgendo per tutelare i collegamenti aerei tra l’Italia e il Nord America, in vista dell’annunciata riduzione dei voli diretti tra Italia e Canada e Italia e Stati Uniti in seguito all’accordo Ita Airways -Lufthansa. Il Viceministro non ha dato vere spiegazioni riguardo a quali passi il governo stia compiendo per tutelare e potenziare i collegamenti tra l’Italia e il Nord America.” “Siamo preoccupati per le nostre comunità all’estero e per le ripercussioni sul nostro Paese in termini di interscambio culturale ed economico - il governo mostra tutta la sua inadeguatezza” - così i Deputati Christian Di Sanzo, eletto in Nord e Centro America e Anthony Barbagallo, capogruppo PD in Commissione Trasporti.
“La risposta del viceministro mostra che non vi è una attenzione del Governo su questo tema e ci consegna un quadro disarmante sui trasporti dell’esecutivo Meloni, che oltre a fallire sui trasporti nazionali, dove il ministro Salvini da’ colpa a fantomatici chiodi per il blocco dei treni, dimostra di fallire anche sui trasporti internazionali dei quali non ne capisce l’importanza.”
“Anche nella manovra 2025 il Governo Meloni dimentica il Trasporto Pubblico Locale. Solo Palazzo Chigi non vede la crisi che sta bloccando il Paese: a nulla è servito l’appello di Regioni, Enti Locali, Sindacati e Imprese, negli annunci di queste ore nemmeno l’ombra del potenziamento del fondo nazionale indispensabile per garantire la sicurezza e il rinnovo dei contratti per lavoratrici e lavoratori e servizi più efficienti per tutte le cittadine e i cittadini sempre più penalizzati nelle aree interne e nelle periferie. E il ministro Salvini evidentemente è troppo occupato a organizzare vertici con Orban e Le Pen per accorgersene”. Lo scrive su X il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera.
“Nella manovra del governo Meloni la parola trasporti è del tutto inesistente. Nessun investimento strutturale sul comparto, nessun incentivo sul fondo insularità e nessuna misura per fermare il caro voli. A questo si aggiunga il mancato incremento del fondo nazionale sul trasporto pubblico locale è la frittata è fatta!”. Questo il commento del deputato dem Anthony Barbagallo, capogruppo PD in Commissione Trasporti, sulla manovra 2025.
“Neanche le cose più evidenti sono state prese in esame – continua il parlamentare -: dopo un'estate e un autunno drammatico per i viaggiatori, è stato ignorato anche il potenziamento del monitoraggio delle criticità delle rete ferroviaria”. “Insomma una manovra completamente sbagliata dove i trasporti sono i grandi assenti”, conclude Barbagallo.
I sacrifici li faranno gli italiani
“La manovra di quest’anno si preannuncia amara per milioni e milioni di italiani. Lontanissimo dal mantenere le promesse su pensioni e accise, il governo si dimentica della crescita e continua a tagliare i servizi pubblici e ad alzare le tasse, come testimonia l’aumento della pressione fiscale nel 2024 e nel 2025 rispetto al 2023. La fregatura dietro tante parole è nei numeri”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“In più di un’ora di conferenza stampa - aggiunge - Giorgetti non ha mai parlato di misure che dovrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crescita dello ‘zero-virgola’ in cui siamo piombati da quando c’è la destra al governo. Giorgetti continua a raccontare la favoletta sui sacrifici da imporre a banche e assicurazioni, ma la realtà è profondamente diversa. Non verranno chiesti né sacrifici, né contributi, ma soltanto un'anticipazione sulle tasse. Insomma, la più grande presa in giro del secolo. I sacrifici veri dovranno farli i cittadini, visto che sarà su di loro che si ripercuoteranno i tagli da miliardi di euro a Ministeri, Regioni e Comuni. Risorse in meno per servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti, fino alla sanità, dove il duo Meloni-Giorgetti prova un altro trucco di magia. L’aumento corposo del Fondo Sanitario Nazionale - conclude - è soltanto uno specchietto per le allodole, visto che gli unici incrementi rilevanti sono previsti a partire dal 2026, mentre l’anno prossimo si stanziano cifre assolutamente ridicole rispetto alle necessità del Ssn”.
“Oggi, in Commissione Trasporti, ho chiesto all’Amministratore delegato di RFI quali garanzie l’azienda ritiene di avere avuto dal Ministro Salvini e dal Governo riguardo alla copertura finanziaria del Piano industriale 2024-2033 pari a 124 miliardi di euro. Queste garanzie, per una media di circa 15 miliardi annui, attualmente non esistono. Il Piano industriale è infatti “scoperto” e il Governo pensa di ricorrere alla cessione di parte del pacchetto azionario delle Ferrovie o attraverso le emissioni di titoli “infrastrutturali” comunque insufficienti nelle stime per coprire il programma di modernizzazione della rete ormai indispensabile come dimostra il calo di efficienza del servizio. Su questo nessuna risposta è venuta da RFI”. Lo ha detto il deputato del Pd Roberto Morassut, a margine dell’audizione dell’ad di RFI Gianpiero Strisciuglio in commissione Trasporti alla Camera, alla luce dei recenti disservizi e criticità del sistema ferroviario italiano.
Per disservizi chiediamo rimborso immediato dei passeggeri
“Avete ammesso crescenti interferenze e ritardi ma non ci avete spiegato cosa sta facendo il Governo. Come sta esercitando i poteri di indirizzo e vigilanza il Ministro Salvini? Avete ricevuto nuove direttive per fronteggiare l’emergenza quotidiana per cui nella percezione dei cittadini ormai ogni guasto rischia di diventare un disastro”. È quanto chiede il dem Andrea Casu intervenendo in audizione dell’ad di RFI Gianpiero Strisciuglio in commissione Trasporti alla Camera, alla luce dei recenti disservizi e criticità del sistema ferroviario italiano.
“Anche perché di fronte a una rete intasata e disservizi crescenti serve un chiaro indirizzo politico: avete detto che siete al lavoro per alleggerire e specializzare ma con quale criterio? Tagliando fuori ancora di più le aree interne e penalizzando ancora di più il trasporto ferroviario merci o intervenendo complessivamente con azioni di sistema? Perché quello che serve a nostro avviso sono interventi strutturali di sistema e non continui interventi spot di cui pagano il prezzo più alto ogni giorno cittadini e lavoratori”, ha aggiunto Casu.
E infine sulla questione dei passeggeri il dem Casu ha detto: “Uso spesso la app di Trenitalia. E qui le informazioni sui ritardi sono sempre più difficili da trovare. È un problema di coordinamento informativo? I cittadini hanno diritto ad avere informazioni puntuali sull’andamento della viabilità ferroviaria ed eventuali ritardi non vanno nascosti ma evidenziati al fine di mettere il cittadini nelle migliori condizioni di conoscerle in tempo reale. Inoltre ribadiamo che i rimborsi in caso di annullamento, ritardi e disservizi devono essere semplici e immediati: chi ha aspettato per ore un treno che non è partito non deve poi aspettare oltre ore nella stazione in fila per capire come ottenere un rimborso.”
“La manovra del governo non affronta nessun tema reale che riguarda i cittadini come il lavoro, i trasporti e la sanità pubblica. Al contrario, andrà a colpire i soliti noti e renderà più poveri le italiane e gli italiani. Giorgia Meloni e la destra hanno detto che non avrebbero aumentato le tasse ed è falso perché i cittadini ne andranno a pagare di più: quella sulla casa, che il ministro dell’Economia Giorgetti ha confermato in audizione, e quella sulle accise dei carburanti, su cui Giorgia Meloni si era spesa in prima persona salvo poi smentire se stessa, visto che l’aumento delle accise è scritto nero su bianco nel ‘Piano strutturale di bilancio’ “.
Lo dichiara Silvia Roggiani, deputata Pd in Commissione bilancio.
“Meloni e Salvini sono direttamente responsabili della paralisi del Tpl nelle città italiane: senza maggiori risorse al fondo nazionale, richiesto non solo dal Pd e dalle opposizioni ma da Regioni, Comuni, sindacati e imprese, i servizi sono a rischio per i maggiori costi dei fattori della produzione, dal carburante alla manutenzione e per la carenza di autisti dovuta ai bassi salari, con conseguenze devastanti soprattutto nelle aree interne e nelle periferie già più penalizzate. Serve dare una risposta immediata al rinnovo del Contratto collettivo nazionale che riconosca il giusto salario per far fronte alla diminuzione del potere di acquisto delle retribuzioni”. Lo scrivono in una mozione i deputati Pd Casu, Barbagallo, Pagano, Bakkali, Ghio, Guerra, Lai, Mancini, Morassut e Roggiani.
“Lo scorso 27 settembre - continuano i parlamentari- rispondendo a una nostra specifica interpellanza in Aula il Governo ha ancora una volta scelto di non impegnarsi direttamente per garantire subito le risorse necessarie a salvare il trasporto pubblico locale. Ha però aperto perlomeno alla possibilità di una mediazione del Mit tra le parti interessate al rinnovo del contratto nazionale non più rinviabile. A distanza di oltre 10 giorni da quella risposta abbiamo deciso di convertire la nostra interpellanza in mozione per chiedere che questo tavolo ministeriale per la risoluzione della vertenza venga convocato al più presto”. “Anche nelle audizioni sul Piano Strutturale di Bilancio enti locali e regioni hanno evidenziato la mancanza di fondi adeguati per i trasporti ci aspettiamo dunque che nella scrittura della legge di Bilancio il Governo apra gli occhi e si renda conto che senza un immediato intervento si sta assumendo la responsabilità politica di bloccare il paese”, concludono i deputati Pd.
Trasporti, Ghio (PD): “È il fallimento del centrodestra: hanno governato per nove anni la Regione con nessun risultato per il miglioramento del trasporto ferroviario”
Un guasto a Pietra Ligure, uno a Voltri e il traffico ferroviario in Liguria va in tilt. Un’altra giornata di passione per pendolari, lavoratori e studenti che utilizzano il trasporto pubblico. Rixi e Salvini che fine hanno fatto? Sono al Ministero dei trasporti o pensano di trascorre un’altra giornata ad attaccare i loro avversari politici senza occuparsi dello stato dei trasporti in Italia e in Liguria. Era il 2015 quando con presentazioni roboanti Toti prometteva di collegare la Liguria a Milano in meno di un’ora, siamo al 2024 e non abbiamo visto nulla di quanto annunciato, anzi si assiste quotidianamente a ritardi, guasti e mancanze che continuano a rallentare gli spostamenti, a causa di una rete infrastrutturale obsoleta e senza l'attuazione di interventi realmente migliorativi.
È il totale fallimento del centrodestra che ha governato la Regione per nove anni e non ha portato a casa nessun risultato. Continuano a parlare di essere quelli del fare, ma qui l’unica cosa che hanno realizzato è stata quella di tenere fermi i cittadini liguri in stazione in attesa che il loro treno passi e nella speranza che non faccia ritardi”, così la deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio sui ritardi dei treni in Liguria di questa mattina.