"Il ministro Salvini ormai non riesce nemmeno più a pronunciare la parola pensioni. Lo stesso che in campagna elettorale affollava i talk show e le piazze al grido di: "aboliremo la legge Fornero è una promessa che, costi quello che costi, porteremo fino in fondo" ora balbetta e si nasconde. Ieri abbiamo visto presentate le linee guida della manovra di Bilancio dal ministro Giorgetti, dello stesso partito di Salvini che era al suo fianco, e scopriamo non solo che non c’è traccia dell’abolizione della legge Fornero o di quota 41 ma che addirittura il governo di Salvini restringe ancora di più i requisiti di ape social, opzione donna e quota 103, ora quota 104, per accedere a meccanismi di uscita anticipata. Sono davvero imbarazzanti e senza vergogna. Su questa vicenda gli italiani hanno, se servisse, un’altra prova di cos’è questa destra che governa: un misto di bugie, populismo e incompetenza". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo in Commissione Affari Sociali e responsabile welfare in segreteria nazionale del Partito Democratico.
Le considerazioni di Calderoli non ci convincono. La Costituzione prevede certo le materie che possono essere oggetto di eventuale devoluzione alle competenze regionali. Ma la stessa Carta prevede l'obbligo di definire e finanziare preliminarmente tutti i Lep relativi a queste materie prima di procedere ad eventuali forme di autonomia. Per questo, la proposta di autonomia differenziata contenuta nel ddl 615 è per il Partito Democratico non solo contraria al testo e allo spirito della Costituzione, ma anche inapplicabile e dannosa perché amplia le diseguaglianze esistenti e crea rischi enormi per la tenuta della finanza pubblica. Una proposta pericolosa, ricca di contraddizioni, utile per giocare a risiko ma dannosa per il futuro del Paese. Per questo abbiamo chiesto che la Commissione bicamerale per le questioni regionali si pronunci sul testo base, analizzando in modo approfondito, con un'autonoma istruttoria, tutti i profili di criticità rilevati da ultimo anche dal Governatore della Banca d'Italia Visco, così da fornire un apposito parere alla Commissione referente prima dello svolgimento del suo esame al Senato.
Così i parlamentari PD della Commissione bicamerale per le questioni regionali Piero De Luca, Daniele Manca e Claudio Stefanazzi.
“Una figuraccia. Questo sarà per il ministro Lollobrigida e l’intero governo il ritiro della ‘famosa’ legge che avrebbe dovuto vietare la produzione e l’importazione della cosiddetta ‘carne coltivata o sintetica’. Apprendiamo infatti dalla stampa che il ministro ha già inviato al Mimit il ritiro della richiesta di notifica per approfondimenti. Il ministro ritira la legge perché la stessa sarebbe stata bocciata dalla Commissione Europea. Punto. Fine. Figuraccia. Perché la discussione, per come è stata svolta o non svolta nel nostro Paese, rimarrà solo un’altra, l’ennesima, occasione mancata. Anche per evitare una figuraccia internazionale, visto che della posizione del governo italiano sulla carna sintetica si è parlato molto a livello internazionale. Noi in commissione Agricoltura abbiamo presentato degli emendamenti volti proprio a rispettare le autorità europee a partire dall’Efsa che svolgono già un lavoro attento e dettagliato sulla sicurezza alimentare. Il rischio infatti è proprio quello di favorire, anche in questo settore l’importazione e dunque sfavorire il tanto decantato Made in Italy, anche e solo nella ricerca e nello studio su cui da sempre siamo avanguardia. Insomma nonostante tutto ci abbiamo provato a evitare al nostro governo la figuraccia che sta per fare agli occhi del mondo”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
Oggi l'Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi protestano contro il caro affitti davanti a Montecitorio. La situazione è davvero insostenibile per gli studenti universitari che dalla scorsa primavera continuano a protestare a causa delle mancate risposte. Il Governo da mesi balbetta promesse o soluzioni inefficaci, e finanziare la costruzione di alloggi privati con costi assimilabili al mercato degli affitti è inutile. Intanto poi i posti in residenza continuano ad essere pochi e gli affitti delle stanze sono ancora alle stelle. Il caro vita e il mancato adeguamento degli stipendi dei genitori rendono ancora più insostenibile affrontare un percorso di formazione universitaria.
Abbiamo davvero bisogno delle tende davanti a Montecitorio prima che il Governo si sbrighi ad arginare questa disastrosa violazione del diritto allo studio?
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
"I risultati definitivi delle elezioni in Polonia sono una speranza per l'Europa". Lo scrive sui suoi canali social Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo. "L'ultradestra del Pis e' stata sconfitta e questo non puo' che riempire di gioia chiunque creda nell'Europa dei diritti, della solidarieta' e del progresso. Dopo la Spagna, anche in Polonia la grande partecipazione al voto ferma l'onda nera", aggiunge.
"È gravissimo che per il secondo anno consecutivo il Governo scelga la scuola come obiettivo per i tagli in manovra fiscale. Sommato ai tagli alla sanità e al trasporto pubblico si rischia di produrre un danno alle famiglie, in modo particolare a quelle più fragili". Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
"Il quadro che si delinea da questa legge di bilancio presentata dal Governo - aggiunge Di Biase - è la rinuncia a colmare le diseguaglianze economiche e territoriali. Si fa debito senza un'idea di Paese, per rincorrere gli slogan politici come con il Ponte sullo Stretto. Il risultato - conclude la deputata Pd - è che con questa manovra economica l'Italia rischia di essere più fragile".
“Da una parte annunciano una riduzione del canone, come ha fatto con enfasi il vice premier Salvini. Dall’altra con la nota del Mef comunicano che quelle risorse saranno comunque recuperate dalla fiscalità generale. Quindi sempre dai cittadini che pagano le tasse. Anche in questo caso il governo fa il gioco delle tre carte”. Lo dichiara il deputato democratico Stefano Graziano, capogruppo in Vigilanza Rai.
Alla faccia del ritorno della politica! Un Governo che vieta alla sua maggioranza di fare emendamenti alla legge di bilancio è un Governo debole e che non si fida di chi lo sostiene. Perché dovrebbero fidarsi gli italiani?
Lo scrive su X il deputato democratico Nicola Zingaretti
"La sovranità appartiene al popolo recita la Costituzione. Un principio che non appartiene al governo Meloni che sta esautorando il Parlamento delle sue prerogative legislative e di rappresentanza dei cittadini. Peraltro già a partire dall'inizio della legislatura sono stati imposti alle Camere decine di decreti legge senza che vi fossero casi straordinari di necessità ed urgenza.
Gravissima l'affermazione, in questo contesto, del vicepremier Salvini che annuncia che non ci saranno emendamenti alla manovra finanziaria da parte dei gruppi di maggioranza. I deputati e i senatori del centrodestra saranno relegati ad alzare la mano secondo i voleri dell'esecutivo. La loro democrazia è confinata nell'esercizio del potere nelle mani di pochi. Siamo già al regime presidenziale". Lo dichiara il deputato PD Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera
"Anche se per la prima volta nella storia della Repubblica la destra vuole silenziare il Parlamento nella discussione della Legge di Bilancio, è necessario comunque aspettare che il testo venga trasmesso alle Camere per avere una idea complessiva dei contenuti. Quello che ad oggi traspare dalle dichiarazioni della Premier Meloni è che ancora una volta, e per il secondo anno consecutivo, le promesse elettorali della destra sono state infrante: dalla soppressione della legge Fornero, alle pensioni minime a 1000 euro, ai tagli alle accise. Appare comunque evidente che questa sarà esclusivamente una manovra elettorale al ribasso senza alcuna programmazione per il futuro e basata su stime di crescita già smentite dalle ultime rilevazioni per non parlare delle privatizzazioni. Le poche risorse per i redditi bassi sono soltanto per un solo anno a fronte della riduzione dei servizi essenziali a partire dai fondi non sufficienti per la sanità. Senza dimenticare che la legge di Bilancio penalizzerà i nuclei familiari a monoreddito e anche il ceto medio che non avrà alcun beneficio economico": è quanto dichiara Simona Bonafè, vice presidente vicaria dei Deputati Pd.
Interrogazione al Ministro della salute su gravi disfunzioni e carenze del sistema sanitario ligure
"La manovra di bilancio è insufficiente e inadeguata: senza misure strutturali per affrontare il caro vita e per sostenere scuola, trasporto pubblico e sanità. In particolare nella manovra di bilancio non sono previste misure puntuali e capitoli di spesa adeguati per sostenere la sanità pubblica. L'incremento di soli tre miliardi della spesa sanitaria, previsto in manovra di bilancio, è totalmente insufficiente e inadeguato a garantire nuove assunzioni e ridurre le liste d’attesa. Il rapporto tra spesa sanitaria e Pil ci colloca in coda rispetto agli altri Paesi europei e, dallo scorso anno, è un rapporto in progressiva riduzione. Ieri la trasmissione Report ha reso tangibile quello che in Liguria il Partito Democratico evidenzia da tempo e in modo puntuale nelle sedi istituzionali e sui territori. Liste di attesa di oltre un anno per la prenotazione di esami medici e visite specialistiche; privatizzazione di strutture ospedaliere pubbliche per oltre il 20 per cento; chiusura di servizi di pronto soccorso; ospedali sottoutilizzati; sottovalutazione dei costi delle case di comunità previste dal Pnrr e in alcuni casi, la loro sovrapposizione con strutture già esistenti. Soprattutto è emersa l'assenza di una pianificazione organizzativa e previsione pluriennale di incremento di personale per consentire il funzionamento delle nuove strutture e per sopperire alla carenza di personale medico sanitario che determina disfunzioni e attese non più sopportabili dai cittadini liguri. Ho impostato una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute per chiedere se è a conoscenza di queste gravi disfunzioni e carenze nel sistema sanitario ligure e come intende intervenire per garantire ai cittadini e alle cittadine liguri, oltre il 5 per cento dei quali ha rinunciato a curarsi, il diritto costituzionale di una sanità universale che garantisca a tutti la cura”, così la deputata e vicepresidente PD alla Camera Valentina Ghio commentando la manovra di bilancio e dopo la trasmissione di Report sulla sanità ligure.
“I deputati operano senza vincolo di mandato. Così come danno la fiducia al Governo, la possono togliere. L’appello di Meloni a non presentare nessun emendamento al bilancio trasforma il Parlamento in un soprammobile. Auspico che i parlamentari di maggioranza si ribellino”.
Lo scrive su X il capogruppo democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il Governo annuncia che i partiti della maggioranza non presenteranno emendamenti alla Manovra, una scelta molto grave che umilia il Parlamento confermando l’ormai consueto malcostume di questo esecutivo di rendere le Camere semplici passacarte dei provvedimenti votati in Consiglio dei Ministri”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Faccio sommessamente notare - continua Morassut - che questa settimana la Camera chiuderà i suoi lavori mercoledì sera, perché semplicemente non ci sono provvedimenti da votare. Mi appello ai Presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama perché si adoperino per ridare centralità al Parlamento, una centralità oggi negata da un esecutivo che per nascondere la sua inadeguatezza, fugge da ogni confronto nei luoghi della democrazia”.
“Ho partecipato alla sessione annuale dell'Assemblea, che si è svolta a Copenaghen dal 6 al 9 ottobre 2023, facendo parte della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della Nato guidata dal presidente Lorenzo Cesa. Le commissioni dell'Assemblea, Difesa, Economica, Scienza e Tecnologia, Politica, Democrazia e Sicurezza, hanno rinnovato i rispettivi uffici di presidenza e sono stato eletto alla carica di Vicepresidente della Sottocommissione Futuro della Sicurezza e delle Capacità di Difesa elemento che sottolinea il rafforzamento dell'Italia all'interno dell'Assemblea. Voglio ringraziare i colleghi delle altre nazioni che mi hanno sostenuto, continuerò ad impegnarmi sulle principali tematiche della difesa e della sicurezza del nostro Paese all’interno dell'Alleanza Atlantica”.
Così Nicola Carè, deputato democratico eletto all’estero e componente della Commissione Difesa.
Scuola sia per imparare e non gareggiare
“Con questa mozione il gruppo del Pd intende portare alla luce la complessità del fenomeno degli hikikomori e impegnare il governo su una strategia complessiva di riconoscimento del disturbo e di contrasto. Con questa parola giapponese, che letteralmente significa ‘stare in disparte’, indichiamo quel disturbo psicologico per il quale ragazze e ragazzi si ritirano dalla socialità, rifiutando contatti con il mondo esterno per chiudersi in se stessi. Parliamo di una sfida che coinvolge le istituzioni, la scuola, la famiglia. Gli studi ci dicono con chiarezza che i primi sintomi del disturbo emergono in età scolastica, probabilmente connessi alla forte competitività tra i banchi di scuola e da veri e propri fenomeni di bullismo e cyber bullismo. Su questo è bene sottolineare un aspetto che coinvolge direttamente questo governo. Aver voluto descrivere la scuola italiana come ‘scuola del merito’ ha prodotto non a caso le proteste degli studenti. Il loro slogan, con il quale chiedevano di ‘imparare e non gareggiare’ lascia una riflessione forte, profonda, sul modello di scuola che vogliamo costruire. Vogliamo davvero trasmettere ai più giovani l’idea che si è forti, si è vincenti, solo se si è tra i primi? I ragazzi hanno assorbito totalmente questo tipo di cultura, ne hanno interiorizzato i criteri e i valori, e sono molto sensibili a riguardo: gli hikikomori sono coloro che, dopo aver strenuamente combattuto per la loro accettazione, non ce la fanno più a reggere un confronto ai loro occhi sempre perdente, si arrendono e si ritirano. Ecco perché al primo punto degli impegni che chiediamo al governo la promozione nelle scuole di progetti di intervento volti a favorire il benessere sociale, per aiutarli nello sviluppo rendendoli protagonisti delle proprie scelte e della propria crescita, facendo emergere le loro potenzialità e dando spazio alle loro voci. Ma accanto alla questione del benessere c’è il tema del riconoscimento del disturbo. Su questo chiediamo al governo di sostenere l’iter legislativo per la figura dello psicologo delle cure primarie. Oggi l’urgenza è un sostegno psicologico strutturale nella società, capace di lavorare accanto al livello sanitario ed essere così efficace nella presa in carico dei pazienti. Chiediamo che siano avviate campagna informative in tutte le scuole sul fenomeno degli hikikomori per far conoscere il problema ai ragazzi e l’ideazione di giornate dedicate a questa specifica problematica nelle scuole di ogni ordine e grado possa aiutare questo percorso di riconoscimento”.
Così la deputata democratica, Michela Di Biase, intervenendo nell’Aula della Camera per illustrare la mozione del Pd sul fenomeno dei cosiddetti “hikikomori”.