“Una misura doverosa e necessaria". E’ il commento della deputata Pd Sandra Zampa, vicepresidente commissione Infanzia, al decreto per la lotta alla povertà approvato oggi in Cdm che prevede il reddito di inclusione, in primis, per 660mila famiglie, di cui 560mila con figli minori che vivono in stato di povertà.
“In un Paese – spiega Zampa - dove la percentuale di minori in povertà assoluta , oltre 1,1 milioni, è quasi triplicata negli ultimi 10 anni (passando dal 3,9% della popolazione di riferimento nel 2005 al 10,9% nel 2015) e che, nonostante il numero di ragazzi che abbandonano precocemente gli studi si sia più che dimezzato negli ultimi 23 anni, rimane indietro rispetto a troppi paesi della Unione Europea, riconoscere il Reddito d'inclusione ai nuclei con almeno un figlio minorenne (o con disabilità' anche se maggiorenne), e a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione, è una decisone che si muove nella direzione giusta.
Quella cioè di mettere i più fragili al centro della politica del nostro paese. Come indicato dal Parlamento con la legge di contrasto alla povertà , che mira all’inclusione sociale, alla lotta all’emarginazione e i cui destinatari sono i soggetti più fragili della società: i minori, le famiglie con disabili gravi, i minori a carico di donne in stato di gravidanza, persone oltre i 55 anni senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. Una legge che di certo – conclude la deputata Pd - ha contribuito a veicolare un concetto fondamentale, che la battaglia contro la povertà è anche innanzitutto la battaglia per il futuro di chi oggi è ancora giovane”.