Sottosegretario Gozi risponde a interrogazione del deputato dem
“Apprezziamo l’impegno del governo per incrementare e valorizzare la presenza di funzionari italiani a livello apicale nelle istituzioni e negli organismi europei e chiediamo che questo impegno si rafforzi anche in conseguenza della Brexit che lascerà libere molte posizioni occupate attualmente dai funzionari britannici. Una forte rappresentanza degli interessi italiani contribuirebbe anche a rispondere alla disaffezione dei nostri concittadini nei confronti dell’Unione europea”. Lo ha detto Daniele Marantelli, deputato del Pd commentando la puntuale risposta del sottosegretario Sandro Gozi ad una sua interrogazione, discussa oggi in commissione Politiche dell’Unione europea.
“Tra le numerose conseguenze della Brexit - ha proseguito Marantelli - va segnalata anche quella relativa alle posizioni occupate dagli alti funzionari britannici che vedranno il venir meno, nei prossimi anni, il requisito per ricoprire tali ruoli, ossia ‘essere cittadino di uno degli stati membri’. Gli italiani risultano nelle tre massime cariche: Parlamento europeo, Banca centrale europea e Alto rappresentante per la politica estera. L’Italia è al terzo posto per numero di direttori generali dopo Francia e Germania e seconda, dopo la Germania, per quanto riguarda i capi gabinetti della Commissione. Questo dato è nettamente superiore a quello dei rappresentanti nei gabinetti comunitari del periodo 2009-2014; l’impulso dato dal governo Renzi in questo campo è stato efficace. È importante consolidare questi successi, più che sulla quantità, sulla qualità delle posizioni ricoperte per far sì che i funzionari italiani nelle posizioni apicali siano più presenti in quelle direzioni generali della Commissione maggiormente delicate per gli interessi nazionali (come la direzione generale home, che si occupa di affari interni o la Direzione generale per la concorrenza, che si occupa dell'Unione economica e monetaria). In questo contesto auspico che gli sforzi dell’Italia per ottenere l’assegnazione dell’Agenzie europea del farmaco abbiano successo”.