“A Venezia il primo film che racconta davvero che cos'è la Ius culturae, ovvero il cuore della legge sullo Ius soli temperato, la bellezza e la simpatia dell'integrazione”. Lo scrive su Avvenire.it Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico, in una recensione a “L’amore senza motivo”, corto di Paolo Mancinelli presentato oggi al Festival del Cinema Venezia nella sezione MigrArti.
“È possibile – continua – abbracciare, davvero e senza conflitti, la lingua e la cultura italiana? Sì, e per il protagonista del film, sembra bastino anche molto meno dei cinque anni come previsto dalla legge in approvazione. Sì, se oltre allo Stato c'è una società migliore, più bella: che integra. Questa sembra essere la sfida che lancia a Venezia il corto di Paolo Mancinelli, in concorso nella sezione ‘MigrArti’, estratto dal documentario ancora inedito ‘L'Amore senza Motivo’ della Maiora Film e finanziato dal Micbat. Il film è un vero e proprio diario di formazione e il protagonista, Majid, un quindicenne siriano, scampato alla bombe e a un'interminabile viaggio in mare con il gommone. Arrivato in Italia da Lesbo grazie a Papa Francesco che, come è noto, nel aprile del 2016 portò con sé in aereo dall'isola una ventina di rifugiati, viene accolto dalla Comunità di Sant'Egidio, si appassiona al rap, a Francesco Totti, a Trastevere e alla pizza ‘Margherita’. Il titolo del film è legato alla canzone in rap/melodico che Majid scrive proprio insieme ai suoi amici trasteverini, italiani, nuovi italiani, rifugiati come lui”.
“La scrittura è un mezzo per conoscere Roma, i rapper romani e veicolare il suo messaggio, così come lui stesso racconta in una scena del documentario: ‘Il vero amore è senza motivo -inteso senza contraccambio - non ti chiede niente e ti da tutto, come è successo a me che sono stato salvato e non avevo proprio niente da poter dare’", conclude.