La destra smetta di fare ostruzionismo contro la legge sugli orfani di vittime di reati domestici!
“La violenza contro le donne è un tema ormai uscito dalla sfera privata e, grazie anche alla Convenzione di Istanbul, è considerato violazione dei diritti umani fondamentali ma, in base alle statistiche, non siamo di fronte ad una emergenza ma ad un fenomeno strutturale. I dati mostrano che le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici: nel 62,7% dei casi gli stupri dichiarati sono stati commessi da partner, nel 3,6 da parenti e nel 9,4 da amici, un’evoluzione confermata anche per quel che riguarda le violenze fisiche come schiaffi, calci, pugni e morsi, mentre gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali. Sono perciò necessarie misure sistematiche e coordinate; occorre agire quindi su diversi piani con forza e sinergia: sul piano della prevenzione, della repressione, della formazione, sull’accesso al mondo del lavoro, sul piano culturale ed educativo a tutti i livelli, senza stabilire una vera e propria gerarchia ma piuttosto un’azione sinergica tra di essi. Tante sono le misure messe in atto da Governo e Parlamento – dal Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere allo stanziamento di 38.127.353 milioni di euro per la sua attuazione, dal congedo previsto nel Jobs Act per le donne vittime di violenza di genere che intraprendono percorsi di protezione, alle risorse stanziate dalla scorsa legge di bilancio che ha incrementato le risorse per gli anni 2017, 2018 e 2019 per i centri antiviolenza e le case-rifugio – ma occorre un impegno incessante e responsabile di tutti contro questo cancro che pervade la nostra società”. Lo ha detto Silvia Fregolent, vice presidente dei deputati Dem, nella dichiarazione di voto a sostegno della mozione sulla violenza maschile contro le donne.
“Avremmo voluto che l’approvazione della mozione sulla violenza contro le donne” ha proseguito Fregolent, “potesse già contare sulla legge sugli orfani di vittime di reati domestici, bloccata dall’ostruzionismo del centro destra al Senato. Oppure che fossero già stati sensibilmente ridotti, se non addirittura ritirati, le centinaia di emendamenti presentati in commissione cultura Camera sulla legge sull’educazione affettiva. Così non è. Ci auguriamo almeno che in Liguria, il prossimo anno, il presidente Toti si premurerà di presentare in tempo le domande per il finanziamento pubblico dei progetti per le donne vittime di tratta, visto che, a causa di questa dimenticanza, ora le associazioni liguri che si occupano di questo tema stanno lavorando senza fondi, gratuitamente e con grossa difficoltà…”.