È necessario intervenire per tutelare le tante manifestazioni territoriali, espressione di storia e cultura della nostra nazione. Sono ragionevoli e giuste le motivazioni che hanno portato il capo della polizia ad adottare una circolare per normare le manifestazioni pubbliche, ma, a quasi un anno dalla sua emanazioni, è evidente che quello che Gabrielli aveva fatto per tutelare i cittadini e la sicurezza sta diventando uno strumento che condanna alla sparizione molte manifestazioni locali che arricchiscono il nostro territorio”.
- lo dichiarano Roger De Menech, Alessia Rotta e Sara Moretto, deputati veneti del Partito Democratico promotori di una mozione firmata dal presidente del gruppo e dai parlamentari Pd -
“Le misure adottate, essendo applicabili a qualunque manifestazione a prescindere dal numero dei partecipanti, hanno finito per porre sullo stesso piano un grande evento sportivo con la piccola sagra locale, aumentando responsabilità, oneri burocratici ed economici e allungando i tempi per le verifiche e le concessioni necessarie, tali da risultare spesso insostenibili e da determinare la cancellazione di numerose manifestazioni. Chiediamo pertanto – sottolineano - che il governo si impegni a salvaguardare la possibilità di svolgimento delle manifestazioni storiche, artistiche, culturali e agro-alimentari, così importanti per il nostro Paese, anche prevedendo una semplificazione della normativa e delle procedure burocratiche previste, differenziando i grandi eventi dalle piccole iniziative locali. Per farlo servono il coinvolgimento dei tanti soggetti competenti per materia, in modo da garantire una tutela omogenea su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, servono risorse a sostegno degli enti locali e dei privati nelle spese per la sicurezza dei partecipanti e degli stessi volontari che rendono possibili le manifestazioni”.
“L’Italia è un Paese ricco di manifestazioni che – concludono i deputati Dem - costituiscono un importante strumento di coesione sociale e rappresentano un insostituibile volano dei flussi turistici. È un patrimonio del quale non vogliamo e possiamo fare a meno”