Cultura: Manzi, Giuli in imbarazzo si arrampica sugli specchi per giustificare inefficienza e drammi Sangiuliano
Unica buona notizia i fondi per biblioteche ma per ora è solo annuncio, aspettiamo ministro alla prova dei fatti
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Orfini: per ora solo annunci e norme pasticciate che affossano industria audiovisiva e abbandonando lavoratori della cultura
“La scelta di Gibellina come Capitale italiana dell’Arte contemporanea è una splendida notizia e una grande occasione per un intero comprensorio. Ma è anche una responsabilità da non disperdere come, purtroppo, sta avvenendo per Agrigento che giorno dopo giorno, tra ritardi, scontri di potere, inadeguatezza della classe dirigente, sta rischiando di sprecare la grande opportunità avuta come Capitale italiana della Cultura.
Giuli e la destra ossessionati da fantomatiche egemonie culturali di questa o quella parte politica ma nessun confronto su temi concreti
“È preoccupante che il Ministro Giuli non si sia presentato alla riunione di oggi con le organizzazioni sindacali, che chiedevano chiarimenti sulle linee del Ministero e sugli effetti dei tagli di bilancio. Questo incontro avrebbe potuto portare risposte concrete su decisioni che incideranno direttamente su lavoratori e servizi pubblici. L’assenza del Ministro, che ha disertato incontro, aumenta incertezza e disorientamento, e il commissariamento politico imposto dal suo partito sembra limitarne l’autonomia e la possibilità di azione.
"Nelle schede autocelebrative dei due anni del governo Meloni ci sono numerose lacune riguardo l'operato del Ministero della Cultura. Non ci riferiamo solo allo scandalo Sangiuliano, che ha gettato discredito sull'intero ministero e che è ancora in corso, ma ai continui tagli di bilancio che, manovra dopo manovra, stanno compromettendo il funzionamento ordinario di musei, archivi, biblioteche e degli istituti culturali.
“Siamo molto preoccupati per una manovra che, al di là dei soliti annunci roboanti, prevede tagli di spesa, aumento di tasse e sacrifici per famiglie e imprese. I tagli ai ministeri indicati nel Dpb consegnato a Bruxelles dovrebbero valere nel 2025 circa 2,5 miliardi di euro. Questo significa tagli lineari di spesa a partire da cultura, istruzione e università che già nelle scorso leggi di bilancio sono state oggetto di mancati investimenti e tagli.
“Mentre Giuli taglia nastri, il ministero della Cultura subisce un ennesimo feroce taglio al bilancio che avrà effetti profondi su settori già fortemente colpiti dalle scorse manovre del governo Meloni” così in una nota la capogruppo democratica nella commissione e Cultura della Camera, Irene Manzi, commenta l’approvazione della manovra di bilancio da parte del Cdm. “I margini di azione politica sono irrisori, Giuli è già stato commissariato di fatto”.
“Il collega Amorese che cerca di difendere l’assenza di Giuli al Cdm di questa sera conferma, indirettamente, la sforbiciata in arrivo per i settori culturali. La chiamano ‘riduzione delle inefficienze’ ma sono tagli belli e buoni che tutti i settori culturali stanno denunciando e su cui gli stessi uffici del Mic, senza guida, sono in imbarazzo. A partire proprio dall’editoria Italiana, che ha più volte richiamato pubblicamente il governo Meloni a rivedere le scelte portate avanti finora.
“Giuli sarà assente giovedì in parlamento e molto probabilmente sarà assente anche questa sera in Cdm, non è proprio un buon inizio per chi dovrebbe promuovere i settori culturali e difenderli dai tagli annunciati dal ministro Giorgetti. Il governo Meloni ha determinato lo stallo del ministero della cultura a cui si appresta - temiamo- ad infliggere un ulteriore grave taglio nella prossima legge di bilancio che colpirà tutti i settori della cultura” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.