“Ho avuto l’opportunità di lavorare con Italia Sicura voluta dal governo Renzi, che ha rappresentato una svolta nella lotta al dissesto idrogeologico. Messi da parte il criterio di riparto dei fondi nazionali in base al solo numero di abitanti, la struttura di missione ha ragionato su parametri completamente nuovi: le mappe di rischio e la disponibilità di progetti cantierabili. Una vera e propria rivoluzione. In poche settimane le regioni furono chiamate a presentare progetti concreti e non inutili elenchi, e vennero convocate a Palazzo Chigi. Alla Liguria, ad esempio, furono assegnati circa quattrocento milioni del primo miliardo disponile, destinato alle città metropolitane. Col vecchio criterio ne avrebbe ricevuti solo 25. Con queste risorse è stato possibile affrontare il tema del rifacimento della copertura e dello scolmatore del Bisagno, opere attese da decenni, e mettere in sicurezza altri importati corsi d’acqua. Il cosiddetto ‘governo del cambiamento’ ha deciso di ‘premiarla’ chiudendola. Si tratta purtroppo di un grave errore che pagherà il Paese”.
Così la deputata Dem, Raffaelle Paita, intervenendo nell’Aula di Montecitorio sul decreto legge sul Riordino dei ministeri.